di:
Andrea Ridolfi Testori (testo, ricerche statistiche e anagrafiche, ricerca immagini)Fabrizio Schmid (ricerche statistiche e anagrafiche, reperimento dati)
con la collaborazione di:
Renato D'ApruzzoLuca Dibenedetto
Donato Rodolfi
___________________________
Nerostellati. Una parola bellissima, unione di un colore e di un simbolo. Una stella sul nero, la notte è buia ma basta un flebile lucore bianco per ristabilirne la normalità, la dimensione umana. I "nerostellati" del calcio italiano sono tradizionalmente i giocatori del Casale, che fin dagli inizi del calcio italiano (nella fertile regione piemontese, feconda di giocatori e squadre di primo livello nei primi anni dello sviluppo del foot-ball) si gioca le sue possibilità di piccola tra le grandi, vincendo lo storico scudetto 1913-14. Ma un'altra squadra di nero vestita e di bianco illuminata ha vissuto un periodo di notorietà nel calcio d'anteguerra: si tratta del Gruppo Sportivo Fascio Giovanni Grion, meglio noto, impropriamente, come "Grion Pola".
Oggi Pola non si chiama Pola ma Pula, ed è in Croazia. Ma allora si trovava in Italia ed era, come buona parte della zona dell'Istria e della Dalmazia, una fucina d'incredibili talenti che sono poi andati a giocare nelle squadre più forti d'Italia. Nato nel 1918, il Giovanni Grion disputa i tornei minori, tra Terza e Seconda Divisione, per tutti gli anni '20. Nel 1931-32, dopo una sorprendente seconda posizione nel girone A della Prima Divisione, arriva agli spareggi per l'accesso alla Serie B (che allora era nota anche come Divisione Nazionale B). Benché quasi tutti si aspettassero la promozione del Foggia, sono gli istriani (che contano su una squadra costruita al 90% tra le mura di Pola, con giocatori provenienti in massima parte dalla stessa città) a ottenere il passaggio del turno, superando i foggiani, la Salernitana e il Forlì. Grande è lo sgomento dei polesi, che si trovano in seconda serie, a un solo gradino dalla A: respirare quest'aria quando pochi anni prima stentavi a muovere i primi passi ha un sapore speciale. Inizia così la breve stagione del Grion in B: come le vere stagioni, è composta da tre parti, tre campionati che segnano una curva perfetta. L'inizio, l'apice, la discesa. L'estate che si trasforma in autunno.
L'ottimo debutto: 1932-33
Si deve costruire una squadra degna di sostenere il confronto con i solidi avversari, abituati allo scomodo campionato «cadetto» ricco d'insidie e di incertezze: ma allo stesso tempo non si può snaturare lo spirito polese del Grion. Viene mantenuta l'ossatura della squadra che ha vinto la promozione dalla Prima Divisione, e rimangono quindi i simboli di questa squadra: il portiere Valerio Dinelli e il suo pari Giacomo Crismanich; i difensori Armando Vatta e il «vecio» Nicolò Poiani, capitano; i mediani Francesco Cerdonio e Bruno Vucich; gli attaccanti Marini, Luciani, Gasperutti e Battioni. Arriva al Grion un polese DOC come Rodolfo Ostroman che in Serie A ha fatto strage di portieri con le sue micidiali reti da attaccante inarrestabile, e aveva iniziato la sua avventura calcistica con i Giovani Calciatori Polesi ad appena 16 anni. Come sempre si punta sui frutti dati dal calcio cittadino e si pesca a piene mani dalla categoria ULIC, che offre alcuni validi elementi (non tutti, però, arriveranno a esordire in B). La squadra viene data in mano a Giorgio Cidri, già calciatore del Legnano e ancora in attività nel ruolo di mediano. La scelta di Cidri è quasi obbligata. Come scrive il Littoriale:
«Il Grion di Pola, non avendo una solida base finanziaria, deve assolutamente contare sull'entusiasmo dei soci e dei tifosi. Quindi i cittadini di Pola devono aiutare i modesti atleti polesi, sia facendosi soci, sia accorrendo in massa al campo sportivo nel prossimo campionato, che già fin d'ora si prevede difficilissimo. [...] Purtroppo mancando di mezzi finanziari il Grion non può affidare la propria squadra alle cure di un provetto trainer, che sappia correggere certi difetti onde rendere perfetto non solo il giocatore, ma anche il giuoco di squadra».
(La preparazione dei nero a stella polesi per il campionato di Div. Nazionale B, Il Littoriale, 13 settembre 1932, p. 4.)
La prima giornata arride agli istriani, che ospitano il Messina da padroni di casa: per gli ospiti è la trasferta più lunga della B e indubbiamente la più faticosa (basti pensare ai mezzi dell'epoca). La prima formazione in assoluto del Grion in B è:
Dinelli; Tomich, Vatta I; Cerdonio, Vucich, Cidri; Curto, Marini, Battioni, Gasperutti, Ostroman.
La partita si conclude con uno 0-0 con gli emozionati polesi che esibiscono Ostroman all'ala anziché nel consueto ruolo di centrattacco: a fare il centravanti c'è il giovane romano Battioni, capace realizzatore ma ancora un po' inesperto. Il portiere è Dinelli, scattante e reattivo estremo difensore che si diletta anche come atleta (getto del peso). La difesa si basa su una coppia di nomi che diverrà un'abitudine del campionato: Tomich-Vatta. La seconda uscita è a Novara e vien fuori un altro pareggio: questa volta però è 1-1, la prima rete stagionale è di Curto. La prima vittoria arriverebbe già al terzo turno, ma il 2-1 alla Monfalconese è annullato per il ritiro dei "vicini di casa" giuliani dal campionato (ma di gare annullate e di ritiri avremo modo di parlare più avanti...). A far scendere sulla terra i ragazzi del Grion è l'Atalanta, che li batte con un netto 5-2, ricordando loro che l'esperienza in categoria è fondamentale. Altra sconfitta con il Legnano, 3-0 dalla Pistoiese, 3-1 dalla Comense. Inizio in salita, ma il 2-2 a Verona infonde nelle vene nerostellate la fiducia che serve, l'11 dicembre, per battere la Sampierdarenese per 4-2 a Pola. La Sampierdarenese è stata in A e ha una rosa invidiabile, ma Battioni è scatenato e ne segna 3: di Marini la quarta rete. Vittoria poi a Cagliari con i rosso-blu (doppietta di Luciani), seguono poi 5 sconfitte con cui si chiude il girone d'andata. Il Grion riparte da Messina, sconfitto ancora per 3-0, e cade con il Novara in casa, arrivando a 7 disfatte consecutive: da lì l'inversione di tendenza che permette la salvezza. Vendicata la goleada dell'andata patita dall'Atalanta (vittoria 2-1 a Pola, 2 gol di Curto), il Grion pareggia con il Legnano e poi batte Vigevanesi, Pistoiese e Spezia con Ostroman, Marini e Luciani sugli scudi. Poi, altro cedimento: KO con Comense, Verona e Sampierdarenese (6-0!). Il Cagliari è battuto per la seconda volta, ma il Brescia dà una sonora lezione con il 5-0 del 28 maggio. Di capitale importanza per il prestigio del Grion saranno le vittorie con Modena e Cremonese, entrambe per 3-2 e giunte per mano di Curto (2 gol in totale), Ostroman (1) e Marini (3). L'ultima a Pola è Grion-Serenissima, che si conclude 0-0. La prima stagione del Grion in B termina con una sconfitta che ha dell'incredibile: 8-0 dal Livorno. Come scrive La Domenica Sportiva:
«L'8 a 0 incassato dal Grion a Livorno non è certo l'indice delle buone qualità dei nero-stella e non è coerente coi risultati ottenuti in questi ultimi tempi dalla squadra polese. Tutti si sarebbero aspettati una buona prova del Grion. Invece la compagine istriana si è limitata a giocare una partita stracca per soddisfare le esigenze del calendario ed ha chiuso il ciclo degli incontri incassando ben otto goals. Comunque non è certo da questa cattiva esibizione che va giudicata la squadra istriana, la quale conta su una difesa saldissima (Crismani, Poiani «il vecio» e Tomich), su degli ottimi attaccanti quali Ostroman, Luciani e Curto, nonché su Cerdonio, Vucini e Gustini, tutti e tre mediani di valore.»
(La Domenica Sportiva 1933 fascicolo 27, p. 12.)
Una conclusione che rovina un po' il sapore della salvezza: 15º posto su 18 (pardon, 17: la Monfalconese ha lasciato dopo 7 gare), 24 punti e presenza in B assicurata anche per il campionato seguente.
L'apogeo: 1933-34
La stagione 1933-34 vede alcuni cambiamenti nella formazione del Grion, che però mantiene la colonna dorsale polese che lo contraddistingue: arrivano il mediano Bonelli e Tullio Duimovich (che attirerà poi le attenzioni della Fiorentina) nonché Mario Bonivento, altro figliol prodigo di Pola che come Ostroman viene a chiudere la carriera tra le mura della sua città natale. Confermati gli elementi che hanno reso grande il Grion nel torneo precedente: Crismanich, Dinelli, Tomich, Poiani, Vatta I, Cerdonio, Curto, Luciani, Brenco e Marini. È arrivato anche il sospirato trainer, l'ungherese Elemér Kovács che ha portato con sé il rigore della scuola danubiana e la sapienza tattica del calcio magiaro. La rosa è quindi rinforzata, c'è un allenatore vero e proprio, le casse sono rimpinguate: all'alba del campionato 1933-34 la bianca stella risplende più che mai su quella maglia nera.
La Serie B viene divisa in due gironi: il Grion è incluso nel gruppo B, le cui principali partecipanti sono le grandi del Nord (Comense, Atalanta, Verona), il Foggia già incontrato dal Grion durante gli spareggi di Prima Divisione nel '32, il Bari e il Modena: possibili outsider, Pistoiese e Perugia. Il Grion esordisce tra le mura di casa, al Campo del Littorio: 10 settembre 1933, sconfitta con la Serenissima di Venezia. S'inizia bene. Gli istriani sembrano presentire una stagione difficile, e la convinzione si rafforza con la sconfitta per 1-0 patita dal Modena una settimana dopo. Il 24 settembre, però, arriva la vittoria sul Vicenza, 3-2 aperto da Cidri e chiuso da Curto. Altra vittoria con l'Atalanta, doppietta di Brenco, poi sconfitta con il Verona. La Serie B è così: sembra d'averla capita, di essere riusciti a prendere il via, e arriva una sconfitta a rimettere tutto in discussione. Le pugliesi Foggia e Bari sono sconfitte una dopo l'altra, Brenco è tra i marcatori in entrambe le gare, così come in quella con la SPAL di Ferrara, 3-1. Il sorprendente Perugia supera il Grion per 2-0, ma il girone d'andata si chiude bene: 2-0 sulla Cremonese, segna anche Ostroman. Il ritorno inizia con due pareggi, poi il Vicenza cade ancora 3-2 (doppietta di Bonivento). Il 14 gennaio accade l'impensabile. Ricordate il Verona? Società storica del calcio italiano, simbolo della forza calcistica veneta. Il Grion riceve i veronesi a Pola con l'idea di tentare di spuntarla. E la spuntano eccome: la partita si chiude con un incredibile successo per 6-0, figlio di due triplette (Curto e Bonivento). Dopo mezz'ora sono 3-0. Curto, Bonivento, Curto. Dopo soli 3 minuti dall'inizio della ripresa, ancora Curto, chiude poi Bonivento con una doppietta. Due triplette, Curto e Bonivento, due simboli del calcio polese. Così scrive "La Stampa" di Torino il giorno dopo:
«I neri hanno vinto con facilità la partita che li poneva di fronte ai giallobleu scaligeri scesi a Pola decisi a battersi con onore. Il Verona, squadra volenterosa, ma dotata di poca tecnica, ha tentato di contenere con la foga il miglior gioco avversario senza, tuttavia, riuscirvi. Già all'8' Curto spediva nella rete di Cazzanelli il primo pallone. Al 30' ancora Curto segnava per i neri ed un minuto dopo era Bonivento che, di testa, portava a tre goals il vantaggio. Il Verona ben trascinato da Bernardi, il quale è stato il migliore tra i giallobleu, non ha mancato di reagire al grave scacco, ma ha incontrato nel trio estremo locale un baluardo insormontabile. Nella ripresa al 3' sempre Curto ha infilato la rete veronese di prepotenza. Cazzanelli, in seguito, è pervenuto a fermare qualche insidioso pallone, ma Bonivento al 23' e al 30' lo ha battuto con due potenti tiri. Arbitro Borghetti.»
(La Stampa, 15 gennaio 1934, p. 6.)
Una vittoria storica, frutto del perfetto equilibrio tra i reparti: difesa solidissima, attacco devastante. Forse la vittoria più prestigiosa di tutta la storia del Grion. Ma come ho scritto sopra, la B è una sorpresa perenne: e dopo 6 gol al Verona, ne arrivano altri 6. Ma stavolta è il Grion a subirli, dal Foggia: e dire che Curto aveva segnato ancora, portando l'1-0 dopo 10 minuti. Ma i rosso-neri dilagano e finisce 6-2. Non si può mai star tranquilli. Il Bari riequilibra il bilancio Grion-Puglia, vincendo 2-0. Alla 25ª, con il Grion oramai fuori dai giochi per la qualificazione al girone finale, arriva un'ulteriore vittoria storica: 5-0 al Perugia, sempre sul campo di casa a Pola. Cinque marcatori diversi: Brenco, Luciani, Ostroman, Curto, Vucich. È un bel modo di salutare il proprio pubblico: si chiude il 18 marzo a Cremona, 1-1. Alla fine il Grion chiude al 6º posto su 13 squadre, terzo miglior attacco del campionato con 41 gol (solo Modena e Perugia hanno segnato di più). Fortissimo in casa, concede troppi punti in trasferta: senza tutte quelle sconfitte (8), il girone finale non sarebbe stato un miraggio. Una stagione comunque positivissima: il Grion ha pieno diritto di stare in B, per valore tecnico e sportivo. Si guarda con speranza anche al torneo successivo, il 1934-35.
Il triste epilogo: 1934-35
Dopo un risultato incoraggiante come quello arrivato alla fine del torneo 1933-34, immancabile era la conferma di gran parte della squadra: tra le partenze, da segnalare quelle di Ostroman, che chiude la carriera, e di Bonelli, elemento chiave del centrocampo nel '33-34. Cambio in panchina: da un ungherese all'altro, da Kovács a Payer, il passo è breve, si resta in "famiglia". In porta Crismanich sopravanza definitivamente Dinelli, Cerdonio è il nuovo capitano, l'ex torinese Tomaso Poccardi arriva in difesa, a centrocampo tiene ancora botta Giorgio Cidri, nonostante i 30 anni lo rendano un veterano, l'uomo d'esperienza insieme a Bonivento e al "vecchietto" Poiani, alle ultime partite in carriera. Guadagnano spazio i giovanissimi Buich (che poi andrà alla Triestina, riuscendo anche a debuttare in Serie A) e Polonio, l'attacco si regge sempre su Brenco, Luciani, Curto e Marini. In difesa regge ancora l'irriducibile Vatta I.
La partita d'esordio è al nuovo campo di viale Roma, più grande ma con lo stesso fascistissimo nome di Campo Littorio. Il debutto è amaro, sconfitta per 3-1 con il Padova: il declivio si fa sempre più scosceso, l'inizio è da perdere la testa. Cinque sconfitte consecutive ad aprire la stagione, con Padova, Cremonese, Atalanta, Comense e SPAL. Solo a novembre il Grion rialza la testa e supera il Foggia 2-0; poi altra caduta con il Verona, un pareggio 1-1 con il Vicenza, altre due pesanti sconfitte con Catanzarese (4-1) e Perugia (3-0). Le vittorie con Modena e L'Aquila dànno respiro, ma a mozzarlo di nuovo ci pensa il Bari, che vince 2-0. Or incomincian le dolenti note. Il 27 gennaio a Pola arriva la Pistoiese. Il Grion passa in vantaggio nel primo tempo, ma viene ripreso dagli arancioni: il copione si ripete nel secondo tempo, con gli istriani che dapprima segnano il 2-1 e poi patiscono il 2-2 a opera di Aldo Melani. Scoppia il parapiglia, invasione di campo e aggressione all'arbitro: la rete di Melani è di dubbia regolarità, i polesi insorgono sostenuti dal proprio pubblico. Il giudice di gara ha la peggio, nella foga rabbiosa gli istriani forse dimenticano che è una partita di calcio: ma vuoi l'inizio da incubo, vuoi la posizione in classifica, vuoi i pensieri oscurati dall'ombra di difficoltà economiche, la situazione degenera. Il Littoriale commenta:
«Gli arancioni avranno certo partita vinta a Pola dove l'incontro è stato sospeso in seguito ad incidenti sorti sulla regolarità del goal che aveva dato loro il pareggio.»
(Il Littoriale, 29 gennaio 1935, p. 3.)
Puntuale arriva lo 0-2 a tavolino, i punti vanno alla Pistoiese. Rincara la dose la Federazione, che con il Comunicato ufficiale numero 34 del 18 febbraio 1935 annuncia:
«Il Direttorio federale prese in esame le proposte presentate dai competenti Direttori per ritiro di tessera ai giuocatori per gravi atti di indisciplina, delibera il ritiro a vita della tessera ai seguenti giuocatori:
Vatta Armando, Monti Mario, Cidri Giorgio (Fascio Grion di Pola); [...]»
Fine di una storia. La dirigenza nerostellata decide di chiuderla lì, a 7 punti in classifica e con l'onta della tripla squalifica (Cidri, peraltro, era già a fine carriera). Il Grion ripartirà dalla Serie C, evitando la Seconda Divisione per un colpo di fortuna (riorganizzazione campionati). Così scriveva La Stampa sul ritiro del Grion dalla B:
«La rinunzia della società di Pola - rinunzia dolorosa, come è dolorosa la resa del combattente quando la battaglia è ancora aperta - ha sollevato una piccola burrasca fra le unità che vedono sfumare i punti faticosamente conquistati e il risentimento è tanto legittimo, che c'è da augurarsi soltanto che altre squadre, minacciate dal pericolo di cadere nelle posizioni fatali della graduatoria, non seguano la stessa strada del Grion.»
(La Stampa, 13 febbraio 1935, p. 7.)
L'esperienza dei polesi nella seconda serie finisce così: da lì in avanti una serie di tornei di C, poi la scomparsa della società, avvenuta di fatto durante la guerra. La domanda «il Grion sarebbe riuscito ad arrivare prima o poi in Serie A?» rimarrà senza risposta per sempre.
Rose e statistiche
1932-33
Presidente: On. Luigi Bilucaglia
Campo di gioco: Campo Littorio, via Medolino al Prato, Pola. Dimensioni: 105x65. Capacità: 8.000 spettatori.
Campo di gioco: Campo Littorio, via Medolino al Prato, Pola. Dimensioni: 105x65. Capacità: 8.000 spettatori.
Nomi italianizzati: Crismanich = Crismani; Gustincich = Gustini/Giustini; Jurcich = Giurchi; Persich = Persi; Raktelj = Rachteli; Tomich = Tomi/Tomini; Verbanaz = Verbano; Verk = Monti; Vucich = Vucini. Nei tabellini de Il Littoriale appare anche un Vinclich, portiere nella disfatta con l'Atalanta (5-2). Si tratta in realtà di Dinelli, il cui cognome originario potrebbe pertanto essere Vinclich. Cerdonio sostituì l'infortunato Crismanich al 7' di Livorno-Grion 8-0 e subì 7 gol giocando da portiere. Al 33' parò anche, di piede, un rigore a Nehadoma, centravanti del Livorno.
Bernecci, Fanio, Gustincich, Jurcich, Moraro, Persich, Rella, Rocco e Voinich provenienti dalle squadre polesi della ULIC.
1933-34
Bernecci, Fanio, Gustincich, Jurcich, Moraro, Persich, Rella, Rocco e Voinich provenienti dalle squadre polesi della ULIC.
1933-34
Presidente: On. Luigi Bilucaglia
Campo di gioco: Campo Littorio, via Medolino al Prato, Pola. Dimensioni: 105x65. Capacità: 8.000 spettatori.
Cognomi italianizzati: Buich = Bucci.
1934-35
1934-35
Presidente: On. Luigi Bilucaglia
Campo di gioco: Campo Littorio, viale Roma, Pola. Dimensioni: 110x65. Capacità: 8.000 spettatori.
Campo di gioco: Campo Littorio, viale Roma, Pola. Dimensioni: 110x65. Capacità: 8.000 spettatori.
Galleria fotografica
Alcuni giocatori del Grion a Cagliari. Da sinistra: Vucich, Marini, Crismanich, Battioni e Curto. Accosciati: Vatta, Luciani e Gasperutti (1932-33) |
Crismanich battuto durante Grion-Comense 1-3, giocata a Trieste. Da sinistra, osservano Cerdonio e Ostroman. (1932-33) |
Giocatori del Grion a Messina posano al fianco di un marine. Da sinistra Vucich, Luciani, Gustincich e Vatta. Accosciato è Persich. (1932-33) |
Un'immagine di Grion-Bari: Brenco fermato dal portiere barese. (1933-34) |
Il portiere Giacomo Crismanich, stanco e soddisfatto dopo la gara con l'Atalanta. (1932-33) |
Grion-Modena 2-3. Parata a terra di Crismanich. (1932-33) |
Alcuni giocatori del Grion ritratti prima della stagione 1933-34. Da sinistra: Luciani, Moscheni, Brenco, Cidri (al posto di guida) e Marini. |
Una fase di gioco di Modena-Grion 1-0: il portiere Crismanich ferma Carnevali. (1933-34) |
Un tentativo di Cidri sventato dal portiere in Grion-SPAL 3-1 (1933-34) |