Mario Rabaglio, coraggio e mestiere
di: Andrea Ridolfi Testori
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Rabaglio al Derthona nel 1925 |
Una
storia d'altri tempi? A Rabaglio si adatterebbe bene una definizione
che Vasco Pratolini riporta nel suo Cronache di poveri
amanti: «Un uomo d'altri tempi,
come ce ne sono in tutti i tempi.» Rabaglio è stato un precursore
di quei giocatori – quasi sempre difensori – che alla prestanza
atletica uniscono la capacità di giocare ai limiti del regolamento,
e talvolta al di fuori (avendo cura di non farsi vedere
dall'arbitro!), per fermare il proprio avversario e difendere i
colori della propria squadra. L'esempio di Rabaglio è stato (inconsapevolmente) seguito da innumerevoli giocatori nel corso degli
anni, e a chi è appassionato di calcio emergeranno subito alla mente
alcuni nomi.
Una premessa: scrivo questo articolo anche per
riparare a un mio errore. Nel 2012 creai su Wikipedia la voce
dedicata a Rabaglio ma, tratto in inganno da un articolo reperito
online, gli sbagliai il nome, ribattezzandolo “Riccardo”.
Rabaglio si chiamava Mario, come più avanti appurai da varie fonti,
e il nome Riccardo chissà da dove era venuto. Nel 2021 ho spostato
la voce di Rabaglio al titolo giusto, ma essendo la pagina assai
scarna di informazioni, ho deciso di dedicare un breve articolo
biografico a Rabaglio, visto che per ben 9 anni era stato
ingiustamente rinominato e la sua memoria era così stata – sebbene
in parte – offuscata.
Reperire i dati anagrafici di
Mario Rabaglio è stata una vera impresa, poiché sembrava davvero un
fantasma: sfuggiva a ogni almanacco e agendina Barlassina, e sembrava
volesse ostinarsi a nascondersi tra le pieghe del tempo. Anni fa
Fabrizio Schmid, contattando direttamente il comune di nascita di
Rabaglio, è finalmente riuscito a dissipare questa nebbia. Mario
Rabaglio nasce a Romagnano Sesia, piccolo paese diviso tra la roccia
del Monte Rosa e l'acqua del fiume Sesia, il 31 maggio 1900.*
Fin da ragazzo si avvicina al calcio,
sport che in quegli anni iniziava a riscuotere sempre maggior
successo tra i giovani. La chiamata alle armi lo fa arrivare a
Tortona, a un centinaio di chilometri da casa, già nel 1918; nel
1921 esordisce tra le file dei locali leoncelli
del Derthona nel campionato di Seconda Divisione C.C.I. 1921-22. Il
Derthona vince il campionato con Rabaglio che inizialmente è
impiegato all'attacco, nel ruolo di interno destro. Durante le finali
del campionato viene spostato al ruolo che ricoprirà poi per tutta
la carriera, e cioè quello di terzino destro. Aitante, irruente ma
non privo di classe e stile, Rabaglio compendia le doti del terzino
perfetto. Per le sue caratteristiche viene paragonato a Umberto
Caligaris.
Rabaglio, Cerruti e Re |
Anche il campionato 1924-25 si conclude con una retrocessione, e dopo altri due anni in seconda serie Rabaglio decide di riavvicinarsi a casa, unendosi al Novara in vista del campionato 1927-28 per rinforzarne la linea difensiva rimasta orfana di alcuni importanti elementi come Clerici e Patti. Con i colori azzurri Rabaglio torna in massima divisione nei campionati 1927-28 e 1928-29, combattendo con i migliori campioni del suo tempo, spalla contro spalla, e ogni partita è una battaglia. Nel 1929-30 il Novara è in Serie B e Rabaglio è capitano della squadra. Nel 1930-31 segna l'unica rete della sua carriera, il 7 dicembre 1930 durante la partita Novara-Verona: un calcio di punizione da circa metà campo che inganna il portiere avversario, il futuro campione del mondo Aldo Olivieri. Rabaglio forma un altro terzetto difensivo di ferro con il portiere Giuseppe Gamba e l'altro terzino Libero Checco, anche se il Novara inizialmente non conduce campionati particolarmente brillanti, rimanendo in posizioni di metà classifica nel 1929-30 e nel 1930-31 e rischiando la retrocessione nel 1931-32.
Nel 1932-33 e nel 1933-34 il Novara si risolleva e arriva vicino alla zona promozione (nel 1932-33 è quinto, nel 1933-34 quarto nel girone A, rimanendo appena fuori dalla qualificazione al girone finale). Nel 1934-35 il Novara disputa un ottimo campionato, che conclude al secondo posto del girone A, restando solamente 3 punti dietro al Genova, vincitore del girone. La stagione 1934-35 è l'ultima di Rabaglio, che colleziona solamente 3 presenze: gli viene preferito il più giovane Mazzucco. Rabaglio chiude la sua carriera da giocatore, ma resta indelebilmente nei ricordi dei tifosi novaresi che si affezionano a quel carattere indomito, a quella tempra d'atleta e a quelle... astuzie da terzino disposto a tutto pur di fermare l'attaccante che gli toccava marcare. Enrico Patti ricorda che talvolta Rabaglio celava nella divisa da gioco uno spillone con il quale, al momento giusto, pungeva il posteriore dell'avversario per impedirgli di saltare e colpire il pallone di testa.
Baloncieri e Rabaglio si riconciliano |
Nel corso degli anni la memoria di Rabaglio era quasi svanita, lasciata indietro nella corsa affannosa e incessante che caratterizza il mondo del calcio che deve sempre cercare il nuovo, lo sfavillante, il redditizio e troppo facilmente cancella la storia, ignora il ricordo, trascura la passione che ha contribuito a rendere il calcio così diffuso, così amato. Con questo articolo ho inteso ricordare Rabaglio e tutti quei giocatori del passato che hanno costruito la fortuna del gioco del calcio in Italia quando ancora si giocava su campi polverosi, con palloni di cuoio duri come la pietra e con scarpini rigidi come legno d'ebano.
* sembra che la data sia incerta tra 31 maggio e 1º giugno 1900.
Una vignetta sull'episodio Baloncieri-Rabaglio |
Una formazione del Derthona 1923-24. Rabaglio è il primo accosciato da sinistra |
Ravetta, Rabaglio e Cassano con la maglia del Novara il 3 gennaio 1932, Novara-Atalanta 2-2 |
Il Novara durante la preparazione alla stagione 1930-31. La didascalia riporta i nomi in ordine di formazione, ma non come compaiono in foto. Rabaglio è il primo accosciato da sinistra |