31 agosto 2024

Mario Rabaglio, coraggio e mestiere

Mario Rabaglio, coraggio e mestiere

di: Andrea Ridolfi Testori
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Rabaglio al Derthona nel 1925
Federico Fiumani, nella sua canzone Il portiere, cantava: «ci vuole coraggio nel gioco del calcio, non basta il mestiere». Ho voluto partire da questa frase per raccontare la storia di Mario Rabaglio, calciatore che negli anni '20 e '30 ha rappresentato un simbolo per due squadre piemontesi, il Derthona e il Novara, e la cui vicenda unisce l'anima impavida del calcio pioneristico (il coraggio) e la sapienza smaliziata che consente ad alcuni calciatori di competere comunque ad alti livelli con giocatori dai piedi maggiormente “educati” dei propri (il mestiere).

Una storia d'altri tempi? A Rabaglio si adatterebbe bene una definizione che Vasco Pratolini riporta nel suo Cronache di poveri amanti: «Un uomo d'altri tempi, come ce ne sono in tutti i tempi.» Rabaglio è stato un precursore di quei giocatori – quasi sempre difensori – che alla prestanza atletica uniscono la capacità di giocare ai limiti del regolamento, e talvolta al di fuori (avendo cura di non farsi vedere dall'arbitro!), per fermare il proprio avversario e difendere i colori della propria squadra. L'esempio di Rabaglio è stato (inconsapevolmente) seguito da innumerevoli giocatori nel corso degli anni, e a chi è appassionato di calcio emergeranno subito alla mente alcuni nomi.

Una premessa: scrivo questo articolo anche per riparare a un mio errore. Nel 2012 creai su Wikipedia la voce dedicata a Rabaglio ma, tratto in inganno da un articolo reperito online, gli sbagliai il nome, ribattezzandolo “Riccardo”. Rabaglio si chiamava Mario, come più avanti appurai da varie fonti, e il nome Riccardo chissà da dove era venuto. Nel 2021 ho spostato la voce di Rabaglio al titolo giusto, ma essendo la pagina assai scarna di informazioni, ho deciso di dedicare un breve articolo biografico a Rabaglio, visto che per ben 9 anni era stato ingiustamente rinominato e la sua memoria era così stata – sebbene in parte – offuscata.


Reperire i dati anagrafici di Mario Rabaglio è stata una vera impresa, poiché sembrava davvero un fantasma: sfuggiva a ogni almanacco e agendina Barlassina, e sembrava volesse ostinarsi a nascondersi tra le pieghe del tempo. Anni fa Fabrizio Schmid, contattando direttamente il comune di nascita di Rabaglio, è finalmente riuscito a dissipare questa nebbia. Mario Rabaglio nasce a Romagnano Sesia, piccolo paese diviso tra la roccia del Monte Rosa e l'acqua del fiume Sesia, il 31 maggio 1900.*

Fin da ragazzo si avvicina al calcio, sport che in quegli anni iniziava a riscuotere sempre maggior successo tra i giovani. La chiamata alle armi lo fa arrivare a Tortona, a un centinaio di chilometri da casa, già nel 1918; nel 1921 esordisce tra le file dei locali leoncelli del Derthona nel campionato di Seconda Divisione C.C.I. 1921-22. Il Derthona vince il campionato con Rabaglio che inizialmente è impiegato all'attacco, nel ruolo di interno destro. Durante le finali del campionato viene spostato al ruolo che ricoprirà poi per tutta la carriera, e cioè quello di terzino destro. Aitante, irruente ma non privo di classe e stile, Rabaglio compendia le doti del terzino perfetto. Per le sue caratteristiche viene paragonato a Umberto Caligaris.

Rabaglio, Cerruti e Re
Vive i migliori anni del Derthona, quelli dei campionati in massima serie: in coppia con l'altro terzino Antonio Re e insieme al portiere Felice Todero forma un terzetto difensivo con pochi eguali. Nel 1922-23 il campionato di Prima Divisione finisce con una retrocessione dopo un combattuto doppio spareggio con lo Spezia (la prima partita era durata oltre 3 ore senza che ne emergesse un vincitore). Nel 1923-24 il Derthona vince nuovamente il proprio girone di Seconda Divisione e torna in massima serie. Del 1924-25 un episodio che è rimasto nella storia del calcio piemontese: durante Derthona-Alessandria del 5 aprile 1925 Rabaglio decide di ricorrere a mezzi poco ortodossi per fermare un Baloncieri in stato di grazia: al 24' del secondo tempo lo morde a un orecchio, costringendolo ad abbandonare il campo per... indignazione. I due si riconciliano oltre 40 anni dopo, durante le celebrazioni per i 60 anni della fondazione del Derthona, abbracciandosi e sorridendosi, non senza ironia (secondo quanto riportato da Il Popolo in un articolo del 19 luglio 1987, Baloncieri chiese a Rabaglio: «Non vorrai mica staccarmi anche l'altro orecchio?»).

Anche il campionato 1924-25 si conclude con una retrocessione, e dopo altri due anni in seconda serie Rabaglio decide di riavvicinarsi a casa, unendosi al Novara in vista del campionato 1927-28 per rinforzarne la linea difensiva rimasta orfana di alcuni importanti elementi come Clerici e Patti. Con i colori azzurri Rabaglio torna in massima divisione nei campionati 1927-28 e 1928-29, combattendo con i migliori campioni del suo tempo, spalla contro spalla, e ogni partita è una battaglia. Nel 1929-30 il Novara è in Serie B e Rabaglio è capitano della squadra. Nel 1930-31 segna l'unica rete della sua carriera, il 7 dicembre 1930 durante la partita Novara-Verona: un calcio di punizione da circa metà campo che inganna il portiere avversario, il futuro campione del mondo Aldo Olivieri. Rabaglio forma un altro terzetto difensivo di ferro con il portiere Giuseppe Gamba e l'altro terzino Libero Checco, anche se il Novara inizialmente non conduce campionati particolarmente brillanti, rimanendo in posizioni di metà classifica nel 1929-30 e nel 1930-31 e rischiando la retrocessione nel 1931-32.

Nel 1932-33 e nel 1933-34 il Novara si risolleva e arriva vicino alla zona promozione (nel 1932-33 è quinto, nel 1933-34 quarto nel girone A, rimanendo appena fuori dalla qualificazione al girone finale). Nel 1934-35 il Novara disputa un ottimo campionato, che conclude al secondo posto del girone A, restando solamente 3 punti dietro al Genova, vincitore del girone. La stagione 1934-35 è l'ultima di Rabaglio, che colleziona solamente 3 presenze: gli viene preferito il più giovane Mazzucco. Rabaglio chiude la sua carriera da giocatore, ma resta indelebilmente nei ricordi dei tifosi novaresi che si affezionano a quel carattere indomito, a quella tempra d'atleta e a quelle... astuzie da terzino disposto a tutto pur di fermare l'attaccante che gli toccava marcare. Enrico Patti ricorda che talvolta Rabaglio celava nella divisa da gioco uno spillone con il quale, al momento giusto, pungeva il posteriore dell'avversario per impedirgli di saltare e colpire il pallone di testa.

Baloncieri e Rabaglio si riconciliano
Rabaglio sposa poi Matilde Cantalupo, con cui nel 1969 festeggerà le nozze d'argento. Vive a Romagnano, nella casa di vicolo Macallè 21. Nel maggio 1965 a Tortona viene festeggiato al ristorante Derthona da alcuni suoi vecchi compagni di squadra e dall'allora presidente della società Marcello Bottazzi, e a Romagnano, quale ex combattente, gli vengono conferite la Croce di Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto e una medaglia d'oro commemorativa. Nell'agosto 1968 la già citata riconciliazione con Baloncieri, durante il 60º anniversario della fondazione del Derthona. Mario Rabaglio lascia questa terra il 19 giugno 1974 a Borgosesia.

Nel corso degli anni la memoria di Rabaglio era quasi svanita, lasciata indietro nella corsa affannosa e incessante che caratterizza il mondo del calcio che deve sempre cercare il nuovo, lo sfavillante, il redditizio e troppo facilmente cancella la storia, ignora il ricordo, trascura la passione che ha contribuito a rendere il calcio così diffuso, così amato. Con questo articolo ho inteso ricordare Rabaglio e tutti quei giocatori del passato che hanno costruito la fortuna del gioco del calcio in Italia quando ancora si giocava su campi polverosi, con palloni di cuoio duri come la pietra e con scarpini rigidi come legno d'ebano.

Note
* sembra che la data sia incerta tra 31 maggio e 1º giugno 1900.

Galleria fotografica


Una vignetta sull'episodio Baloncieri-Rabaglio

Una formazione del Derthona 1923-24.
Rabaglio è il primo accosciato da sinistra

Ravetta, Rabaglio e Cassano
con la maglia del Novara
il 3 gennaio 1932,
Novara-Atalanta 2-2

Il Novara durante la preparazione alla stagione
1930-31. La didascalia riporta i nomi in ordine
di formazione, ma non come compaiono
in foto. Rabaglio è il primo accosciato
da sinistra