26 settembre 2020

Il campionato che non voleva finire: la Serie B 1967-68

di:
Andrea Ridolfi Testori

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315 giorni, e cioè 10 mesi e 11 giorni, dal 10 settembre 1967 al 21 luglio 1968. Questo il tempo necessario per portare a termine il campionato di Serie B 1967-68, il 4º più lungo nella storia della competizione. Il più lungo di sempre è stato il campionato 1946-47, che durò 343 giorni dal 22 settembre 1946 al 31 agosto 1947 (11 mesi, 9 giorni), lo stesso numero di giorni del campionato 2019-20, macchiato dalla lunga interruzione causata dalla pandemia da Covid-19 (11 mesi e 8 giorni tra il 23 agosto 2019 e il 31 luglio 2020). Il terzo campionato per lunghezza fu il campionato 1952-53, che di giorni ne durò 317. La stagione 1967-68 però si distingue dagli altri campionati sopracitati per un fattore determinante: non si è praticamente mai interrotta. Tutte le altre stagioni hanno avuto degli spareggi o dei recuperi giocati ben oltre la data di conclusione della stagione regolare, allungando pertanto, sulla carta, la durata del campionato. La stagione 1967-68 ha avuto invece la particolarità di essersi giocata continuativamente, con due spossanti e interminabili fasi di spareggi-salvezza che logorarono oltremodo le squadre costrette a parteciparvi: da una parte la pressione di salvarsi ed evitare la retrocessione, dall'altra la stanchezza per un torneo che sembrava non voler mai finire.

Andiamo pertanto a narrare la storia di questo campionato, davvero unico nel suo genere. Doveroso esporre dapprima gli antefatti: a livello strettamente sportivo la riforma del campionato di Serie A che aveva portato la massima serie a 16 squadre costringe la Serie B a un campionato a 21 squadre che ne aumenta la durata a 42 turni. Come in tutti i campionati che prevedano un numero dispari di partecipanti, in ciascuna giornata una squadra diversa osserva un turno di riposo. Per la stagione 1967-68 sono previste quattro retrocessioni, anziché le consuete tre, per fare in modo di riportare i partecipanti a 20 fin dalla stagione 1968-69. A livello sociale, l'Italia e il Mondo intero attraversano uno dei periodi storici più ricchi di cambiamenti, con il movimento sessantottino a infiammare le proteste studentesche e ad animare il risveglio delle coscienze. Le tensioni sociali si rifletteranno, come vedremo più avanti, anche negli stadi, e durante la stagione non mancheranno incidenti, intemperanze, aggressioni e invasioni di campo...

Grandi aspettative gravano sulle spalle di Genoa e Lazio, le cui tifoserie bramano uno spedito ritorno al palcoscenico di Serie A. Le retrocesse dalla A, oltre alla Lazio, sono Foggia, Lecco e Venezia, altre pretendenti alla vittoria del campionato. Dalla C sono salite Bari e Monza, altre due società dalla grande tradizione nel campionato "cadetto". La stampa indica il Palermo quale possibile sorpresa del campionato, mentre il Verona e il Catania sono tra le favorite.  La prima giornata si tiene il 10 settembre 1967. I primi a riposare sono i giocatori della Reggiana, che debutterà quindi nel turno seguente. Nelle partite inaugurali 7 pareggi su 10, una vittoria esterna (il Livorno a Reggio Calabria, con gol di Santon) e due vittorie in casa a opera di Modena (2-1 sul Genoa) e Padova (2-1 sul Bari). L'attaccante istriano Muiesan (questa la grafia corretta del suo cognome, nonostante sia quasi universalmente citato come Mujesan) del Bari fa già intravedere il proprio stato di forma segnando il gol del provvisorio 1-1: molte altre volte il suo nome verrà iscritto nel tabellino dei marcatori, e risulterà il capocannoniere del torneo.

Nelle prime giornate Livorno, Palermo e Pisa si pongono come inattese apripista, seguite a breve distanza da Padova, Perugia e Reggina. Da segnalare l'acceso derby Bari-Foggia 2-2 del 1º ottobre 1967 (4ª giornata), tanto agguerrito da far scrivere a Ivo Bocca del Corriere dello Sport nella sua cronaca alla partita: «Erano gambe o mazze ferrate? Calci al pallone o bombarde? Cariche o scontri di carri armati? Ad ogni contatto un colpo al cuore. Addio quella gamba! Povera testa! E invece una spugna di acqua in faccia, un piede tuffato nel secchio con la scarpa, qualche passo zoppicando e poi avanti come prima a pestare, a correre, a incornare più di prima.» Pisa-Perugia 2-1 del 29 ottobre si segnala come una delle gare più spettacolari del torneo.

Livorno-Monza: i giocatori circondano
lo spettatore che ha aggredito l'arbitro Sbardella
All'11ª giornata, il 19 novembre, il primo episodio che coinvolge le intemperanze del pubblico. Durante Livorno-Monza l'arbitro Sbardella di Roma fa ripetere un calcio di punizione in favore del Monza per il movimento in avanti di Nardoni, uno dei componenti della barriera livornese. Il secondo tentativo causa il gol del pareggio del Monza a opera di Strada. Da lì, si scatena la rabbia del pubblico. Racconta così Ulisse Cerri del Corriere dello Sport: «Sbardella è stato malmenato; tifosi infuriati hanno invaso il campo e successivamente sfondato una grande saracinesca dell'ingresso centrale; lo stadio ha subito gravissimi danni: porte e vetri in frantumi. C'è stata perfino una sassaiola contro una cabina radio [...] la stessa vettura della RAI che sostava fuori dallo stadio è stata rovesciata da alcuni sportivi infuriati. [...] mentre giocatori ed arbitro si stavano avviando al sottopassaggio, si è visto uno spettatore saltare indisturbato la rete di protezione e senza che nessuno se ne accorgesse arrivare all'arbitro e colpirlo con un pugno al viso [...].» I carabinieri intervengono e fermano l'invasore, Sbardella lo colpisce con dei calci, "vendicandosi" dell'aggressione subìta; l'allenatore del Monza Radice indirizza un gesto offensivo verso il pubblico. Gli eventi precipitano poi come descritto sopra.

La 13ª giornata è caratterizzata da forti polemiche sull'operato arbitrale (Il Corriere dello Sport addirittura titola "Arbitri al tritolo" e "Inferno a Lecco") e da un altro spiacevole episodio appunto a Lecco, in cui il portiere laziale Idilio Cei viene colpito da dei sassi lanciati in campo dal pubblico. Così viene descritto l'episodio: «[dopo l'espulsione di Carosi] nella mischia veniva coinvolto anche il medico sociale del Lecco; due spettatori riuscivano a scavalcare la rete di protezione e mentre il primo veniva immediatamente bloccato, l'altro raggiungeva Cei e lo colpiva con alcuni pugni al capo. [...] Il parapiglia durava circa 7' mentre in campo cominciavano a piovere sassi [...] Cei, che aveva ripreso il suo posto fra i pali, si accasciava poco dopo al suolo e chiedeva di essere sostituito. Abbandonava il campo con la testa fra le mani (il referto del medico annota: contusione alla regione parietale destra). Da quel momento il gioco era soltanto una rissa.» Nonostante parte della stampa sottolinei la necessità di assegnare la vittoria a tavolino alla Lazio, il Giudice Sportivo sarà di diverso avviso e il risultato di 1-1 sul campo sarà omologato.

Tornando a parlare di calcio giocato, il Palermo continua la sua marcia, seguito dal Pisa che può contare sui gol di Manservisi, Joan e Piaceri. La 17ª giornata si gioca il 31 dicembre 1967, chiudendo l'anno solare con il Palermo in testa alla classifica con 23 punti. I rosa-nero continuano a ottenere risultati positivi anche nella prima giornata giocata nell'anno 1968, battendo per 3-0 il Messina (che era rimasto in 9 uomini per le espulsioni di Benatti e Gonella), mentre il Verona continua a scalare posizioni con la vittoria in trasferta ottenuta a Lecco.

Alla 20ª giornata un altro avvenimento spiacevole. L'arbitro Picasso di Chiavari, rientrando negli spogliatoi dopo la fine del primo tempo, viene colpito da una bottiglietta lanciata dalle tribune dello stadio di Verona durante l'incontro Verona-Bari (terminato 1-1). Fortunatamente non ci sono conseguenze serie e il direttore di gara può concludere il suo arbitraggio. La 21ª giornata è caratterizzata da un episodio piuttosto raro: la partita tra Palermo e Foggia in programma in Sicilia viene rinviata per la scossa di terremoto avvertita il 25 gennaio a Palermo, pochi giorni dopo il forte terremoto del Belice. La prudenza consiglia di posticipare l'incontro a una data più sicura. Si laureano campioni di inverno Palermo e Pisa a 26 punti, seguite da Verona, Reggiana e Foggia. Problematica le situazioni del Messina, ultimo a 12 punti, e del Modena, penultimo a 13 lunghezze. Deludenti i campionati della Lazio e del Venezia, l'una dodicesima e l'altra diciassettesima alla fine del girone d'andata.

Lazio-Pisa 0-0, 16ª giornata:
uscita del portiere toscano
Annibale
La prima giornata di ritorno vede un nuovo successo del Palermo (2-0 al Perugia), mentre il Pisa viene fermato dal Catania (1-0): i siciliani passano pertanto al comando solitario della classifica con 28 punti e una gara ancora da recuperare. Nei turni seguenti il primato dei palermitani si rafforza, con Pisa, Foggia e Verona all'inseguimento. Nelle retrovie si complicano le posizioni del Messina e del Potenza, che rischiano di rimanere troppo indietro. Alla 27ª allo Stadio Flaminio durante Lazio-Livorno si susseguono incidenti in campo, con le espulsioni di Dolso (reazione violenta a un fallo di De Petrini) e Adorni (pugno a Gualtieri) dei bianco-celesti, e il lancio di oggetti dalle gradinate. Il Corriere dello Sport descrive così: «Il pubblico della curva nord ha minacciato una invasione al 13' della ripresa, bene arginata dai carabinieri. Sostenuto lancio di oggetti vari in campo fra cui numerosi ombrelli e tre palloni sequestrati dai tifosi sempre nella ripresa.» Il GS deciderà in seguito di assegnare la sconfitta a tavolino alla Lazio, che già aveva perso sul campo per 0-1.

Alla 30ª giornata il Palermo ha incrementato il suo vantaggio a 5 punti sul Pisa con una convincente vittoria per 3-0 sul Novara (doppietta di Bercellino II, peraltro contro la squadra di cui suo padre Teresio era stato una bandiera): seguono Verona e Foggia, mentre sono più defilate Livorno e Reggiana. Alla 31ª giornata emozionante 3-3 a Palermo tra i rosanero e il Monza, mentre la Reggiana vince 4-1 a Catania. La sfida d'alta classifica tra Verona e Pisa nella città scaligera vede la vittoria dei toscani grazie al gol di Piaceri. Al 32º turno (14 aprile) altra sassaiola, questa volta a Potenza: ne è vittima l'arbitro Barbaresco di Cormons, reo di essersi rifiutato di consultare il suo guardalinee su un gol in fuorigioco segnato da Gualazzini del Modena. Dopo due minuti passati sotto le pietre, Barbaresco giunge a più miti consigli, interpella il collaboratore e annulla il gol. Il Corriere dello Sport arriverà a dare addirittura 3 in pagella all'arbitro per il contegno tenuto durante questo episodio.

Alla 34ª giornata la battuta d'arresto del Palermo a Modena passa in secondo piano a causa di un altro episodio increscioso. Durante Reggina-Perugia a Reggio Calabria il giocatore perugino Luigi Polentes viene colpito alla fronte da una pietra mentre si trova all'altezza del sottopassaggio nei pressi delle curve. La Reggina contesta le dichiarazioni del centromediano e sostiene che l'abrasione riscontrata dai medici fosse derivante da un contrasto di gioco, e non da un sasso scagliato dai tifosi reggini. Polentes non rientrerà in campo e il Perugia disputerà l'intero secondo tempo in dieci: la partita finisce 1-1.

Nelle battute finali del campionato il Pisa torna a minacciare il primato del Palermo, portandosi a -2 alla 36ª giornata, ma alla 38ª i toscani perdono 2-1 a Monza mentre il Palermo osserva il turno di riposo, e perdono così la possibilità di raggiungere la capolista. Il Bari, trascinato dai gol del cannoniere Muiesan, recupera diverse posizioni e si porta al terzo posto.

Alla 39ª, il 2 giugno 1968, la tragedia più grande di questo campionato. Durante Verona-Lecco viene espulso Ranghino del Verona per fallo su Saltutti al 43' del primo tempo. L'arbitro Genel di Trieste è oggetto di pesanti contestazioni da parte del pubblico. Al fischio dell'intervallo c'è un tentativo di invasione: dalle tribune vengono lanciati vari oggetti. Uno di questi è una bottiglietta di vetro, i cui frammenti colpiscono il difensore Vinicio Facca, una vera e propria bandiera del Lecco, e lo feriscono in volto, e in modo grave all'occhio destro. Nonostante i tentativi di medicarlo all'ospedale di Borgo Trento a Verona, si renderà inevitabile la rimozione dell'occhio. Allo stadio intanto continuerà per diverse ore l'assedio dei tifosi all'ingresso, in attesa dell'uscita dell'arbitro. Facca sarà operato il 25 giugno dal professor Orzalesi a Milano, subendo l'asportazione del bulbo oculare, poiché rischiava di perdere anche l'uso dell'altro occhio: sarà costretto a ritirarsi dal calcio giocato per questo tragico episodio, una delle più nere pagine dello sport italiano.

Festeggiamenti alla Favorita per la
promozione del Palermo in Serie A
Alla 40ª il Palermo ottiene la matematica certezza della Serie A grazie alla vittoria per 1-0 sul Potenza: il gol-promozione è di Nova. Alla 41ª grandi festeggiamenti alla Favorita con relativa invasione di campo (dopo un'ulteriore vittoria, 2-0 al Catanzaro). Complicata la situazione nelle ultime posizioni. Spacciato da tempo il Potenza, e con il Novara messo peggio degli altri, un numeroso gruppo di squadre è racchiuso in un punto: alla penultima giornata il Venezia ne ha 34, mentre Genoa, Lecco, Messina e Perugia sono tutte a quota 35. Per definire la questione retrocessione è pertanto decisiva l'ultima giornata... o così parrebbe. Al 42º turno si nominano le altre due promosse in A, Verona e Pisa; ma è a fondo classifica che succede di tutto. Lo scontro diretto tra Genoa e Messina si conclude sullo 0-0; anche il Lecco (2-2 a Monza) e il Perugia (1-1 con il Bari) ottengono un punto ciascuno. Il Venezia vince in rimonta sul Modena (3-2 con gol decisivo di Lenzi a 11 minuti dalla fine) e si porta anch'esso a quota 36. Novara e Potenza sono già retrocesse: ma ci sono ben 5 squadre a pari punti. La Lega decide di organizzare un "Torneo salvezza" (detto anche "colossale spareggio" dai giornali), così strutturato: girone all'italiana, gare di sola andata a breve distanza l'una dall'altra in campo neutro. In caso di ulteriore parità, tra due o più squadre, in base al regolamento dovrà svolgersi ancora uno spareggio.

Inizia pertanto il "campionato supplementare", come viene definito dalla stampa sportiva: le sfide inaugurali sono disputate il 30 giugno: Messina-Perugia sul campo di Caserta, e Venezia-Genoa a Bergamo. Il Perugia supera agevolmente il Messina per 3-0 con doppietta di Mainardi, mentre il Genoa batte il Venezia per 2-0 (Brambilla e Petroni). Il turno seguente vede il debutto del Lecco, che pareggia a Brescia con il Venezia, mentre tra Perugia e Genoa è pareggio per 1-1. Nella terza giornata convincente successo del Genoa sul Messina per 3-0 nella partita giocata al Flaminio di Roma, mentre il Perugia supera il Lecco per 2-1. Alla quarta giornata il Lecco batte il Messina a Firenze (1-0, gol di Paganini), mentre il Venezia ottiene la sua prima vittoria con un secco 3-0 al Perugia. Nella quinta giornata si sviluppa però lo scenario più temuto: il Lecco batte il Genoa grazie ancora a Paganini, e il Venezia batte il già retrocesso Messina: quattro squadre raggiungono quindi quota 5 punti e sono... prime a parimerito. Il Messina, rimasto a 0, è quindi retrocesso in Serie C; ma le altre sono costrette a un ulteriore torneo per rimanere in Serie B.

L'autorete di Benatti durante Genoa-Messina,
nella prima fase degli spareggi
I giocatori si ribellano: Pasinato e Locatelli, rispettivamente capitani di Lecco e Genoa, chiedono... "pietà". Pasinato dichiara: «Qui stanno giocando sulla nostra pelle; i dirigenti non c'entrano. Se vogliono possono anche mandarci in serie C, ma non possiamo andare avanti di questo passo. È dallo scorso agosto che siamo impegnati ad allenarci e a giocare: non vogliamo arrivare all'esaurimento fisico e nervoso soltanto per salvarci della retrocessione» (Corriere dello Sport, 15 luglio). Locatelli viene descritto «così stanco da non sapere più intessere neanche un discorso».

Nonostante le proteste dei giocatori, logorati fisicamente e psicologicamente dagli interminabili spareggi, la Lega rimane ferma sulla sua posizione: come da regolamento, si deve proseguire. Gli appelli dei calciatori rimangono quindi inascoltati, e il 17 luglio, dopo soli tre giorni dalle ultime gare, si ritorna in campo. Il Lecco batte il Venezia per 3-0, mentre il Perugia sconfigge il Genoa con gol di Balestrieri e Montenovo. Alla seconda giornata il Genoa si riprende e supera il Venezia per 2-1 in rimonta, mentre Perugia e Lecco concludono il loro scontro a reti inviolate. Nell'ultima giornata si esaurisce la questione: è il Venezia il terzo retrocesso. Genoa e Lecco non si feriscono a vicenda e pareggiano 0-0; il Perugia invece batte il Venezia per 2-1 con un il decisivo rigore all'81' realizzato da Dugini e causato da un fallo di mano di Nanni che – forse sconvolto dalla stanchezza delle incessanti sfide – nel controllare un pallone innocuo lo tocca con le mani. Dugini tira alla sinistra di Bubacco e manda il Venezia in Serie C.

Si conclude così uno dei campionati più singolari della storia della Serie B e del calcio italiano in generale. Numerosissimi fatti lo hanno caratterizzato: le intemperanze del pubblico, gli inattesi risultati sul campo, gli spareggi interminabili e persino la tragedia di un calciatore costretto a interrompere la propria carriera e a perdere un occhio. Un campionato che riassume in sé l'alternanza di vicende che da sempre è la principale componente della serie B.

Il bilancio finale:

Promosse in Serie A: Palermo (campione), Verona e Pisa.
Retrocesse in Serie C: Novara e Potenza (al termine della stagione regolare), Messina (dopo il primo turno di spareggi), Venezia (dopo il secondo turno di spareggi).
Gol realizzati: 798 (767 durante il campionato, 31 durante gli spareggi).
Miglior attacco: Bari, 55 gol fatti (in 40 partite)
Peggior difesa: Potenza, 55 gol subiti (in 40 partite)
Capocannoniere: Lucio Muiesan (19 gol)
Giocatori più presenti: Roberto Derlin (Genoa), Giorgio Azzimonti e Giuseppe Meraviglia (Lecco), 46 presenze (39 durante il campionato regolare, 7 durante gli spareggi)