di:
Andrea Ridolfi Testori
______________________________________________________________________
La storia della "Serie B" inizia di fatto nel 1928 con l'ideazione, da parte del dirigente federale Leandro Arpinati, presidente della FIGC e influentissimo uomo politico romagnolo, di una nuova formula per i campionati di calcio italiani: v'era infatti l'intenzione di chiudere l'esperienza dei tornei a più gironi, che si era protratta per tutti gli anni '20 e, in generale, rappresentava una tradizione per il football tricolore per ragioni logistiche (gli spostamenti sul territorio nazionale non erano sempre agevoli, e si tendeva quindi a raggruppare le squadre in gironi composti su base geografica). L'urgenza di modernizzare la formula, ispirandosi ai campionati europei delle principali nazioni calcistiche dell'epoca (Inghilterra, Ungheria, Austria...), prevedeva l'istituzione di un torneo di massima serie a girone unico. La "Divisione Nazionale", istituita nel 1926 con la storica "Carta di Viareggio", riuniva per la prima volta le squadre del Nord e quelle del Sud: storicamente, le formazioni del meridione erano considerate più deboli, visto che il calcio in Italia si era diffuso inizialmente e più capillarmente al Nord, specialmente in Piemonte, Liguria e Lombardia. Il livello andò pian piano equiparandosi fino alla sostanziale parità raggiunta nel corso degli anni '30 e '40. Non mancava, in questa decisione, la retorica nazionalista promossa dal regime fascista: la seguente citazione è estrapolata dall'Annuario Italiano Giuoco del Calcio FIGC 1932 ed è firmata da Luigi Casini (sviolinata ad Arpinati inclusa).
«Il senso di disciplina ed il fervore di opere che il Fascismo dava alla Nazione, penetrava nella Federazione: il nuovo Presidente, uomo di alto prestigio, di vaste concezioni e di inflessibile volontà, infondeva in tutti la coscienza del dovere ed avviava il Giuoco del Calcio italiano all'odierna grandezza. Unità e saldezza di direzione; la creazione della Divizione (sic) nazionale, distinta nella Serie A e Serie B con gironi unici di 18 squadre; il conseguente assetto definitivo dei Campionati in relazione anche al prodigioso estendersi del Giuoco del Calcio nell'Italia centro-meridionale ed insulare; la regolarità «cronometrica» con la quale si svolgono attraverso migliaia di gare i diversi Campionati [...]»
Nel 1928-29 la Divisione Nazionale fu rivoluzionata e, con l'organizzazione di un torneo di transizione, vennero decise le future partecipanti ai primi campionati a girone unico: le prime 9 classificate dei due gironi del torneo '28-29 andarono a comporre la Serie A 1929-30, mentre le ultime 7 più Spezia, Parma, Monfalconese (vincitrici dei gironi della Prima Divisione, la terza serie dell'epoca) e Lecce (vincitrice del Campionato Meridionale) furono inserite nella Serie B 1929-30. Nella denominazione ufficiale dei due campionati permaneva la dicitura "Divisione Nazionale", distinta in "Serie A" e "Serie B". Questo l'elenco delle prime partecipanti alla "Divisione Nazionale Serie B" 1929-30:
Società Atalanta e Bergamasca (Bergamo)
Unione Sportiva Bari (Bari)
Unione Sportiva Biellese (Biella)
Casale Football Club (Casale Monferrato)
Associazione Calcio Fiorentina (Firenze)
Fiumana Unione Sportiva (Fiume)
Associazione Calcio La Dominante (Genova)
Unione Sportiva Lecce (Lecce)
Legnano Football Club (Legnano)
Associazione Sportiva Monfalconese (Monfalcone)
Novara Football Associazione (Novara)
Parma Football Club (Parma)
Unione Sportiva Pistoiese - Sezione Calcio (Pistoia)
Prato Sport Club (Prato)
Associazione Calcio Reggiana (Reggio Emilia)
Spezia Football Club (La Spezia)
Associazione Calcio Venezia (Venezia)
Associazione Calcio Verona (Verona)
La prima stagione della "Serie B" della Divisione Nazionale vedeva la partecipazione di alcune squadre blasonate: il Casale, ad esempio, oltre ad aver vinto il campionato nel 1913-14, era reduce da una lunga serie di tornei nel primo livello così come il Novara e il Verona, squadre di rilievo del panorama calcistico delle rispettive regioni; le toscane Pistoiese e Prato erano società con buona tradizione, mentre la Fiorentina, benché formata di recente, poteva vantare una rosa di buon livello, con giocatori capaci e dotati di una discreta esperienza in altre società; La Dominante, società genovese nata dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese (vi ricorda qualcosa?), poteva contare su elementi già sperimentati in massima serie; il Legnano era un'altra squadra con ottimo rendimento negli anni '20, e l'Atalanta una nuova e promettente realtà; lo Spezia era un club con discrete prestazioni nella storia recente e proveniente da una regione con una tradizione calcistica tra le migliori d'Italia; il Venezia aveva da poco iniziato a mostrare segni di progresso, dopo buoni campionati a livello regionale; la Fiumana era una squadra dalle qualità tecniche sublimi, con giocatori che negli anni seguenti avrebbero fatto la fortuna di molte società d'alto livello; poco brillanti apparivano invece Bari, Biellese, Lecce, Monfalconese, Parma e Reggiana, nonostante organici che includevano alcuni giocatori di sicuro valore.
Il Casale che affrontò la Fiorentina il 6 ottobre 1929 |
Nel 1930-31 debuttarono Derthona, Lucchese Libertas, Palermo e Udinese; dalla A arrivano Cremonese e Padova. Il Venezia cambiò denominazione in Società Sportiva Serenissima, perdendo i colori neroverdi e adottando il rosso. Anche La Dominante era diventata "Liguria" per effetto della fusione con la Corniglianese. La Fiorentina e il Bari vinsero un torneo piuttosto vivace, chiudendo alla pari; a soli due punti di distanza li seguì il sorprendente Palermo, che contando su una formazione affiatata (solo 16 i giocatori utilizzati nel corso della stagione) riuscì a superare gran parte degli avversari più quotati. La classifica vide retrocedere, al termine del torneo, Derthona e Liguria; visto che Udinese e Lucchese erano entrambe a 25 punti, per determinare la terza retrocessa si dovette disputare uno spareggio, il primo della storia degli spareggi in Serie B e anche il primo dall'istituzione del girone unico. La gara, disputata a Bologna il 12 luglio 1931, vide la netta vittoria dell'Udinese. Di seguito il tabellino:
UDINESE-LUCCHESE 7-0 (1-0)
UDINESE: Calligaris; Bellotto, Felini; Magrini, Bonino, Zilli; Frossi, Michelloni, Vittorio, Bartesaghi, Valente. All. Payer.
LUCCHESE: Belluomini; Petri II, Lazzaroni; Bertini, Simonini, Belli; Bertolucci, Fazzi, Puccinelli II, Giorgetti II, Moretti. All. Weszter.
ARBITRO: Gonani di Ravenna.
GOL: 20' aut. Petri II, 71' Michelloni, 77' Vittorio, 80' rig. Bartesaghi, 83' Frossi, 85' Michelloni, 86' Frossi.
NOTE: rigore concesso per fallo di mano di Lazzaroni (Lucchese) su cross di Vittorio.
Nel 1931-32 salirono dalla Prima Divisione i Giovani Calciatori Vigevanesi, che contavano su una rosa a maggioranza lombarda, la Comense che annoverava numerosi giocatori autoctoni e il Cagliari, che invece mescolava elementi locali a giocatori provenienti dall'Istria, da Fiume e dal centro Italia; il Palermo confermò quanto di buono aveva fatto vedere nel torneo precedente e vinse il campionato, distanziando di 3 punti il Padova secondo classificato. Altre buone prestazioni di Verona e Atalanta, mentre i Vigevanesi sorpresero gran parte degli appassionati giungendo al quarto posto nella propria stagione di debutto: i bianco-celesti sfruttarono le ottime vene realizzative di Pietro Buscaglia e Angelo Azzimonti, che sopperirono a una difesa non eccelsa. A retrocedere furono Udinese, Lecce e Parma, squadre già in bilico fin dalla stagione precedente; il Parma, in particolare, disputò un pessimo campionato, subendo una quantità folle di reti (98) e mettendo insieme la miseria di 6 punti.
Modena-Novara 3-1, gol di Carnevali (1932-33) |
Nel 1933-34 iniziò l'esperimento di una nuova formula della Serie B, e di una nuova ripartizione in due gironi: questa volta, però, non tra squadre del Nord e del Sud, bensì dell'Est e dell'Ovest. Curiosamente, in una risposta al signor Germano Briganti di Taranto, i giornalisti de Il Littoriale così replicavano a una proposta di divisione in due gironi della Serie B (10 marzo 1933):
«Il problema dello sdoppiamento della Serie B è stato attentamente discusso a suo tempo, e nonostante il gravoso onere dei lunghi dislocamenti, le società interessate all'unanimità si sono pronunciate per il mantenimento dello "statu quo" (sic). Ben lieti se le squadre meridionali, che tanta strada hanno fatto in questi ultimi anni, potranno accrescere la loro rappresentanza in Serie B: ma appunto perché ormai il calcio del centro meridione può esser considerato alla medesima stregua di quello settentrionale, non è più tempo di favoritismi. [...] il concetto di un campionato come quello attuale di serie B [...] - oneri finanziari a parte - può considerarsi sportivamente perfetto.»
Evidentemente l'«unanimità» citata poco sopra ebbe a scomparire, sopravanzata dal «gravoso onere dei lunghi dislocamenti». Così infatti scrive Luigi Grassi su "La Domenica Sportiva", fascicolo 30 (23 luglio 1933):
«Su parecchi milioni si aggira la somma dei capitali in movimento e il campionato dà oggi vita a società anonime di non facile gestione e costituisce l'unica fonte di guadagno per una vera coorte di giocatori. [...] La Divisione Nazionale B, dopo tre anni di vita denunciava crepe tali da impensierire seriamente tutti i dirigenti delle società che la componevano. Ecco le necessità di un pronto, opportunissimo intervento. È d'ieri la decisione federale di un ampliamento che permette di dividere il campionato in due gironi, di 13 squadre, occidentale e orientale.»
E ancora:
«Ampliare e dare snellezza al campionato della Divisione Nazionale B: ecco ciò che è stato fatto con lo scopo di diminuire le spese riducendo il numero delle trasferte, di aumentare le entrate introducendo le finaliste del campionato 1932-33. [...] L'essere addivenuti ad una partizione in due gironi è già un buon passo che speriamo basti alla soluzione del problema, [...] Se non è stata accolta una divisione della Penisola in tre gironi Sud, Est e Ovest, è perché non si vuole venir meno a questo principio [NDR: di ricalcare la Serie A unendo le società su base nazionale e non su base regionale come fatto, ad esempio, dai campionati minori a partire dalla Prima Divisione] e non già perché si vogliono mantenere i contatti tra squadre del sud e squadre del nord. [...] Le squadre del meridionale (sic) non sono più delle umili scolarette, ma hanno dimostrato di saper testa alle anziane compagini del settentrione.»
Vigevanesi-Derthona (1933-34) |
SAMPIERDARENESE-BARI 1-0 (1-0)
SAMPIERDARENESE: Bacigalupo; Ciancamerla, Rigotti; Lancioni, Bossi, Malatesta; Munerati, Gai, Comini, Poggi, Barisone. All. Felsner.
BARI: Cubi; Antonsich, Bonometti; Caldarulo, Da Caprile, Paradiso; Frossi, Dentuto, Marchionneschi, Rossini, Ferrero. All. Cargnelli.
ARBITRO: Scorzoni di Bologna. Segnalinee: Bettucchi e Corradini.
GOL: 17' Comini.
Il gol del centravanti Cherubino Comini, peraltro autore di 26 gol nelle 33 partite disputate tra girone finale e girone A, fece sì che fosse la Sampierdarenese a qualificarsi alla Serie A 1934-35.
Comense e Foggia schierate insieme a Como (28 aprile 1935) |
Il Siena 1935-36 |
Il campionato 1936-37, ridotto a 16 squadre, fu dominato dal Livorno che tornò in A dopo aver sfiorato la promozione nella precedente stagione; l'Atalanta fu l'altra promossa. La retrocessione dell'Aquila determinò il definitivo addio (fino a oggi, almeno) dei rosso-blu al campionato di Serie B: il torneo degli aquilani fu funestato dall'incidente ferroviario di Contigliano del 3 ottobre 1936, avvenuto durante il viaggio verso la trasferta di Verona su strada ferrata. L'impatto tra la littorina sulla quale viaggiavano i giocatori dell'Aquila e un vagone postale che ostruiva il binario fu devastante, e i giocatori si salvarono per miracolo: perì invece l'allenatore della squadra, Attilio Buratti. Duramente colpiti dall'evento, i calciatori ebbero comprensibilmente grandi difficoltà a mantenere il rendimento delle stagioni precedenti, e la squadra cadde in C (nuovo nome della Prima Divisione, assunto nella stagione 1935-36). Tra Venezia, Messina, Pro Vercelli e Catania si dovette giocare un quadrangolare di spareggi: il quartultimo posto, infatti, era "conteso" da quattro squadre a pari punti. La retrocessa fu il Catania, che cedette alla lunga serie di partite che richiesero anche un'ulteriore serie a eliminazione diretta.
Pisa-Padova, 6 febbraio 1938 |
Nel 1938-39 tornò in B la Fiorentina, che dopo la promozione in A del 1930-31 non aveva più lasciato la massima serie; anche il Casale tornò in B, proveniente dalla C ma la rosa nerostellata non era già più ricca di valori come quella che nel 1929-30 aveva vinto il torneo, e i dirigenti speravano di riuscire perlomeno a salvarsi, ma le speranze risultarono vane: solo 9 punti ottenuti, di cui 8 nel girone d'andata e 1 solo nel girone di ritorno (!) condarrono il Casale al mesto ritorno in Serie C. A far compagnia ai piemontesi s'aggiunsero Spezia, SPAL e Salernitana: in vetta s'imposero Fiorentina e Venezia; quest'ultima in particolare era una squadra destinata a far parlare di sé negli anni a venire per le sue prestazioni in A. Le principali inseguitrici furono Atalanta, Siena e Verona; i nero-azzurri bergamaschi erano anche riusciti a chiudere a pari punti col Venezia ma, per loro sfortuna, era stata introdotta una nuova discriminante per scongiurare la necessità di continui spareggi: il quoziente reti, cioè reti segnate diviso reti subite.
Vinicio Viani (1913-1983) |
Il Macerata 1940-41 |
La Fiumana 1941-42 |
Brescia-Anconitana 4-0 (9 maggio 1943) |
La guerra spezzò il movimento calcistico italiano. Il 1943 fu l'anno dell'interruzione: i tornei regolari FIGC furono di fatto sospesi fino alla stagione 1945-46, e solo manifestazioni di vario carattere giocate in tutta Italia impedirono il totale congelamento del calcio tricolore. Alcuni giocatori, inoltre, persero la vita durante il conflitto. Ne ricordo alcuni nomi, tra quelli di Serie B, in rappresentanza anche degli altri, indicando tra parentesi la data di morte:
Virginio Bonati (09.03.1944)
Arturo Boniforti (22.09.1943)
Aldo Fabbro (09.01.1944)
Aldo Farinelli (19.12.1942)
Umberto Franzini (21.11.1943)
Armando Frigo (10.10.1943)
Claudio Lugaro (10.11.1944)
Mario Poli (06.07.1944)
Mario Provaglio (31.01.1943)
Italo Scorza (25.01.1943)
Giuseppe Vigo (20.04.1944)