2 luglio 2014

Storia della Serie B

Capitolo II: 1946-1948, gli anni del caos

di:
Andrea Ridolfi Testori

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La guerra dilania l'Italia. Il movimento calcistico italiano resiste grazie ad alcuni intrepidi appassionati che, nonostante il conflitto e i pericoli che esso comporta, decidono di proseguire l'attività meglio che possono. La FIGC organizza il campionato 1943-44, limitato all'Alta Italia, che termina con la vittoria dei Vigili del Fuoco di La Spezia che battono a sorpresa le più favorite avversarie. In generale, la situazione dei tesseramenti dei giocatori è caotica: diversi giocatori sono militari, taluni addirittura prigionieri di guerra, altri ancora sono sfollati verso località più sicure. La confusione regna sovrana e le varie competizioni si disputano senza il controllo della FIGC (specialmente nella stagione 1944-45). La situazione sembra migliorare dopo la fine del conflitto. Già nel 1945 ricominciò un campionato di massima serie più o meno raffazzonato, ma sempre con squadre di valore (miste tra A e B). A tale scopo la Federazione creò due leghe separate per gestire i due differenti gironi: la Lega Nazionale Alta Italia e la Lega Nazionale Centro-Sud. La Divisione Nazionale 1945-46 si disputò tra l'ottobre 1945 e il luglio 1946 e sostituì il campionato di Serie A. Cosa era accaduto alla Serie B? Essendo l'Italia ancora divisa e alcune società assegnate alla Divisione Nazionale, la Lega Nazionale Alta Italia organizzò un torneo "intermedio" che si disputò tra squadre di Serie B e di Serie C e fu vinto dall'Alessandria. Ma questa situazione aveva bisogno di un ridisegnamento generale per ripristinare l'ordine. A tale scopo la Federazione decide di indire una riunione straordinaria, da tenersi a Firenze.

Ottorino Barassi durante il Congresso
Per il Congresso di Firenze viene predisposta la sala maggiore del Conservatorio Cherubini, in Piazza delle Belle Arti. Il Congresso si ripropone di parlare di «professionismo, [...] sistema dei prossimi campionati, [...] snellire gli organismi, [...] decidere sulla questione arbitrale, [...] sugli allenatori, [...] sull'organizzazione dei giocatori» (Corriere dello Sport, 13 maggio 1946). Questi quindi gli argomenti: in pratica, una totale riforma dello status quo per tornare a una parvenza di ordine nei campionati federali. Il Congresso si rivela un delicato gioco di equilibri tra gli esponenti dei vari direttorî regionali, componenti le due macrozone del calcio italiano: Nord e Centrosud. La Lega del Centrosud, presieduta da Alberto Valentini, intende trattare alla pari con il Nord portando a suffragio le prove dell'evoluzione del calcio centromeridionale: la Lega del Centrosud aveva infatti chiuso il bilancio con oltre un milione e mezzo di attivo, mentre la Lega del Nord con 145.000 lire in attivo; inoltre, dei 6 milioni in possesso della Federazione, ben 5 provengono dalle casse centromeridionali. Le cifre verranno poi ulteriormente ricalcolate, fino a raggiungere quota 259.000 lire di attivo per l'Alta Italia e 1.650.000 lire per la Lega Nazionale Sud. Nonostante il calcio del Centrosud fosse ancora considerato ancora un calcio "minore" da alcuni rappresentanti del Nord (che difatti all'inizio del Congresso mostrano un po' di sufficienza nei confronti dei delegati del Centrosud), la netta affermazione sia tecnica che economica del movimento calcistico centromeridionale era impossibile da ignorare. La geopolitica del calcio si ridisegna dunque durante il Congresso, con il Centrosud che acquisisce maggior potere e autorevolezza.

«Il Centromeridione [...] per la B propone tre gironi, dividendo l'Italia in tre zone con linee orizzontali: settentrione; centro (comprendente la Liguria, la Toscana, l'Emilia, la Sardegna, le Marche, l'Umbria e possibilmente una squadra del Lazio); il resto tutto nel Sud. Per la ammissione nella B oltre alle aventi diritto, si compierebbe il numero con le squadre che hanno maggiori titoli sportivo (esempio: Italia Libera, Foligno, Catanzaro, ecc) e la vincente di ogni girone andrebbe nuovamente in A. Retrocessione dalla B: due per ogni girone. Si capisce che per l'ammissione in B occorre conoscere anche la saldezza economica della società e il piazzamento nell'attuale campionato»
(Corriere dello Sport, 14 maggio 1946)

Il titolo del Corriere dello Sport che annuncia
la nuova formula dei tre principali campionati
Proprio il 14 maggio l'ingegner Ottorino Barassi viene acclamato presidente della Federazione. Con questa decisione si aprono i lavori dell'assemblea: il 15 maggio viene decisa la struttura dei campionati. Non mancano proposte singolari, come quella di Pellizzari di Vercelli che propone un campionato gargantuesco di due stagioni (1946-47 e 1947-48), definito "di attesa", diviso in due zone, Nord e Sud, con un totale di 162 squadre tra A, B e C peraltro iniquamente distribuite con netto favoritismo per il Nord. Respinte varie proposte, vuoi perché inattuabili, vuoi perché sbilanciate a favore dell'una o dell'altra parte, nel corso della seduta pomeridiana si addiviene finalmente a una decisione definitiva:

«Barassi propone che la «C» sia amministrata dalle tre Leghe con un massimo, per ciascuna, di 80 squadre per Lega. La proposta è approvata. La «B» avrà tre gironi: questo ha deciso l'assemblea e ha deciso che ogni girone della «B» avrà un numero di squadre da 16 a 20, ma il numero lo deciderà il Consiglio Federale. La «A» sarà a girone unico.»
(Corriere dello Sport, 16 maggio 1946)

Il Congresso delibera inoltre un numero massimo di due giocatori stranieri per squadra, escludendo quelli già presenti in Italia, che l'assemblea sceglie di non considerare stranieri, e stabilisce un massimo di cinque tesseramenti da una federazione estera per ciascuna società. Sembra tutto risolto. Ma non è così: al momento di formare i gironi, infatti, il Consiglio Federale si trova davanti alcune insuperabili difficoltà poste dalle distanze tra alcuni campi, non percorribili a causa della mancanza delle infrastrutture gravemente danneggiate dal conflitto mondiale. Si opta quindi per una ulteriore riorganizzazione che dà vita a tre gironi diseguali: 22 squadre per il Nordovest, 21 per il Nordest e 17 per il Sud. Le compagini che compongono i gironi sono di varia natura: in buona parte reduci della B-C Alta Italia 1945-46 per il Nord, mentre nel Sud vengono ammesse squadre direttamente dalla Serie C. Alle società abituate alla B s'affiancano quindi diverse debuttanti quali Carrarese, Cesena, Crema, Forlì, Gallaratese, Mantova, Mestrina, Piacenza, Pro Gorizia, Sestrese, Vogherese e altre nel Nord, mentre nel Sud poche sono le società con esperienze in B nelle stagioni dell'anteguerra.

I criteri per la nuova B riportati
dall'Almanacco Rizzoli
Il 22 settembre 1946 hanno inizio il girone A e il girone B, cui fa seguito il girone C una settimana dopo. Le squadre hanno attinto a piene mani non solo dai propri vivai ma anche dalle piccole società locali, cercando di trovare qualche giovane calciatore che non pretendesse laute paghe ma giocasse, per così dire, "per la gloria". Naturale conseguenza, quindi, è che moltissimi dei giocatori che disputano i campionati 1946-47 e 1947-48 non avranno una carriera ad alti livelli, e buona parte si limiterà a un solo campionato in Serie B, talora da comparsa, talora da protagonista. Moltissimi i giovani: il più giovane in assoluto a debuttare nel 1946-47 è Giancarlo Zorzi del Treviso, nato a Treviso il 2 febbraio 1931, che esordisce il 13 aprile 1947 contro l'Udinese, a 16 anni scarsi. Molti altri appartengono alle classi 1930, 1929 e 1928 e sono poco più che ragazzini. Il più anziano è invece Pietro Serantoni, nato nel 1906, che gioca una gara con il Padova all'età di quarant'anni.

Non mancano ovviamente i risultati eclatanti o sorprendenti, trattandosi di un campionato dai valori tecnici molto vari. Ben due 8-1 (Pescara-Arsenale e Treviso-Suzzara) e due 4-4 (Sestrese-Savona e Lecco-Viareggio) sono i risultati più insoliti, seguiti dai vari 5-0, 6-0, 6-2 e simili. Il campionato risulta lungo e faticosissimo, e alle già numerose difficoltà del torneo s'aggiungono altri problemi di vario genere, dovuti solitamente alla complessità di gestione di tre gironi, i primi due veramente sovraffollati di squadre. Abbondano quindi le partite discusse, disputate e poi annullate, ripetute, sospese, giocate in campo neutro per varie ragioni; i reclami invadono il Consiglio Federale che deve vedersela ogni settimana con nuovi problemi. Portare a termine il campionato è una vera impresa sportiva, ma in confronto alla guerra appena conclusa queste avversità sembrano veramente insignificanti. Tornare a giocare è una gioia per tutti i calciatori.

Lecco-Savona (03.11.1946)
A vincere il girone A è la Pro Patria, una delle cosiddette "aventi diritto" in quanto partecipante alla B del '42-43: la squadra bustocca supera il Legnano, principale antagonista, chiudendo a 60 punti contro i 53 dei lilla. In coda il Casale subisce ben 95 reti, e il povero Renato Rustico stabilisce un nuovo primato di gol subìti da un portiere, con 90 in 40 presenze (media 2,25); i rimanenti 5 li prende Reverchon. Sorprendenti i campionati del Seregno, che chiude al 4º posto trascinato dai gol del cannoniere Boffi (32), e della Pistoiese, entrambe squadre provenienti dalla C; ben si comportano, in generale, le squadre della terza serie. Nel girone B a trionfare è la Lucchese, che con 54 punti riesce a tenere a debita distanza il Padova, l'inseguitore più accanito, seguito da Empoli, Treviso e Siena. In buona evidenza quindi il calcio toscano, mentre quello dell'Emilia Romagna mostra alcune lacune: male Cesena e Forlì, sufficienti Piacenza e Reggiana. Il Pro Gorizia sarebbe retrocesso ma la politica ci mette una mano salvifica e risparmia la retrocessione della squadra bianco-celeste, al centro della contesa per via della sua posizione di confine e necessariamente riaffermata "italiana" con l'ammissione d'ufficio alla Serie B 1947-48. Nel girone C vince la Salernitana stacca la Ternana di soli 3 punti, riuscendo a guadagnare l'ammissione in Serie A all'ultimo turno: le due squadre si trovano infatti separate da un solo punto, ma la Ternana cede a una Scafatese ormai fuori dai giochi per la promozione, mentre la Salernitana batte il Palermo e ottiene la massima serie. Al termine del campionato regolare, avanti con gli spareggi: nel girone A tra Biellese e Vogherese e nel girone B tra Anconitana e Pisa, giunte a pari punti, per determinare le quinte retrocesse. Passarono questi primi spareggi Vogherese e Pisa; sembrano perdute Anconitana e Biellese, ma essendosi liberato un posto nella nuova B 1947-48, le due squadre sono chiamate a effettuare un nuovo incontro per determinare l'ultima retrocessa stagionale, e la partita viene disputata a Bologna il 31 agosto 1947. Notevoli le difficoltà della Biellese che si trova con i ranghi ridotti dalle ferie dei propri giocatori, e anche l'Anconitana non può schierare tutti i titolari. Alla fine l'Anconitana ha la meglio sui bianconeri per 4-2 e rimane in B, mentre la Biellese lascia (definitivamente) la seconda serie.

Esauritasi l'interminabile stagione calcistica 1946-47, si deve già pensare alla stagione 1947-48. La Federazione aveva deciso di porre fine al campionato a gironi multipli a partire dal torneo 1948-49, ma per far ciò aveva bisogno di un gran numero di retrocessioni. Passati dalle 60 squadre del 1946-47 alle 54 del 1947-48, per arrivare a 22 nel 1948-49 si devono mandare dalla B alla C ben 33 squadre (11 per girone); con le 3 promosse in A le partecipanti diverranno 18, cui si aggiungeranno le 4 retrocesse dalla A '47-48. Stabilita la formula del campionato di B 1948-49, inizia il torneo 1947-48: questa volta le squadre sono ripartite equamente, 18 per girone: i criteri di divisione sono gli stessi del campionato precedente.

Le partecipanti della B 1947-48
riportate dall'Almanacco
Le nuove arrivate del girone A sono Brescia (retrocesso dalla A), Cagliari (ammesso per titoli sportivi), Magenta e Vita Nova (dalla Serie C); nel girone B ci sono il Venezia dalla Serie A e Bolzano e Centese dalla Serie C; nel girone C non ci sono squadre provenienti dalla Serie A, ma solo due salite dalla C: Gubbio e Nocerina. Il torneo inizia il 14 settembre 1947 per tutti i gironi; da notare che l'Anconitana aveva chiuso il campionato 1946-47 solo il 31 agosto, e inizia la stagione successiva dopo solo due settimane: si potrebbe quasi dire che la squadra marchigiana abbia disputato due campionati ininterrotti. Ancora una volta le squadre si affidano ai giovani, con abbondanza di debuttanti. Quattro i classe 1931 in campo: Giancarlo Bacci (Viareggio), Giovanni Battista Fracassetti (Vita Nova), Amos Mariani (Empoli) e Mario Tesconi (Carrarese). Mentre Mariani raccoglie solo due presenze e Tesconi una, Bacci e Fracassetti disputano un ottimo campionato, l'uno con 10 gol in 25 presenze, l'altro con 6 in 24 partite. Il più anziano in assoluto è il giocatore del Cosenza Atilio Demaría (nato nel 1909), Campione del Mondo 1934. Le rose delle squadre si basano quasi tutte su ventenni guidati da giocatori più esperti.

La competizione si rivela un po' più "regolare" della precedente edizione, facilitata anche dalla migliore organizzazione e dalla situazione interna più tranquilla. Inevitabili, però, i risultati strani cui aveva abituato il torneo 1946-47, specialmente nel girone C. Il 9-0 dell'Arsenaltaranto sul Gubbio e l'8-0 del Palermo sulla Ternana sono però eccezioni che confermano la regola di un torneo che piano piano sta rientrando nei ranghi dei normali campionati di Serie B. Il girone A si conclude con la vittoria del Novara che batte il Brescia in un duello che vede presto i piemontesi al comando del torneo (dall'11ª giornata) e in fuga inavvicinabile. Buono il torneo del Como, che finisce 3º, ancora in evidenza il Seregno e anche il Legnano. Il miglior realizzatore è Pietta della Gallaratese (20 gol). Nel girone B è il Padova a tornare in Serie A, riuscendo a staccare il Verona tenace inseguitore che deve però cedere all'inarrestabile marcia dei bianco-rossi: il capocannoniere risulta Pandolfini (SPAL) con 20 gol. Maluccio le neopromosse, bene invece SPAL e Venezia. Nel girone C, infine, è il Palermo a fare ritorno in A: il distacco stavolta consta di un solo punto sul Pisa. Decisiva risulta la 28ª giornata con la vittoria del Palermo e il pareggio del Pisa con il Siena. Il capocannoniere è Pavesi De Marco del Palermo (23 gol), che è anche il giocatore con il maggior numero di reti in assoluto. Le retrocessioni comprendono un gran numero di squadre; nel girone A si deve anche disputare uno spareggio tra Pro Sesto e Crema, vinto dalla prima per 2-1 sul campo neutro di Melzo.

3 promosse in A,  33 retrocesse in C: così si conclude il torneo 1947-48. La Serie B torna al girone unico per la stagione 1948-49; per il prosieguo della storia si rimanda al prossimo capitolo.