Articolo pubblicato su La Gazzetta dello Sport nell'ottobre 1929, pochi giorni prima dell'inizio del primo campionato di Serie B (1929-30).
Di: Erberto Levi*
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Si
combatterà, negli alti ranghi del campionato, su di un solo fronte. Diciotto
«vedette», diciotto «aggregati» raggruppati in due categorie, daranno
quest’anno la scalata, per otto lunghi mesi, ad un unico posto, il primo,
quello che deciderà definitivamente del titolo.
Siamo alla formula fondamentale che si attendeva da tempo: che, applicata in Inghilterra, culla dell’Association, consente un ritmo più spedito alla contesa, una selezione più limpida e più netta, una più chiara e precisa gradazione dei valori.
Siamo alla formula fondamentale che si attendeva da tempo: che, applicata in Inghilterra, culla dell’Association, consente un ritmo più spedito alla contesa, una selezione più limpida e più netta, una più chiara e precisa gradazione dei valori.
La
necessità di questo cambiamento radicale era sentita: si sente e si spera ora
di essere sulla strada migliore per mantenere fresco e vitale questo nostro
sport che si è affermato conquistandosi un posto invidiabile nell’Europa e nel
mondo e che chiede oggi appunto una possibilità di maggiore e più tranquillo
respiro per non logorarsi e perdere estro e colore.
L’avveduto
provvedimento delle Gerarchie porta dunque oggi il calcio italiano ad una
svolta decisa che potrà sboccare nella direzione esatta verso il suo definitivo
risanamento. Per questo anno siamo ancora nel fervore della sistemazione. Il
numero ed i meriti delle compagini sulla breccia, a campionato 1928-29
ultimato, hanno portato come conseguenza la formazione attuale del girone unico
comprendente ben diciotto titolari, numero che comporta necessariamente 34
domeniche effettive di campionato.
Ma,
a prescindere da ogni questione circa la lunghezza della nostra imminente
competizione nazionale (sul tema si è già molto a lungo parlato e non ci
vogliamo quindi ripetere qui) un altro aspetto interessantissimo presenta, a
nostro avviso, il torneo che prenderà il «via» domenica prossima.
Diciotto
squadre: numero grande, senza dubbio, volendo tener in considerazione, per un
buon svolgimento della gara, il fattore «equilibro di forze in campo». La
divisione nazionale A sarà forse infatti ancora costretta, per quest’anno, a
regalare alle folle avide di bella battaglia, parecchie e parecchie partite in
cui un colosso avrà carta facile contro una compagine di media levatura. È
inevitabile, dato che non possediamo in Italia un numero così considerevole di
squadroni attrezzati a prova di ferro e capaci di lottare fra loro sulla stessa
linea e con le stesse possibilità.
***
Per
trovare una bilancia più stabile, dobbiamo dunque scendere un pochino più in
giù, in casa degli aspiranti di Serie B. Se nei ranghi della nazionale A ci
sono i giganti già preparati fin dalla vigilia a fare, presto o tardi, il
boccone più grosso, nel gradino sottostante mancano assolutamente i dati
matematici ed indistruttibili per divider la schiera in vari scaglioni di
diverso valore tecnico e diverso rendimento.
Entriamo,
senza eccezioni, nella provincia, tra le società che tentano la formazione
della squadra cogli elementi locali, allevando i giovani e tendendo per quanto
è possibile ad alimentare le file di fresche e volonterose energie piuttosto
che ricorrere al troppo dispendioso metodo delle importazioni.
Con
la forza assorbente sempre maggiore dei grandi clubs e la conseguente
emigrazione continua dei giocatori, dal seno delle società meno rinomate,
convergenti verso la grande città, il fenomeno accennato va accentuandosi ed
acquistando un suo tono sempre più caratteristico, nei centri minori, tra le
squadre assegnate alle categorie sottoposte, e questo a cominciare dalla
Nazionale B, e giù giù, in proporzioni naturalmente sempre maggiori, fino alle
varie divisioni inferiori.
Ne
viene una conseguenza naturale: dagli inevitabili squilibri della massima
categoria (conseguenza appunto della diversa possibilità importatrice delle
squadre concorrenti) si passa, scendendo di un piano, ad un gruppo di squadre
che, per adottare tutte, o quasi, un sistema uguale, nella composizione delle
proprie rappresentative, permettono di avere uno stile ed un metodo simile di
gioco e di offrire quindi una serie di gare coi caratteri del massimo ardore,
della massima combattività, di un sensibilissimo equilibrio.
***
La
Divisione
Nazionale B
parte quest’anno con queste premesse.
Gli
attori? Il nucleo di retroguardia dei due gironi massimi dell’anno passato, più
le promosse della prima divisione.
Basta
ripensare al comportamento di queste compagini durante la passata stagione, per
rendersi conto, con facile intuizione, dell’interesse tutto particolare che
vorrà senza dubbio fornire questo prossimo torneo.
I
nomi non dovrebbero aver bisogno di illustrazioni: Novara, Casale, Legnano,
attori di cento battaglie ardentissime nei maggiori campionati di pochi anni
addietro, si ritroveranno sul terreno a ranghi completamente rinnovati, con un
nucleo di ragazzi di null’altro desiderosi che di saper emulare i famosi
predecessori e con qualche uomo ancora della vecchia guardia, alfiere generoso
e tenace, capace di coordinare le fila sguscianti e di guidare il manipolo. C’è
da giurare che il torneo avrà in queste tre squadre, vivacissimi, gagliardi
animatori. Se le compagini contano ora soltanto delle reclute generose, il nome
è tuttora fulgido e risonante: ed il nome è la bandiera da difendere, è la
guida, è la forza.
Sulla
stessa linea devono esser messi il Verona e la Reggiana, sulla stessa
linea la Dominante,
giovane nel suo nuovo stemma, ma derivazione di due squadre anziane e provate
che le hanno trasfusa la loro volontà ed il loro orgoglio. Rinnovata e forte la
squadre ligure ha tutti i numeri per figurare da gran signora nell’imminente,
nuova contesa. D’altra parte l’undici si presenta quest’anno con tutti i suoi
elementi dell’anno passato ed, in più, con qualche prezioso acquisto. Un tutto
organico e promettentissimo. C’è chi parla dei neri come di probabili
vessilliferi del gruppo!
Fiumana,
Venezia, Biellese, Prato, Bari, Pistoiese formano la schiera più giovane, degli
arrivati da poco. Ma quanta volontà, quanto fresco entusiasmo!
Salite
su ai fastigi maggiori, di fronte ad avversari anziani, provati ai più
difficili incontri, queste giovani elette non hanno piegato la testa. Le
abbiamo vedute, l’anno passato, inferiori in linea tecnica, ma inesauribili di
coraggio, di volontà, di abnegazione. La Fiumana che prima degli infortuni del girone di
ritorno si permetteva il lusso di fermare una Pro Vercelli, una Cremonese, un
Genova; il Prato, capace di battere nettamente un’Alessandria e di pareggiare
con la Roma; il
Venezia, che riusciva addirittura a pareggiare con i bianco-neri iuventini; la Biellese, giunta sulla
soglia dell’ottavo posto, dopo un comportamento coraggiosissimo e veramente
significativo, e via tutte le altre squadre che tutte sè stesse hanno dato per
compensare con la generosità nella lotta la inevitabile inferiorità di stile.
Oggi,
tuttora con un pugno di giovanissimi desiderosi di ben figurare, questi undici
vorranno combattere il nuovo campionato, in una compagine più adeguata alle
loro forze, ed in grado quindi di poter meglio figurare. Chi può dire quante
sorprese dovranno scaturire, durante il corso del campionato, per opera di
queste squadre gagliarde e sbarazzine?
Ed
ecco gli ultimi venuti: Spezia, Parma, Monfalcone, Lecce: i vincitori dei
rispettivi gironi di prima divisione, nel torneo 28-29. Gironi infernali, in
cui non c’era squadra che cedesse terreno, non squadra rassegnata mai alla
sconfitta; in cui la rivalità dava nuova esca all’ardore ed al brio
indiavolato; dove ogni settimana si registravano regolarmente risultati e
risultati da far strabiliare. L’aver saputo arrivare, attraverso a tutte le
peripezie ed a tutti gli inciampi al primato, costituisce per le neo-elette
titolo che vale più di ogni panegirico. Le gloriose promosse, entrano nella
nuova categoria con i segni di un’esperienza maturata attraverso a cento
partite infuocate nei ranghi inferiori. Cuore e fiato non devono mancare di
certo: s’offre loro la occasione d’affinare il sistema e di temprare le forze
nella nuova difficile prova che le attende.
***
Queste
le «diciotto» della serie B che inizieranno domenica il cammino: diciotto
squadre che chiedono la vittoria alla scapigliata energia, all’azione
sbrigliata e veloce, alla resistenza ferrea che i giovani promettono. Ponderare
le possibilità, soppesare i presumibili valori, dire una parola che potesse
avere una parvenza di previsione, anche la più generica, sarebbe volersi
buttare a capo fitto nel buio.
Le
«diciotto» aspiranti partono su uno stesso piano, su una stessa linea: non ci
sono favoriti. Questo, a nostro avviso, costituisce l’interesse precipuo del
torneo.
Si
può esser certi che tutti hanno sete ardente di arrivare, di ben figurare; ci
sono dei ragazzi che vorranno buttar l’animo nella gara ardente per i colori
del club. Nessuno si erge gigante, nessuno ha da farsi pigmeo.
Da
pari a pari; alla battaglia non mancherà colore, non mancherà bellezza.
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* n. Savigliano (CN), 09.10.1908 - m. New York City, USA, 10.10.1971. Tra i migliori giornalisti sportivi italiani della sua epoca, scrisse per la Gazzetta dello Sport, La Domenica Sportiva, Calcio Illustrato, Il Littoriale e fu autore di una biografia su Virginio Rosetta (Viri, 1935). Nato a Savigliano, Levi si trasferì a Milano per compiere gli studi universitari, laureandosi in giurisprudenza nel 1930; in seguito si laureò anche in giornalismo presso l'Università di Perugia nel 1932. Divenuto giornalista sportivo, dovette lasciare l'Italia in seguito al varo delle leggi razziali fasciste ed emigrò negli Stati Uniti accompagnato dalla madre Stella Foa Levi (n. 1880). Secondo i registri della Ellis Island Foundation, il suo nome completo era Giacobbe Erberto Minetto Levi e giunse negli Stati Uniti il 5 giugno 1939 a bordo della nave American Farmer, essendo partito da Londra dove aveva brevemente risieduto una volta lasciata Milano. Giunto negli Stati Uniti, fece richiesta di cittadinanza e di cambiare il proprio nome in Erberto Levi Landi. Negli Stati Uniti divenne una nota "voce" radiofonica, lavorando per numerose emittenti quali WCNW, WBNX, WHOM e WOV, nonché per la NBC per cui lavorò dal 1943 al 1948. Fu anche impresario teatrale, appassionato promotore di cantanti e musicisti e importante esponente della comunità italiana nella città di New York. Nel 1946 divenne cittadino americano. Morì nelle prime ore del 10 ottobre 1971 all'ospedale di St. Clare's, a Manhattan, dopo una breve malattia. Qui un approfondimento biografico su Levi.
* n. Savigliano (CN), 09.10.1908 - m. New York City, USA, 10.10.1971. Tra i migliori giornalisti sportivi italiani della sua epoca, scrisse per la Gazzetta dello Sport, La Domenica Sportiva, Calcio Illustrato, Il Littoriale e fu autore di una biografia su Virginio Rosetta (Viri, 1935). Nato a Savigliano, Levi si trasferì a Milano per compiere gli studi universitari, laureandosi in giurisprudenza nel 1930; in seguito si laureò anche in giornalismo presso l'Università di Perugia nel 1932. Divenuto giornalista sportivo, dovette lasciare l'Italia in seguito al varo delle leggi razziali fasciste ed emigrò negli Stati Uniti accompagnato dalla madre Stella Foa Levi (n. 1880). Secondo i registri della Ellis Island Foundation, il suo nome completo era Giacobbe Erberto Minetto Levi e giunse negli Stati Uniti il 5 giugno 1939 a bordo della nave American Farmer, essendo partito da Londra dove aveva brevemente risieduto una volta lasciata Milano. Giunto negli Stati Uniti, fece richiesta di cittadinanza e di cambiare il proprio nome in Erberto Levi Landi. Negli Stati Uniti divenne una nota "voce" radiofonica, lavorando per numerose emittenti quali WCNW, WBNX, WHOM e WOV, nonché per la NBC per cui lavorò dal 1943 al 1948. Fu anche impresario teatrale, appassionato promotore di cantanti e musicisti e importante esponente della comunità italiana nella città di New York. Nel 1946 divenne cittadino americano. Morì nelle prime ore del 10 ottobre 1971 all'ospedale di St. Clare's, a Manhattan, dopo una breve malattia. Qui un approfondimento biografico su Levi.
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