Una formazione del Torino 1959-60 |
Nel 1960-61 si presentavano come favorite Triestina, Mantova e Reggiana, nonché le neoretrocesse Palermo e Alessandria, squadre di notevole blasone che ambivano all'immediato ritorno nella prima categoria nazionale. Il Genoa, penalizzato di 7 punti per il "caso Cappello", non riuscì a rendersi pericoloso e si dovette rassegnare a un torneo di media classifica. Turbinoso il campionato del Palermo che cambiò allenatore in cerca di equilibrio, scegliendo sempre però di tornare a Fioravante Baldi dopo i brevi interregni di Morisco e Lodi. Diverse compagini scelsero, specialmente nella seconda metà del torneo, di affidarsi a dei direttori tecnici che affiancassero l'allenatore di ruolo alla guida della squadra: tra queste il Marzotto, che chiamò l'ungherese Senkey in ausilio di Fattori, e il Verona, che contattò la vecchia gloria Bruno Biagini, stella degli anni '30 dell'Hellas, per dare una mano a Bizzotto nella gestione di un delicato torneo che porterà i veneti a rischiare la Serie C. Assai sorprendente il rendimento del Venezia che vinse la Serie B pur avendo sfiorato la retrocessione nel torneo precedente, evitandola solo agli spareggi. Decisivo il rendimento di Gino Raffin, leader nei gol segnati, e l'affidabilità del reparto difensivo composto da Ardizzon, Carantini e Grossi. Costante la marcia dell'OZO Mantova, che forte di un ottimo gioco di squadra e della solidità della difesa, guidata dal sicuro portiere Negri (il meno battuto del campionato), si laureò campione d'inverno e andò a ottenere la promozione a campionato concluso. Il Palermo riuscì a tornare prontamente in A dopo una sola stagione, con Fantini e Morosi sugli scudi e la certezza del forte Anzolin tra i pali. Buona ancora la prestazione della Reggiana, mentre Messina e Simmenthal Monza mostrarono un notevole miglioramento rispetto alla precedente annata. In coda Triestina, Foggia Incedit e Marzotto Valdagno salutarono la Serie B. La Triestina cedette al Novara solo nello spareggio di Ferrara, battuta dai gol di Galimberti e Zanetti; il Foggia pagò la scarsa esperienza e dovette tornare in C; il Marzotto invece, reduce da alcuni discreti campionati, crollò e dovette dire definitivamente addio al torneo cadetto: la partecipazione del 1960-61 è infatti l'ultima per i bianco-celesti.
Fanello del Napoli durante il campionato 1961-62 |
Nel 1962-63 il campionato vide il ritorno del Lecco in seconda serie dopo l'esperienza in A, insieme ad altre due habituée della B, il Padova e l'Udinese. Dalla C arrivò il sorprendente Foggia di Oronzo Pugliese che prometteva assai bene per il gioco che metteva in mostra, ma la favorita rimaneva la Lazio che scalpitava per il ritorno in Serie A. Effettivamente i bianco-celesti furono tra i protagonisti del torneo, e a fine campionato ottennero l'agognata promozione; anche il Bari andò in A, a pari punti proprio con la Lazio, grazie allo stato di forma di Biagio Catalano, capace di segnare 17 gol in 31 presenze. A vincere fu però l'ottimo Messina, migliorata nettamente rispetto ai campionati disputati negli anni appena precedenti. Ad aprire la via della Serie A ai siciliani pensò la coppia d'attacco Calzolari (14)-G. Calloni (11), mentre il portiere Mario Rossi dimostrò ottima continuità. Ancora in crisi l'Alessandria, ormai da diverso tempo in una serie di campionati piuttosto anonimi, mentre il Foggia fece scoprire per la prima volta sui grandi palcoscenici un Cosimo Nocera che con i suoi 24 gol divenne capocannoniere, facendo già intravedere le doti che lo porteranno a diventare un vero e proprio simbolo della squadra. In zona retrocessione la Lucchese, già pericolante nel campionato 1961-62, chiuse la classifica con soli 21 punti e un poco invidiabile primato di 24 sconfitte; la Sambenedettese, dopo alcuni campionati di discreto livello, dovette cedere la presa e finì al penultimo posto. Il Como, anch'esso tra i club a rischio del precedente torneo, giunse terzultimo e dovette far ritorno in Serie C.
Foggia-Brescia 1-1: un'azione di Nocera (1963-64) |
Il campionato 1964-65 vide il ritorno della SPAL in serie cadetta dopo ben 13 stagioni in Serie A. I ferraresi infatti avevano guadagnato la promozione vincendo il torneo nel 1950-51, e tra alterne fortune erano riusciti a mantenere la categoria, giungendo addirittura quinti nel 1959-60. Anche Bari e Modena dovettero rinunciare alla A, dopo poche annate trascorse tra i "grandi". Sorprendente l'esordio del Trani, che nel 1961-62 si trovava ancora in Serie D e dopo una rapida ascesa si era aggiudicato la vittoria del proprio girone in Serie C, riuscendo a centrare la promozione. Il Livorno rientrò tra i ranghi della B dopo un periodo nero in terza serie, categoria che andava decisamente stretta a una squadra abituata a competere tra le maggiori formazioni d'Italia. Durante il torneo emerse un inatteso Potenza, capace di dare battaglia nelle prime posizioni, trascinato dalla vena di Silvino Bercellino (18 gol) e dall'ambizione del giovane Roberto Boninsegna (9). Ottimo anche il Lecco che sfiorò la promozione. A vincere il campionato fu però il Brescia, che tornava in A dopo ben 18 stagioni consecutive in B. Le "rondinelle", sempre protagonisti nella storia della seconda serie (talvolta nel bene, talvolta nel male), ebbero come leader indiscusso Virginio Depaoli, capocannoniere stagionale con 20 gol. Un Napoli di grande solidità difensiva seppe cogliere il secondo posto: in evidenza il portiere Bandoni (21 gol subìti in 38 gare) e l'attaccante Cané (12 reti). La SPAL seppe gestire bene il torneo e chiuse al terzo posto, seppur con un solo punto di vantaggio sul Lecco tenace inseguitore, sapendo gestire al meglio le proprie risorse, utilizzando 26 elementi, con solo pochi "irrinunciabili" (Bagnoli, Burschini, Massei e il cannoniere Muzzio). Molto al di sotto delle aspettative il Bari, retrocesso in C e battuto a sorpresa anche dal Trani alla 31ª, con gol di Giacomo Cosmano; i pugliesi furono incapaci di risollevarsi nonostante il triplo cambio in panchina (prima Tabanelli, poi la coppia Capocasale-Fusco e infine Lamanna). Anche Triestina e Parma, a malincuore, salutarono la B con la speranza di risalire presto la china.
Il 1965-66 fu un campionato di svolta per il calcio italiano: per la prima volta nel regolamento furono introdotte le sostituzioni. Una decisiva innovazione che, seppur limitata ai soli portieri, rappresentò un grande passo in avanti e cambiò per sempre il volto del calcio della Penisola: comparvero infatti per la prima volta in panchina i "numeri 12", e cioè i portieri di riserva, che potevano entrare in sostituzione del titolare in caso di infortunio. Per quanto riguarda la Serie B, il primo portiere a entrare in campo dalla panchina fu Luciano Castellini del Monza, al 60º minuto di Palermo-Monza 4-0 (26.09.1965, 4ª giornata). Per approfondire l'argomento, rimando a questo articolo da me pubblicato. Dalla Serie A provenivano Genoa, Mantova e Messina. I rosso-blu genovesi, reduci da una breve esperienza in massima serie e tornati nuovamente loro malgrado in B, erano i favoriti per il pronto ritorno in A; il Mantova, che aveva inizialmente ben impressionato la massima categoria, era tornato in B come ultimo in classifica. Il Messina, dal suo canto, aveva assaporato i primi 2 campionati di A della sua storia, ed era intenzionato a tornare rapidamente ai massimi livelli del calcio nazionale. Esordiente in B invece la Reggina, che negli anni futuri diventerà una delle protagoniste di questa categoria. Il campionato, che si rivelò vivace, fu dominato dal Venezia di Segato, che poté festeggiare il ritorno in A già ben prima della fine del torneo; protagonisti gli attaccanti Mencacci (14 gol) e Salvemini (9), e il portiere Silvano Vincenzi che seppe dare sicurezza alla difesa. In grande forma il Lecco, con Sérgio Clerici sugli scudi (17 reti) e un collettivo solido e compatto. Il Mantova fu la terza promossa: un Dino Zoff in rapida ascesa seppe farsi notare per i pochi gol subìti (26 in 38 gare), mentre in attacco fu decisivo l'apporto di Beniamino Di Giacomo (14). Sorprendente la Reggina, che riuscì a dar battaglia nelle prime posizioni della classifica, con l'esperto portiere Piero Persico, prossimo a festeggiare i 20 anni di carriera vivendo una "seconda giovinezza" che lo portò a essere uno degli elementi chiave della rosa dei calabresi. Ultimo in classifica finì il Trani, alla sua seconda e ultima stagione in B, seguito dalle lombarde Pro Patria e Monza: quest'ultima salutò la B dopo 15 campionati consecutivi.
Novara-Sampdoria 0-2 (26.02.1967) |
Il campionato 1967-68 fu uno dei più anomali di tutta la storia della Serie B. Innanzitutto, per venire incontro al progetto di riforma della Serie A il torneo cadetto era stato allargato a 21 partecipanti: l'aggiunta della 21ª costrinse la Lega a inserire un turno di riposo, soluzione già adottata, nel dopoguerra, nei campionati 1946-47 (Girone B) e 1950-51. Il lungo campionato iniziò il 10 settembre 1967: oltre alle neoretrocesse dalla Serie A (Foggia, Lazio, Lecco e Venezia), tra le favorite vi erano Catania, Catanzaro e Reggiana, tra le migliori del torneo precedente. Tuttavia, effettuare previsioni su competizioni di così lunga durata risulta sempre difficile; e infatti, ad avere la meglio sulle avversarie furono Palermo, Verona e Pisa. I siciliani furono i vincitori assoluti, godendo dell'ottima collaborazione tra i propri attaccanti Bercellino (9), Nova (8) e Perrucconi (9), e con il portiere Giovanni Ferretti assoluto protagonista, con soli 18 gol subìti in 37 partite. Ottime anche le prestazioni di Benetti, Giubertoni, Lancini e Landoni. Il Verona esibì un Bui ancora in grande forma (13 gol), mentre il Pisa portò ben 3 giocatori in doppia cifra: Piaceri (14), Joan (13) e Manservisi (12).
Spareggi 1967-68: Lecco-Genoa 1-0 (14.07.1968) |
Nel 1968-69 si ristabilì la quota originaria di 3 promozioni e 3 retrocessioni, facendo tornare la B a un assetto più regolare dopo due campionati di transizione. La faticosissima stagione precedente era terminata appena 2 mesi prima dell'inizio del torneo 1968-69, che fu aperto il 29 settembre 1968 Altra novità epocale a livello regolamentare: al "dodicesimo" si aggiunse anche il "tredicesimo", ovvero un giocatore di movimento che poteva fare il proprio ingresso in campo dalla panchina. A differenza di quanto avvenuto con l'introduzione del portiere di riserva, le squadre fecero immediatamente ricorso al "tredicesimo" fin dalla prima giornata. Il primo in assoluto fu Giorgio Fanti del Brescia, che sostituì il compagno Fumagalli al 14' della partita tra Reggina e Brescia. Tornate in seconda serie Brescia, Mantova e SPAL, in particolar modo le "rondinelle" lombarde parvero favorite a un pronto rientro tra i ranghi della Serie A; a cercare il ritorno ai massimi livelli era anche la Lazio, rimasta, dopo una poco esaltante stagione 1967-68, in un campionato percepito dai tifosi come inadeguato alla storia e al prestigio dei bianco-celesti. Ancora frustrate le ambizioni del Genoa, mentre la Reggiana si dimostrò nuovamente in grado di occupare le prime posizioni in classifica, confermandosi come una delle certezze degli ultimi campionati. A vincere fu proprio la Lazio, guidata dai grandi nomi della sua rosa (Fortunato, Ghio, Mazzola, Morrone, Soldo...) e dalla combinazione di una difesa robustissima e un attacco capace di andare a segno 55 volte; al secondo posto il Brescia, affidatosi ancora a Depaoli che vinse nuovamente la classifica marcatori (18 reti), all'ottimo contributo di Turchetto e Bosdaves, e all'esperienza e capacità del portiere Brotto (solo 16 i gol subìti in 26 gare). Terzo classificato il Bari, che tornava in B dopo essersi avvicinato alla vetta del precedente campionato. Male il Mantova, solo 11º, e malissimo la SPAL che retrocesse in C con soli 31 punti: inutile stavolta la grande quantità di elementi utilizzati, ben 27, a fronte di uno scarso gioco di squadra. Retrocessi anche Lecco e Padova, altre due compagini già in crisi di prestazioni dagli anni precedenti (il Lecco si era salvato solo negli interminabili spareggi). Il campionato 1968-69 segnò anche il minimo di gol segnati nel decennio: solo 641, in media 32 per squadra.
Gli anni '60 furono per la Serie B anni di fermento e innovazioni, segnati dall'avvento di regole che rappresentarono ulteriori passi verso un gioco del calcio sempre più moderno e simile a quello attuale. Il prossimo capitolo tratterà gli anni '70, un'altra epoca di cambiamenti per la Serie B.
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