Andrea Ridolfi Testori
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La guerra dilania l'Italia. Il movimento calcistico italiano resiste grazie ad alcuni intrepidi appassionati che, nonostante il conflitto e i pericoli che esso comporta, decidono di proseguire l'attività meglio che possono. La FIGC organizza il campionato 1943-44, limitato all'Alta Italia, che termina con la vittoria dei Vigili del Fuoco di La Spezia che battono a sorpresa le più favorite avversarie. In generale, la situazione dei tesseramenti dei giocatori è caotica: diversi giocatori sono militari, taluni addirittura prigionieri di guerra, altri ancora sono sfollati verso località più sicure. La confusione regna sovrana e le varie competizioni si disputano senza il controllo della FIGC (specialmente nella stagione 1944-45). La situazione sembra migliorare dopo la fine del conflitto. Già nel 1945 ricominciò un campionato di massima serie più o meno raffazzonato, ma sempre con squadre di valore (miste tra A e B). A tale scopo la Federazione creò due leghe separate per gestire i due differenti gironi: la Lega Nazionale Alta Italia e la Lega Nazionale Centro-Sud. La Divisione Nazionale 1945-46 si disputò tra l'ottobre 1945 e il luglio 1946 e sostituì il campionato di Serie A. Cosa era accaduto alla Serie B? Essendo l'Italia ancora divisa e alcune società assegnate alla Divisione Nazionale, la Lega Nazionale Alta Italia organizzò un torneo "intermedio" che si disputò tra squadre di Serie B e di Serie C e fu vinto dall'Alessandria. Ma questa situazione aveva bisogno di un ridisegnamento generale per ripristinare l'ordine. A tale scopo la Federazione decide di indire una riunione straordinaria, da tenersi a Firenze.
Ottorino Barassi durante il Congresso |
«Il Centromeridione [...] per la B propone tre gironi, dividendo l'Italia in tre zone con linee orizzontali: settentrione; centro (comprendente la Liguria, la Toscana, l'Emilia, la Sardegna, le Marche, l'Umbria e possibilmente una squadra del Lazio); il resto tutto nel Sud. Per la ammissione nella B oltre alle aventi diritto, si compierebbe il numero con le squadre che hanno maggiori titoli sportivo (esempio: Italia Libera, Foligno, Catanzaro, ecc) e la vincente di ogni girone andrebbe nuovamente in A. Retrocessione dalla B: due per ogni girone. Si capisce che per l'ammissione in B occorre conoscere anche la saldezza economica della società e il piazzamento nell'attuale campionato»
(Corriere dello Sport, 14 maggio 1946)
Il titolo del Corriere dello Sport che annuncia la nuova formula dei tre principali campionati |
«Barassi propone che la «C» sia amministrata dalle tre Leghe con un massimo, per ciascuna, di 80 squadre per Lega. La proposta è approvata. La «B» avrà tre gironi: questo ha deciso l'assemblea e ha deciso che ogni girone della «B» avrà un numero di squadre da 16 a 20, ma il numero lo deciderà il Consiglio Federale. La «A» sarà a girone unico.»
(Corriere dello Sport, 16 maggio 1946)
Il Congresso delibera inoltre un numero massimo di due giocatori stranieri per squadra, escludendo quelli già presenti in Italia, che l'assemblea sceglie di non considerare stranieri, e stabilisce un massimo di cinque tesseramenti da una federazione estera per ciascuna società. Sembra tutto risolto. Ma non è così: al momento di formare i gironi, infatti, il Consiglio Federale si trova davanti alcune insuperabili difficoltà poste dalle distanze tra alcuni campi, non percorribili a causa della mancanza delle infrastrutture gravemente danneggiate dal conflitto mondiale. Si opta quindi per una ulteriore riorganizzazione che dà vita a tre gironi diseguali: 22 squadre per il Nordovest, 21 per il Nordest e 17 per il Sud. Le compagini che compongono i gironi sono di varia natura: in buona parte reduci della B-C Alta Italia 1945-46 per il Nord, mentre nel Sud vengono ammesse squadre direttamente dalla Serie C. Alle società abituate alla B s'affiancano quindi diverse debuttanti quali Carrarese, Cesena, Crema, Forlì, Gallaratese, Mantova, Mestrina, Piacenza, Pro Gorizia, Sestrese, Vogherese e altre nel Nord, mentre nel Sud poche sono le società con esperienze in B nelle stagioni dell'anteguerra.
I criteri per la nuova B riportati dall'Almanacco Rizzoli |
Non mancano ovviamente i risultati eclatanti o sorprendenti, trattandosi di un campionato dai valori tecnici molto vari. Ben due 8-1 (Pescara-Arsenale e Treviso-Suzzara) e due 4-4 (Sestrese-Savona e Lecco-Viareggio) sono i risultati più insoliti, seguiti dai vari 5-0, 6-0, 6-2 e simili. Il campionato risulta lungo e faticosissimo, e alle già numerose difficoltà del torneo s'aggiungono altri problemi di vario genere, dovuti solitamente alla complessità di gestione di tre gironi, i primi due veramente sovraffollati di squadre. Abbondano quindi le partite discusse, disputate e poi annullate, ripetute, sospese, giocate in campo neutro per varie ragioni; i reclami invadono il Consiglio Federale che deve vedersela ogni settimana con nuovi problemi. Portare a termine il campionato è una vera impresa sportiva, ma in confronto alla guerra appena conclusa queste avversità sembrano veramente insignificanti. Tornare a giocare è una gioia per tutti i calciatori.
Lecco-Savona (03.11.1946) |
Esauritasi l'interminabile stagione calcistica 1946-47, si deve già pensare alla stagione 1947-48. La Federazione aveva deciso di porre fine al campionato a gironi multipli a partire dal torneo 1948-49, ma per far ciò aveva bisogno di un gran numero di retrocessioni. Passati dalle 60 squadre del 1946-47 alle 54 del 1947-48, per arrivare a 22 nel 1948-49 si devono mandare dalla B alla C ben 33 squadre (11 per girone); con le 3 promosse in A le partecipanti diverranno 18, cui si aggiungeranno le 4 retrocesse dalla A '47-48. Stabilita la formula del campionato di B 1948-49, inizia il torneo 1947-48: questa volta le squadre sono ripartite equamente, 18 per girone: i criteri di divisione sono gli stessi del campionato precedente.
Le partecipanti della B 1947-48 riportate dall'Almanacco |
La competizione si rivela un po' più "regolare" della precedente edizione, facilitata anche dalla migliore organizzazione e dalla situazione interna più tranquilla. Inevitabili, però, i risultati strani cui aveva abituato il torneo 1946-47, specialmente nel girone C. Il 9-0 dell'Arsenaltaranto sul Gubbio e l'8-0 del Palermo sulla Ternana sono però eccezioni che confermano la regola di un torneo che piano piano sta rientrando nei ranghi dei normali campionati di Serie B. Il girone A si conclude con la vittoria del Novara che batte il Brescia in un duello che vede presto i piemontesi al comando del torneo (dall'11ª giornata) e in fuga inavvicinabile. Buono il torneo del Como, che finisce 3º, ancora in evidenza il Seregno e anche il Legnano. Il miglior realizzatore è Pietta della Gallaratese (20 gol). Nel girone B è il Padova a tornare in Serie A, riuscendo a staccare il Verona tenace inseguitore che deve però cedere all'inarrestabile marcia dei bianco-rossi: il capocannoniere risulta Pandolfini (SPAL) con 20 gol. Maluccio le neopromosse, bene invece SPAL e Venezia. Nel girone C, infine, è il Palermo a fare ritorno in A: il distacco stavolta consta di un solo punto sul Pisa. Decisiva risulta la 28ª giornata con la vittoria del Palermo e il pareggio del Pisa con il Siena. Il capocannoniere è Pavesi De Marco del Palermo (23 gol), che è anche il giocatore con il maggior numero di reti in assoluto. Le retrocessioni comprendono un gran numero di squadre; nel girone A si deve anche disputare uno spareggio tra Pro Sesto e Crema, vinto dalla prima per 2-1 sul campo neutro di Melzo.
3 promosse in A, 33 retrocesse in C: così si conclude il torneo 1947-48. La Serie B torna al girone unico per la stagione 1948-49; per il prosieguo della storia si rimanda al prossimo capitolo.
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