tag:blogger.com,1999:blog-44981941843465119342024-03-13T14:19:20.113+01:00Andrea Ridolfi TestoriStoria e statistica del campionato di calcio di Serie BAndrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.comBlogger41125tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-87947762044714089422022-12-29T11:29:00.009+01:002022-12-30T11:19:43.713+01:00"Le cose", D. H. Lawrence<br />"Le cose" (<i>Things</i>), racconto di D. H. Lawrence pubblicato nel 1928.<br />Traduzione di Andrea Ridolfi Testori.<br /> <br /><br /><div style="text-align: center;"><b><i>LE COSE</i></b></div><br /><br />Erano dei veri idealisti, e venivano dal New England. Ma parliamo di tanto tempo fa: prima della Guerra. Molti anni prima della Guerra si conobbero e si sposarono; lui un giovane del Connecticut, alto e dagli occhi vispi, e lei una giovane del Massachusetts, minuta, riservata, che dall'aspetto pareva una puritana. Entrambi avevano un po' di denaro; non molto, comunque. Messi insieme non arrivavano a guadagnare tremila dollari all'anno. Eppure, erano liberi. Liberi! <br /><br />Ah – la libertà! Essere liberi di vivere la propria vita! Avere venticinque e ventisette anni, una coppia di veri idealisti con un condiviso amore per la bellezza e un'inclinazione per la "filosofia indiana" – ahi, il significato, signora Besant!<a href="#sdfootnote1sym">1</a> – e un reddito poco sotto i tremila dollari all'anno! Ma cos'è il denaro? Tutto ciò che si può desiderare è vivere una vita piena e meravigliosa. In Europa, ovviamente, proprio alla sorgente d'ogni tradizione. Potrebbe forse essere possibile anche in America: nel New England, ad esempio. Ma a costo di perdersi un po' di “bellezza”. Alla vera bellezza serve molto tempo per maturare. Il barocco è bello solo a metà, e maturo solo a metà. No, il vero bocciolo d'argento, il vero, squisito bouquet dorato della bellezza affondava le proprie radici nel Rinascimento, e non in altri periodi più recenti e più superficiali. <br /><br />E dunque i due idealisti, sposatisi a New Haven, partirono subito per Parigi: la Parigi dei bei tempi andati. Avevano un piccolo appartamento sul Boulevard Montparnasse, e divennero dei veri parigini: nel senso antico e grazioso, non nel senso moderno e volgare. Era lo sfavillio dei puri impressionisti, Monet e i suoi seguaci, il mondo visto in termini di pura luce, luce spezzata e luce integra. Delizioso! Delizioso! deliziose le notti, il fiume, le mattine nelle vecchie strade e tra le bancarelle di fiori e di libri, i pomeriggi su a Montmartre e alle Tuileries, le serate lungo i boulevard! <br /><br /> Entrambi dipingevano, ma non disperatamente. L'Arte non li dominava, e loro non dominavano l'Arte. Dipingevano, ecco tutto. Conobbero delle persone – brave persone, se possibile, anche se uno non poteva star lì a scegliere. Ed erano felici.<br /><br />Eppure sembra che gli esseri umani debbano affondare i propri artigli in qualcosa. Per essere “liberi”, per vivere una “vita piena e meravigliosa”, si deve, ahimè! legarsi a qualcosa. Una “vita piena e meravigliosa” significa un saldo legame con <i>qualcosa</i> – perlomeno, così è per tutti gli idealisti – altrimenti sopravviene una certa noia; ondeggia nell'aria un qualcosa di sospeso, come ondeggiano cùpidi i rampicanti che crescono e si avviluppano, in cerca di qualcosa cui aggrapparsi, qualcosa sul quale inerpicarsi per raggiungere l'indispensabile sole. Se non trovano niente, i rampicanti possono solo strisciare lungo il terreno, soddisfatti solo a metà. Questa è la libertà – l'aggrapparsi al palo giusto. Tutti gli esseri umani sono dei rampicanti. Ma in special modo gli idealisti. Essi sono dei rampicanti, e hanno bisogno di aggrapparsi e inerpicarsi. E disprezzano gli uomini che sono semplici <i>patate</i>, o rape, o ceppi di legno. <br /><br />I nostri idealisti erano spaventosamente felici, ma erano costantemente alla ricerca di qualcosa da afferrare. Da principio, Parigi era sufficiente. Esplorarono Parigi <i>a fondo</i>. E impararono il francese così bene fino a sentirsi quasi anch'essi francesi, tanto disinvolti divennero nel parlarlo. <br /><br />E tuttavia, si sa, non si parla mai il francese con <i>l'anima</i>. Non si può fare. E benché sia davvero entusiasmante, all'inizio, parlare in francese con degli arguti francesi – e ti appaiono tanto più arguti di te – eppure, a lungo andare, non ti soddisfa. Il <i>materialismo</i> dei francesi, illimitatamente arguto, ti lascia freddo, in fondo, e dà una sensazione di aridità e di incompatibilità con la vera profondità del New England. Così si sentivano i nostri due idealisti. <br /><br /> Si allontanarono dalla Francia – ma con molta delicatezza. La Francia li aveva delusi. “L'abbiamo adorata, e vi abbiamo imparato molto. Ma dopo un po' di tempo, un bel po' – di fatto, molti anni – Parigi lascia delusi. Non ha affatto ciò che si può desiderare.” <br /><br />“Ma Parigi non è la Francia.” <br /><br />“No, forse no. La Francia è molto diversa da Parigi. E la Francia è deliziosa – davvero deliziosa. Ma a <i>noi</i>, benché la adoriamo, non dice granché.” <br /><br />Così, quando venne la Guerra, gli idealisti si trasferirono in Italia. E adorarono l'Italia. La trovarono incantevole, e più intensa della Francia. Sembrava molto più vicina alla concezione della bellezza che si ha nel New England: qualcosa di puro, e pieno di empatia, privo del <i>materialismo</i> e del <i>cinismo</i> dei francesi. Ai due idealisti parve di respirare la loro aria, in Italia. <br /><br /> E in Italia, ben di più che a Parigi, sentirono di potersi entusiasmare con gli insegnamenti del Buddha. Entrarono nell'enfiato fiume delle moderne emozioni buddhiste, e lessero i libri, e praticarono la meditazione, e si prefissarono di eliminare dalle loro anime la cupidigia, il dolore, e l'afflizione. Non compresero – non ancora – che l'anelito del Buddha di liberarsi da dolore e afflizione è di per se stesso una forma di cupidigia. No, essi sognavano un mondo perfetto, dal quale tutta la cupidigia, e quasi tutto il dolore, e gran parte dell'afflizione fossero eliminati. <br /><br />Ma l'America entrò in Guerra, e così i due idealisti dovettero aiutare. Lavorarono in ospedale. E benché la loro esperienza fece loro comprendere più che mai che cupidigia, dolore e afflizione <i>dovrebbero</i> essere eliminati dal mondo, tuttavia il buddhismo, o la teosofia, non emergevano trionfanti dalla lunga crisi. In un modo o nell'altro, da qualche parte, in qualche luogo dentro di loro, sentivano che cupidigia, dolore e afflizione non sarebbero mai stati eliminati, perché alla maggior parte delle persone non interessa eliminarli, né mai interesserà. I nostri idealisti erano troppo occidentali per poter pensare di abbandonare il mondo intero alla dannazione e salvare se stessi. Erano davvero troppo altruisti per potersi sedere sotto il fico sacro e raggiungere il Nirvana, solo loro due. <br /><br />Eppure c'era dell'altro. Semplicemente non avevano abbastanza <i>Sitzfleisch</i><a href="#sdfootnote2sym">2</a> per sedersi sotto il fico sacro e raggiungere il Nirvana contemplando qualcosa, men che meno il loro ombelico. Se tutto il vasto mondo non poteva essere salvato, loro, personalmente, non erano molto propensi all'idea di essere gli unici a essere salvati. No, si sarebbero sentiti troppo soli. Venivano dal New England, quindi per loro era o tutto o niente. La cupidigia, il dolore e l'afflizione dovevano essere eliminati <i>dal mondo intero</i>, altrimenti a che poteva servire eliminarli da se stessi? Del tutto inutile! Avrebbe significato solo essere delle vittime. <br /><br />E quindi – benché <i>adorassero </i>ancora la “filosofia indiana”, e s'intenerivano al pensarci: ebbene, tornando alla nostra metafora, il palo sul quale il verde e smanioso rampicante si era inerpicato fin quasi in cima si era rivelato del tutto marcio. Esso si spezzò, e il rampicante, cedendo, calò lentamente al suolo. Non vi fu alcuno scoppio, alcuno schianto. Il rampicante si resse al proprio stesso fogliame, per un po'. Ma infine cedette. Il fagiolo magico della “filosofia indiana” aveva ceduto prima che Giacomino l'avesse scalato fino in cima per raggiungere un altro mondo. <br /><br /> Cedettero con un lento fruscio fino a toccare nuovamente il suolo. Ma non gettarono grida di protesta. Erano nuovamente “delusi”. Ma non l'ammisero mai. La “filosofia indiana” li aveva delusi. Ma non si lamentavano mai. Anche tra loro non ne facevano parola. Ma erano delusi, vagamente ma profondamente delusi, ed entrambi lo sapevano. Ma la consapevolezza era tacita.<br /><br /> E avevano ancora così tanto, nelle loro vite. Avevano ancora l'Italia – la cara Italia. E avevano ancora la libertà, inestimabile tesoro. E avevano ancora così tanta “bellezza”. Della pienezza della loro vita non erano affatto sicuri. Avevano un bimbo piccolo, che amavano come i genitori dovrebbero amare i propri figli, ma si guardavano bene dall'attaccarsi a lui, dal costruire le proprie vite attorno a lui. No, no, loro dovevano avere le loro vite! Avevano ancora sufficiente forza mentale per saperlo. <br /><br />Ma non erano più così giovani. I venticinque e ventisette anni erano divenuti trentacinque e trentasette. E benché avessero trascorso anni meravigliosi in Europa, e benché adorassero ancora l'Italia – cara Italia! – eppure: erano delusi. Avevano avuto molto: oh, molto davvero! E tuttavia, non avevano ancora avuto, non ancora, davvero, ciò che si aspettavano; l'Europa era deliziosa, ma era morta. Vivere in Europa significava vivere nel passato. E gli Europei, con tutto il loro fascino superficiale, non erano <i>davvero</i> affascinanti. Erano dei materialisti, non avevano una vera <i>anima</i>. Semplicemente non comprendevano le esigenze interiori dello spirito, poiché in loro le esigenze interiori erano morte; erano tutti dei sopravvissuti. Ecco, questa era la verità a proposito degli Europei: erano tutti dei sopravvissuti, e non avevano più nulla davanti a sé. <br /><br />Era un altro fagiolo magico, un altro supporto ceduto sotto la verde vita del rampicante. E questa volta fu tanto agra. Perché il verde rampicante si era silenziosamente inerpicato su per il vecchio tronco d'Europa per oltre dieci anni, dieci anni immensamente importanti, gli anni della vera vita. I due idealisti avevano <i>vissuto</i> in Europa, vissuto sull'Europa e sullo stile di vita europeo e sulle cose europee come viticci in una vigna eterna. <br /><br /> Qui avevano creato la loro casa: una casa come mai ci si potrebbe creare in America. Il loro motto era stato “bellezza”. Avevano vissuto in affitto, negli ultimi quattro anni, al secondo piano di un vecchio palazzo sull'Arno, e lì avevano tutte le loro “cose”. E traevano una profonda soddisfazione dal loro appartamento: le alte, silenziose e antiche stanze con le finestre sul fiume, con sfavillanti e bruni pavimenti, e con stupendi mobili che gli idealisti avevano “raccolto”. <br /><br />Sì, a loro insaputa le vite degli idealisti erano proseguite con indomita rapidità in una costante linea orizzontale. Erano divenuti inquieti e intrepidi cacciatori di “cose” per la loro casa. Mentre la loro anima si arrampicava verso il sole dell'antica cultura europea o dell'antica filosofia indiana, le loro passioni correvano in orizzontale, agguantando le “cose”. Certo, non compravano le cose tanto per fare, ma in nome della “bellezza”. Vedevano casa loro come un luogo interamente arredato da delizie, e non certo da “cose”. Valerie aveva delle tende invero deliziose alle finestre del lungo salotto che dava sul fiume: tende di un curioso materiale antico che aveva l'aspetto di seta finemente ricamata, splendidamente sfumata da vermiglio, arancio, oro e nero fino a divenire d'un lucore soffice e velato. Raramente Valerie entrava in salotto senza cadere mentalmente in ginocchio dinanzi alle tende. “Chartres” diceva. “Per me sono Chartres!” E Melville non si voltava mai a guardare la sua libreria veneziana del XVI secolo, con i suoi venti o trenta libri ben selezionati, senza sentire il midollo ribollire nelle ossa. <i>Sancta sanctorum</i>!<br /><br />Il bimbo evitava silenziosamente, quasi sinistramente, ogni contatto brusco con questi antichi monumenti d'arredo, come se fossero stati delle tane di dormienti cobra, o la “cosa” più pericolosa in assoluto da toccare – l'Arca dell'Alleanza. La sua infantile meraviglia era muta, e fredda, e definitiva. <br /><br /> E tuttavia, una coppia di idealisti del New England non può certo vivere della mera gloria passata dei loro mobili. Almeno, questa coppia non poteva. Si abituarono alla meravigliosa credenza stile bolognese, si abituarono all'incantevole libreria veneziana, e ai libri, e alle tende e ai bronzi di Siena, e ai deliziosi sofà e tavolini e sedie che avevano “raccolto” a Parigi. Oh, raccoglievano cose sin dal primo giorno ch'erano approdati in Europa. E continuavano a farlo. È l'ultimo interesse che l'Europa può offrire a un forestiero: e anche a un autoctono, se è per questo. <br /><br />Quando venivano degli ospiti, e restavano ammirati dalle stanze dei Melville, allora Valerie ed Erasmus sentivano di non aver vissuto invano: che stavano ancora vivendo. Ma nelle lunghe mattinate, quando Erasmus lavorava slegatamente sulla letteratura rinascimentale fiorentina, e Valerie si prendeva cura dell'appartamento; e nelle lunghe ore dopo pranzo; e nelle lunghe, solitamente assai fredde e opprimenti serate nell'antico palazzo: ecco allora che l'aura svaniva d'intorno i mobili, e le cose divenivano cose, ammassi di materia che lì stavano, o lì pendevano, <i>ad infinitum</i>, e non dicevano nulla; e Valerie ed Erasmus quasi le detestavano. Lo splendore della bellezza, come ogni altro splendore, muore se non lo si nutre. Gli idealisti amavano ancora le loro cose. Ma le avevano ottenute. E la triste verità è che le cose che splendono con fulgore mentre le insegui si raffreddano alquanto, dopo un anno o due. A meno che, ovviamente, le persone non te le invidino moltissimo, e i musei non si struggano per averle. E le “cose” dei Melville, benché molto belle, non lo erano abbastanza perché ciò accadesse. <br /><br />Così lo splendore svanì da tutto, dall'Europa, dall'Italia – “gli Italiani sono così <i>cari</i>” – anche dal meraviglioso appartamento sull'Arno. “Ma perché... se lo avessi io, questo appartamento, mai e poi mai mi verrebbe voglia di uscire! È troppo delizioso e perfetto.” Sentire una tale frase, ovvio, significava pur qualcosa. <br /><br /> Eppure Valerie ed Erasmus uscivano; e uscivano perfino per fuggirne il suo petroso e antico silenzio, i suoi freddi pavimenti e la sua morta dignità. “Viviamo nel passato, sai, Dick” diceva Valerie a suo marito. Lei lo chiamava Dick. <br /><br /> Resistevano tetramente. A loro non piaceva arrendersi. A loro non piaceva ammettere che non si erano stufati. Da dodici anni, ormai, erano delle persone “libere”, che vivevano una vita “piena e meravigliosa”. E l'America da dodici anni era il loro anatema, Sodoma e Gomorra del materialismo industriale. <br /><br />Non era facile ammettere di essersi “stufati”. Detestavano ammettere che volevano tornare indietro. Ma infine, riluttanti, decisero di andare, “per il bene del bambino”. “<i>Non sopportiamo</i> l'idea di lasciare l'Europa. Ma Peter è americano, per cui sarebbe meglio che vedesse l'America ora che è giovane.” I Melville avevano accento e modi interamente inglesi – o quasi: un po' di italiano e di francese qua e là. <br /><br />Si lasciarono l'Europa alle spalle, ma portarono con sé tutto ciò che poterono. Diversi furgoni pieni, in realtà. Tutte quelle “cose”, così adorabili e insostituibili. E arrivarono tutti a New York: gli idealisti, il bambino, e quel gran carico d'Europa che si erano portati dietro. <br /><br />Valerie aveva sognato un bell'appartamento, magari su Riverside Drive, dove non costava quanto a est della Fifth Avenue, e dove tutte le loro meravigliose cose sarebbero state incantevoli. Lei ed Erasmus si misero a cercar casa. Ma, ahimè! i loro redditi erano ben sotto i tremila dollari all'anno. Trovarono – beh, lo sanno tutti cosa trovarono. Due piccole stanze con angolo cottura, e non togliete <i>nulla</i> dalle valigie! <br /><br /> Il pezzo d'Europa che avevano strappato via andò a finire in un magazzino, a cinquanta dollari al mese. E loro se ne stavano seduti in due piccole stanze con angolo cottura, chiedendosi perché lo avessero fatto. <br /><br /> Erasmus, ovviamente, doveva trovarsi un lavoro. Questa era la spada di Damocle che entrambi facevano finta di non vedere. Ma era la strana, vaga minaccia che la Statua della Libertà aveva sempre fatto pendere su di loro: “E tu dovrai trovare un lavoro!” Erasmus aveva tutte le carte in regola, come si suol dire. Una carriera accademica per lui era ancora possibile. Aveva superato brillantemente gli esami, a Yale, e aveva continuato con le “ricerche” per tutto il tempo trascorso in Europa. <br /><br />Ma sia lui che Valerie rabbrividivano. Una carriera accademica! Il mondo accademico! Il mondo accademico <i>americano</i>! Brividi su brividi! Rinunciare alla libertà, alla loro vita piena e meravigliosa? Giammai! Giammai! Il prossimo compleanno di Erasmus era il quarantesimo. <br /><br /> Le “cose” rimanevano in magazzino. Valerie andò a dar loro un'occhiata. Le costò un dollaro l'ora, e tremende strette al cuore. Le “cose”, quelle povere cose, avevano un aspetto trascurato e miserabile in quel magazzino. <br /><br /> Tuttavia, New York non era l'intera America. C'era il vasto e pulito West. E così i Melville si diressero a ovest, con Peter, ma senza le cose. Provarono a vivere con poco, tra le montagne. Ma fare tutti i lavori di casa divenne quasi un incubo. Le “cose” son tutte belle da guardare, ma gestirle è tremendo, anche quando sono bellissime. Essere schiavi di cose spaventevoli, tenere acceso il fuoco sotto le pentole, cucinare, lavare i piatti, portare l'acqua, e pulire i pavimenti: puro orrore della squallida anti-vita! <br /><br /> Nella capanna sulle montagne Valerie sognava Firenze, l'appartamento perduto: e la sua credenza in stile bolognese, e le sedie Luigi XV, e soprattutto le sue tende “Chartres”, chiuse nel magazzino di New York, al costo di cinquanta dollari al mese. <br /><br /> Un amico milionario giunse in soccorso, offrendo loro un cottage sulla costa californiana – la California! Dove la nuova anima nasce negli uomini. Con gioia gli idealisti si spostarono un po' più a ovest, aggrappandosi a nuovi bronconi di speranza. <br /><br /> E che alloggio trovarono! Il cottage del milionario era perfettamente attrezzato. Era forse quanto di meglio esistesse per evitare ogni fatica: riscaldamento e fornelli elettrici, una cucina smaltata di bianco e di perla, niente che sporcasse se non gli esseri umani stessi. In circa un'ora gli idealisti avevano terminato i lavori di casa. Erano “liberi” – liberi di ascoltare il grande Oceano Pacifico che sferzava le coste, e di percepire una nuova anima che riempiva i loro corpi. <br /><br /> Ahimè! il Pacifico sferzava le coste con crudele brutalità, pura forza bruta! E la nuova anima, anziché pervadere dolcemente i loro corpi, pareva strappare a morsi la vecchia anima dal corpo. Sentire d'essere sotto i colpi della più cieca e schiacciante forza bruta: sentire che la tua adorata anima da idealista ti viene strappata via a morsi, e sostituita da null'altro che irritazione: beh, non va bene abbastanza. <br /><br /> Dopo circa nove mesi gli idealisti lasciarono l'Ovest californiano. Era stata una grande esperienza: erano felici di averla vissuta. Ma alla fine dei conti l'Ovest non era il posto per loro, e loro lo sapevano. No, chi voleva l'anima nuova era meglio che se la prendesse. Loro, Valerie ed Erasmus Melville, volevano affinare ancora un po' l'anima vecchia. E, in ogni caso, non avevano percepito alcun influsso d'anima nuova mentre si trovavano sulle coste della California. Tutto il contrario. <br /><br />Così, con una piccola falla nel loro capitale, fecero ritorno nel Massachusetts per andare a trovare i genitori di Valerie, portando con sé il bambino. I nonni accolsero con gioia il bimbo – povero ragazzo espatriato – e furono piuttosto freddi con Valerie, e davvero molto freddi con Erasmus. La madre di Valerie un giorno disse chiaramente a Valerie che Erasmus doveva trovarsi un lavoro, così che Valerie potesse vivere decentemente. Valerie ricordò altezzosamente alla madre lo stupendo appartamento sull'Arno, e le “meravigliose” cose nel magazzino di New York, e la vita “incantevole e soddisfacente” che lei ed Erasmus avevano vissuto. La madre di Valerie disse che non pensava che la vita di sua figlia sembrasse tanto incantevole, al momento: senza casa, con un marito fermo al palo a quarant'anni, un figlio da educare, un capitale in esaurimento: <i>a lei</i> sembrava l'opposto di incantevole. Lascia che Erasmus si prenda un posto in qualche università. <br /><br />“Che posto? Quale università?” la interruppe Valerie. <br /><br />“Quella si può trovare, considerando le conoscenze di tuo padre e i titoli di Erasmus”, replicò la madre di Valerie. “E potreste togliere tutte le cose di valore dal magazzino, e avere una casa davvero deliziosa, che qualsiasi americano sarebbe orgoglioso di visitare. Ora come ora, i tuoi mobili si mangiano i tuoi averi, e voi vivete negli anfratti come i topi, senza un luogo dove andare.”<br /><br />Era verissimo. Valerie iniziò a struggersi per avere una casa, con le sue “cose”. Ovviamente avrebbe potuto vendere i mobili per una cospicua somma. Ma niente l'avrebbe persuasa a farlo. Tutto passava – le religioni, le culture, i continenti, e le speranze – ma Valerie non si sarebbe <i>mai </i>separata dalle “cose” che lei ed Erasmus avevano raccolto con tanta passione. Vi era inchiodata. <br /><br />Ma lei ed Erasmus non rinunciavano ancora a quella libertà, quella vita piena e meravigliosa in cui tanto avevano creduto. Erasmus maledisse l'America. <i>Non voleva</i> guadagnarsi da vivere. Anelava l'Europa. <br /><br /> Lasciato il bambino sotto le cure dei genitori di Valerie, i due idealisti partirono ancora una volta per l'Europa. A New York pagarono due dollari e guardarono le loro “cose” per un'ora breve e agra. Viaggiarono in “classe studenti”, ossia la terza. Il loro reddito ammontava ora a meno di duemila dollari, anziché tremila. E andarono diretti a Parigi – l'economica Parigi. <br /><br /> Questa volta trovarono l'Europa un totale fallimento. “Siamo tornati come cani sul nostro vomito”, disse Erasmus; “ma nel frattempo il vomito è andato a male.” Si accorse che non sopportava l'Europa. Irritava ogni nervo del suo corpo. Odiava anche l'America. Ma l'America era perlomeno molto più bella a vedersi di questo continente triste e micragnoso; e che oltretutto non era neanche più economico com'era prima. <br /><br /> Valerie, con il cuore rivolto alle sue cose – si era davvero rovinata per tirarle fuori da quel magazzino, dove erano rimaste per tre anni, mangiandosi duemila dollari – scrisse a sua madre che pensava che Erasmus sarebbe tornato, se avesse potuto trovare un lavoro adatto in America. Erasmus, in uno stato di frustrazione prossimo alla furia e alla follia, girava per l'Italia come un poveraccio, con i polsini del cappotto logori, odiando tutto intensamente. E quando gli fu trovato un posto all'Università di Cleveland, per insegnare letteratura francese, italiana e spagnola, i suoi occhi si fecero più penetranti, e il suo lungo e bizzarro viso divenne più affilato e dalle fattezze d'un ratto per l'ira totale e attonita. Aveva quarant'anni, e il lavoro lo aveva raggiunto. <br /><br />“Caro, credo che faresti meglio ad accettare. Non t'interessa più nulla dell'Europa. È morta e sepolta, come dici tu. Ci offrono una casa sui terreni dell'Università, e mia madre dice che c'è spazio per tutte le nostre cose. Penso che sarebbe meglio cablografare “Accetto”.” <br /><br /> La guardava torvo come un topo in trappola. Ci si poteva quasi aspettare di vedere i baffi da topo vibrare ai lati del naso appuntito. <br /><br />“Devo mandare il cablogramma?” chiese lei.<br />“Mandalo!” sputò fuori lui.<br />E lei uscì e lo mandò. <br /><br /> Lui era un uomo diverso, più silenzioso, e assai meno irritabile. Si era tolto un peso. Era dentro la gabbia. <br /><br /> Ma quando vide le fornaci di Cleveland, vaste e simili alla più immensa delle foreste nere, con rosse e bianche cascate incandescenti di ribollente metallo, e uomini come piccoli gnomi, e rumori spaventosi, e le dimensioni gigantesche, disse a Valerie:<br />“Di' pure ciò che vuoi, Valerie, ma questo è quanto di più grande si possa vedere nel mondo moderno.” <br /><br /> E quando furono nella loro piccola casa al passo coi tempi, nel terreno di proprietà dell'Università di Cleveland, e che i loro miserandi detriti d'Europa – la credenza bolognese, la libreria veneziana, e la sedia vescovile di Ravenna, e i tavolini Luigi XV, le tende “Chartres”, le lampade di bronzo di Siena – furono tutti sistemati, e avessero tutti un aspetto perfettamente trascurato, e pertanto di grande impatto; e una volta che gli idealisti ebbero avuto in casa un bel po' di persone rimaste a bocca aperta, ed Erasmus ebbe dato mostra dei suoi più squisiti modi all'europea, ma invero ancora cordiali e americani, e Valerie era stata una vera signora – ma dopotutto “preferiamo l'America”; allora Erasmus disse, guardandola con i bizzarri e taglienti occhi da ratto:<br /><br />“La maionese europea è discreta, ma è l'America che ci dà la cara vecchia aragosta – quando?” <br /><br />“Sempre!” disse lei, con soddisfazione. <br /><br /> E lui la guardò di sottecchi. Lui era in gabbia: ma lì dentro era al sicuro. E lei, evidentemente, era infine la vera lei. Aveva avuto gli oggetti. Ma attorno al naso di lui vi era uno sguardo bizzarro, malvagio e accademico, di puro scetticismo. Ma a lui l'aragosta piaceva.<br /><br />_________________________________ <br /> <b><u>Note:</u></b><br /><br /><a href="#sdfootnote1anc">1</a> Riferimento ad Annie Besant (1847–1933), attivista e saggista nota per le sue opere sull'esoterismo e per la sua vicinanza alla filosofia indiana. (N.D.T.) <br /> <br /><br /><a href="#sdfootnote2anc">2</a> Vocabolo di lingua tedesca che indica la capacità di rimanere pazientemente seduti a lungo, e in senso figurato il passare molto tempo nello svolgere un'attività noiosa o ripetitiva.<br /><br /><div><b><u>Nota storica e commento:</u></b></div><div>D. H. Lawrence (1885–1930) scrisse questo racconto nel maggio del 1927; fu poi pubblicato nel 1928 in due riprese: dapprima sulla rivista statunitense <i>The Bookman</i> nel numero di agosto del 1928, quando ancora Lawrence non ne aveva terminato la revisione, e infine nella revisione definitiva (completata nel settembre 1928) sull'inglese <i>The Fortnightly Review</i> nel numero di ottobre 1928.</div><div><br /></div><div>Con tono sarcastico e sguardo irridente e critico, Lawrence presenta una vicenda umana di duplice e antitetica natura: la ricerca del significato della vita attraverso un presunto percorso di conoscenza umana e filosofica (ma quanto autentico?), contrapposta all'accumulazione di beni materiali, le "cose" del titolo, che divengono infine l'unico vero risultato delle esperienze dei protagonisti, costretti infine a piegarsi a uno stile di vita più conformista – anche se non del tutto controvoglia, come traspare dalle righe conclusive del racconto.</div><div><br /></div><div>Vari i temi concomitanti che popolano questo breve scritto. L'uso del cognome Melville per i due protagonisti (con tanto di soprannome "Dick" dato da Valerie a Erasmus, chiaro rimando a <i>Moby Dick</i>) e dei riferimenti al New England – dove peraltro nell'Ottocento era nato il Trascendentalismo – richiamano i capitoli 10 e 11 dell'opera di Lawrence <i>Studies in Classic American Literature</i> (1923), entrambi su Herman Melville, con l'undicesimo specificamente dedicato proprio a <i>Moby Dick</i>. Altrettanto espliciti i richiami alla filosofia indiana, alla teosofia e ad Annie Besant, fondatrice della Società Teosofica e dell'Ordine della stella d'oriente: proprio Besant aveva identificato in suo figlio adottivo, Jiddu Krishnamurti (1895–1986), il futuro "maestro universale" (leggi: messia). Curiosamente lo stesso Krishnamurti viveva proprio in un cottage a Ojai in California, dove si era trasferito nel 1922: un altro elemento che ritroviamo nella vicenda dei coniugi Melville. È ovvio poi il punto di contatto tra l'autore e Firenze, giacché proprio in tale città nel luglio 1928 Lawrence dette alle stampe <i>L'amante di Lady Chatterley</i>, scritto tra l'ottobre del 1926 e il gennaio del 1928. La Francia, altra mèta dei vagabondaggi dei protagonisti del racconto, fu da Lawrence visitata nel 1924, e Parigi nello specifico nel 1929 (quindi dopo la pubblicazione di <i>Le cose</i>): con la Francia e i francesi lo scrittore aveva un rapporto altalenante, che miscelava odio e amore, come esplicitato in alcune sue lettere.</div><div><br /></div><div>È opportuno rilevare che nel 1965 lo scrittore francese Georges Perec pubblicò <i>Le cose</i> (<i>Les Choses</i>), romanzo in cui si riscontrano numerose somiglianze con l'omonimo racconto di Lawrence sia nel tema che nella trama e nello stile. Non risulta però una comprovata relazione tra questi due scritti, né è certo che Perec abbia letto Lawrence, come evidenziato da David Bellos nella sua risposta al dubbio avanzato dallo scrittore danese Nikolaj Zeuthen, che ipotizzava appunto un collegamento tra le due opere.</div><div><br /></div><div><i>Andrea Ridolfi Testori</i>, 30 dicembre 2022</div><div><br /></div><div><u>Bibliografia:</u></div><div>- David Bellos, <i>Perec lecteur de Lawrence? Ou l'inverse?</i>, Bulletin de l'Association Georges-Perec, 6 luglio 2010, pp. 21–22.</div><div>- "Things", in Paul Poplawski, <i>D. H. Lawrence. A Reference Companion</i>, Greenwood Press, 1996, pp. 397–399.</div><div id="sdfootnote2">
</div>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-47974138012121898582022-12-10T14:09:00.007+01:002022-12-10T17:58:28.743+01:00Breve storia di una foto misconosciuta<p>Breve storia di una foto misconosciuta<br /><br />di: Andrea Ridolfi Testori<br /><br />Si ringrazia l'amico Filippo Luti per la consulenza fornita per confermare l'identificazione dei giocatori in foto e Roberto Vinciguerra per aver indicato la data della partita cui la foto fa riferimento.<br />____________________________________________________________________________</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmUXiigheZHIpTzSqdjhzVO2AyFQLE0YQT_VAg3Hk92kfcsHUqlg3yl1ULHuyDRntCheedZ9kiff6xj28eRaSTomCT0EgBaHeUHq3CjT_FYx_BTCgd-AnmR9xCmzHeYJmiLnw67m1LV43kwJDNI72eYkM46hRehnBwXf_WpFjp_W3NUbs_bW6Rv5IxIA/s2354/Fiorentina%201930-31.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="1132" data-original-width="2354" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmUXiigheZHIpTzSqdjhzVO2AyFQLE0YQT_VAg3Hk92kfcsHUqlg3yl1ULHuyDRntCheedZ9kiff6xj28eRaSTomCT0EgBaHeUHq3CjT_FYx_BTCgd-AnmR9xCmzHeYJmiLnw67m1LV43kwJDNI72eYkM46hRehnBwXf_WpFjp_W3NUbs_bW6Rv5IxIA/w552-h266/Fiorentina%201930-31.png" width="552" /></a></div><p>Nelle varie pubblicazioni uscite nel corso degli anni sulla Fiorentina alla stagione 1929-30 è spesso associata una foto che raffigura, secondo le didascalie, "la prima formazione in maglia viola". Si tratta di una foto di squadra che ritrae undici giocatori sul campo di via Bellini, il terreno di gioco su cui la Fiorentina giocava prima che venisse edificato lo Stadio Giovanni Berta (l'attuale Artemio Franchi). Questa stessa foto, in varie versioni e in varie qualità, è stata ripresa più o meno universalmente con la medesima descrizione.<br /><br />Il problema è che sia l'annata che la didascalia di quella foto sono sbagliate.<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS2l2YZm7EKmzQzzzxziz6TqRVzqWcZnVlOz2P-lZdcq7dhICiWDV0NrEwFXnHofwY1_2kxv3z4XW3vtlkcZ5WN-LtBhecHmfWtaPt7c_ohv2A5ci3cclixvqVhOHvENaQ9UkU2bE7hhRJLUkTWvt12kMktTUmr_UM4ZcPTNR5nizBT8WMFzcaFttejA/s2367/Foto%20sbagliata.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1842" data-original-width="2367" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS2l2YZm7EKmzQzzzxziz6TqRVzqWcZnVlOz2P-lZdcq7dhICiWDV0NrEwFXnHofwY1_2kxv3z4XW3vtlkcZ5WN-LtBhecHmfWtaPt7c_ohv2A5ci3cclixvqVhOHvENaQ9UkU2bE7hhRJLUkTWvt12kMktTUmr_UM4ZcPTNR5nizBT8WMFzcaFttejA/s320/Foto%20sbagliata.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un esempio di didascalia sbagliata</td></tr></tbody></table></div>L'immagine, infatti, non può risalire all'annata 1929-30, poiché in essa compaiono dei giocatori che arrivarono alla società gigliata solamente nella stagione successiva, come ad esempio Renato Vignolini, Antonio Moretti e Andrea Kregar.<br />La didascalia è anch'essa sbagliata (qui a destra un esempio, su un libricino edito nel 1998), perché come primo giocatore da sinistra indica Sernagiotto, il portiere; nella foto è sì presente Sernagiotto, ma è il penultimo da sinistra, come si può notare anche dalla divisa che indossa. La didascalia riportata cita semplicemente una formazione tipo della Fiorentina del 1929-30, ma non è assolutamente una descrizione dei giocatori in foto. L'immagine, infatti, è relativa alla stagione 1930-31.<p></p><p><br />Incrociando varie fotografie dell'epoca ho proceduto a identificare, con l'aiuto dell'amico Filippo Luti, ciascun singolo calciatore presente in foto. Eccoli, citati da sinistra verso destra: il primo è l'ala Pilade Luchetti, il secondo il riconoscibilissimo capitano Giuseppe Galluzzi, il terzo Renato Vignolini (uno dei "nuovi arrivati" di quella stagione), il quarto il calciatore-partigiano Bruno Neri, il quinto Vittorio Staccione, il sesto Mario Pizziolo, il settimo il riminese Antonio Moretti, l'ottavo Oliviero Serdoz, il nono Andrea Kregar, il decimo Mario Sernagiotto e l'undicesimo Giovanni Corbyons.<br /><br />Nelle partite di campionato non fu mai utilizzata una formazione con questi 11 giocatori: la foto fa infatti riferimento alla partita amichevole Fiorentina-SPAL, disputata a Firenze il 21 settembre 1930; ringrazio Roberto Vinciguerra per aver fornito l'informazione relativa alla data esatta della partita.<br /><br />La vicenda di questa foto è emblematica: un errore, come quello compiuto nel descrivere questa foto in molte pubblicazioni, ha fatto perdere la verità tra le pieghe del tempo, e per decenni questa foto è stata catalogata in modo scorretto. Il compito del ricercatore è quello di identificare questi errori e ricostruire la veridicità dei fatti, così da ridare ai protagonisti della storia – del calcio, e non solo – il posto che spetta loro di diritto.</p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-2096872518776081112022-01-11T12:10:00.011+01:002022-01-19T23:15:48.036+01:00Cenni biografici di Ilo Bianchi, giornalista sportivo (1909–1959)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjN-jBHOt2fnINt5WbnbBsDV-uHth8hJ3c0pMY49u2inTH6FqBDxw7Lf9vnCBeZ-uEFCQ6UIL5Bq9_vVSjFtkxC2cjz8YHbM1f6RbR03Tt7UHN-1V9AAV31zmYOgiruPwciQ7r1LlxFgsBrGC7h7G9nvxPLVnKl3jUKcPUlespZJYxtFfST4RfOuZo17Q=s688" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="688" data-original-width="529" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjN-jBHOt2fnINt5WbnbBsDV-uHth8hJ3c0pMY49u2inTH6FqBDxw7Lf9vnCBeZ-uEFCQ6UIL5Bq9_vVSjFtkxC2cjz8YHbM1f6RbR03Tt7UHN-1V9AAV31zmYOgiruPwciQ7r1LlxFgsBrGC7h7G9nvxPLVnKl3jUKcPUlespZJYxtFfST4RfOuZo17Q=w246-h320" width="246" /></a></div>Ilo Bianchi nacque il 16 settembre 1909 a Castagneto Carducci, un piccolo paese in provincia di Livorno, da Bartolomeo Bianchi e Lucrezia Fenini. Già a 19 anni, nel 1928, aveva iniziato l'attività di giornalista, e nel 1930 era entrato nella redazione del principale giornale di Livorno, <i>Il Telegrafo</i>, dapprima come collaboratore e poi, nel 1933, come redattore. Per il giornale si occupava di seguire le vicende delle squadre toscane impegnate nei campionati di Serie A e Serie B, concentrandosi ovviamente sulle gesta degli atleti dell'Unione Sportiva Livorno, che all'epoca alternava le sue stagioni tra la massima serie e la serie cadetta: Bianchi ne seguì spesso le trasferte sui vari campi d'Italia. Lo stile degli articoli era concreto e diretto, pur senza rinunciare a brevi brani intrisi di ispirazione poetica e letteraria, come del resto era costume in quegli anni di forte attenzione per il giornalismo sportivo, che stava vivendo un periodo di ascesa e vedeva all'opera molte grandi firme. <p></p><p>Parallelamente all'attività di giornalista, Bianchi svolse i suoi studi universitari, laureandosi in Scienze Politiche. Ebbe anche particolare attenzione per la Medicina, che rimase sempre una sua passione. Non solo il calcio fu protagonista degli articoli di Bianchi: passato al <i>Corriere del Tirreno</i> scrisse anche di regata, di automobilismo, di ciclismo, di ippica e più avanti ancora gli capitò di seguire gli sport invernali, mettendo a servizio di varie discipline la sua poliedrica penna. Negli anni '40 Bianchi scrisse per la <i>Gazzetta dello Sport</i>. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 fu caporedattore del <i>Giornale del popolo</i> di Livorno e poi direttore di un settimanale sportivo fiorentino. Nell'estate del 1946 Renato Casalbore lo volle al neonato <i>Tuttosport</i>, e Bianchi si trasferì a Torino, andando ad abitare in corso Ferraris. Divenne uno degli autori di punta del giornale, seguendo le vicende sportive dell'Italia del Dopoguerra, apprezzato e temuto dai colleghi per la sua competenza e per il suo carattere caustico e indomito, simbolo di una toscanità (e più precisamente: livornesità) verace. Giorgio Tosatti di lui scrive «il caporedattore Ilo Bianchi era terribile, ci faceva tremare»; nel necrologio comparso su <i>La Stampa</i>, viene così definito: «Era un toscano a modo suo, non ciarliero, un po' spigoloso. Ma, già al primo contatto, il carattere buono di Ilo prendeva subito il sopravvento. L'amicizia si cementava d'incanto.» Un altro spaccato della personalità di Bianchi lo ricaviamo dal necrologio pubblicato sul <i>Tirreno</i>, dove si legge: «ricordava con piacere le imprese garibaldine dei servizi disagiati e tumultuosi che richiedevano dal cronista sportivo, di solito in veste di "inviato speciale", sacrifici estenuanti [...]».</p><p>Nella seconda metà degli anni '50 le sue condizioni di salute si aggravarono, e nella primavera del 1959 gli venne diagnosticata una nefrite che lo costrinse a lasciare temporaneamente il luogo di lavoro. Superato il primo attacco della malattia, tornò a <i>Tuttosport</i> e ne fu direttore responsabile dal 26 aprile al 25 agosto 1959, sostituendo lo scomparso "Carlin" Bergoglio. Il male però si ripresentò e Bianchi tornò nella sua Castagneto per recuperare le forze: un improvviso peggioramento lo costrinse al ricovero presso l'ospedale di Pisa, dove morì alle ore 22 del 28 agosto 1959, circondato dall'affetto dei famigliari. Lasciò la moglie, Margherita, e due figli piccoli, Fulvio e Cristiana. I funerali si tennero lunedì 31 agosto a Torino. </p><p>Nel 1960 in sua memoria fu istituito in Piemonte il "Trofeo Ilo Bianchi", un torneo di calcio giovanile riservato alla categoria Esordienti. Stando alle informazioni da me reperite, questo torneo si disputò almeno fino all'anno 2002. Il figlio Fulvio Bianchi ha seguito le orme del padre e ha intrapreso la carriera di giornalista, iniziando a <i>Tuttosport</i> per poi divenire redattore di <i>Repubblica</i>. Chi scrive fa notare che è da considerarsi ovviamente errata la notizia, riportata da varie fonti anche di stampa, che vuole Ilo Bianchi direttore di <i>Tuttosport</i> nel 1962, in quanto era purtroppo già deceduto tre anni prima.</p><p><i>Andrea Ridolfi Testori</i><br />11 gennaio 2022<br /><br /><b><u>Le informazioni presenti in questo articolo possono essere utilizzate, a patto di citarne esplicitamente l'autore, Andrea Ridolfi Testori.</u></b><br /><br />Fonti utilizzate:<br />- Annuario della stampa italiana, anni 1937 e 1957<br />- Necrologi pubblicati su <i>La Stampa</i> (30 agosto 1959) e <i>Il Tirreno</i> (29 agosto 1959)</p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-81811111828241130802021-11-19T18:14:00.000+01:002021-11-19T18:14:28.074+01:00Io c'ero: Andrea Valcarenghi, dimenticato dalla storia<p><b>Io c'ero: Andrea Valcarenghi, dimenticato dalla storia</b><br /><br /><u>di:</u><br />Andrea Ridolfi Testori<br /><br />_____________________________________________________________________________<br /><br /></p><p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-O8l14Saqdd8/YZfXW9XlevI/AAAAAAAAA7I/VNj9UCijsBUuPmOBc0lm7UIDflMbwzNgQCLcBGAsYHQ/s1316/Andrea%2BValcarenghi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1316" data-original-width="1082" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-O8l14Saqdd8/YZfXW9XlevI/AAAAAAAAA7I/VNj9UCijsBUuPmOBc0lm7UIDflMbwzNgQCLcBGAsYHQ/w164-h200/Andrea%2BValcarenghi.jpg" width="164" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Andrea Valcarenghi</td></tr></tbody></table>Lo scopo delle ricerche calcistiche è quello di scoprire la verità. Ciò che muove gli appassionati di questa materia – che alla maggior parte delle persone spesso sembrano invero bizzarri – è il desiderio di stabilire la realtà dei fatti e onorare chi scendeva in campo rappresentando i colori della propria squadra, esprimendo per lo sport una passione che specialmente negli anni pioneristici del calcio era la ragione unica per cui ci si dedicava alla pratica del gioco del pallone. Per la maggioranza dei giocatori grandi erano le gioie morali, ma assai esigue le soddisfazioni economiche.</p><p>Ci sono casi in cui un'omissione o un errore di interpretazione possono cancellare o alterare interi avvenimenti (come l'autore di un gol, o un'espulsione); ma talora, svaniscono addirittura delle persone. Per esempio, se un giocatore scende in campo in una partita, ma le cronache dell'epoca lo citano con un nome storpiato – oppure non riportano proprio la formazione – ecco che la memoria di questo sportivo svanisce, rimane perduta nelle spire del tempo, e un'omissione che all'epoca pareva di poco conto, a decenni di distanza produce un effetto di completo oblio.</p><p>È questo purtroppo il caso di Andrea Valcarenghi, promettentissima ala destra nella quale erano riposte le più luminose speranze del calcio cremonese, cancellato dalle cronache e dalla memoria del calcio. Varie pubblicazioni a tema calcistico uscite a decenni di distanza dai fatti ne hanno infatti confuso l'identità con quella di Dante Romanenghi, di Pontevico (BS), un altro membro della rosa della Cremonese nella stagione 1933-34; e tutte le presenze di Valcarenghi sono state incluse in quelle assegnate a Romanenghi, espungendo di fatto Valcarenghi dalla storia del calcio e togliendogli ciò che era suo di diritto. Con questo articolo intendo riparare al torto e narrare la storia di Andrea Valcarenghi, dolorosamente breve, poiché egli fu strappato alla vita a soli 19 anni a causa del tifo fulminante.</p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-j3E-I7l3WEo/YZfYQjcnx1I/AAAAAAAAA7Q/gE6_R4UexTwUlvexKvxqNkjW9P16C0nyACLcBGAsYHQ/s562/Valcarenghi%2Brosa%2BCremonese.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="482" data-original-width="562" height="171" src="https://1.bp.blogspot.com/-j3E-I7l3WEo/YZfYQjcnx1I/AAAAAAAAA7Q/gE6_R4UexTwUlvexKvxqNkjW9P16C0nyACLcBGAsYHQ/w200-h171/Valcarenghi%2Brosa%2BCremonese.jpg" width="200" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La rosa della<br />Cremonese 1933-34</td></tr></tbody></table><p>Andrea Valcarenghi nasce il 3 agosto 1914 a Soresina, in provincia di Cremona, da Angelo Valcarenghi e Maria Salvadori. Si avvicina da ragazzo allo sport che infiamma gli animi dei giovani italiani, il calcio, e dimostra ben presto un chiaro talento. Viene quindi tesserato per la squadra locale, l'Unione Sportiva Soresinese, che all'epoca ha sede presso l'Albergo Roma in viale Umberto I a Soresina. In quegli anni la Soresinese milita in Seconda Divisione, il quarto livello del calcio italiano; alla fine del campionato 1931-32 la squadra rosso-blu vince il proprio girone, si qualifica alle finali, e ottiene la promozione insieme al Cantù. Nel successivo campionato 1932-33, in Prima Divisione (terzo livello, corrispondente all'attuale Serie C), Valcarenghi si mette in luce: in 17 presenze mette a segno 6 gol ed è evidente che possieda doti tali da poter aspirare a palcoscenici più prestigiosi. Arriva la chiamata della Cremonese, la società del capoluogo e una delle realtà di maggior rilievo nel calcio lombardo al di fuori di Milano; possiamo solo figurarci l'emozione di Andrea, che a soli 18 anni viene tanto stimato da venire incluso nelle file grigio-rosse, il sogno di tutti i giovani calciatori della provincia. Insieme a lui, dalla Soresina passano alla Cremonese anche Pierino Dalla Vedova (noto nel mondo del calcio come Dalle Vedove), attaccante molto noto con un passato anche nella Roma, e Guido Selva, terzino originario di Casalbuttano (CR).</p><p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-3iY515Pjziw/YZfYnX76KiI/AAAAAAAAA7Y/Oty8iEBiE74GsVe4TPAGpXrrJRgr3rSmACLcBGAsYHQ/s753/Valcarenghi%2Bdebutto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="311" data-original-width="753" height="132" src="https://1.bp.blogspot.com/-3iY515Pjziw/YZfYnX76KiI/AAAAAAAAA7Y/Oty8iEBiE74GsVe4TPAGpXrrJRgr3rSmACLcBGAsYHQ/s320/Valcarenghi%2Bdebutto.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il debutto di Valcarenghi in Serie B</td></tr></tbody></table>Nel suo libro "Il Campionato di calcio 1933-34", il giornalista sportivo <a href="http://andridtes.blogspot.com/2020/11/erberto-levi-landi-una-breve-biografia.html">Erberto Levi</a> include Valcarenghi nell'elenco delle forze a disposizione della società cremonese, e include una fotografia di Valcarenghi, quella riportata all'inizio di questo articolo. L'allenatore József Bánás, tornato alla Cremonese dopo l'esperienza al Milan, si ritrova in mano una squadra che a elementi di comprovata esperienza (Dalla Vedova, Gianfardoni, Mosca, Ranelli, Sbalzarini, Stafetta) affianca una serie di giovani promettenti (oltre a Valcarenghi anche Dacquati, Ferrari, Olmi, Travagin e Trovati). Per il nostro Andrea l'occasione di esordire arriva il 1º ottobre 1933, Cremonese-Vicenza 1-1, alla 4ª giornata del campionato. Diviene subito l'ala destra titolare, e "Patana" (questo il suo soprannome), nel corso del campionato, conferma quanto di buono aveva fatto vedere a Soresina. Solo la vena realizzativa non si sblocca: alla 19ª finalmente si presenta una possibilità, un rigore concesso nella partita con l'Atalanta. A Valcarenghi viene affidata la responsabilità di batterlo, e il giovane assapora già la prospettiva del primo gol in Serie B: ma il portiere atalantino Gaetano Cesana, già protagonista positivo della partita, riesce a parare il suo tiro. Si spegne quindi il sogno della prima rete, ma Andrea è sicuro che l'appuntamento sia solo rimandato, che un'altra occasione di segnare giungerà presto, magari nella prossima stagione. Ma è un altro appuntamento, di ben più triste natura, quello che attende il giovane calciatore. </p><p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-OpuDr_B8924/YZfYvGM-O_I/AAAAAAAAA7c/qwOYL9H2uTIVkEoJXeehvWg4BhMYMPJxgCLcBGAsYHQ/s239/Valcarenghi%2Bnecrologio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="239" height="194" src="https://1.bp.blogspot.com/-OpuDr_B8924/YZfYvGM-O_I/AAAAAAAAA7c/qwOYL9H2uTIVkEoJXeehvWg4BhMYMPJxgCLcBGAsYHQ/s0/Valcarenghi%2Bnecrologio.jpg" width="239" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il necrologio di Valcarenghi<br />comparso sul <i>Littoriale</i></td></tr></tbody></table>La notizia giunge inattesa e tragica: per un attacco di tifo fulminante, Andrea Valcarenghi muore a Soresina, nella casa di via Genala 8, alle ore 20:30 del 7 luglio 1934. Il funerale si tiene lunedì 9 luglio a Soresina, alla presenza dei suoi compagni di squadra e dei dirigenti della Cremonese e della Soresinese. Cremona e Soresina piangono il loro figlio così tragicamente scomparso, raccogliendosi intorno alla famiglia annientata dal dolore. Un drammatico epilogo per una storia che sembrava destinata a divenire luminosissima. 15 partite Andrea Valcarenghi ha giocato in Serie B, nella stagione 1933-34: ma un errore di interpretazione fatto molti anni dopo ne aveva cancellato ogni memoria. Adesso la storia di Andrea non è più dimenticata, e ciò che gli era stato tolto gli è stato restituito.</p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-29258916837545675262021-05-22T10:46:00.013+02:002022-01-11T12:10:24.370+01:00Cenni biografici di Pino Buelli, pittore bergamasco (1910–1997)<p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-1iw-aj6fIEU/YKjCagZPA6I/AAAAAAAAA4k/Ckkm7ioUnIEwnSQlNfEXs4INt6lCliOyQCLcBGAsYHQ/s579/Pino%2BBuelli.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="579" data-original-width="405" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-1iw-aj6fIEU/YKjCagZPA6I/AAAAAAAAA4k/Ckkm7ioUnIEwnSQlNfEXs4INt6lCliOyQCLcBGAsYHQ/w140-h200/Pino%2BBuelli.jpg" width="140" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una foto di Pino Buelli</td></tr></tbody></table>Giuseppe Buelli, detto Pino, nacque a Bergamo il 13 febbraio 1910 da Luigi Buelli ed Ermenegilda Lussana. Avendo dimostrato particolare attitudine al disegno e all'arte, si iscrisse all'Accademia Carrara, ed ebbe modo di studiare sotto Ponziano Loverini, abile pittore che aveva acquisito notevole fama nell'Ottocento, Luigi Brignoli, capace paesaggista e ritrattista, e Severino Bellotti. Buelli si trasferì poi a Roma per terminare il proprio percorso di studio presso l'Accademia di Spagna.<br /><br />Nel 1933 la sua prima mostra personale presso la Galleria Permanente a Bergamo, esperienza ripetuta nel 1935 e nel 1938. Oltre alla sua attività di pittore, Buelli prestò la sua matita anche allo sport: nel 1936 uscì sul giornale <i>La Voce di Bergamo</i> una serie di disegni raffiguranti dei momenti di alcune partite di calcio dell'Atalanta per la stagione 1936-37. Da adolescente infatti Buelli si era avvicinato, come moltissimi giovani, al gioco del calcio, e aveva militato con successo nella squadra "Ragazzi" dell'Unione Sportiva Ardens di Bergamo nel ruolo di terzino, avendo peraltro come compagno di squadra il portiere Carlo Ceresoli, futuro campione del mondo nel 1938. Fin dai primi anni '40 Buelli viaggiò spesso e toccò numerose mete, soggiornando a Parigi, Amsterdam, Madrid, Lisbona e persino in Africa; tra un viaggio e l'altro aveva la sua residenza in una casa in via Crocette 8 a Mozzo (BG).<br /><br />Nel 1949 si trasferì in Brasile, paese dove già aveva trascorso periodi di vacanza anni prima, e si stabilì in un appartamento di Alameda Nothmann, a San Paolo. Rimase in Brasile fino al 1953, vivendo anche a Rio de Janeiro e proseguendo la sua attività espositiva e riscuotendo notevole successo. Particolarmente apprezzata fu la sua mostra presso la galleria Europa a San Paolo del Brasile. Oltre a svolgere l'attività di pittore Buelli fu anche docente, e insegnò presso il collegio internazionale di Cajuru, nello stato di San Paolo.<br /><br />Nel 1954 un'altra personale a Parigi, a Montmartre, segnò il suo ritorno in Europa: già nel 1956 era tornato nella natia Bergamo dove fu organizzata una sua esposizione presso la Galleria della Torre. Sempre nel 1956 espose alla VI Quadriennale d'Arte romana: le sue opere non solo guadagnarono la stima della critica, ma attirarono l'interesse della galleria World House di New York, che le acquistò con la mediazione dell'Istituto d'Arte di Firenze.<br /><br />Gli anni '60 proseguirono con un'intensa attività espositiva: Bergamo (1961 e 1963), Marocco (1961), Amsterdam (1962), Barcellona (1964), Portogallo (Cascais, 1967), Jesolo (1967-68). Nel 1970-71 fu nuovamente protagonista a Bergamo presso la Galleria Simonetta. Buelli ottenne numerosi riconoscimenti, tra le quali varie medaglie d'oro (Bormio, Cremona, Magenta, Miano, Albinea), la targa d'oro a Sondrio, il Premio Soncino e la Coppa Bergamo a Bormio.<br /><br />Pino Buelli morì a Bergamo il 14 novembre 1997.<br /><br />Alcuni disegni a tema calcistico di Buelli:<br /><br /><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ufiEXTE0Ts4/YKjD5ZhDxWI/AAAAAAAAA4s/i3LT_MqH3PwsVUEveTAR4pCEJGOmbvpngCLcBGAsYHQ/s1433/Buelli%2B2%2B%25282%2529.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="901" data-original-width="1433" height="201" src="https://1.bp.blogspot.com/-ufiEXTE0Ts4/YKjD5ZhDxWI/AAAAAAAAA4s/i3LT_MqH3PwsVUEveTAR4pCEJGOmbvpngCLcBGAsYHQ/w320-h201/Buelli%2B2%2B%25282%2529.png" width="320" /></a><br />Il gol di Guidi durante Pro Vercelli-Atalanta 2-3 (27.09.1936)<br /><br /><a href="https://1.bp.blogspot.com/-2zdhsSkE4Pg/YKjESuERYdI/AAAAAAAAA40/SMyIzAvfByYyA-hEEtZFWFqCvYl21qyxACLcBGAsYHQ/s1297/36-37%2BAtalanta%2BCatanzaro%2Bgol%2BSavio%2B%25282%2529.png" style="font-style: italic; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="926" data-original-width="1297" src="https://1.bp.blogspot.com/-2zdhsSkE4Pg/YKjESuERYdI/AAAAAAAAA40/SMyIzAvfByYyA-hEEtZFWFqCvYl21qyxACLcBGAsYHQ/s320/36-37%2BAtalanta%2BCatanzaro%2Bgol%2BSavio%2B%25282%2529.png" width="320" /></a><br /><br />Il gol di Savio durante Atalanta-Catanzarese 2-0 (20.09.1936)<br /><br /><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8m45g2fUvF4/YKjEomDJT7I/AAAAAAAAA48/w8pqPIvLCPM9QJ0oSY0opfyPuQxGfmtsgCLcBGAsYHQ/s1173/36-37%2BAtalanta%2BSpezia%2B%25282%2529.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="838" data-original-width="1173" src="https://1.bp.blogspot.com/-8m45g2fUvF4/YKjEomDJT7I/AAAAAAAAA48/w8pqPIvLCPM9QJ0oSY0opfyPuQxGfmtsgCLcBGAsYHQ/s320/36-37%2BAtalanta%2BSpezia%2B%25282%2529.png" width="320" /></a><br /><br />Il gol di Savio, quarto della partita, durante Atalanta-Spezia 4-1 (11.10.1936)<br /><br />Fonti utilizzate:<br />- Registri dell'immigrazione in Brasile (FamilySearch.org)<br />- http://www.lombardiabeniculturali.it/<br />- Servizi Cimiteriali del Comune di Bergamo: http://webcim.comune.bergamo.it/forms/defuntoricerca.asp<br />- <i>La Voce di Bergamo</i><br />- A. M. Comanducci, <i>Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei</i><span style="font-style: italic;">, </span>1962, 1º volume, 3ª edizione<br /><br />Autore del testo: <i>Andrea Ridolfi Testori</i>, 22 maggio 2021.<br />Le informazioni presenti nei miei articoli possono essere riutilizzate, a patto che l'autore e il blog vengano citati esplicitamente come fonte.<p></p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-77277554958478386212021-04-23T12:00:00.029+02:002021-04-25T20:24:43.169+02:00 Serie B 1929-30: storia di un errore durato 90 anni<p>Serie B 1929-30: storia di un errore durato 90 anni<br /><br /><u>di:</u><br />Andrea Ridolfi Testori<br /><br />Grazie agli amici ricercatori Pietro Belcuore e Fabrizio Schmid per l'aiuto fornito nel verificare le informazioni sotto riportate.<br /><br /><i>Nota: questo articolo, pubblicato il 23 aprile 2021 alle ore 12:00, è il primo in assoluto ad aver reso pubblica la scoperta relativa al risultato corretto della partita Casale-Prato. Si rimanda anche alla nota presente al termine dell'articolo.</i><br />_____________________________________________________________________________</p><p>Nel corso delle mie ricerche storiche e statistiche sul campionato di Serie B mi sono imbattuto in diverse informazioni inedite, curiosità e anomalie. I campionati che pongono le maggiori difficoltà dal punto di vista delle ricerche sono senza dubbio quelli del periodo antecedente la seconda guerra mondiale, sia per la lontananza dal punto di vista cronologico che per la natura delle cronache giornalistiche, che sovente trattavano il tema dei campionati di calcio con minor rigore e attenzione rispetto a epoche più vicine ai giorni nostri. Numerosissime infatti sono le discrepanze riguardanti le formazioni schierate dalle squadre, i nomi dei giocatori, gli autori dei gol. Orientarsi in questo mare di informazioni contrastanti è, per il ricercatore, una costante sfida al raggiungimento della verità dei fatti. Com'è ovvio, risulta un compito assai arduo, anche perché si cerca di svolgerlo a svariati decenni di distanza.</p><p>Ciò detto, mai mi era capitato di incontrare un errore riguardante l'effettivo risultato finale di una partita, uno dei pochissimi elementi non toccati dalle inesattezze tipiche delle cronache di quegli anni; si tratta di una possibilità non remota per le categorie inferiori, ma praticamente inedita per i campionati di Divisione Nazionale Serie A e Serie B.</p><p>Per quanto riguarda il campionato di Serie B 1929-30, però, un errore è stato fatto, ed è stato riportato nel corso degli anni da tutte le pubblicazioni sportive, tanto che tuttora figura negli almanacchi. Si tratta del risultato della partita Casale-Prato, valida per la 33a giornata del campionato e disputata il 29 giugno 1930 a Casale Monferrato.</p><p>In varie pubblicazioni si legge che l'incontro terminò 7-1 in favore del Casale; tuttavia, questo dato è sbagliato, e il risultato esatto è 6-1.</p><p>Andiamo adesso ad analizzare le cronache della partita tratte da vari giornali dell'epoca per comprendere più a fondo cosa successe quel 29 giugno e mettere un punto fermo alla questione del risultato. La premessa è che anche le fonti coeve fecero confusione in merito, tanto che alcune (<i>Il Monferrato</i>, <i>Il Popolo Biellese</i>, <i>La Stampa</i>) riportarono il risultato corretto di 6-1, mentre altre (<i>Gazzetta del Mezzogiorno</i>, <i>Gazzetta di Parma</i>, <i>Gazzetta di Venezia</i>) indicarono quello sbagliato di 7-1. </p><p>Questa la cronaca de <i>La Stampa</i> del 30 giugno 1930 (inserisco la numerazione dei gol tra parentesi):<br />«Casale-Prato: 6-1 — I nero stellati si sono congedati dal loro pubblico con una ultima dimostrazione di forza. La netta vittoria giunse tanto più gradita agli sportivi casalesi in quanto essa vuol esser pure una promessa che il posto conquistato nella massima divisione sarà difeso con tutta la volontà di cui sono capaci gli atleti in maglia nera. La gara si inizia alle 17, Mattea viola la rete pratese astutamente al 13.o (1) ed al 21.o (2) minuto, mentre Patrucchi al 24.o (3) minuto, con un colpo di testa preciso, porta a tre i punti. Nella ripresa superiorità incontrastata dei casalesi che segnano ancora al 26.o (4) ed al 30.o (5) con Demarchi ed al 32.o (6) con Mattea. I pratesi per contro in una rapida controffensiva ottengono il loro unico punto al 15.o per merito di Querci. Arbitro Mazzini di Bologna.»<br /><br />La <i>Gazzetta di Venezia</i>, che riporta il risultato sbagliato, scrive (30 giugno): <br />«I nero stellati hanno voluto consacrare l'ultima partita di campionato disputata sul campo Natale Palli con una vittoria in grande stile. Il Prato che certo non attendevasi una condotta di gara tanto impetuosa da parte dei nero-stellati, ha capitolato dopo aver invano cercato di arginare l'offensiva. Il primo tempo termina 3 a 0 a favore del Casale. Nella ripresa i concittadini segnano altri quattro punti contro uno. I goals del Casale furono suddivisi tra Mattea, Gardini (sic), De Marchi e Patrucchi.»<br />Nella cronaca della <i>Gazzetta di Venezia</i> si sottolinea come il primo tempo terminò 3-0, dato ripreso anche dagli altri giornali. L'indicazione di Gardini tra i marcatori è un errore: <i>Il Monferrato</i> infatti scrive «Il bravo Gardini si è preso il lusso di sbagliare parecchi goals quasi sicuri, tra il disappunto dei presenti.»<br /><br />Sempre <i>Il Monferrato</i> (5 luglio 1930) scrive: «L'esito dell'incontro della scorsa domenica non poteva essere dubbio, dato l'abisso di classe esistente tra la squadra di testa e la cenerentola della Serie B del Campionato di Divisione Nazionale. I sei goals segnati dai nerostellati valgono a mala pena ad indicare l'enorme differenza tra le due contendenti.»<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-wESfoRIMPPM/YIKFvFXUEEI/AAAAAAAAA3s/lyZai-E8ZuAot9x4vQKZYxdKC6Fz1d0ewCLcBGAsYHQ/s428/Casale-Prato%2B6-1.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="128" data-original-width="428" src="https://1.bp.blogspot.com/-wESfoRIMPPM/YIKFvFXUEEI/AAAAAAAAA3s/lyZai-E8ZuAot9x4vQKZYxdKC6Fz1d0ewCLcBGAsYHQ/s320/Casale-Prato%2B6-1.png" width="320" /></a></div>Nei suoi comunicati settimanali il Direttorio Divisioni Superiori, l'organo deputato a gestire i campionati di Divisione Nazionale (Serie A e Serie B) e Prima Divisione, pubblicava l'elenco dei risultati omologati, ovvero tutti quei risultati riconosciuti come ufficiali dal Direttorio stesso. Nel comunicato del 2 luglio 1930, relativo ai risultati delle partite giocate la domenica precedente, per la partita Casale-Prato il risultato omologato è 6-1. A lato se ne pubblica la prova, con un estratto del comunicato riportato come ogni settimana dalla <i>Gazzetta dello Sport</i>. Tale prova elimina ogni dubbio residuo poiché si tratta della ratificazione ufficiale del risultato.<br /><br />L'errore è originato con ogni probabilità da un equivoco riguardante uno dei gol di Demarchi: in alcuni tabellini (per es. nel libro <i>Annogol 1929-30</i>) viene infatti citato erroneamente come un gol segnato al 26' del primo tempo, e successivamente un altro gol di Demarchi è riportato al 71'... e cioè al 26' del secondo tempo. Quello giusto, però, è solo quello segnato nel secondo tempo, mentre non ci fu alcun gol segnato al 26' del primo tempo da Demarchi, come abbiamo visto dalle cronache sopra riportate. È facile pertanto comprendere come questo gol "raddoppiato" abbia alterato sia il risultato parziale (che da 3-0 nel primo tempo con questo gol "doppio" diventa 4-0) che il risultato finale della partita. Curiosamente, il libro <i>Neri... neri... Quel grido che mette i brividi dentro</i>, dedicato alla storia del Casale, riporta il risultato corretto (6-1) ma il parziale errato (4-0), avendo appunto considerato il gol di Demarchi al 26' del primo tempo e non del secondo, e pubblica la classifica con il totale dei gol sbagliato (attribuendone uno segnato in più al Casale e uno subìto in più al Prato). Lo stesso fa il libro <i>Associazione Calcio Prato 1908-1988</i>, che riporta correttamente 6-1 ma indica il gol di Demarchi al 26' del primo tempo.<br /><br />Abbiamo pertanto dimostrato come il risultato corretto di quella partita fu 6-1. Ciò significa che la classifica finale della Serie B 1929-30 deve subire una correzione: i gol segnati dal Casale in totale diverranno pertanto 84, e non più 85 come si trova in tutte le varie pubblicazioni; e quelli subìti dal Prato, com'è ovvio, saranno 71 e non più 72. I gol segnati in totale nel campionato, quindi, furono 885 e non 886.<p></p><br /><u>Il tabellino della partita:</u><br /><br /><b>CASALE-PRATO<span style="white-space: pre;"> </span>6-1 (3-0)</b><br /><br /><b>CASALE:</b> Roletto; Roggero, Ticozzelli; Boltri, Castello, Patrucco; Montiglio, Demarchi, Mattea, Gardini, Patrucchi.<br /><b>PRATO:</b> Gori; Corti, Canestri II; Bardazzi, Bosio, Morelli; Mochi, Gelada, Marini, Querci, Degl’Innocenti.<br /><b>ARBITRO:</b> Mazzini di Bologna.<br /><b>GOL: </b>13' Mattea, 21' Mattea, 24' Patrucchi, 60' Querci (PO), 71' Demarchi, 75' Demarchi, 77' Mattea.<br /><b>NOTE:</b> alcune fonti (La Stampa, Il Popolo Biellese, Il Monferrato) riportano il risultato di 6-1 per questa partita, mentre altre (Gazzetta di Parma, Gazzetta di Venezia) dicono 7-1. Il comunicato del D.D.S. del 2 luglio 1930 indica 6-1 come risultato omologato. Le fonti sono concordi nel dire che il risultato parziale del 1º tempo era 3-0 in favore del Casale. Il Prato giocò in maglia verde.<br /><br /><u>La classifica corretta (cliccare sull'immagine per ingrandirla):</u><div><u><br /></u><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-EtLzfeE2BvU/YILeH9UY8FI/AAAAAAAAA38/d0sAf1EYYT0IbfeDVLG3PoaBSLgnXgRggCLcBGAsYHQ/s1293/Classifica%2BB%2B1929-30.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="590" data-original-width="1293" height="267" src="https://1.bp.blogspot.com/-EtLzfeE2BvU/YILeH9UY8FI/AAAAAAAAA38/d0sAf1EYYT0IbfeDVLG3PoaBSLgnXgRggCLcBGAsYHQ/w586-h267/Classifica%2BB%2B1929-30.png" width="586" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /><div style="text-align: left;"><i>Aggiornamento del 23 aprile 2021, ore 22:30: <br />Ho notato che qualcuno oggi stesso, dopo sole 2 ore dalla pubblicazione del presente articolo, si è preso la briga di modificare in forma anonima la pagina di Wikipedia relativa alla Serie B 1929-30 andando a cambiare il risultato di Casale-Prato senza citare né l'articolo né me, che ne sono autore. Questo comportamento è profondamente scorretto poiché di fatto "ruba" l'informazione e se ne appropria senza dare alcun credito al sottoscritto, che ha impiegato ore per effettuare le ricerche e le verifiche necessarie a pubblicare la scoperta. </i></div><div style="text-align: left;"><i>Avevo già aggiunto un avviso, che campeggia in cima al blog, in cui specifico che per utilizzare le informazioni qui pubblicate sia necessario citare esplicitamente il blog e l'autore, proprio per evitare casi del genere. Mi rammarica molto che ciò non venga fatto e che non venga rispettato il lavoro qui svolto. Mi dispiace anche dover scrivere le seguenti righe di precisazione, speravo non si rendesse necessario.<br />Preciso che il presente articolo è stato pubblicato il giorno 23 aprile 2021 alle ore 12:00 (mezzogiorno), come è certificato anche dalla piattaforma Blogspot. Eventuali informazioni su questo argomento pubblicate successivamente in altre sedi sono quindi da considerarsi derivanti dal presente articolo, che è il primo ad aver evidenziato l'errore del risultato della partita Casale-Prato e averlo reso pubblico.</i></div><div style="text-align: left;"><i><br />Andrea Ridolfi Testori</i></div></div><br /></div>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-80979843889852544552020-12-18T19:15:00.018+01:002021-02-16T20:38:44.260+01:00Presenze e reti della Serie C 1952-53<div style="text-align: left;"><span style="font-family: helvetica;"><b>Premessa:</b><br />Chi scrive si occupa ormai da anni di ricostruire la storia e le statistiche del campionato di Serie B. Il presente post riguardante il campionato di Serie C è per così dire "sperimentale" e non è detto che a esso ne seguano altri sullo stesso argomento.<br /><br /><b>Legenda:</b><br />* sono di seguito elencate in ordine alfabetico le squadre partecipanti al campionato di Serie C nella stagione 1952-53.<br />* I giocatori, divisi per ruolo e in ordine alfabetico, riportano cognome, nome, presenze e gol segnati (i valori di presenze e gol sono separati dal simbolo "/", e sono da leggersi pertanto "presenze/gol"). Per i portieri sono indicati i gol subiti, preceduti dal segno "−" (meno).<br />* al termine dell'elenco dei giocatori sono indicati seguenti valori: somma presenze, gol segnati dai giocatori appartenenti alla squadra, le autoreti a favore, i gol segnati in totale (gol dei giocatori + autoreti), i gol subiti in totale, eventuali gol segnati e subiti per decisione del giudice sportivo. <br />* per le stagioni nelle quali non erano in vigore delle sostituzioni, la somma delle presenze deve equivalere al numero di giocatori in campo (11) moltiplicati per il numero delle partite disputate dalla squadra; pertanto, nel caso del campionato in oggetto, tale valore deve corrispondere a 374 (11 x 34).<br /><br /><b>Fonti:</b><br />La fonte di partenza per la redazione è l'Almanacco Illustrato del Calcio, anno 1953. Per alcune squadre sono stati utilizzate fonti dedicate quali il sito Museogrigio.it per l'Alessandria, il sito Mikyegenny per Arsenaltaranto e Lecce, </span><span style="font-family: helvetica;">il sito Empoli1920.com per l'Empoli,</span><span style="font-family: helvetica;"> </span><span style="font-family: helvetica;">il sito Parma1913.com per il Parma, il sito Storiapiacenza1919 per il Piacenza, </span><span style="font-family: helvetica;">il sito Storiadellareggiana.it per la Reggiana,</span><span style="font-family: helvetica;"> e i libri</span><span style="font-family: helvetica;"> "1915-2015 la grande storia amaranto" per il Livorno e "Almanacco del calcio biancorosso" per il Mantova.<br />Eventuali discrepanze sono state verificate e integrate utilizzando il libro "Annogol 1952-53" pubblicato dalla Geo Edizioni e i tabellini pubblicati da "Il Corriere dello Sport".<br />Si ringrazia Fabrizio Schmid per le correzioni.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: helvetica;"><br />Per correzioni e segnalazioni potete scrivere via email all'indirizzo: a.ridolfitestori@gmail.com<br /><br /><b>PRESENZE E RETI DELLA SERIE C 1952-53<br /></b><br /><b>ALESSANDRIA: </b><br /><i>Portieri: </i>BORRIERO Pietro 32/−30, BURASCHI Franco 2/−1; <br /><i>Difensori: </i>BUSSETTI Luigi 34/0, GABBIANI Mario 21/0, MOTTO Umberto 1/0, REBECCHI Walter 1/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>BAGLIANI Giuseppe 26/0, BENZI Giuseppe 1/0, GENERANI Renzo 27/1, GUASCONI Luciano 3/0, MASPERI Luigi 33/1, PIETRUZZI Mario 5/1, TAGNIN Carlo 31/10, VITTO Luigi 26/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BEY Carlo 30/12, MARCHIORO Danilo 12/1, MAZZUCCO Ezio 21/7, SAVOINI Giulio 34/7, TESTA Luciano 32/12, TUBEROSA Franco 2/1.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>53.<br /><i>Autoreti a favore: </i>1.<br /><i>Totale gol segnati: </i>54.<br /><i>Totale gol subiti: </i>31.<br /><br /><b>ARSENALTARANTO: </b><br /><i>Portieri: </i>FRANCHIN Roberto 5/−11, ROSSETTI Giovanni 29/−23; <br /><i>Difensori: </i>CANAVESI Angelo 27/4, CIVOLANI Franco 10/0, TAGLIAMENTO Mirco 24/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>BERNARDEL Mario 29/0, FABRELLO Giancarlo 27/0, FERRARI Alessandro 31/1, GAVAZZI Aldo 23/0, GOBATTO Mario 7/0, MANZELLA Giovanni 12/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BRETTI Luigi 29/3, CASTELLANO Vincenzo 24/4, FERRARA Franco 27/5, LULICH Alfredo 21/0, MUSCI Riccardo 2/0, SILVESTRI Luigi 15/3, TORTUL Mario 32/21.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>41.<br /><i>Gol segnati a tavolino: </i>2.<br /><i>Autoreti a favore: </i>1.<br /><i>Totale gol segnati: </i>44.<br /><i>Totale gol subiti: </i>34.<br /><br /></span><span style="font-family: helvetica;"><b>EMPOLI:</b></span><span style="font-family: helvetica;"><br /><i>Portieri: </i>BACHI Francesco 16/−17, FIORAVANTI Giorgio 18/−20; <br /><i>Difensori: </i>MANDRAGORA Domenico 5/0, NICOLAZZINI Antonio 30/0, PESARESI Ivo 27/0, ROVINI Enrico 8/0; Centrocampisti: BIANCARDI Osvaldo 32/0, BIRSA Dario 5/0, GAMBI Adolfo 12/0, MALINVERNI Nino 28/3, PUCCETTI Stelio 28/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BERNARD Gerardo 28/7, BUDA Antonio 17/5, CONFORTI Marino 18/2, MAGRINI Vinicio 1/0, MALUTA Carlo 27/13, MANENTI Michele 22/4, ROSATI Umberto 20/1, TREVISANI Silvano 32/11.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>46.<br /><i>Autoreti a favore: </i>3.<br /><i>Totale gol segnati: </i>49.<br /><i>Totale gol subiti: </i>37.<br /><br /><b>LECCE: </b><br /><i>Portieri: </i>EBERLE Giuseppe 12/−21, ZANOTTI Emilio 22/−23; <br /><i>Difensori:</i> MANCUSO Antonio 1/0, RIZZOLI Cesare 10/0, TERZOLO Ugo 29/0, VOLPONI Bruno 26/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> CARTENY Umberto 1/0, CAUZZO Lino 29/0, GRANI Elio 23/0, LIACI Giovanni 6/0, ROSI Franco 25/0, TAMBURRANO Oronzo 3/0, TOSI Domenico 16/1, TRABUCCO Giovanni 4/0;<br /><i>Attaccanti:</i> BALESTRA Igino 24/2, BISLENGHI Anselmo 32/17, CARDINALI Franco 23/6, CAFASSO Giuseppe 18/1, DE SANTIS Pietro 18/5, MAGNI Pietro 4/0, PREVOSTI Giovanni 6/0, RIMBALDO Livio 14, STABELLINI Goffredo 28/3.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>35.<br /><i>Totale gol subiti: </i>44.<br /><br /><b>LIVORNO: </b><br /><i>Portieri: </i>ARGELASSI Giuliano 7/−11, CHELLINI Sergio 4/−2, GIUDICI Renato 23/−20; <br /><i>Difensori: </i>SALVADOR Pietro 18/0, SIMONTI Alfredo 32/0, VARICELLI Francesco 7/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> ALIVERTI Ennio 23/0, BENINI Astolfo 10/0, BERTANI Luigi 22/0, CARDONI Ennio 31/0, IARDELLA Francesco 12/0, MORETTI Franco 19/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BERNARDIS Vito 19/6, CATALANO Michele 9/0, DAVID Mario 20/1, DE LAZZARI Bruno 8/0, GHEZZANI Bruno 15/3, PETERSEN Leif 19/4, RINALDI Giuseppe 27/9, TACCOLA Romano 11/2, TIEGHI Guido 18/2, TORTI Mario 20/1.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati:</i> 28.<br /><i>Autoreti a favore: </i>2.<br /><i>Totale gol segnati: </i>30.<br /><i>Totale gol subiti:</i> 33.<br /><br /><b>MAGLIE-TOMA: </b><br /><i>Portieri: </i>DANELUTTI Eldino 33/−33, DE PASCALIS Alfredo 1/0; <br />Difensori: IACOVAZZO Carmine 34/0, MANDICH Alfio 27/1, TRESOLDI Battista 10/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> FRANCESCONI Gianfranco 7/0, GIORGINO Giuseppe 34/0, NESTI Mario 5/1, PAOLINELLI José 26/0, SEGHEDONI Giovanni 31/1, TOSETTO Walter 1/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BALDINOTTI Giorgio 8/1, BURATTI Angelo 10/0, CHECCHETTI Aldo 30/2, COLTURA Antonio 3/1, FONTANESI Carlo 29/10, GIUSTI Luciano 15/8, GOZZI Gianfranco 11/1, MARTIRE Salvatore 15/2, TARANTELLI Alfredo 24/1, VERGANI Mario 20/3.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>32.<br /><i>Totale gol subiti: </i>33.<br /><br /><b>MANTOVA: </b><br /><i>Portieri: </i>BIONDANI Renzo 6/−8, GHIRARDI Mario 28/−37; <br /><i>Difensori: </i>BOLINELLI Giorgio 4/0, CARAFFI Nello 31/0, GRIFFITH Spartaco 24/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> GALETTI Marco 2/0, PEZZINI Eraldo 20/0, SGUAITZER Mario 31/2, TORELLI Arnaldo 1/0, ZAMPERLIN Giacinto 8/2, ZAMPICCININI Michele 28/1; <br /><i>Attaccanti: </i>GORLANI Luigi 7/2, MARMIROLI Giuseppe 19/5, MASSAGRANDE (II) Giovanni 27/3, MOSCA Savino 33/7, TOSOLINI Mario 26/3, TURRINI Luigi 32/6, VERDERI Sergio 17/1, VISMARA Antonio 30/2.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>34.<br /><i>Autoreti a favore: </i>2.<br /><i>Totale gol segnati:</i> 36.<br /><i>Totale gol subiti: </i>45.<br /><br /><b>MOLFETTA: </b><br /><i>Portieri:</i> DAL POZZO Ermes 17/−23, PELIZZA Mario 17/−22; <br /><i>Difensori: </i>ANNESE Onofrio 26/0, GIAMMARCO Paolo 15/0, PARMEGGIANI Antonio 33/0;<br /><i>Centrocampisti: </i>DARDO Giuseppe 30/0, LUSSU Sergio 2/0, MONTRONE Vito 33/3, TRABUCCO Pasquale 33/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BARBIERI Carlo 18/4, BONACCHI Antonio 18/1, GIOIA Antonio 17/0, GRATTAROLA Giuseppe 2/0, MARCONI Giorgio 22/7, MILLI Alberto 24/9, MINERVINI Michele 26/7, VALENTE Umberto 10/0, VALLA Sergio 13/2, VISCONTI Giorgio 18/1.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>33.<br /><i>Autoreti a favore: </i>1.<br /><i>Totale gol segnati: </i>34.<br /><i>Totale gol subiti: </i>45.<br /><br /><b>PARMA: </b><br /><i>Portieri: </i>CANINI Emilio 14/−12, MENOZZI Gino 20/−19; <br /><i>Difensori: </i>COCCONI Ivo 34/0, GRIFFITH Giovanni 1/0, GROLLI Galliano 1/0, TAUCAR Raimondo 32/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>ALLODI Italo 10/0, BERTOLINI Dario 25/0, GRISENTI Giammartino 2/0, MOLINARI Gianni 20/0, RAIMONDI Franco 34/0; <br /><i>Attaccanti: </i>ALFIER Bruno 23/2, BRONZONI William 31/5, FABBRI Edmondo 26/10, GUIDAZZI Virginio 23/2, KOROSTELEV Julius 28/15, MOLINA Giuseppe 18/1, MONARDI Aldo 2/2, SANGIORGI Sergio 5/0, VYCPALEK Cestmir 25/9.<br /><i>Somma presenze:</i> 374.<br /><i>Gol segnati: </i>46.<br /><i>Autoreti a favore:</i> 1.<br /><i>Somma gol segnati: </i>47.<br /><i>Somma gol subiti:</i> 31.<br /><br /><b>PAVIA: </b><br /><i>Portieri: </i>BAGGINI Carlo 15/−12, GAMBAZZA Mario 2/−2, RIVOLO Giampiero 17/−15; <br /><i>Difensori: </i>BURINI Mario 11/0, CERRI Felice 32/0, SPERTINI Giovanni 22/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> BRAGA Fausto 34/4, COLLA Angelo 33/0, DUZIONI Francesco 14/2, MARIANI Felice 34/5; <br /><i>Attaccanti: </i>CAVAGNERO Giuseppe 18/3, CIPOLLA Manlio 12/6, DE PRATI Mario 31/17, FIORIO Roberto 18/1, GOTTARDO Renzo 3/0, LAVARINO Giovanni 22/4, PIROVANO Enrico 24/3, RACMAN Silvano 2/1, REGALIA Enrico 2/0, ROSA Franco 28/7. <br /><i>Somma presenze:</i> 374.<br /><i>Gol segnati: </i>53.<br /><i>Autoreti a favore: </i>2.<br /><i>Totale gol segnati: </i>55.<br /><i>Totale gol subiti:</i> 29.<br /><br /><b>PIACENZA: </b><br /><i>Portieri: </i>MANZINI Tiberio 20/−24, MENTA Learco 14/−20; <br /><i>Difensori:</i> CELIO Gastone 32/0, MARZOLI Luigi 5/0, RAVANI Dante 25/0, SPAGGIARI Livio 2/0;<br /><i>Centrocampisti: </i>BALLARIN Sergio 23/0, CUCCHETTI Pompeo 1/0, MEREGALLI Francesco 14/0, MUSSINELLI Elio 21/0, SUCCI Primo 6/0, ZANIER Giovanni 22/1.<br /><i>Attaccanti: </i>AIELLO Antonio 6/0, ARCARI (IV) Bruno 6/0, BERNINI (I) Giuseppe 2/0, BERNINI (II) Stefano 1/0, BONISTALLI Amedeo 18/6, MARI Silvano 29/10, OLDANI Alberto 21/4, PERSONENI Marcello 14/4, RAMPINI Sergio 1/0, ROMANI Serafino 31/3, SERATONI Dario 29/16, TREVISAN Guglielmo 31/5.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>49.<br /><i>Totale gol subiti: </i>44.<br /><br /><b>PISA: </b><br /><i>Portieri: </i>BRESSAN Efrem 10/−11, GRANDI Mario 24/−34; <br /><i>Difensori: </i>BERRETTA Amosello 33/1, NICOLINI Luciano 34/0, PAMPANA Giorgio 1/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>GORINI Severino 28/0, FILIPPELLI Luciano 2/0, MEINI Angelo 26/0, ROMANELLI Piero 31/0, SABBATINI Vinicio 26/3, VIRGILI Giancarlo 2/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BAIOCCHI Giuseppe 28/1, BASSETTI Franco 32/9, CANONICO Elio 33/8, CAPPARELLI Dario 8/1, GIANNOTTI Elio 2/1, LENCI Mario 31/8, LONI Enzo 5/0, PRENNA Adelmo 18/4.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>36.<br /><i>Autoreti a favore: </i>2.<br /><i>Totale gol segnati: </i>38.<br /><i>Totale gol subiti: </i>45.<br /><br /><b>REGGIANA: </b><br /><i>Portieri: </i>AGHINOLFI Cesare 2/−6, CAMILLONI Mario 8/−6, DANTI Corrado 21/−20, MANFREDINI Paolo 3/−5; <br /><i>Difensori:</i> DALMONTE Antonio 21/0, SACCANI Luigi 3/0, SGARBI Renzo 32/0, VINCENZI Guido 31/0. <br /><i>Centrocampisti:</i> ANGELINI Luigi 32/0, BRAGLIA Adelmo 2/0, LOVAGNINI Ermelindo 32/0, MALVISI Umberto 2/0, PANCIROLI Athos 29/6; <br /><i>Attaccanti: </i>BONACINI Bruno 4/1, BONINI Danilo 14/6, CAPPI Gianni 6/2, CASTELLARI Tonino 8/0, CHECCHI Giuliano 8/3, FLAMINI Enrique 3/0, LIPIZER Alceo 16/4, PALMA Giovanni 12/1, PELLONI Bruno 22/4, SANDUKCIC Ivan 25/5, SMERSY Silvio 10/6, ZUCCHINI Guido 28/7.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Gol segnati: </i>45.<br /><i>Autoreti a favore: </i>1.<br /><i>Totale gol segnati: </i>46.<br /><i>Totale gol subiti: </i>37.<br /><br /><b>SAMBENEDETTESE: </b><br /><i>Portieri: </i>PERSICO Piero 34/−45 (secondo portiere, non utilizzato: CAPRALINI Serafino); <br /><i>Difensori: </i>ASTRACELI Alberto 25/1, BRIGNONE Tommaso 10/2, TOZZI Carlo 10/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>CACCHIÒ Luciano 31/0, FLAMMINI Marcello 8/1, LEPRE Leonello 19/0, MORSAN Aldo 31/1, PALESTINI (IV) Luigi 29/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BACIOCCHI Ezio 8/0, BORTOLETTO Piero 28/3, FERRETTI Etro 24/6, FINOTTO Dino 14/2, JACOBITTI Ernesto 9/3, OLIVIERI Rinaldo 15/2, OTTINO Valeriano 15/0, RAIMONDI Mario 1/0, TRAINI (I) Luigi 33/8, TRAINI (II) Filippo 24/6, TRAVERSO Ilio 6/1.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>36.<br /><i>Totale gol subiti: </i>45.<br /><br /><b>SANREMESE: </b><br /><i>Portieri: </i>DALLA FONTANA Emanuele 10/−13, VON MAYER Alessandro 24/−27; <br /><i>Difensori: </i>LITTARELLI Gino 26/0, MONZA Attilio 26/0, RISPOLI Silvio 28/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>ALBERTELLI Lanfranco 34/4, CORDONE Marcello 1/0, MOZZETTA Armando 15/0, RIVA Aldo 2/1, PATTAROZZI Mario 33/1;<br /><i>Attaccanti: </i>BERTONI Ettore 31/20, CELANI Tito 4/0, CODEVILLA Mario 21/6, GIRAUDO Franco 19/8, MADINI Giuseppe 1/0, MANTERO Umberto 27/6, RAO Orlando 34/7, TREVISAN Pietro 27/0, VANELLI Antonio 2/1, VENTIMIGLIA Mario 9/0.<br /><i>Somma presenze:</i> 374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>54.<br /><i>Totale gol subiti: </i>40.<br /><br /><b>STABIA: </b><br /><i>Portieri: </i>MAZZETTI Francesco 24/−43, RAGNETTI Virgilio 10/−15; <br /><i>Difensori: </i>CASUZZI Fernando 31/5, ROLLINO Sergio 9/0, TIRITICCO Renato 32/0; <br /><i>Centrocampisti: </i>FRANCESE Antonio 28/1, GATTI Gianfranco 29/4, GISCI Benedetto 19/0, ESPOSITO Catello 1/0, RICONDA Luciano 4/0, VULTAGGIO Luigi 16/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BEGHI Roberto 32/7, BISOGNO Michele 21/3, CASTALDI (II) Fulvio 25/7, CERESETO Gino 28/3, CUTOLO Costantino 1/0, GANELLI Luigi 18/4, IMPARATO Salvatore 2/0, NARDI Bruno 16/0, TANELLI Franco 28/0.<br /><i>Somma presenze: </i>374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>34.<br /><i>Totale gol subiti: </i>58.<br /><br /><b>VENEZIA: </b><br /><i>Portieri:</i> FACCI Corino 2/−5, ROMANO Giovanni 32/−38; <br /><i>Difensori: </i>BACCHINI Pietro 34/0, CASTIGNANI Pietro 30/5, MASCELLANI Luciano 33/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> BARES Luigi 27/0, D'ALESSANDRO Prospero 3/0, DE ANGELIS Benedetto 25/0, GHEZZO Silvano 1/0, GOZZI Dino 13/0; <br /><i>Attaccanti:</i> AMPOLLINI Valerio 14/3, BIZZARRI Claudio 10/2, BONAFIN Giulio 15/4, CAPELLI Mario 8/2, COLOSIO Giovanni 27/6, MASETTO Giulio 17/0, NORDIO Gastone 28/4, SCANSELLI Luigi 3/0, STIVANELLO Giorgio 11/2, TOSCANI Corrado 18/1, VALENTINUZZI Giorgio 23/1.<br /><i>Somma presenze:</i> 374.<br /><i>Autoreti a favore: </i>0.<br /><i>Totale gol segnati: </i>30.<br /><i>Totale gol subiti: </i>43.<br /><br /><b>VIGEVANO: </b><br /><i>Portieri: </i>CAMPIOLI Guido 7/−17, GALLESI Giancarlo 27/−48; <br /><i>Difensori:</i> CORNEO Natale 27/0, MASSAZZA Michele 32/0, STUCCHI Giosuè 18/0; <br /><i>Centrocampisti:</i> ALLONI Ermanno 24/1, BARSANTI Sergio 23/3, BIGOT Luigi 2/0, BONCI Iro 8/0, FLAPP Sergio 9/0, GRION Antonio 19/0, LUCCHI Renato 18/0, TRENTIN Angelo 22/0; <br /><i>Attaccanti: </i>BALDI Giancarlo 2/0, CAMPAGNOLI Cesare 18/8, CUDA Carmelo 3/0, DEL NEGRO Bruno 11/0, GASLINI Sergio 28/7, MIGLIARDI Luigi 2/0, PERIN Sergio 27/3, ROSSI Adriano 29/11, ZAMBAITI Luigi 18/4.<br /><i>Somma presenze:</i> 374.<br /><i>Gol segnati: </i>37.<br /><i>Autoreti a favore: </i>1.<br /><i>Totale gol segnati: </i>38.<br /><i>Gol subiti a tavolino: </i>2.<br /><i>Totale gol subiti: </i>67.</span><br /></div>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-23693217682693649972020-12-17T10:54:00.010+01:002020-12-17T10:55:23.058+01:00La riforma del Torneo di serie B<p>articolo originariamente pubblicato, non firmato, sul Corriere del Tirreno del 10 luglio 1933 a pagina 4. L'articolo presenta la riforma che verrà messa in vigore a partire dalla stagione sportiva 1933-34 riguardante la Prima Divisione e la Serie B.</p><p>_____________________________________________________________________________<br /><br /><b>La riforma del Torneo di serie B</b><br /><br /></p><p><i>Nella prossima stagione il Campionato verrà disputato su due gironi di tredici squadre ciascuno</i></p><p><i><br /></i></p><p><i>Roma, 10 mattina.</i></p><p>Il Presidente della Federazione Italiana Giuoco del Calcio ha riunito ieri allo Stadio del Partito Nazionale Fascista i delegati delle Società di Divisione Nazionale B per discutere sulla formula del loro campionato come da precedente comunicazione. Il Presidente ha premesso che in mancanza di un accordo totale la formula esistente non avrebbe subito modifiche per l'anno prossimo; però per il campionato 1934-35 la Federazione, resasi conto delle gravi difficoltà economiche delle società di divisione nazionale B, avrebbe attuato di autorità una modifica basata sulle risultanze della discussione odierna.</p><p>Tutti i delegati che avevano ricevuto pieni poteri dalle rispettive società - ad eccezione di quelli del Grion di Pola che avevano poteri limitati e pertanto non impegnativi per la Federazione a norma dell'avviso di convocazione hanno espresso successivamente e dettagliatamente il loro parere sull'argomento.</p><p>I delegati delle società tutte, ad eccezione di quelli dello Spezia, di Viareggio, Perugia, Foggia, Grion e Messina, si sono dichiarati favorevoli ad una immediata modifica della formula vigente. La successiva ampia discussione, dopo i chiarimenti forniti dal Presidente, ha portato all'unanime accettazione di una proposta fatta agli intervenuti dall'ing. Barassi che ha raccolto e concretizzato i varii desiderata e le varie osservazioni.</p><p>La proposta approvata dalle società ed accettata dal Presidente è la seguente: in via di esperimento, per l'anno 1933-34, il campionato di divisione nazionale B verrà disputato su due gironi di tredici squadre ciascuno, formati colle seguenti società: le diciassette società che hanno portato a termine il campionato 1932-33, le tre società promosse dalla prima divisione, le altre sei società che hanno disputato le finali di prima divisione. In totale 26 società.</p><p>La divisione dei due gironi dovrà essere fatta con criterio verticale della penisola, tenendo presente anche la necessità di equilibrio di valori sportivi e l'onere derivato dai trasferimenti. Per il passaggio alla categoria superiore verrà formato un girone finale di sei squadre colle prime tre classificate di ogni girone. In linea normale le due prime classificate del girone finale saranno promosse. Nel caso però che per la preannunziata riduzione delle squadre di divisione nazionale A non venisse ammessa alla categoria superiore che una sola squadra, questa sarà la vincente del girone finale. Per effetto dell'annunziata riduzione delle squadre di divisione nazionale A, gli attuali gironi di tredici squadre ciascuno diventeranno, a cominciare dalla stagione 1934-35, di 14 squadre ciascuno.</p><p>Retrocederanno le squadre classificate agli ultimi due posti di ogni girone. Di conseguenza il Presidente, poiché l'attuale campionato di prima divisione prevede la promozione di sole tre squadre, anziché quattro come in effetti diverranno, stabilisce fin d'ora che il nuovo campionato di prima divisione venga formato su otto gironi anziché su nove, con girone finale di ampiezza sufficiente a garantire la sportività della competizione, allo scopo di designare le quattro squadre promuovende, venendo così anche ad esaudire i desideri delle società di prima divisione.</p><p>I delegati delle società hanno approfittato dell'occasione per esprimere il loro parere circa il mantenimento, l'abolizione o la riduzione della percentuale dovuta sull'incasso alla società ospitata. Il Presidente ha dato assicurazione di tener conto dei pareri espressi allorquando la questione, che non interessa esclusivamente le società di divisione nazionale B, sarà posta all'ordine del giorno del direttorio federale.</p><p>Esprimendo poi il suo compiacimento agli intervenuti per la serenità e la sportività con cui i varii argomento sono stati discussi, il Presidente ha in modo particolare ringraziato i rappresentanti delle minoranze che, compresi delle superiori necessità di tutta la categoria, non hanno insistito sulle loro pregiudiziali di carattere squisitamente sportivo.</p><p>La riunione che si era iniziata alle ore 10,30 ha avuto termine alle ore 13 ed i rappresentanti delle società si sono poi recati nel pomeriggio, in unione al Presidente, a visitare la Mostra della Rivoluzione Fascista.</p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-24870974151430862562020-12-12T14:36:00.005+01:002020-12-12T14:41:00.870+01:00Rassegna delle forze calcistiche alla vigilia dei campionati nazionali<p>articolo pubblicato su La Stampa del 16 settembre 1932 a pagina 4 a firma "N. M."<br /><br />Il testo è stato riportato integralmente, senza alterazioni; eventuali errori di battitura sono pertanto da attribuire all'autore originale dell'articolo.</p><p>_____________________________________________________________________________</p><p><b>Rassegna delle forze calcistiche alla vigilia dei campionati nazionali</b><br /><br />Nei ranghi dei «cadetti» </p><p>La preparazione delle squadre di Serie B ha ormai chiuso il suo ritmo. Le diciotto unità si accingono ad entrare ufficialmente in campo e ad iniziare quella lunga battaglia che è il Campionato. Nonostante le discussioni e le proposte sorte alla fine della stagione scorsa, la formula del torneo rimarrà ancora quella del Girone unico, che, se pure serba alle società un onere gravissimo, assicura, però, alla distanza, una selezione rigorosa delle forze e valorizza pertanto le unità qualitativamente migliori. Il fatto stesso che si è ritenuto conveniente mantenere intatti i criterii organizzativi degli anni scorsi, sta a dimostrare che la maggioranza delle squadre concorrenti preferisce pur sempre la fisionomia attuale del torneo e trova, in questa identità di formula, l'unica ragione di affinità del proprio campionato con quello della massima Divisione. Smembrare, come si era proposto, il Campionato in diversi gironi, vorrebbe dire senza dubbio eliminare gran parte dei mali che gravano ora sulle società: mali, è risaputo, essenzialmente di... cassetta; ma vi è da pensare che, se questa proposta fosse avanzata, alle diciotto unità del torneo le adesioni non fioccherebbero con l'entusiasmo che molti credono.<br /><br /></p><p><i>Chi scende e chi sale<br /><br /></i></p><p>Immutata la formula, avremo dunque in lotta anche quest'anno diciotto squadre rappresentanti un po' tutte le regioni della penisola, dal Piemonte alla Sicilia e alla Sardegna. Le compagini di nuova coscrizione sono cinque: due, Brescia e Modena, scese dalla Serie A, e tre salite dalla prima Divisione: Sampierdarenese, Messina e Grion di Pola. Le altre sedici appartengono al contingente dell'anno scorso e sono ormai tutte vecchie conoscenze: Atalanta, Cremonese, Comense, Cagliari, Verona, Pistoiese, Livorno, Monfalconese, Vigevanesi, Spezia, Novara, Legnano, Serenissima. Stabilire a priori quali di queste diciotto unità sono destinate alla promozione o alla retrocessione è un fatto che urta contro l'esperienza degli anni scorsi, nei quali abbiamo visto cadere in modo inatteso candidature ritenute granitiche alla vigilia e sorgere per compenso rivelazioni clamorose. Novità, tuttavia, i ranghi delle «diciotto» ne presentano a dovizia. Si può dire, anzi, che il gioco fra la domanda e l'offerta dei giocatori sia stato più animato in questo campionato che non in quello di Serie A. Quattro società, Livorno, Sampierdarenese, Brescia e Modena, più d'ogni altra, si sono radicalmente trasformate e si presentano con tutte le attrattive della novità. Le prime due hanno ingaggiato elementi di valore, mentre le altre due, retrocesse dalla massima Serie, hanno liquidato i migliori giocatori per sostituirli con dei giovani ricchi, se non altro, di entusiasmo. Il Livorno, cedute alcune riserve, ha messo assieme una rosa di acquisti che farebbe gola a qualsiasi società di Serie A: Volante, Bonivento, Aigotti, Dossena, Paolini e l'allenatore Lelovich figurano infatti nella lista, e quando si pensi che Lelovich, per fare un esempio, è stato sino a ieri il trainer ammirato del Bologna, non è difficile convincersi della serietà che anima i dirigenti labronici. L'innesto di Volante, oltre a risolvere il problema tecnico della squadra, costituisce il primo esempio... di coscrizione italo-americana della Serie B ed è senza dubbio una delle sorprese più gradite del Campionato. Aigotti comanderà verosimilmente l'attacco, il quale sarà integrato dal combattivo Bonivento. <br /><br /></p><p><i>Trasformazioni radicali</i><br /><br /></p><p>Anche la Sampierdarenese ha seguito un po' le orme del Livorno. Salita dalla Prima Divisione, l'unità ligure ha abbracciato un programma di larghe vedute. Forse essa si accinge a realizzare quella che fu l'aspirazione inconfessata del Palermo: passare cioè nel giro di due stagioni dalla Prima Divisione alla Serie A; e non si può dire che i numeri le difettino per portare l'impresa a buon fine. Essa intanto ha trasformato di sana pianta la propria formazione collezionando i proprii elementi un po' in Serie A e un po' in Serie B. Barbieri, Galli, Azimonti, Lancioni, Bossi, Rebolino rappresentano il contingente qualitativamente migliore degli acquisti sampierdarenesi.</p><p>Brescia e Modena hanno smobilitato. Il Brescia ha ceduto Maffioli, Ranelli, Pasolini e tutta una schiera di giovani che Schoffer ha portato con sé a Siena. In compenso rientrano nella compagine delle «rondinelle» Bianchi, centro-attacco, Bonometti, terzino, mentre Mestroni, un giovane attaccante, e Patuzzi, contribuiranno a consolidare il gioco della linea d'offesa. L'unità lombarda conserva intatta la sua ferrea mediana, che è un po' la depositaria dello spirito combattivo della squadra: l'esperienza e il gioco stilisticamente pregevole di Scaltriti, Frisoni e Morselli basteranno senza dubbio ad animare i compagni di nuova coscrizione. </p><p>Il Modena, ha ceduto Dugoni, Scaramelli, Policaro, Aimi, Todeschini e molti altri elementi e ha acquistato Piziolo II, Baldinotti e Archesso. La partenza del fulvo capitano è il colpo più serio per la squadra «gialla», in quanto Dugoni era per il Modena ciò che era ad esempio Caligaris per il Casale; ma non bisogna dramatizzare la situazione dei «canarini» poiché rimane l'impressione che la squadra, anche così trasformata, sia pur sempre all'altezza della propria situazione e del proprio gioco.<br /><br /><i>Compre e vendite</i><br /><br />Altre squadre hanno tentato, sia pur con intenzioni più modeste, di animare il mercato di compra-vendita. I Vigevanesi, il Messina, la Serenissima, la Comense e il Legnano appartengono a questo lotto di rincalzo. I Vigevanesi hanno venduto tutti i migliori elementi della scorsa stagione: Sala, Buscaglia, Aigotti, Azzimonti, Decarli, Balossino, ecc. e hanno acquistato per compenso un terzetto di giocatori valorosi, Carmignato, Fibbi e Gianelli. La Comense, che ha ingaggiato Baloncleri in qualità di allenatore, ha fatto man bassa nel vivaio «granata» del Torino, prelevandone Lorini, Nicolis e Franzoni: ha scritturato diversi altri giovani e Carrera, l'attaccante della Serenissima, cedendo però molti titolari della prima squadra, fra i quali, Biffi, Romano e Paride. La Serenissima ha venduto Carrera e ha acquistato Rossi, Gravisi, Cunico e un giovane centro-sostegno, Baccaglini, del quale si dice un mondo di bene. Il Legnano ha ingaggiato un terzetto di allievi dell'Ambrosiana, Rizzi, Negri, Canepa, coprendo così la partenza di Gruden, Alliatis, Gerola, ecc. Il Messina ha ceduto Cevenini III, il popolare «Zizì», e ha acquistato Calzolari, centro sostegno, Sternisa, centro attacco, Marchioro, terzino, Sassetti e Lumia, attaccanti. <br /><br />Nelle altre squadre, invece, le novità sono poche: si tratta più che altro di cessioni per mantenere in equilibrio il bilancio finanziario, sempre restìo a raggiungere il pareggio fra entrate e uscite. Lo Spezia ha ceduto Santillo e Busdon, ma finora non ha fatto acquisti degni dì nota. Altrettanto dicasi del Cagliari, dal quale sono usciti Ostromann, Ossoinach e Bedini; della Pistoiese, che ha venduto Turchi e Gambino; dell'Atalanta che ha passato in « lista » Ceresoli e Bonometti spezzando cosi la sua ferrea difesa. La Monfalconese ha ceduto i soli Archesso e Blason della prima squadra ed è intenzionato di valorizzare vieppiù il proprio vivaio. La Cremonese vende Dalle Vedove, Sbalzarini e Ravani e pesca come al solito... nelle acque del Mantova; il Verona cede Busini, Patuzzi e Corsi; il Grion Pola non ha ancora svelato le proprie intenzioni e il Novara, infine, che ha ceduti Gamba, Galli, Roggia e Perucco, sta organizzando in questi giorni una squadra in gran parte nuova. </p><p>N. M.</p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-67198073294356832782020-11-02T15:45:00.042+01:002021-12-11T06:32:58.588+01:00Erberto Levi Landi: una breve biografia<p>di: Andrea Ridolfi Testori<br /><br />_____________________________________________________________________________<br /><br /></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-p-aEAaQ8Tqc/X6AalNQxZvI/AAAAAAAAArQ/VYZmuVRyyZg2lETaPT6KDKQ2D6GnTWjkwCLcBGAsYHQ/s300/Erberto%2BLandi.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="208" src="https://1.bp.blogspot.com/-p-aEAaQ8Tqc/X6AalNQxZvI/AAAAAAAAArQ/VYZmuVRyyZg2lETaPT6KDKQ2D6GnTWjkwCLcBGAsYHQ/s0/Erberto%2BLandi.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Erberto Landi in una foto<br />non datata</td></tr></tbody></table>Tra le figure del giornalismo sportivo italiano degli anni '30 è degno di menzione Erberto Levi, che scrisse per testate quali <i>La Gazzetta dello Sport</i>, <i>La Domenica Sportiva</i>, <i>Calcio Illustrato</i> e <i>Il Littoriale</i>, e fu autore di diversi libretti monografici dedicati ai campioni del suo tempo, tra cui alcuni per la collana "I campioni del giorno" e una biografia di Virginio Rosetta (<i>Viri: piccola storia di un grande atleta</i>). Ma chi era Erberto Levi? <br /><br />Levi nacque Giacobbe Erberto Minetto Levi il 9 ottobre 1908 a Savigliano, in provincia di Cuneo, da una famiglia ebrea. I suoi genitori erano Eugenio Levi (nato a Casale Monferrato il 14 novembre 1874 e deceduto il 22 maggio 1924) e Stella Foà (nata a Moncalvo il 22 ottobre 1880 e deceduta a New York City nel maggio 1973). I genitori si erano sposati il 22 gennaio 1906 a Moncalvo. Dopo la gioventù passata in Piemonte, Levi si stabilì a Milano per frequentarvi la Regia Università, presso la quale si laureò in giurisprudenza nel 1930. A Milano visse dapprima in via Carlo Tenca 29 e successivamente in via Camillo Hajech 12. Sentendosi più affine al mondo del giornalismo, e avendo mostrato un certo talento per la scrittura, Levi iniziò a collaborare con diverse pubblicazioni, raccontando una delle passioni più ardenti degli italiani: il calcio. Già a poco più di vent'anni era tra le firme della Gazzetta dello Sport. Parallelamente alla sua attività di pubblicista, Levi si era iscritto all'Università di Perugia, presso la quale conseguirà un'ulteriore laurea, stavolta in giornalismo, nel 1932. <br /><br />Nel 1933 scrisse "Il campionato di calcio 1933-34", una guida completa alle squadre di Serie A e Serie B dell'epoca, ricca di foto e informazioni e scritta con il consueto stile elegante e scorrevole che caratterizzava Levi fin dagli inizi della sua carriera. Tra la fine del 1933 e l'estate del 1934 scrisse una serie di piccole biografie di alcuni campioni del suo tempo, tra cui Felice Placido Borel, Umberto Caligaris, Carlo Ceresoli e Nereo Rocco, tutte pubblicate nella collana "I campioni del giorno" edita dalla <i>Gazzetta dello Sport</i>. Nel 1935 uscì <i>Viri: piccola storia di un grande atleta</i>, una biografia del celebre calciatore Virginio Rosetta, pubblicata dall'Editrice Popolare Milanese.<br /><br />Levi andava quindi affermandosi quale firma di vaglia del giornalismo sportivo italiano. La Storia però dovette in questo essergli nemica: il sempre più invasivo e spietato regime fascista stava diventando ancor più intollerante e totalitario. Nel 1938 vennero varate le leggi razziali, dando inizio alle terribili persecuzioni contro gli ebrei. Levi, che viveva da tempo a Milano, dovette scegliere tra rimanere in patria e vedersi privato dei suoi diritti, o emigrare all'estero e costruirsi una nuova vita. Scelse la seconda opzione, sicuramente portando dentro di sé il dolore di aver visto rivoltarglisi contro il suo stesso Paese, che tante opportunità e soddisfazioni gli aveva dato.<br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-ZYrFQdr02so/X6AaxQESo0I/AAAAAAAAArU/uNcGXFTJVCwBFANy1xitcvf76MiXJiCJACLcBGAsYHQ/s428/Erberto%2BLevi.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="319" data-original-width="428" src="https://1.bp.blogspot.com/-ZYrFQdr02so/X6AaxQESo0I/AAAAAAAAArU/uNcGXFTJVCwBFANy1xitcvf76MiXJiCJACLcBGAsYHQ/s320/Erberto%2BLevi.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La foto che Levi allegò alla sua richiesta<br />di cittadinanza americana</td></tr></tbody></table>Levi emigrò pertanto a Londra, e si stabilì nel quartiere di Wembley Park. Maturò però in lui il desiderio di mettersi in gioco in un palcoscenico ancor più grande, l'America. Il 26 maggio 1939 proprio da Londra si imbarcò sulla SS <i>American Farmer</i>, salpando alla volta di New York. Giunse in territorio americano il 5 giugno 1939. Nel dicembre dello stesso anno fu raggiunto dalla madre, Stella Foà vedova Levi; giunta negli Stati Uniti a bordo del noto transatlantico <i>Conte di Savoia</i>, la signora Stella andò ad abitare con il figlio al 929 di West End Avenue, nell'Upper West Side di Manhattan.<br /><br />Negli Stati Uniti Levi iniziò a farsi strada nel mondo radiofonico, lavorando per numerose emittenti dello stato di New York tra cui WOV, WNCW, WBNX e WHOM, impegnandosi a diffondere lingua e cultura italiana sia attraverso la promozione di musica che suggerendo film italiani da trasmettere nelle televisioni americane. Dal 1943 al 1948 lavorò con la NBC, sempre nell'ambito dei programmi in lingua italiana. Levi fece presto richiesta di ottenere la cittadinanza americana, che gli venne concessa nel 1946: cambiò anche il suo nome in Erberto Levi Landi, e divenne conosciuto semplicemente come Erberto Landi.<br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-2_dsVvFsHgA/X6AbB-UAgnI/AAAAAAAAArg/LjrryufjY_sZqXnt8ZSua_FEh697YgpgQCLcBGAsYHQ/s834/Levi-Landi%2Bcon%2BCelentano.png" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="554" data-original-width="834" src="https://1.bp.blogspot.com/-2_dsVvFsHgA/X6AbB-UAgnI/AAAAAAAAArg/LjrryufjY_sZqXnt8ZSua_FEh697YgpgQCLcBGAsYHQ/s320/Levi-Landi%2Bcon%2BCelentano.png" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Landi con Celentano all'Isola del Giglio<br />(Foto: Rivista <i>Billboard</i>)</td></tr></tbody></table>Durante la sua carriera nel mondo della televisione, della radio e dello spettacolo, Landi si dedicò specialmente alla musica: nei teatri era particolarmente attivo nell'ambiente operistico (solo un paio di esempi: Luciano Virgili, Toni Arden), mentre per la musica leggera si occupò di introdurre al pubblico artisti che in Italia erano già molto noti: Orietta Berti, Peppino Di Capri, Domenico Modugno, Claudio Villa, Iva Zanicchi e altri. La Erberto Landi Advertising Co., la sua società, aveva sede sulla celebre 7th Avenue, nel cuore di Manhattan, dove Landi risiedeva.<br /><br />I vari impegni di alto profilo di Landi lo resero una delle figure di spicco della comunità italo-americana della Grande Mela, grazie anche alla sua partecipazione in iniziative benefiche (si occupava di pubblicizzare la Italian Charities of America, un'associazione no profit). Nel 1962 fu nominato Cavaliere della Repubblica Italiana per i suoi risultati nella promozione della cultura italiana in America.<br /><br />Landi morì nelle prime ore del 10 ottobre 1971 all'ospedale di St. Clare's, a Manhattan, dopo una breve malattia. Gli sopravvissero la moglie Lina e l'anziana madre Stella. Erberto Landi è sepolto nel cimitero Beth Olam a Brooklyn.<br /><br /><div style="text-align: center;"><b>::: ENGLISH VERSION :::</b></div><div><br /></div><div>Erberto Landi: a short biography</div><div><br /></div><div>Erberto Levi was an important figure among Italian sports journalists of the 1930s. He wrote for several major sports newspapers and magazines, among which <i>La Gazzetta dello Sport</i>, <i>La Domenica Sportiva</i>, <i>Calcio Illustrato</i> and <i>Il Littoriale</i>, he authored some short biographical works on prominent footballers of his era, including some for the "I campioni del giorno" (Champions of the day) series, and a biography of Virginio Rosetta (titled <i>Viri: piccola storia di un grande atleta</i>). But who was Erberto Levi, or, as he was later known, Erberto Landi?</div><div><br /></div><div>Levi was born Giacobbe Erberto Minetto Levi on October 9, 1908 in Savigliano, Province of Cuneo, from a family of long-standing Jewish heritage. His parents were Eugenio Levi (born in Casale Monferrato on November 14, 1874 and deceased on May 22, 1924) and Stella Foà (born in Moncalvo on October 22, 1880 and deceased in New York City in May 1973); they got married on January 22, 1906 in Moncalvo. After spending his youth in his native region of Piedmont, Levi moved to Milan, where he attended the local university. He graduated from Law school in 1930. He showed talent for writing and journalism, and he started to work for several newspapers and magazines; he wrote about football, one of the topics Italians are most passionate about, and at 20 he was already working with <i>La Gazzetta dello Sport</i>, the main sports newspaper in Italy. He had also enrolled at the University of Perugia, where he obtained a Journalism degree in 1932.</div><div><br /></div><div>In 1933 he authored "Il campionato di calcio 1933-34", a detailed guide to the teams of Serie A and Serie B, the top two divisions of Italian football, complete with pictures and information about players and coaches and written in Levi's usual elegant and fluid writing style. Between the final months of 1933 and the summer of 1934, Levi wrote a series of short biographies of some contemporary footballers, among which Felice Placido Borel, Umberto Caligaris, Carlo Ceresoli and Nereo Rocco, all published by <i>La Gazzetta dello Sport</i> in the "I campioni del giorno" series. In 1935 his book <i>Viri: piccola storia di un grande atleta</i> ("Viri: the short story of a great athlete") was published by Editrice Popolare Milanese, a small Milan publisher: the book is a biography of prominent Italian international footballer Virginio Rosetta.</div><div><br /></div><div>Levi was becoming one of the main names of Italian sports journalism: but History prevented him from pursuing this career. The Fascist regime was growing more ruthless, controlling and intolerant, and in 1938 the government promulgated the racial laws, starting years of persecution against Jewish people. Levi, who was living in Milan at the time, had to choose between staying in his homeland and see his rights taken away from him, or going abroad and reinvent his life and his career. He chose the latter option, feeling the pain of seeing his own country turning into an enemy after giving him the opportunity to write about his passions.</div><div><br /></div><div>Levi initially emigrated to London, and briefly lived in the Wembley Park area. The desire of trying his luck on a bigger stage grew in him, and he decided to move to the United States. On May 26, 1939 he boarded SS <i>American Farmer</i> in London, heading to New York, where he arrived on June 5. In December his widowed mother, Stella Foà Levi joined him after travelling on board of <i>Conte di Savoia</i>, a famed ocean liner. Erberto and Stella lived together at 929 West End Avenue, in the Upper West Side of Manhattan.</div><div><br /></div><div>In the US, Levi started to work in radio and television in New York City, and promoted Italian culture and the Italian language through several networks (WOV, WNCW, WBNX and WHOM). He chose the best Italian songs by famous Italian singers for radio broadcasting, and Italian movies to be aired on American television. He also worked for NBC from 1943 to 1948. He soon submitted a petition to obtain the American citizenship, and he became a US citizen in 1946. He also legally changed his name to Erberto Levi Landi, and was known to the public as Erberto Landi.</div><div><br /></div><div>During his career in radio and television, Landi was especially committed to music: he promoted opera singers in theaters (among the artists he represented, Luciano Virgili and Toni Arden), and introduced to the American public several pop singers who were already famous in Italy (some examples: Orietta Berti, Peppino Di Capri, Domenico Modugno, Claudio Villa, Iva Zanicchi). The Erberto Landi Advertising Co., his company, had its office at 853 7th Ave., in the heart of Manhattan, where he also lived.</div><div><br /></div><div>Landi's numerous initiatives made him an important figure among the Italian American community in New York City, and he also represented the Italian Charities of America as its publicity director. In 1962 the Italian government awarded him the title of Cavaliere (Knight), "for his work linking Italy and the United States in the field of arts", as written by the <i>New York Daily News</i>.</div><div><br /></div><div>Landi died in the early hours of October 10, 1971 at St. Clare's Hospital in Manhattan, after fighting a brief illness. He was survived by his wife, Lina, and his elderly mother Stella (who was aged 91 at the time of his son's death). Erberto Landi is buried at Beth Olam Cemetery in Brooklyn, NY.</div><p></p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-9687143301394825222020-09-26T12:30:00.040+02:002020-09-26T12:30:00.149+02:00Il campionato che non voleva finire: la Serie B 1967-68<p><u>di:</u><br />Andrea Ridolfi Testori<br /><br />____________________________________________________________________________<br /><br />315 giorni, e cioè 10 mesi e 11 giorni, dal 10 settembre 1967 al 21 luglio 1968. Questo il tempo necessario per portare a termine il campionato di Serie B 1967-68, il 4º più lungo nella storia della competizione. Il più lungo di sempre è stato il campionato 1946-47, che durò 343 giorni dal 22 settembre 1946 al 31 agosto 1947 (11 mesi, 9 giorni), lo stesso numero di giorni del campionato 2019-20, macchiato dalla lunga interruzione causata dalla pandemia da Covid-19 (11 mesi e 8 giorni tra il 23 agosto 2019 e il 31 luglio 2020). Il terzo campionato per lunghezza fu il campionato 1952-53, che di giorni ne durò 317. La stagione 1967-68 però si distingue dagli altri campionati sopracitati per un fattore determinante: non si è praticamente mai interrotta. Tutte le altre stagioni hanno avuto degli spareggi o dei recuperi giocati ben oltre la data di conclusione della stagione regolare, allungando pertanto, sulla carta, la durata del campionato. La stagione 1967-68 ha avuto invece la particolarità di essersi giocata continuativamente, con due spossanti e interminabili fasi di spareggi-salvezza che logorarono oltremodo le squadre costrette a parteciparvi: da una parte la pressione di salvarsi ed evitare la retrocessione, dall'altra la stanchezza per un torneo che sembrava non voler mai finire.<br /><br />Andiamo pertanto a narrare la storia di questo campionato, davvero unico nel suo genere. Doveroso esporre dapprima gli antefatti: a livello strettamente sportivo la riforma del campionato di Serie A che aveva portato la massima serie a 16 squadre costringe la Serie B a un campionato a 21 squadre che ne aumenta la durata a 42 turni. Come in tutti i campionati che prevedano un numero dispari di partecipanti, in ciascuna giornata una squadra diversa osserva un turno di riposo. Per la stagione 1967-68 sono previste quattro retrocessioni, anziché le consuete tre, per fare in modo di riportare i partecipanti a 20 fin dalla stagione 1968-69. A livello sociale, l'Italia e il Mondo intero attraversano uno dei periodi storici più ricchi di cambiamenti, con il movimento sessantottino a infiammare le proteste studentesche e ad animare il risveglio delle coscienze. Le tensioni sociali si rifletteranno, come vedremo più avanti, anche negli stadi, e durante la stagione non mancheranno incidenti, intemperanze, aggressioni e invasioni di campo...<br /><br />Grandi aspettative gravano sulle spalle di Genoa e Lazio, le cui tifoserie bramano uno spedito ritorno al palcoscenico di Serie A. Le retrocesse dalla A, oltre alla Lazio, sono Foggia, Lecco e Venezia, altre pretendenti alla vittoria del campionato. Dalla C sono salite Bari e Monza, altre due società dalla grande tradizione nel campionato "cadetto". La stampa indica il Palermo quale possibile sorpresa del campionato, mentre il Verona e il Catania sono tra le favorite. La prima giornata si tiene il 10 settembre 1967. I primi a riposare sono i giocatori della Reggiana, che debutterà quindi nel turno seguente. Nelle partite inaugurali 7 pareggi su 10, una vittoria esterna (il Livorno a Reggio Calabria, con gol di Santon) e due vittorie in casa a opera di Modena (2-1 sul Genoa) e Padova (2-1 sul Bari). L'attaccante istriano Muiesan (questa la grafia corretta del suo cognome, nonostante sia quasi universalmente citato come Mujesan) del Bari fa già intravedere il proprio stato di forma segnando il gol del provvisorio 1-1: molte altre volte il suo nome verrà iscritto nel tabellino dei marcatori, e risulterà il capocannoniere del torneo.<br /><br />Nelle prime giornate Livorno, Palermo e Pisa si pongono come inattese apripista, seguite a breve distanza da Padova, Perugia e Reggina. Da segnalare l'acceso derby Bari-Foggia 2-2 del 1º ottobre 1967 (4ª giornata), tanto agguerrito da far scrivere a Ivo Bocca del Corriere dello Sport nella sua cronaca alla partita: «Erano gambe o mazze ferrate? Calci al pallone o bombarde? Cariche o scontri di carri armati? Ad ogni contatto un colpo al cuore. Addio quella gamba! Povera testa! E invece una spugna di acqua in faccia, un piede tuffato nel secchio con la scarpa, qualche passo zoppicando e poi avanti come prima a pestare, a correre, a incornare più di prima.» Pisa-Perugia 2-1 del 29 ottobre si segnala come una delle gare più spettacolari del torneo.<br /><br /></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-u7J2hJYNUqI/X23rZFPMK_I/AAAAAAAAAns/9ObnmYTuvqgtVV6Yx8bGyOifTmmP4ETWQCLcBGAsYHQ/s772/Scontri%2BLivorno.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="718" data-original-width="772" src="https://1.bp.blogspot.com/-u7J2hJYNUqI/X23rZFPMK_I/AAAAAAAAAns/9ObnmYTuvqgtVV6Yx8bGyOifTmmP4ETWQCLcBGAsYHQ/s320/Scontri%2BLivorno.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Livorno-Monza: i giocatori circondano<br />lo spettatore che ha aggredito l'arbitro Sbardella<br /></td></tr></tbody></table>All'11ª giornata, il 19 novembre, il primo episodio che coinvolge le intemperanze del pubblico. Durante Livorno-Monza l'arbitro Sbardella di Roma fa ripetere un calcio di punizione in favore del Monza per il movimento in avanti di Nardoni, uno dei componenti della barriera livornese. Il secondo tentativo causa il gol del pareggio del Monza a opera di Strada. Da lì, si scatena la rabbia del pubblico. Racconta così Ulisse Cerri del Corriere dello Sport: «Sbardella è stato malmenato; tifosi infuriati hanno invaso il campo e successivamente sfondato una grande saracinesca dell'ingresso centrale; lo stadio ha subito gravissimi danni: porte e vetri in frantumi. C'è stata perfino una sassaiola contro una cabina radio [...] la stessa vettura della RAI che sostava fuori dallo stadio è stata rovesciata da alcuni sportivi infuriati. [...] mentre giocatori ed arbitro si stavano avviando al sottopassaggio, si è visto uno spettatore saltare indisturbato la rete di protezione e senza che nessuno se ne accorgesse arrivare all'arbitro e colpirlo con un pugno al viso [...].» I carabinieri intervengono e fermano l'invasore, Sbardella lo colpisce con dei calci, "vendicandosi" dell'aggressione subìta; l'allenatore del Monza Radice indirizza un gesto offensivo verso il pubblico. Gli eventi precipitano poi come descritto sopra.<br /><br />La 13ª giornata è caratterizzata da forti polemiche sull'operato arbitrale (Il Corriere dello Sport addirittura titola "Arbitri al tritolo" e "Inferno a Lecco") e da un altro spiacevole episodio appunto a Lecco, in cui il portiere laziale Idilio Cei viene colpito da dei sassi lanciati in campo dal pubblico. Così viene descritto l'episodio: «[dopo l'espulsione di Carosi] nella mischia veniva coinvolto anche il medico sociale del Lecco; due spettatori riuscivano a scavalcare la rete di protezione e mentre il primo veniva immediatamente bloccato, l'altro raggiungeva Cei e lo colpiva con alcuni pugni al capo. [...] Il parapiglia durava circa 7' mentre in campo cominciavano a piovere sassi [...] Cei, che aveva ripreso il suo posto fra i pali, si accasciava poco dopo al suolo e chiedeva di essere sostituito. Abbandonava il campo con la testa fra le mani (il referto del medico annota: contusione alla regione parietale destra). Da quel momento il gioco era soltanto una rissa.» Nonostante parte della stampa sottolinei la necessità di assegnare la vittoria a tavolino alla Lazio, il Giudice Sportivo sarà di diverso avviso e il risultato di 1-1 sul campo sarà omologato.<br /><br />Tornando a parlare di calcio giocato, il Palermo continua la sua marcia, seguito dal Pisa che può contare sui gol di Manservisi, Joan e Piaceri. La 17ª giornata si gioca il 31 dicembre 1967, chiudendo l'anno solare con il Palermo in testa alla classifica con 23 punti. I rosa-nero continuano a ottenere risultati positivi anche nella prima giornata giocata nell'anno 1968, battendo per 3-0 il Messina (che era rimasto in 9 uomini per le espulsioni di Benatti e Gonella), mentre il Verona continua a scalare posizioni con la vittoria in trasferta ottenuta a Lecco.<br /><br />Alla 20ª giornata un altro avvenimento spiacevole. L'arbitro Picasso di Chiavari, rientrando negli spogliatoi dopo la fine del primo tempo, viene colpito da una bottiglietta lanciata dalle tribune dello stadio di Verona durante l'incontro Verona-Bari (terminato 1-1). Fortunatamente non ci sono conseguenze serie e il direttore di gara può concludere il suo arbitraggio. La 21ª giornata è caratterizzata da un episodio piuttosto raro: la partita tra Palermo e Foggia in programma in Sicilia viene rinviata per la scossa di terremoto avvertita il 25 gennaio a Palermo, pochi giorni dopo il forte terremoto del Belice. La prudenza consiglia di posticipare l'incontro a una data più sicura. Si laureano campioni di inverno Palermo e Pisa a 26 punti, seguite da Verona, Reggiana e Foggia. Problematica le situazioni del Messina, ultimo a 12 punti, e del Modena, penultimo a 13 lunghezze. Deludenti i campionati della Lazio e del Venezia, l'una dodicesima e l'altra diciassettesima alla fine del girone d'andata.<br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-U9ICQ-uz37U/X23w5cH2qGI/AAAAAAAAAoI/CK5cmygYUKIQoZjUTSxcQlLqQyAQn9PYwCLcBGAsYHQ/s917/Lazio-Pisa%2Buscita%2BAnnibale.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="917" data-original-width="578" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-U9ICQ-uz37U/X23w5cH2qGI/AAAAAAAAAoI/CK5cmygYUKIQoZjUTSxcQlLqQyAQn9PYwCLcBGAsYHQ/s320/Lazio-Pisa%2Buscita%2BAnnibale.jpg" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lazio-Pisa 0-0, 16ª giornata:<br />uscita del portiere toscano<br /> Annibale<br /></td></tr></tbody></table>La prima giornata di ritorno vede un nuovo successo del Palermo (2-0 al Perugia), mentre il Pisa viene fermato dal Catania (1-0): i siciliani passano pertanto al comando solitario della classifica con 28 punti e una gara ancora da recuperare. Nei turni seguenti il primato dei palermitani si rafforza, con Pisa, Foggia e Verona all'inseguimento. Nelle retrovie si complicano le posizioni del Messina e del Potenza, che rischiano di rimanere troppo indietro. Alla 27ª allo Stadio Flaminio durante Lazio-Livorno si susseguono incidenti in campo, con le espulsioni di Dolso (reazione violenta a un fallo di De Petrini) e Adorni (pugno a Gualtieri) dei bianco-celesti, e il lancio di oggetti dalle gradinate. Il Corriere dello Sport descrive così: «Il pubblico della curva nord ha minacciato una invasione al 13' della ripresa, bene arginata dai carabinieri. Sostenuto lancio di oggetti vari in campo fra cui numerosi ombrelli e tre palloni sequestrati dai tifosi sempre nella ripresa.» Il GS deciderà in seguito di assegnare la sconfitta a tavolino alla Lazio, che già aveva perso sul campo per 0-1.<br /><br />Alla 30ª giornata il Palermo ha incrementato il suo vantaggio a 5 punti sul Pisa con una convincente vittoria per 3-0 sul Novara (doppietta di Bercellino II, peraltro contro la squadra di cui suo padre Teresio era stato una bandiera): seguono Verona e Foggia, mentre sono più defilate Livorno e Reggiana. Alla 31ª giornata emozionante 3-3 a Palermo tra i rosanero e il Monza, mentre la Reggiana vince 4-1 a Catania. La sfida d'alta classifica tra Verona e Pisa nella città scaligera vede la vittoria dei toscani grazie al gol di Piaceri. Al 32º turno (14 aprile) altra sassaiola, questa volta a Potenza: ne è vittima l'arbitro Barbaresco di Cormons, reo di essersi rifiutato di consultare il suo guardalinee su un gol in fuorigioco segnato da Gualazzini del Modena. Dopo due minuti passati sotto le pietre, Barbaresco giunge a più miti consigli, interpella il collaboratore e annulla il gol. Il Corriere dello Sport arriverà a dare addirittura 3 in pagella all'arbitro per il contegno tenuto durante questo episodio.<br /><br />Alla 34ª giornata la battuta d'arresto del Palermo a Modena passa in secondo piano a causa di un altro episodio increscioso. Durante Reggina-Perugia a Reggio Calabria il giocatore perugino Luigi Polentes viene colpito alla fronte da una pietra mentre si trova all'altezza del sottopassaggio nei pressi delle curve. La Reggina contesta le dichiarazioni del centromediano e sostiene che l'abrasione riscontrata dai medici fosse derivante da un contrasto di gioco, e non da un sasso scagliato dai tifosi reggini. Polentes non rientrerà in campo e il Perugia disputerà l'intero secondo tempo in dieci: la partita finisce 1-1. <br /><br />Nelle battute finali del campionato il Pisa torna a minacciare il primato del Palermo, portandosi a -2 alla 36ª giornata, ma alla 38ª i toscani perdono 2-1 a Monza mentre il Palermo osserva il turno di riposo, e perdono così la possibilità di raggiungere la capolista. Il Bari, trascinato dai gol del cannoniere Muiesan, recupera diverse posizioni e si porta al terzo posto.<br /><br />Alla 39ª, il 2 giugno 1968, la tragedia più grande di questo campionato. Durante Verona-Lecco viene espulso Ranghino del Verona per fallo su Saltutti al 43' del primo tempo. L'arbitro Genel di Trieste è oggetto di pesanti contestazioni da parte del pubblico. Al fischio dell'intervallo c'è un tentativo di invasione: dalle tribune vengono lanciati vari oggetti. Uno di questi è una bottiglietta di vetro, i cui frammenti colpiscono il difensore Vinicio Facca, una vera e propria bandiera del Lecco, e lo feriscono in volto, e in modo grave all'occhio destro. Nonostante i tentativi di medicarlo all'ospedale di Borgo Trento a Verona, si renderà inevitabile la rimozione dell'occhio. Allo stadio intanto continuerà per diverse ore l'assedio dei tifosi all'ingresso, in attesa dell'uscita dell'arbitro. Facca sarà operato il 25 giugno dal professor Orzalesi a Milano, subendo l'asportazione del bulbo oculare, poiché rischiava di perdere anche l'uso dell'altro occhio: sarà costretto a ritirarsi dal calcio giocato per questo tragico episodio, una delle più nere pagine dello sport italiano.<br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-a1HIupvQVZY/X23sPv7HifI/AAAAAAAAAn0/qcmPo-1vSqE7TW2z4H05VaUjKaSfco2zQCLcBGAsYHQ/s768/Festeggiamenti%2Bpromozione%2BPalermo.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="439" data-original-width="768" src="https://1.bp.blogspot.com/-a1HIupvQVZY/X23sPv7HifI/AAAAAAAAAn0/qcmPo-1vSqE7TW2z4H05VaUjKaSfco2zQCLcBGAsYHQ/s320/Festeggiamenti%2Bpromozione%2BPalermo.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Festeggiamenti alla Favorita per la<br />promozione del Palermo in Serie A<br /></td></tr></tbody></table>Alla 40ª il Palermo ottiene la matematica certezza della Serie A grazie alla vittoria per 1-0 sul Potenza: il gol-promozione è di Nova. Alla 41ª grandi festeggiamenti alla Favorita con relativa invasione di campo (dopo un'ulteriore vittoria, 2-0 al Catanzaro). Complicata la situazione nelle ultime posizioni. Spacciato da tempo il Potenza, e con il Novara messo peggio degli altri, un numeroso gruppo di squadre è racchiuso in un punto: alla penultima giornata il Venezia ne ha 34, mentre Genoa, Lecco, Messina e Perugia sono tutte a quota 35. Per definire la questione retrocessione è pertanto decisiva l'ultima giornata... o così parrebbe. Al 42º turno si nominano le altre due promosse in A, Verona e Pisa; ma è a fondo classifica che succede di tutto. Lo scontro diretto tra Genoa e Messina si conclude sullo 0-0; anche il Lecco (2-2 a Monza) e il Perugia (1-1 con il Bari) ottengono un punto ciascuno. Il Venezia vince in rimonta sul Modena (3-2 con gol decisivo di Lenzi a 11 minuti dalla fine) e si porta anch'esso a quota 36. Novara e Potenza sono già retrocesse: ma ci sono ben 5 squadre a pari punti. La Lega decide di organizzare un "Torneo salvezza" (detto anche "colossale spareggio" dai giornali), così strutturato: girone all'italiana, gare di sola andata a breve distanza l'una dall'altra in campo neutro. In caso di ulteriore parità, tra due o più squadre, in base al regolamento dovrà svolgersi ancora uno spareggio.<br /><br />Inizia pertanto il "campionato supplementare", come viene definito dalla stampa sportiva: le sfide inaugurali sono disputate il 30 giugno: Messina-Perugia sul campo di Caserta, e Venezia-Genoa a Bergamo. Il Perugia supera agevolmente il Messina per 3-0 con doppietta di Mainardi, mentre il Genoa batte il Venezia per 2-0 (Brambilla e Petroni). Il turno seguente vede il debutto del Lecco, che pareggia a Brescia con il Venezia, mentre tra Perugia e Genoa è pareggio per 1-1. Nella terza giornata convincente successo del Genoa sul Messina per 3-0 nella partita giocata al Flaminio di Roma, mentre il Perugia supera il Lecco per 2-1. Alla quarta giornata il Lecco batte il Messina a Firenze (1-0, gol di Paganini), mentre il Venezia ottiene la sua prima vittoria con un secco 3-0 al Perugia. Nella quinta giornata si sviluppa però lo scenario più temuto: il Lecco batte il Genoa grazie ancora a Paganini, e il Venezia batte il già retrocesso Messina: quattro squadre raggiungono quindi quota 5 punti e sono... prime a parimerito. Il Messina, rimasto a 0, è quindi retrocesso in Serie C; ma le altre sono costrette a un ulteriore torneo per rimanere in Serie B.<br /><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-kIlfHCJigK0/X23shI_bTFI/AAAAAAAAAn8/tYjpNrk9NNUDLV72eVJrBJnL-2Tq5eqggCLcBGAsYHQ/s341/Autorete%2BBenatti%2Bcontro%2Bil%2BMessina.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="213" data-original-width="341" src="https://1.bp.blogspot.com/-kIlfHCJigK0/X23shI_bTFI/AAAAAAAAAn8/tYjpNrk9NNUDLV72eVJrBJnL-2Tq5eqggCLcBGAsYHQ/s320/Autorete%2BBenatti%2Bcontro%2Bil%2BMessina.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'autorete di Benatti durante Genoa-Messina,<br />nella prima fase degli spareggi<br /></td></tr></tbody></table>I giocatori si ribellano: Pasinato e Locatelli, rispettivamente capitani di Lecco e Genoa, chiedono... "pietà". Pasinato dichiara: «Qui stanno giocando sulla nostra pelle; i dirigenti non c'entrano. Se vogliono possono anche mandarci in serie C, ma non possiamo andare avanti di questo passo. È dallo scorso agosto che siamo impegnati ad allenarci e a giocare: non vogliamo arrivare all'esaurimento fisico e nervoso soltanto per salvarci della retrocessione» (Corriere dello Sport, 15 luglio). Locatelli viene descritto «così stanco da non sapere più intessere neanche un discorso». <br /><br />Nonostante le proteste dei giocatori, logorati fisicamente e psicologicamente dagli interminabili spareggi, la Lega rimane ferma sulla sua posizione: come da regolamento, si deve proseguire. Gli appelli dei calciatori rimangono quindi inascoltati, e il 17 luglio, dopo soli tre giorni dalle ultime gare, si ritorna in campo. Il Lecco batte il Venezia per 3-0, mentre il Perugia sconfigge il Genoa con gol di Balestrieri e Montenovo. Alla seconda giornata il Genoa si riprende e supera il Venezia per 2-1 in rimonta, mentre Perugia e Lecco concludono il loro scontro a reti inviolate. Nell'ultima giornata si esaurisce la questione: è il Venezia il terzo retrocesso. Genoa e Lecco non si feriscono a vicenda e pareggiano 0-0; il Perugia invece batte il Venezia per 2-1 con un il decisivo rigore all'81' realizzato da Dugini e causato da un fallo di mano di Nanni che – forse sconvolto dalla stanchezza delle incessanti sfide – nel controllare un pallone innocuo lo tocca con le mani. Dugini tira alla sinistra di Bubacco e manda il Venezia in Serie C.<br /><br />Si conclude così uno dei campionati più singolari della storia della Serie B e del calcio italiano in generale. Numerosissimi fatti lo hanno caratterizzato: le intemperanze del pubblico, gli inattesi risultati sul campo, gli spareggi interminabili e persino la tragedia di un calciatore costretto a interrompere la propria carriera e a perdere un occhio. Un campionato che riassume in sé l'alternanza di vicende che da sempre è la principale componente della serie B.<br /><br /><u>Il bilancio finale:</u><br /><br />Promosse in Serie A: Palermo (campione), Verona e Pisa.<br />Retrocesse in Serie C: Novara e Potenza (al termine della stagione regolare), Messina (dopo il primo turno di spareggi), Venezia (dopo il secondo turno di spareggi).<br />Gol realizzati: 798 (767 durante il campionato, 31 durante gli spareggi).<br />Miglior attacco: Bari, 55 gol fatti (in 40 partite)<br />Peggior difesa: Potenza, 55 gol subiti (in 40 partite)<br />Capocannoniere: Lucio Muiesan (19 gol)<br />Giocatori più presenti: Roberto Derlin (Genoa), Giorgio Azzimonti e Giuseppe Meraviglia (Lecco), 46 presenze (39 durante il campionato regolare, 7 durante gli spareggi)<br /><p></p>Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-69601861993223050392017-03-13T12:31:00.006+01:002017-03-13T12:32:33.186+01:00Una riflessione<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Le scuole calcio devono essere strumenti formativi non solo a livello sportivo, ma anche a livello umano. Ovviamente non devono essere surrogati di educazione e istruzione, ma devono agire in parallelo, contribuendo con insegnamenti che possono derivare solo dallo spirito sportivo.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Negli ultimi anni ho notato che anche ai bambini viene insegnata la simulazione, la protesta all'arbitro, la condotta antisportiva. Fin dagli inizi viene detto ai bambini che appena si viene toccati si deve gettarsi a terra per cercare il fischio dell'arbitro. Appena caduti si guarda il direttore di gara strabuzzando gli occhi, esigendo il fischio e la punizione all'avversario. Si rimane a terra fingendo dolori lancinanti quel tanto che basta perché l'arbitro sia persuaso a soffiare nel fischietto. Poi ci si rialza prontamente, magari proponendosi per calciare la punizione o il rigore appena ottenuti.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Non aiutano certamente i calciatori di Serie A, ormai dei veri e propri maestri nell'arte del tuffo, tanto da far invidia agli olimpionici del trampolino. Inevitabilmente i bambini si ispirano a loro come modelli di comportamento: inutile dire quanto danno facciano a uno sport nato e fondato sulla correttezza e sull'utilizzo delle abilità – individuali e di squadra – per superare gli avversari.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">L'insegnamento del calcio deve partire dallo spirito sportivo. Non si devono forgiare degli atleti pronti a tutto pur di mendicare un calcio di rigore o un'espulsione di un difensore avversario. Si devono formare degli uomini di sport, con dei principî saldi e incorruttibili. Altrimenti si diviene fautori della rovina dello sport che più di ogni altro rappresenta e deve rappresentare comunione e onestà.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">A. R. T.</span>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00635021338712723041noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-49502166589136949722016-12-21T15:03:00.002+01:002016-12-22T12:22:33.579+01:00Umberto Caligaris: anima e corpodi: Andrea Ridolfi Testori<br />
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<div style="text-align: justify;">
____________________________________________________________</div>
<div style="text-align: justify;">
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Umberto Caligaris è uno dei più importanti difensori della storia del calcio italiano. Non a caso scrivo <i>è</i>, e non <i>è stato</i>. Il suo impatto è stato fulmineo e duraturo, la sua impronta indelebile. Il suo modo di giocare, caratterizzato da potenza, colpo d'occhio e capacità di sfidare l'avversario faccia a faccia, senza paura, influenzerà tanti difensori degli anni seguenti, che da lui trarranno ispirazione. Tra le sue virtù lo spirito indomito, l'amore sincero e purissimo per uno sport, il calcio, che nella sua forma più verace riesce a tirar fuori sentimenti autentici, franchi, di passione e di coraggio. Atleticamente era completo, dotato nella corsa (a 17 anni fu campione cittadino nei 100 metri piani), impareggiabile in elevazione (e difatti eccelleva anche nella disciplina del salto in alto) e per natura portato all'acrobazia; la sua specialità era il «rinvio a forbiciata», come descrive Vittorio Pozzo, «per cui rimaneva un istante in aria come se stesse per spiccare il volo». Non era altissimo, 1 metro e 71, ma riusciva, con tempismo e istinto, ad anticipare anche chi lo superava in altezza. La forza dei suoi rinvii, la sicurezza con cui controllava ogni situazione e la capacità di leggere le traiettorie del pallone e i movimenti degli avversari destavano una sempre rinnovata ammirazione. Caligaris compendiava in sé tutte le doti del perfetto difensore.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-1K_OrI93m5k/WFqI4ydfesI/AAAAAAAAAdU/0T75cVUYqiYNpisuiIxj59W-l6n_caCMACLcB/s1600/Caligaris%2BSparta.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-1K_OrI93m5k/WFqI4ydfesI/AAAAAAAAAdU/0T75cVUYqiYNpisuiIxj59W-l6n_caCMACLcB/s200/Caligaris%2BSparta.jpg" width="154" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un giovanissimo Caligaris<br />
allo Sparta</td></tr>
</tbody></table>
Umberto Francesco Luigi Caligaris nacque a Casale Monferrato il 26 luglio 1901. Figlio di un padre cultore dello sport ed esperto nel gioco del pallone elastico, fin da piccolo visse con passione il movimento calcistico della sua città, che negli anni della sua infanzia era al massimo del proprio splendore: il Casale infatti combatteva sui campi della Prima Categoria italiana, e nel 1913-14 vinse uno scudetto che suscitò meraviglia e incontenibile gioia nella comunità piemontese, che viveva un periodo florido anche dal punto di vista dello sviluppo industriale ed economico. Proprio nel 1913, ancora giovanissimo studente, <i>Berto</i> (così era affettuosamente soprannominato) mosse i primi passi nello sport che sarebbe poi divenuto fondamento della sua vita. Dalle partite all'oratorio Sacro Cuore nel rione Valentino, dove inizialmente fu schierato portiere, poi centravanti e infine giunse al suo predestinato ruolo di terzino, fece parte dei fondatori dello Sparta, società di «liberi» dalla maglia bianca con striscia verde. Le attività di questa squadra furono interrotte dal primo conflitto mondiale; già nel 1917, però, si ricompose lo Sparta – con Caligaris ancora tra i fondatori insieme a diversi suoi futuri compagni nel Casale – che adottò la maglia bianca con stella nera, versione "in negativo" della divisa nerostellata che aveva infiammato i cuori dei casalesi. Fino al 1919, lo Sparta proseguì la sua attività a livello locale: poi si ricostituì il Foot Ball Club Casale, e con esso tornò la maglia nera che tanto mancava agli appassionati.<br />
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Caligaris fece il suo debutto assoluto in prima squadra il 12 ottobre 1919 contro la Valenzana. Questa la formazione casalese: Gaviorno; Scrivano, <i>Caligaris</i>; Bargero II, Bergante, Barbesino, Migliavacca, Siviardo, Corrado, Riccio, Bertinotti. La partita fu vinta per 3-1 e Caligaris giocò tutte le 20 partite della stagione: cambiava il compagno di reparto (talvolta Scrivano, talaltra Grosso II) ma lui rimaneva un punto fermo. Il giovane difensore, giocando terzino sinistro, iniziava a scrivere la propria leggenda, accompagnato in campo dal fazzoletto che aveva la funzione di mantenere in ordine i lisci capelli, portati piuttosto lunghi. Nel 1919, a dimostrazione ulteriore della sua serietà, conseguì il diploma di ragioneria. In campionato il Casale superò il primo turno, ma non riuscì a vincere il girone semifinale, terminando al quarto posto nel gruppo B. Nel 1920-21 ancora Caligaris sempre in campo, con diversi partner difensivi (Acuto, Bargero II, Sarasso). Una stagione di conferma del proprio valore, a riprova che quel ragazzino che tanto bene aveva giocato nella prima annata non era un fuoco di paglia. Il torneo 1920-21 fu importante anche per un episodio che fece già intuire il temperamento di Caligaris. Il 19 settembre 1920 si giocava Casale-Alessandria, incontro di Coppa Palli: Caligaris e Baloncieri si scontrarono duramente sulla linea di fondo campo, e tra i due nacque un alterco che degenerò in rissa. La partita venne sospesa e infine data vinta al Casale, dato il rifiuto dell'Alessandria di proseguire la partita. Nel 1921-22 il calcio italiano attraversava un periodo di scisma, con la creazione della C.C.I., la Confederazione Calcistica Italiana che riuniva le maggiori società dell'epoca in contrasto con la F.I.G.C. Il Casale partecipò per l'appunto al campionato organizzato dalla federazione "scissionista", ma non riuscì a brillare, concludendo al sesto posto nel girone B. Proseguiva però il momento di eccezionale forma per Caligaris, particolarmente positiva anche a livello realizzativo: il primo gol in carriera lo realizzò il 16 ottobre 1921 contro il Savona, su punizione tirata con potenza e decisione; dopo la doppietta segnata contro il Genoa il 2 aprile 1922 (il primo dei due gol su calcio di rigore), Caligaris seppe ripetersi altre 2 volte, contro Brescia (5 marzo 1922, rigore) e Internazionale (19 marzo, rigore). Il 15 gennaio 1922 ebbe l'onore di debuttare in Nazionale, a Milano contro l'Austria. Il terzino casalese affiancò niente meno che Renzo De Vecchi, il popolarissimo "Figlio di Dio" che era una vera e propria icona vivente del calcio italiano. Un'emozione che rimarrà nel cuore di Caligaris per tutta la vita.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-jmoPwyMw4vU/WFqJD5JbNjI/AAAAAAAAAdY/wGPRLl0q4eEjmjLtiBZGTLq1cfxx_tryACLcB/s1600/Caligaris%2Bgiovane.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-jmoPwyMw4vU/WFqJD5JbNjI/AAAAAAAAAdY/wGPRLl0q4eEjmjLtiBZGTLq1cfxx_tryACLcB/s200/Caligaris%2Bgiovane.jpg" width="196" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caligaris nei primi anni al Casale</td></tr>
</tbody></table>
A soli 21 anni Umberto Caligaris era già uno dei giocatori di maggior fama del Paese: era riuscito infatti, provenendo da una realtà relativamente piccola come Casale Monferrato, a ergersi tra i primi nel suo ruolo, portando nuovamente il Casale agli onori della cronaca per aver prodotto un così mirabile esempio di giocatore appassionato, ardito, capace di rappresentare a pieno lo spirito del calciatore che gioca non già per lucro, ma per limpido e incorrotto amore dello sport. Nel 1922-23 ancora una stagione da protagonista, con 22 presenze, inamovibile nella "terza linea" dei nerostellati. Nel 1923-24 le prime difficoltà: il Casale attraversava un periodo poco felice a livello economico, e <i>Berto</i> subì un infortunio al ginocchio che lo costrinse a saltare alcune partite. La stagione però ebbe una nota positiva: il gol segnato il 13 aprile 1924 contro l'Internazionale su calcio di punizione. A campionato finito, un altro evento di fondamentale importanza per la carriera di Caligaris: i Giochi olimpici. Incluso da Pozzo nella lista dei convocati, il terzino casalese giocò 2 partite, contro Spagna e Svizzera. Le Olimpiadi furono la prima competizione vera e propria disputata da Caligaris con la maglia azzurra, avendo fino ad allora vestito i colori della Nazionale solo in partite amichevoli. Un palcoscenico di assoluto prestigio, che confermò ulteriormente l'ascesa ai massimi livelli di <i>Caliga</i> (questo l'altro suo soprannome). Il 25 maggio 1924, oltre a segnare il debutto olimpico, fu una data storica per un'altra ragione: fu infatti la prima partita in cui scesero in campo, fianco a fianco, Virginio Rosetta e Umberto Caligaris. Due nomi destinati a rimanere legati per sempre.<br />
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Nel torneo 1924-25 il Casale tornò ad alti livelli, contendendo il primo posto del girone A della Lega Nord a Genoa e Modena: ancora una volta Caligaris sempre presente, stavolta affiancato dall'imponente Ticozzelli che lo sovrastava in altezza grazie al suo metro e 87. La coppia formata dai due terzini era eccezionale, una combinazione di potenza e ardore al servizio della propria squadra. I ben coordinati movimenti dei due contribuivano a dare sicurezza alle altre due linee in campo. Nel 1925-26 20 partite ad alti livelli per Caligaris, che rimaneva uno degli elementi di maggiore valore in un Casale segnato da un leggero calo di rendimento; stagione da ricordare anche per la presenza di Eraldo Monzeglio che formò un altro favoloso duo difensivo con <i>Berto</i>, essendo passato da centromediano a terzino. Nel 1926-27 stagione con un triplice impegno: campionato, Coppa C.O.N.I. e Coppa Italia. Il Casale seppe onorare le tre competizioni, figurando assai bene specialmente in Coppa C.O.N.I., in cui raggiunse la finale persa per un soffio con l'Alessandria. Per il campionato 1927-28 il Casale assunse la nuova denominazione di Casale XI Legione, imposta dal regime per rafforzare ancora di più l'immagine fascista della squadra nerostellata. Sorretto ancora una volta da un Caligaris solido e nel pieno delle forze, il Casale riuscì a qualificarsi per il girone finale grazie al terzo posto ottenuto nel gruppo A. Tuttavia, alla buona prestazione nella prima fase seguirono diversi risultati negativi, e i casalesi terminarono ultimi con soli 4 punti in 14 partite.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-heUZGgvVARc/WFqKIhMIqkI/AAAAAAAAAdg/f6S8Hl2YR-UcR1V1qUp4sJwpFs0xJE5IwCLcB/s1600/Trio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-heUZGgvVARc/WFqKIhMIqkI/AAAAAAAAAdg/f6S8Hl2YR-UcR1V1qUp4sJwpFs0xJE5IwCLcB/s200/Trio.jpg" width="194" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Trio Combi-Rosetta-Caligaris</td></tr>
</tbody></table>
Per Caligaris era arrivato il momento di cambiare. Da tempo ormai giungevano offerte da numerose squadre, desiderose di assicurarsi uno dei più forti terzini del panorama internazionale dell'epoca; tra queste il Torino che più volte aveva vanamente tentato l'assalto, sempre respinto dalla dirigenza del Casale. La fama di Caligaris era tale che persino il Liverpool si interessò al giocatore, ambendo a portarlo nella patria del <i>football</i>, dandogli la possibilità di confrontarsi con i maestri inglesi. Non furono però le sirene estere ad affascinare e conquistare Caligaris, bensì la Juventus. Nell'estate 1928 il terzino casalese si recò ad Amsterdam per partecipare alle Olimpiadi: durante tutto il torneo si comportò benissimo; con gli azzurri eliminati dalla corsa all'oro olimpico dall'Uruguay futuro vincitore, ebbe comunque modo di ricevere l'altissimo onore di una medaglia di bronzo, ottenuta grazie al clamoroso successo per 11-3 sull'Egitto nella gara conclusiva del torneo. Il 19 luglio 1928 venne concluso il passaggio dal Casale alla Juventus, dopo diversi giorni di trattative. La decisione fu accolta con rabbia dai tifosi nerostellati, che pare arrivarono a dare alle fiamme un fantoccio con le sembianze di <i>Caliga</i>, e gli serbarono un duraturo rancore che solo gli anni riuscirono ad attenuare. La Juventus si era così aggiudicata «il terzino più dinamico su cui conti il calcio italiano del momento attuale», come lo descrisse La Stampa. Sempre il quotidiano torinese si rivelò profetico: nella cronaca di un'amichevole settembrina con la Pro Patria scrisse «Non vi è dubbio che contro il granitico baluardo formato da lui [Caligaris], da Rosetta e da Combi, si andranno ad infrangere i più formidabili attacchi avversari». Una frase che preannunciava ciò che negli anni a seguire sarebbe diventato il terzetto difensivo più emblematico degli anni '30.<br />
<br />
Combi, Rosetta, Caligaris. Iniziava ovviamente così la formazione dei bianco-neri il 30 settembre 1928, giorno dell'esordio di <i>Berto</i> con la Juventus in campionato. A Reggio Emilia è pareggio con la locale squadra granata, 2-2. La linea difensiva non ebbe però demeriti, e i due terzini Rosetta e Caligaris misero in mostra interventi precisi, cui del resto avevano abituato già in maglia azzurra. Il primo torneo disputato a Torino da Caligaris fu positivo: brillante la prestazione con il secondo posto nel girone B (e con essa ottenuta la partecipazione alla Serie A a girone unico prevista per l'anno seguente), e vittoria nello spareggio per la qualificazione alla Coppa dell'Europa Centrale, la competizione europea per club che vedeva affrontarsi le migliori compagini del continente. Il debutto a livello internazionale con la maglia juventina avvenne il 23 giugno 1929 contro lo Slavia Praga al campo di Corso Marsiglia. Tenendo fede alla sua reputazione, per nulla intimorito dagli avversari Caligaris fu «impetuoso e audace», agendo da "terzino volante". Il 6 ottobre 1929 Caligaris entrò nella storia del campionato di Serie A insieme ai suoi compagni, partecipando alla prima giornata del neonato torneo a girone unico. Un'avvincente sfida contro il Napoli, terminata con la vittoria bianco-nera per 3-2, è la prima gara della Juventus nella moderna Serie A. Caligaris aveva un rapporto controverso con l'allenatore William Aitken, che sottoponeva l'intera rosa ad allenamenti molto impegnativi dal punto di vista fisico e aveva idee molto precise sullo schieramento tattico, essendo sostenitore del "sistema". <i>Caliga</i> era sempre pronto al massimo impegno fisico, ma aveva alcune riserve sui compiti che Aitken voleva assegnargli, specialmente nel gioco senza palla. Per lui infatti la conquista del pallone era l'essenza stessa del gioco, l'assoluta e irrinunciabile priorità, e rinunciarvi anche solo per breve tempo gli pareva un sacrificio troppo grande. Conclusa la stagione 1929-30 con un buon terzo posto, alla Juventus arrivò Carlo Carcano.<br />
<br />
La stagione 1930-31 fu tra le più positive in assoluto per Caligaris. Confermato come inamovibile pedina dello schieramento juventino, giocò un campionato ad altissimi livelli, sempre presente (34 partite giocate in Serie A, 3 in Coppa dell'Europa Centrale), e soprattutto vinse il suo primo scudetto. Una gioia infinita per chi, come lui, giocava per la gloria sportiva. L'intesa con Combi e Rosetta era ormai cementata, la sua fama era all'apice, e giungevano riconoscimenti anche fuori dal campo sportivo: il 28 ottobre 1930, infatti, fu insignito del titolo di Cavaliere della Corona d'Italia. Inizialmente incredulo, Caligaris fu ben presto sopraffatto dalla felicità di aver ricevuto il meritato premio, un encomio dovuto che il mondo del calcio italiano tributò a uno dei suoi più fulgidi simboli. Il campionato 1931-32 fu più difficoltoso per Caligaris. Solo 12 partite, infatti, e una stagione gravata da un serio infortunio subìto il 18 ottobre 1931 a Roma contro i giallo-rossi: un duro scontro con De Micheli alla mezz'ora di gioco costrinse il difensore juventino a ritirarsi dal campo, impossibilitato a proseguire la contesa. Non rientrerà per quasi 6 mesi, tornando in campo il 17 aprile 1932 a Torino contro la Triestina. Pur con sole 12 presenze, Berto contribuì al secondo scudetto consecutivo della forte compagine torinese. Il successivo torneo 1932-33 lo vide tornare protagonista a tutti gli effetti, con 32 partite su 34, e un altro scudetto vinto da prim'attore. Dopo una lunga assenza dalla Nazionale durata quasi 2 anni (dal 20 maggio 1931 al 2 aprile 1933), Caligaris vestì nuovamente la maglia azzurra, prendendo così parte alla sua terza edizione della Coppa Internazionale, la competizione per squadre nazionali che vedeva duellare le migliori rappresentative europee per il primato continentale.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-n2PfxY4Up2o/WFqLh7F8gLI/AAAAAAAAAds/kRKPUwcI5o8dBen0GkO9wwOWHbnDAnfiACLcB/s1600/Caligaris%2Bnazionale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-n2PfxY4Up2o/WFqLh7F8gLI/AAAAAAAAAds/kRKPUwcI5o8dBen0GkO9wwOWHbnDAnfiACLcB/s200/Caligaris%2Bnazionale.jpg" width="157" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Caligaris in maglia azzurra</td></tr>
</tbody></table>
Il campionato 1933-34 era la porta al Campionato del Mondo, atteso con speranza da Caligaris che aveva un incondizionato amore per i colori patrî, e desiderava difenderli nella più importante manifestazione calcistica mondiale, che per di più doveva tenersi proprio in Italia. Il terzino casalese mise tutto il suo impegno, pur iniziando a sentire il peso degli anni che erano quasi 33 (a quell'epoca, un'età ragguardevole per un calciatore). 33 furono anche le presenze in quell'edizione della Serie A, conclusa con un'altra vittoria, la quarta consecutiva di un'epoca d'oro per la Juventus. Caligaris fu convocato per la Coppa del Mondo, ma non giocò alcun incontro. Il commissario tecnico Pozzo gli preferì Allemandi, che affiancò a volte Rosetta e a volte Monzeglio nella linea difensiva dell'Italia. Alla fine fu apoteosi, e vittoria italiana: sicuramente <i>Berto</i> avrebbe preferito viverla in campo, combattendo ogni battaglia centimetro su centimetro; ma ciò non sminuisce certo l'eccezionale carriera di Caligaris in Nazionale, di cui fu 16 volte capitano incarnando l'indomito spirito dei calciatori italiani. Altro rimpianto del casalese il non aver raggiunto la cifra tonda di 60 partite in azzurro: ma Pozzo volle mantenere sempre il suo principio di non cedere mai a favoritismi o simpatie nella selezione dei giocatori. L'ultima partita di Caligaris in Nazionale fu quella con l'Austria giocata l'11 febbraio 1934: la sua carriera internazionale quindi finì come era cominciata, con una gara contro gli austriaci.<br />
<br />
Nel 1934-35 l'avanzata età di <i>Caliga</i> lo pose ai margini della rosa juventina, con alle sue spalle Alfredo Foni destinato a prenderne il posto. Furono le ultime 11 partite in Serie A con la livrea bianco-nera, e il quinto scudetto fu il coronamento ideale di una carriera ai massimi livelli, caratterizzata da entusiasmanti vittorie. 178 presenze in A e 5 scudetti vinti ne fanno un indiscusso simbolo della storia juventina, tra i più rappresentativi del cosiddetto "Quinquennio d'oro". Caligaris sentiva nascere in sé il desiderio di vestire i panni dell'allenatore, ma non intendeva ancora rinunciare al campo. Gli offrì questa possibilità il Brescia, che lo ingaggiò nel doppio incarico di giocatore e allenatore. La naturale passione e lo spirito indomito del casalese inizialmente facevano ben sperare i sostenitori della compagine lombarda; e tuttavia, la prima annata (1935-36) fu negativa. Nonostante il buon inizio con la vittoria per 1-0 sull'Ambrosiana, le "rondinelle" non riuscirono a superare le numerose difficoltà presentate da un campionato assai selezionato (solo 16 squadre) e con valori al di sopra delle possibilità bianco-azzurre. Caligaris giocò quasi sempre titolare, affiancandosi Tamietti come terzino destro; e tuttavia, tutto l'impegno di giocatori e tecnico non fu sufficiente, e il Brescia chiuse all'ultimo posto in campionato, retrocedendo in Serie B.<br />
<br />
Alle difficoltà sui campi di gioco seguì un periodo assai negativo per la sua vita, costantemente messa in pericolo da svariate malattie che non solo gli impedirono di allenare e giocare a calcio, ma lo costrinsero anche a più di un intervento chirurgico, uno dei quali lo lasciò con due costole in meno, asportategli per necessità mediche. Iniziata la stagione 1936-37 ancora a Brescia, giocò 13 partite prima di ammalarsi di setticemia, vedendosi costretto a farsi ricoverare in ospedale preda di forti attacchi febbrili nel marzo 1937. L'ultima gara l'aveva disputata il 14 febbraio a Livorno. Nel giugno 1937, reduce dalla malattia che, come detto, aveva richiesto tutte le sue forze per essere sconfitta, lasciò il Brescia, dovendosi ritirare per una lunga convalescenza necessaria a recuperare le forze. Trovandosi perciò impossibilitato a proseguire l'incarico di allenatore del Brescia, dovette prendersi una pausa – impresa sicuramente durissima per uno come lui, abituato all'incessante e fervente attività.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-zJZF5UDYNMg/WFqH2hTM7tI/AAAAAAAAAdM/Tu0XIyMLEYo6-zgCFoawaHHrk0JYu4OwgCLcB/s1600/Caligaris%2Ballenatore.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-zJZF5UDYNMg/WFqH2hTM7tI/AAAAAAAAAdM/Tu0XIyMLEYo6-zgCFoawaHHrk0JYu4OwgCLcB/s200/Caligaris%2Ballenatore.jpg" width="140" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una delle ultime immagini<br />
di Caligaris</td></tr>
</tbody></table>
Riuscì a riprendersi e a tornare al lavoro, stavolta a Lucca sulla panchina della Libertas. Subentrò difatti a Erbstein alla 18ª giornata, riuscendo a salvare i rosso-neri dalla retrocessione in Serie B. L'anno seguente si trasferì a Modena, formazione neopromossa dalla B in cerca della salvezza. Caligaris riuscì nell'impresa, ottenendo il 13º posto in classifica nella stagione 1938-39. I discreti risultati sembravano preludere a una carriera in ascesa per Berto, che nel 1939 fu chiamato ad allenare la squadra che lo aveva visto trionfatore sui campi di gioco. Alla Juventus ritrovò, curiosamente, Carlo Buscaglia che nel 1927-28 era stato suo compagno al Casale, ed era stato anch'egli uno dei giocatori "emigrati" dal Monferrato verso altre squadre di maggiore levatura. Alla guida dei bianco-neri Caligaris seppe ben motivare i suoi giocatori, tutti di primissimo piano, e riuscì a ottenere un terzo posto che, considerata la relativa poca esperienza ad alti livelli come allenatore, era un ottimo risultato, tanto che la dirigenza decise di riconfermarlo anche per la stagione 1940-41.<br />
<br />
Veniamo ora alla fine della storia terrena di Caligaris; ed è una fine che è perfettamente coerente con tutta la vita del calciatore e dell'uomo Umberto Caligaris: nel suo caso, le due figure coincidono perfettamente. Il 19 ottobre del 1940 venne organizzata una partita tra alcune vecchie glorie juventine e la squadra del Taurinia. La partita era puramente amichevole, una gara a scopo dimostrativo che intendeva riportare sul campo da gioco alcuni simboli della passata gloria bianco-nera. Dopo un lauto banchetto celebrativo, iniziò la contesa. Per l'ultima volta Combi, Rosetta, Caligaris. Dopo soli dieci minuti, Caligaris richiamò l'attenzione di Combi, dicendogli di sentirsi male. Uscito dal campo, si sentì mancare e dovette essere soccorso e trasportato d'urgenza all'ospedale militare, il più vicino. Inizialmente sveglio, Caligaris presto divenne incosciente e si ricorse, come ultimo tentativo di salvataggio, a un'iniezione d'adrenalina. Fu però vana: in presenza della moglie e della figlia, Caligaris morì per aneurisma alle 17:58 del 19 ottobre 1940. La salma fu portata nella casa di via Romolo Gessi, 6. I funerali, che videro vasta e accorata partecipazione, si svolsero tra Torino e Casale Monferrato il 21 ottobre. La perdita di Caligaris causò commozione e dolore in tutto il mondo del calcio, e la famiglia ricevette numerose manifestazioni di vicinanza e cordoglio da ogni parte. Ovunque fosse passato, Caligaris aveva lasciato di sé un ricordo di uomo integro, animato da una passione inestinguibile che aveva riempito ogni giorno della sua vita. La sua storia fornì da esempio per molti giovani che si avvicinavano al calcio; e ancor oggi raccontarla mette in contatto con la vera essenza dello sport, che non è mai solo movimento meccanico ma forza morale, spirito, cuore e ardimento.<br />
<br />
Il 25 settembre 1971 Giacinto Facchetti raggiunse la 60ª presenza in maglia azzurra e superò Caligaris. Il destino volle che a farlo fosse un altro terzino sinistro indimenticabile, come a voler continuare una storia iniziata molti anni prima, e destinata a non finire mai.<br />
<br />
Mi pare ideale, per concludere questa breve biografia di un campione assoluto come Caligaris, questa frase riportata da La Stampa nel 1930, in occasione della sua nomina a Cavaliere:<br />
<br />
«Caligaris non ha bisogno di veder citate oggi le sue imprese più belle, poiché sempre unendo tecnica e cuore, combattività e ardore, brillò in campo come un dominatore, come un uomo dal quale i giovani potevano apprendere molto».<br />
<br />
____________________________________________________________<br />
<br />
Per la stesura della presente biografia sono stati consultati i seguenti testi:<br />
<br />
<i>Libri:</i><br />
Autori vari, Enciclopedia dello sport – Calcio, 2002.<br />
Marco Aimo, Firmamento nerostellato. I primi 90 anni del Casale Calcio, 1998.<br />
Marco Aimo, Neri... neri... quel grido che mette i brividi dentro, 2000.<br />
Gino Bacci, Storia del calcio italiano, 2006.<br />
Vladimiro Caminiti, Juventus Juventus. Dizionario storico romantico dei bianconeri, 1977.<br />
Giancarlo Ramezzana e Roberto Cassani, Un secolo nerostellato: 1909-2009, 2009.<br />
<i><br /></i>
<i>Quotidiani e periodici:</i><br />
Il Littoriale;<br />
La Stampa.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00635021338712723041noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-72950273155045558092016-12-15T15:08:00.011+01:002020-11-02T16:59:41.685+01:00La Divisione Nazionale serie B nel rinnovato quadro del campionato italiano<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Articolo pubblicato su <i>La Gazzetta dello Sport</i> nell'ottobre 1929, pochi giorni prima dell'inizio del primo campionato di Serie B (1929-30).</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Di: <a href="http://andridtes.blogspot.com/2020/11/erberto-levi-landi-una-breve-biografia.html">Erberto Levi</a>*<br /><br />____________________________________________________________</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Si
combatterà, negli alti ranghi del campionato, su di un solo fronte. Diciotto
«vedette», diciotto «aggregati» raggruppati in due categorie, daranno
quest’anno la scalata, per otto lunghi mesi, ad un unico posto, il primo,
quello che deciderà definitivamente del titolo.<br />
Siamo alla formula fondamentale che si attendeva da tempo: che, applicata in
Inghilterra, culla dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Association</i>,
consente un ritmo più spedito alla contesa, una selezione più limpida e più
netta, una più chiara e precisa gradazione dei valori. </span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">La
necessità di questo cambiamento radicale era sentita: si sente e si spera ora
di essere sulla strada migliore per mantenere fresco e vitale questo nostro
sport che si è affermato conquistandosi un posto invidiabile nell’Europa e nel
mondo e che chiede oggi appunto una possibilità di maggiore e più tranquillo
respiro per non logorarsi e perdere estro e colore.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">L’avveduto
provvedimento delle Gerarchie porta dunque oggi il calcio italiano ad una
svolta decisa che potrà sboccare nella direzione esatta verso il suo definitivo
risanamento. Per questo anno siamo ancora nel fervore della sistemazione. Il
numero ed i meriti delle compagini sulla breccia, a campionato 1928-29
ultimato, hanno portato come conseguenza la formazione attuale del girone unico
comprendente ben diciotto titolari, numero che comporta necessariamente 34
domeniche effettive di campionato.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Ma,
a prescindere da ogni questione circa la lunghezza della nostra imminente
competizione nazionale (sul tema si è già molto a lungo parlato e non ci
vogliamo quindi ripetere qui) un altro aspetto interessantissimo presenta, a
nostro avviso, il torneo che prenderà il «via» domenica prossima.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Diciotto
squadre: numero grande, senza dubbio, volendo tener in considerazione, per un
buon svolgimento della gara, il fattore «equilibro di forze in campo». La
divisione nazionale A sarà forse infatti ancora costretta, per quest’anno, a
regalare alle folle avide di bella battaglia, parecchie e parecchie partite in
cui un colosso avrà carta facile contro una compagine di media levatura. È
inevitabile, dato che non possediamo in Italia un numero così considerevole di
squadroni attrezzati a prova di ferro e capaci di lottare fra loro sulla stessa
linea e con le stesse possibilità.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">***</span></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Per
trovare una bilancia più stabile, dobbiamo dunque scendere un pochino più in
giù, in casa degli aspiranti di Serie B. Se nei ranghi della nazionale A ci
sono i giganti già preparati fin dalla vigilia a fare, presto o tardi, il
boccone più grosso, nel gradino sottostante mancano assolutamente i dati
matematici ed indistruttibili per divider la schiera in vari scaglioni di
diverso valore tecnico e diverso rendimento.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Entriamo,
senza eccezioni, nella provincia, tra le società che tentano la formazione
della squadra cogli elementi locali, allevando i giovani e tendendo per quanto
è possibile ad alimentare le file di fresche e volonterose energie piuttosto
che ricorrere al troppo dispendioso metodo delle importazioni.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Con
la forza assorbente sempre maggiore dei grandi clubs e la conseguente
emigrazione continua dei giocatori, dal seno delle società meno rinomate,
convergenti verso la grande città, il fenomeno accennato va accentuandosi ed
acquistando un suo tono sempre più caratteristico, nei centri minori, tra le
squadre assegnate alle categorie sottoposte, e questo a cominciare dalla
Nazionale B, e giù giù, in proporzioni naturalmente sempre maggiori, fino alle
varie divisioni inferiori.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Ne
viene una conseguenza naturale: dagli inevitabili squilibri della massima
categoria (conseguenza appunto della diversa possibilità importatrice delle
squadre concorrenti) si passa, scendendo di un piano, ad un gruppo di squadre
che, per adottare tutte, o quasi, un sistema uguale, nella composizione delle
proprie rappresentative, permettono di avere uno stile ed un metodo simile di
gioco e di offrire quindi una serie di gare coi caratteri del massimo ardore,
della massima combattività, di un sensibilissimo equilibrio.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">***</span></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">La
Divisione</span><span style="font-family: "book antiqua";">
Nazionale</span><span style="font-family: "book antiqua";"> B
parte quest’anno con queste premesse.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Gli
attori? Il nucleo di retroguardia dei due gironi massimi dell’anno passato, più
le promosse della prima divisione.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Basta
ripensare al comportamento di queste compagini durante la passata stagione, per
rendersi conto, con facile intuizione, dell’interesse tutto particolare che
vorrà senza dubbio fornire questo prossimo torneo.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">I
nomi non dovrebbero aver bisogno di illustrazioni: Novara, Casale, Legnano,
attori di cento battaglie ardentissime nei maggiori campionati di pochi anni
addietro, si ritroveranno sul terreno a ranghi completamente rinnovati, con un
nucleo di ragazzi di null’altro desiderosi che di saper emulare i famosi
predecessori e con qualche uomo ancora della vecchia guardia, alfiere generoso
e tenace, capace di coordinare le fila sguscianti e di guidare il manipolo. C’è
da giurare che il torneo avrà in queste tre squadre, vivacissimi, gagliardi
animatori. Se le compagini contano ora soltanto delle reclute generose, il nome
è tuttora fulgido e risonante: ed il nome è la bandiera da difendere, è la
guida, è la forza.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Sulla
stessa linea devono esser messi il Verona e la Reggiana, sulla stessa
linea la Dominante,
giovane nel suo nuovo stemma, ma derivazione di due squadre anziane e provate
che le hanno trasfusa la loro volontà ed il loro orgoglio. Rinnovata e forte la
squadre ligure ha tutti i numeri per figurare da gran signora nell’imminente,
nuova contesa. D’altra parte l’undici si presenta quest’anno con tutti i suoi
elementi dell’anno passato ed, in più, con qualche prezioso acquisto. Un tutto
organico e promettentissimo. C’è chi parla dei neri come di probabili
vessilliferi del gruppo!</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Fiumana,
Venezia, Biellese, Prato, Bari, Pistoiese formano la schiera più giovane, degli
arrivati da poco. Ma quanta volontà, quanto fresco entusiasmo!</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Salite
su ai fastigi maggiori, di fronte ad avversari anziani, provati ai più
difficili incontri, queste giovani elette non hanno piegato la testa. Le
abbiamo vedute, l’anno passato, inferiori in linea tecnica, ma inesauribili di
coraggio, di volontà, di abnegazione. La Fiumana che prima degli infortuni del girone di
ritorno si permetteva il lusso di fermare una Pro Vercelli, una Cremonese, un
Genova; il Prato, capace di battere nettamente un’Alessandria e di pareggiare
con la Roma; il
Venezia, che riusciva addirittura a pareggiare con i bianco-neri iuventini; la Biellese, giunta sulla
soglia dell’ottavo posto, dopo un comportamento coraggiosissimo e veramente
significativo, e via tutte le altre squadre che tutte sè stesse hanno dato per
compensare con la generosità nella lotta la inevitabile inferiorità di stile.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Oggi,
tuttora con un pugno di giovanissimi desiderosi di ben figurare, questi undici
vorranno combattere il nuovo campionato, in una compagine più adeguata alle
loro forze, ed in grado quindi di poter meglio figurare. Chi può dire quante
sorprese dovranno scaturire, durante il corso del campionato, per opera di
queste squadre gagliarde e sbarazzine?</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Ed
ecco gli ultimi venuti: Spezia, Parma, Monfalcone, Lecce: i vincitori dei
rispettivi gironi di prima divisione, nel torneo 28-29. Gironi infernali, in
cui non c’era squadra che cedesse terreno, non squadra rassegnata mai alla
sconfitta; in cui la rivalità dava nuova esca all’ardore ed al brio
indiavolato; dove ogni settimana si registravano regolarmente risultati e
risultati da far strabiliare. L’aver saputo arrivare, attraverso a tutte le
peripezie ed a tutti gli inciampi al primato, costituisce per le neo-elette
titolo che vale più di ogni panegirico. Le gloriose promosse, entrano nella
nuova categoria con i segni di un’esperienza maturata attraverso a cento
partite infuocate nei ranghi inferiori. Cuore e fiato non devono mancare di
certo: s’offre loro la occasione d’affinare il sistema e di temprare le forze
nella nuova difficile prova che le attende.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">***</span></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Queste
le «diciotto» della serie B che inizieranno domenica il cammino: diciotto
squadre che chiedono la vittoria alla scapigliata energia, all’azione
sbrigliata e veloce, alla resistenza ferrea che i giovani promettono. Ponderare
le possibilità, soppesare i presumibili valori, dire una parola che potesse
avere una parvenza di previsione, anche la più generica, sarebbe volersi
buttare a capo fitto nel buio.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Le
«diciotto» aspiranti partono su uno stesso piano, su una stessa linea: non ci
sono favoriti. Questo, a nostro avviso, costituisce l’interesse precipuo del
torneo.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Si
può esser certi che tutti hanno sete ardente di arrivare, di ben figurare; ci
sono dei ragazzi che vorranno buttar l’animo nella gara ardente per i colori
del club. Nessuno si erge gigante, nessuno ha da farsi pigmeo.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";">Da
pari a pari; alla battaglia non mancherà colore, non mancherà bellezza.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "book antiqua";"><span style="font-family: "book antiqua";">____________________________________________________________<br /><br /><br />* n. Savigliano (CN), 09.10.1908 - m. New York City, USA, 10.10.1971. Tra i migliori giornalisti sportivi italiani della sua epoca, scrisse per la <i>Gazzetta dello Sport</i>, <i>La Domenica Sportiva, Calcio Illustrato, Il Littoriale</i> e fu autore di una biografia su Virginio Rosetta (<i>Viri</i>, 1935). Nato a Savigliano, Levi si trasferì a Milano per compiere gli studi universitari, laureandosi in giurisprudenza nel 1930; in seguito si laureò anche in giornalismo presso l'Università di Perugia nel 1932. Divenuto giornalista sportivo, dovette lasciare l'Italia in seguito al varo delle leggi razziali fasciste ed emigrò negli Stati Uniti accompagnato dalla madre Stella Foa Levi (n. 1880). Secondo i registri della Ellis Island Foundation, il suo nome completo era Giacobbe Erberto Minetto Levi e giunse negli Stati Uniti il 5 giugno 1939 a bordo della nave <i>American Farmer</i>, essendo partito da Londra dove aveva brevemente risieduto una volta lasciata Milano. Giunto negli Stati Uniti, fece richiesta di cittadinanza e di cambiare il proprio nome in Erberto Levi Landi. Negli Stati Uniti </span></span></span></span><span style="font-family: "book antiqua";">divenne una nota "voce" radiofonica, lavorando per numerose emittenti quali </span><span style="text-align: left;"><span style="font-family: book antiqua;">WCNW, WBNX, WHOM e WOV, nonché per la NBC per cui lavorò dal 1943 al 1948.</span></span><span style="font-family: "book antiqua";"> Fu anche impresario teatrale, appassionato promotore di cantanti e musicisti e importante esponente della comunità italiana nella città di New York. Nel 1946 divenne cittadino americano. Morì nelle prime ore del 10 ottobre 1971 all'ospedale di St. Clare's, a Manhattan, dopo una breve malattia. <a href="http://andridtes.blogspot.com/2020/11/erberto-levi-landi-una-breve-biografia.html">Qui un approfondimento biografico su Levi.</a></span></div>
Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-62121064802290050472016-09-09T22:21:00.003+02:002021-12-18T10:33:05.567+01:00I portieri goleador della Serie B<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-T00kK6JA2UI/V9MYiRnEpVI/AAAAAAAAAaE/QdeAiDYfZsEKNisru-rzb63s3cM90QHjgCLcB/s1600/Giampiero_Bandini.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a>Un portiere che segna un gol è certo evento di eccezionale rarità. Benché la storia del calcio abbia visto diversi estremi difensori cimentarsi nell'arte del gol, e alcuni eletti della schiera ne abbiano fatto consuetudine (è il caso di portieri abili rigoristi e raffinati tiratori di calci di punizione), non si può certo dire che segnare rientri nei compiti del portiere, che per sua natura è chiamato a difendere la propria porta, piuttosto che a violare quella degli avversari.<br />
<br />
Nella storia della Serie B, solo 5 portieri sono riusciti a segnare almeno un gol. 3 di loro ci sono riusciti più di una volta (ma mai nessuno in più di una stagione), tutti su rigore fuorché uno, il primo di tutti, Vittore Martini. Curiosamente, di questi 5 portieri ben 3 vengono dalla Lombardia; gli altri due sono uno umbro e l'altro straniero (argentino). Vediamoli tutti, uno per uno, ciascuno con la propria storia. Per ognuno indico la data dei gol, il minuto, la modalità e il portiere avversario battuto.<br />
<br /><b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjB0B1CoqP2LoXCbs6NB1IxPe1ysZnsC9T_n9lq6zMgNaKLXAZZHLkhQ5J35NDUfIj2gRatqQYppjeubvj5HxkcMLiJs5B_tKGoiAZr_Qw3XqTomkszfC9kmUrt5YlaHEO5sb2QBdtnQmHMS2-VaA6ibn_RLCPaSZxvbImqtRgc6kwYxmhmLSuoQo6HvA=s174" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="174" data-original-width="117" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjB0B1CoqP2LoXCbs6NB1IxPe1ysZnsC9T_n9lq6zMgNaKLXAZZHLkhQ5J35NDUfIj2gRatqQYppjeubvj5HxkcMLiJs5B_tKGoiAZr_Qw3XqTomkszfC9kmUrt5YlaHEO5sb2QBdtnQmHMS2-VaA6ibn_RLCPaSZxvbImqtRgc6kwYxmhmLSuoQo6HvA" width="117" /></a></div>MARTINI Vittore - Savona 1940-41 - 2</b><br />
(Milano*, 22.04.1912 – Milano, 17.01.1993)<br />
<br />
Il primo gol di un portiere in Serie B non poteva che essere fuori dall'ordinario, un gol davvero incredibile. Le cronache dell'epoca lo riportano come un fatto assolutamente unico, inedito sui campi delle categorie di alto livello. A testimonianza vivissima di un avvenimento tanto insolito, l'articolo di giornale pubblicato da Il Telegrafo il 23 dicembre 1940. Così scrive Mario Guarducci nel paragrafo "Storia di una rete eccezionale":<br />
<br />
«Su una discesa senese il portiere del Savona intercetta il pallone e lo rinvia. La sfera, sospinta dal vento, oltrepassa i due terzi del campo, balza in terra inseguita da un giocatore ligure, Ferrara, affiancato dai terzini toscani. Il balzo è lungo e si capisce subito che, prima dei tre, arriverà sulla palla Erbinovi che gli si è fatto precipitosamente incontro. Infatti ecco che il pallone giunge al portiere senese, ma, inspiegabilmente, sfugge al tentativo di presa, gli passa tra le gambe e compie indisturbato gli ultimi dieci metri che ancora mancano per oltrepassare la linea fatale, che varca, lemme lemme, tra la stupefazione di tutti i giuocatori e la incontenibile ilarità del pubblico. Poiché non si può parlare di autorete di Erbinovi, in quanto, altrimenti tutte le volte che i portieri non riescono a fermare la palla, il punto segnato non potrebbe mai essere attribuito all'avversario che glie l'ha lanciata contro, è evidente che il marcatore di questa fantomatica rete deve essere individuato in Martini, guardiano della porta savonese.»<br />
<br />
Da porta a porta, quindi! Un gol doppiamente storico, dapprima perché segnato da un portiere, e poi perché segnato da un confine all'altro del campo di gioco. Sicuramente una data memorabile per il campionato di Serie B.<br />
Martini segnò anche un'altra rete in quel torneo, all'ultima giornata contro l'Alessandria, superando il collega Roggero. In carriera non fu autore di nessun altro gol (stando alle informazioni attualmente reperibili).<br />
<br />
<u><i>I GOL</i></u><br />
<br />
22.12.1940, 11ª: Savona-Siena 2-0 (89') - Erbinovi<br />
01.06.1941, 34ª: Alessandria-Savona 2-2 (82' rig.) - Roggero<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Ql-wXAGEe7U/V9OugYFtRgI/AAAAAAAAAac/-IVNqLe491Uundo1R0v7ykcaS-P8CrvyACLcB/s1600/Bandini%2BGiampiero.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-Ql-wXAGEe7U/V9OugYFtRgI/AAAAAAAAAac/-IVNqLe491Uundo1R0v7ykcaS-P8CrvyACLcB/s200/Bandini%2BGiampiero.jpg" width="136" /></a></div>
<b>BANDINI Giampiero - Triestina 1957-58 - 2</b><br />
(Terni, 19.01.1935 – Monfalcone, 23.02.2008)<br />
<br />
Passano ben 17 anni dai gol di Martini prima che qualche portiere riesca a imitarne le gesta. Giampiero Bandini, nativo di Terni e con alle spalle diverse stagioni in squadre del centro Italia, era arrivato alla Triestina nella stagione 1956-57. Nel 1957 segnò per 2 volte, e possiede altrettanti primati: quello di unico portiere a segnare in una giornata inaugurale di una stagione (mentre tutti gli altri realizzano le proprie reti a metà o fine campionato), e quello di essere stato l'unico marcatore di una partita (Triestina-Marzotto Valdagno 1-0, decisa dal suo rigore). Dopo 4 anni a Trieste tornò nel centro Italia per chiudere la carriera professionistica, ma più avanti si stabilì a Monfalcone, dove la sua vita si concluse nel 2008.<br />
<br />
<u><i>I GOL</i></u><br />
<br />
15.09.1957, 1ª: Palermo-Triestina 3-2 (80' rig.) - Angelini<br />
13.10.1957, 5ª: Triestina-Marzotto Valdagno 1-0 (72' rig.) - Anzolin<br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-mYlaQs19YuQ/V9MYrCXHdOI/AAAAAAAAAaI/aIaLUld4XVMJVOQSv6-XH5nNTvIrqGAkgCLcB/s1600/Rigamonti%2B73-74.JPG" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-mYlaQs19YuQ/V9MYrCXHdOI/AAAAAAAAAaI/aIaLUld4XVMJVOQSv6-XH5nNTvIrqGAkgCLcB/s200/Rigamonti%2B73-74.JPG" width="166" /></a><b>RIGAMONTI Antonio - Como 1973-74 - 3</b><br />
(Carate Brianza, 05.04.1949)<br />
<br />
Uno dei pochi portieri-goleador del calcio italiano: a differenza degli altri si abituerà a duellare con i colleghi dal dischetto. La sua carriera di realizzatore si aprì proprio in Serie B. Rigamonti è il primatista assoluto di gol segnati da portieri in B: 3, tutti nel girone di ritorno del campionato 1973-74. L'estremo difensore brianzolo si affermò proprio durante il suo periodo al Como, arrivando a vestire la maglia del Milan (come Martini, tra l'altro).<br />
<br />
<u><i>I GOL</i></u><br />
10.03.1974, 24ª: Novara-Como 2-2 (36' rig.) - Pinotti<br />
14.04.1974, 29ª: Como-Parma 2-0 (16' rig.) - Bertoni<br />
02.06.1974, 36ª: Como-Perugia 3-2 (42' rig.) - Mattolini<br />
<br />
<b>BRIVIO Pierluigi - Venezia 2000-01 - 1</b><br />
(Milano, 21.05.1969)<br />
<br />
Un considerevole salto in avanti nel tempo ci porta da Rigamonti a Brivio. Il numero 1 milanese segnò su rigore all'ultima giornata il gol del provvisorio pareggio per 1-1 contro l'Empoli (la partita si chiuse poi sul 2-2). Quello di Brivio è il classico caso in cui al portiere, a campionato già praticamente finito, viene concessa la libertà di vestire i panni del realizzatore.<br />
<br />
<u><i>IL GOL</i></u><br />
<br />
10.06.2001, 38ª: Venezia-Empoli 2-2 (20' rig.) - Bini<br />
<br />
<b>CEJAS Christian** Sebastián - Ascoli 2002-03 - 1</b><br />
(Gualeguay (ARG), 21.04.1975)<br />
<br />
Solo due stagioni separano Brivio e Cejas, l'ultimo della lista. L'argentino aveva già segnato diversi rigori in patria, con la maglia del Newell's Old Boys, e durante Ascoli-Catania si prese la non indifferente responsabilità di tirare il calcio di rigore che deciderà il risultato di 2-1 a favore della sua squadra.<br />
<br />
<u><i>IL GOL</i></u><br />
<br />
05.04.2003, 29ª: Ascoli-Catania 2-1 (64' rig.) - Castellazzi<br />
<br />
<b>LA CLASSIFICA</b><br />
<br />
1. RIGAMONTI 3<br />
2. BANDINI 2<br />
2. MARTINI 2<br />
4. BRIVIO 1<br />
5. CEJAS 1<br />
<br />
<b><i>APPENDICE</i></b><br />
<br />
Ovviamente, come sempre nel corso della storia di Serie B, non mancano i casi particolari. Negli anni pioneristici il confine tra i ruoli era piuttosto labile; man mano che il movimento calcistico italiano progrediva, i giocatori si specializzavano sempre di più, ma negli anni '30 erano ancora possibili alcune eccezioni. Mario Losi della Dominante 1929-30 e Remo Cossio dell'Udinese 1931-32 giocarono sia come portieri che come attaccanti. Losi giocò 3 partite da portiere e 8 da giocatore di movimento, mentre Cossio difese i pali 3 volte e le restanti 6 partite che giocò le passò a correre in campo. Nessuno dei due segnò dei gol in quella stagione, mancando di poco un appuntamento con la storia delle innumerevoli curiosità della Serie B. A segnare invece, e molto, fu Natale Dossena, che nella stagione 1930-31 fu tra i protagonisti della Cremonese in attacco, e vestì anche la divisa del portiere, benché in una sola occasione. Per l'improvvisa influenza che colpì il titolare Desti, Dossena fu chiamato tra i pali il 5 ottobre 1930 a Monfalcone contro la squadra di casa: nonostante la buona volontà, citano le cronache dell'epoca, non poté evitare di subire 2 gol che segnarono la sconfitta della sua squadra.<br />
<br />
<i><b>NOTE</b></i><br />
<br />
*Nonostante alcune fonti riportino come luogo di nascita Mazzo Milanese, attuale frazione di Rho, sia le Agendine Barlassina che l'Agenzia delle Entrate riportano il luogo di nascita Milano, confermato dalla verifica del codice fiscale.<br />
**Da verifiche presso i database anagrafici argentini, il nome risulta scritto Christian e non Cristian. Confermato dalla verifica dei dati con l'Agenzia delle Entrate.Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-75821095463607036702016-07-08T16:07:00.002+02:002016-11-18T21:34:05.106+01:00Storia della Serie BCapitolo IV: i movimentati anni '60<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-7HXa4GdZxCU/V3-vJtziJsI/AAAAAAAAAZg/Bor_yqgpC64wWTa-IBDvwy3pgrZJMbUjwCKgB/s1600/Torino%2B1959-60.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="214" src="https://1.bp.blogspot.com/-7HXa4GdZxCU/V3-vJtziJsI/AAAAAAAAAZg/Bor_yqgpC64wWTa-IBDvwy3pgrZJMbUjwCKgB/s320/Torino%2B1959-60.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una formazione del Torino 1959-60</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: left;">
</div>
Nella stagione 1959-60 venne introdotta una novità: le promozioni in A e le retrocessioni in C aumentarono da 2 a 3. Questo significava maggiori opportunità per le squadre che aspiravano a salire di categoria, ma ovviamente implicavano anche più rischi per quelle compagini che lottavano per rimanere in Serie B. Il campionato 1959-60 vide anche l'esordio in B di una squadra dalla storia prestigiosa, protagonista dei campionati di massima serie fin dalla sua fondazione, un club che vantava nel suo palmarès ben 6 scudetti: il Torino. I granata erano i principali favoriti per la vittoria finale, insieme al Lecco già protagonista della precedente stagione. Furono effettivamente queste due le contendenti al primo posto, che alla fine andò a un Torino in grado di mantenere un rendimento costante, pur con troppi pareggi (ben 19; solo 3, però, le sconfitte). I 21 gol del capocannoniere Virgili furono di fondamentale importanza per il Toro, che poté fare affidamento sul suo attaccante di punta e su un portiere, Soldan, in grado di subire solo 17 reti in 32 partite giocate. Il Lecco riuscì comunque a chiudere al secondo posto, grazie al compatto contributo dei suoi attaccanti Savioni (10), Bonacchi (9), Gilardoni (9) e Nyers (8). Catania e Triestina ingaggiarono una lotta a 2 che a fine torneo premiò i siciliani, che giunsero al 3º posto per un solo punto di distacco. Assai deludente il Cagliari, che pure aveva ben figurato nel campionato 1958-59, che retrocesse in C all'ultimo posto. Penultimo fu un Modena già a rischio l'anno prima, mentre per l'ultima retrocessione si resero necessari degli spareggi che coinvolsero le 3 squadre giunte a 33 punti: Simmenthal Monza, Venezia e Taranto. In una settimana (12-19 giugno) si giocarono le 3 partite: il Simmenthal Monza poté salvarsi grazie alla vittoria sul Venezia, che a sua volta superò il Taranto. I pugliesi dovevano vincere l'ultima gara con il Monza per poter salvarsi, ma lo 0-0 li condannò alla Serie C.<br />
<br />
Nel 1960-61 si presentavano come favorite Triestina, Mantova e Reggiana, nonché le neoretrocesse Palermo e Alessandria, squadre di notevole blasone che ambivano all'immediato ritorno nella prima categoria nazionale. Il Genoa, penalizzato di 7 punti per il "caso Cappello", non riuscì a rendersi pericoloso e si dovette rassegnare a un torneo di media classifica. Turbinoso il campionato del Palermo che cambiò allenatore in cerca di equilibrio, scegliendo sempre però di tornare a Fioravante Baldi dopo i brevi interregni di Morisco e Lodi. Diverse compagini scelsero, specialmente nella seconda metà del torneo, di affidarsi a dei direttori tecnici che affiancassero l'allenatore di ruolo alla guida della squadra: tra queste il Marzotto, che chiamò l'ungherese Senkey in ausilio di Fattori, e il Verona, che contattò la vecchia gloria Bruno Biagini, stella degli anni '30 dell'Hellas, per dare una mano a Bizzotto nella gestione di un delicato torneo che porterà i veneti a rischiare la Serie C. Assai sorprendente il rendimento del Venezia che vinse la Serie B pur avendo sfiorato la retrocessione nel torneo precedente, evitandola solo agli spareggi. Decisivo il rendimento di Gino Raffin, leader nei gol segnati, e l'affidabilità del reparto difensivo composto da Ardizzon, Carantini e Grossi. Costante la marcia dell'OZO Mantova, che forte di un ottimo gioco di squadra e della solidità della difesa, guidata dal sicuro portiere Negri (il meno battuto del campionato), si laureò campione d'inverno e andò a ottenere la promozione a campionato concluso. Il Palermo riuscì a tornare prontamente in A dopo una sola stagione, con Fantini e Morosi sugli scudi e la certezza del forte Anzolin tra i pali. Buona ancora la prestazione della Reggiana, mentre Messina e Simmenthal Monza mostrarono un notevole miglioramento rispetto alla precedente annata. In coda Triestina, Foggia Incedit e Marzotto Valdagno salutarono la Serie B. La Triestina cedette al Novara solo nello spareggio di Ferrara, battuta dai gol di Galimberti e Zanetti; il Foggia pagò la scarsa esperienza e dovette tornare in C; il Marzotto invece, reduce da alcuni discreti campionati, crollò e dovette dire definitivamente addio al torneo cadetto: la partecipazione del 1960-61 è infatti l'ultima per i bianco-celesti.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-50NYsUpWv_Q/V3-vQbvff8I/AAAAAAAAAZg/b5U9Z_3tUXUCjkfpbztzf8crD_xoBdOEgCKgB/s1600/Fanello%2B61-62.JPG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="230" src="https://2.bp.blogspot.com/-50NYsUpWv_Q/V3-vQbvff8I/AAAAAAAAAZg/b5U9Z_3tUXUCjkfpbztzf8crD_xoBdOEgCKgB/s320/Fanello%2B61-62.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fanello del Napoli durante il campionato 1961-62</td></tr>
</tbody></table>
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Nel 1961-62 scese per la prima volta in B la Lazio, addirittura ultima nella Serie A 1960-61. Per la squadra capitolina si trattava di un'onta cui rimediare immediatamente, in nome della propria gloriosa storia e della tradizione in massima serie. La presenza di elementi di assoluto valore come Gratton, Seghedoni, Cei, Morrone e Longoni, per citarne solo alcuni, dovrebbe garantire agli "aquilotti" una subitanea risalita; eppure così non fu, e per 1 punto la parte bianco-celeste di Roma dovette rassegnarsi a restare tra i "cadetti". Il Genoa si prese invece una rivincita e, stavolta privo di penalità, vinse il campionato con netto vantaggio sugli inseguitori. I grifoni genovesi furono presi per mano dalla coppia Bean-Firmani (36 gol in due) e protetti dalle prodezze del portiere Da Pozzo, una sicurezza per la B. Il Napoli non solo risalì dalla B alla A nel giro di un campionato, ma fu anche la prima società a vincere la Coppa Italia pur disputando la Serie B (il Vado nel 1922 aveva vinto pur non essendo in massima serie, ma ancora la Serie B non era stata creata). La terza promossa di questo campionato in costante equilibrio fu il Modena di Malagoli, appena arrivata dalla C ma subito competitiva e tenace, con il forte Pagliari miglior realizzatore. La Pro Patria costante inseguitrice ripetè, nel bene e nel male, la prestazione dell'anno precedente, mentre il Verona spiccò un deciso salto in avanti, grazie alle sapienti cure di Biagini promosso ad allenatore a pieno titolo. Precipitò la Reggiana, incapace di ripetersi dopo le ultime buone annate, e anche il Prato dovette tornare in C. Il Novara fu invece retrocesso per illecito sportivo, salvando così il Cosenza che sul campo era finito al terzultimo posto. La decisione della Commissione Giudicante arrivò il 23 giugno 1962 e condannò i piemontesi per infrazione dell'articolo 4 del Regolamento di Giustizia: determinante la testimonianza di Angelo Buratti della Sambenedettese, che dichiarò di aver ascoltato per caso un tentativo di combine della partita del 22 aprile tra il Novara e la propria squadra.<br />
<br />
Nel 1962-63 il campionato vide il ritorno del Lecco in seconda serie dopo l'esperienza in A, insieme ad altre due habituée della B, il Padova e l'Udinese. Dalla C arrivò il sorprendente Foggia di Oronzo Pugliese che prometteva assai bene per il gioco che metteva in mostra, ma la favorita rimaneva la Lazio che scalpitava per il ritorno in Serie A. Effettivamente i bianco-celesti furono tra i protagonisti del torneo, e a fine campionato ottennero l'agognata promozione; anche il Bari andò in A, a pari punti proprio con la Lazio, grazie allo stato di forma di Biagio Catalano, capace di segnare 17 gol in 31 presenze. A vincere fu però l'ottimo Messina, migliorata nettamente rispetto ai campionati disputati negli anni appena precedenti. Ad aprire la via della Serie A ai siciliani pensò la coppia d'attacco Calzolari (14)-G. Calloni (11), mentre il portiere Mario Rossi dimostrò ottima continuità. Ancora in crisi l'Alessandria, ormai da diverso tempo in una serie di campionati piuttosto anonimi, mentre il Foggia fece scoprire per la prima volta sui grandi palcoscenici un Cosimo Nocera che con i suoi 24 gol divenne capocannoniere, facendo già intravedere le doti che lo porteranno a diventare un vero e proprio simbolo della squadra. In zona retrocessione la Lucchese, già pericolante nel campionato 1961-62, chiuse la classifica con soli 21 punti e un poco invidiabile primato di 24 sconfitte; la Sambenedettese, dopo alcuni campionati di discreto livello, dovette cedere la presa e finì al penultimo posto. Il Como, anch'esso tra i club a rischio del precedente torneo, giunse terzultimo e dovette far ritorno in Serie C.<br />
<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-sVLUP6ENOTA/V3-vZtB5HpI/AAAAAAAAAZk/-K6Y35_KYZQupbODIfZE91ntA0ssldd-QCKgB/s1600/63-64%2BFoggia-Brescia%2B1-1.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="138" src="https://3.bp.blogspot.com/-sVLUP6ENOTA/V3-vZtB5HpI/AAAAAAAAAZk/-K6Y35_KYZQupbODIfZE91ntA0ssldd-QCKgB/s320/63-64%2BFoggia-Brescia%2B1-1.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foggia-Brescia 1-1: un'azione di Nocera<br />
(1963-64)</td></tr>
</tbody></table>
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</div>
Il torneo 1963-64 tornarono in B due "giganti" del Meridione quali Napoli e Palermo; spuntò invece dalla C il debuttante Potenza, prima
squadra della Basilicata a raggiungere il secondo livello del calcio
italiano: i rosso-blu lucani allargarono così la poco nutrita
rappresentanza del Sud in serie cadetta. Dalla terza divisione comparve
anche il Varese, che faceva il proprio ritorno dopo l'anomalo campionato
1947-48. I bianco-rossi, con una rosa composta da un "blocco
settentrionale" (il solo Ivo Vetrano proveniva dal Sud, mentre i suoi
compagni erano tutti nati nel centro-nord), furono la vera sorpresa
della competizione, giungendo addirittura primi, superando compagini
assai più quotate. Fondamentali gli apporti del forte portiere Lonardi,
il meno battuto tra i titolari della B, del prolifico Vincenzo
Traspedini (13 marcature) e di Spelta e Pasquina, entrambi a quota 9. Al
secondo e terzo posto, altre due squadre che mai avevano visto la Serie
A nella propria storia: Cagliari e Foggia. I sardi vantavano una grande
tradizione tra i cadetti, ma nessuna promozione: trascinatori Greatti
(12) e Riva (8), con quest'ultimo in rapida ascesa verso una carriera
che gli porterà gloria e successi. Il Foggia di Pugliese superò il
rendimento dell'ottimo campionato precedente, contando su un solido
nucleo di titolari fissi con alcune riserve di spessore, e su un Cosimo
Nocera ancora in grande vena realizzativa (15 reti). Retrocessero Prato,
Udinese e Cosenza: per i toscani fu l'ultima volta in B, dopo un
rapporto tempestoso con la categoria (esperienze brevi e poco positive),
mentre i friulani si resero protagonisti di una doppia caduta che in
due stagioni li portò dalla A alla C. I cosentini invece, che già
avevano dato avvisaglie preoccupanti nella B 1962-63, mancarono in
attacco e non seppero mantenere continuità di rendimento. Dalla stagione
1963-64 emerse anche un dato statistico rilevante: tutte le squadre
segnarono meno rispetto ai campionati precedenti, iniziando una tendenza
che continuerà negli anni a seguire. Nel campionato 1962-63, infatti, i
gol segnati in totale furono 833, in media 42 per squadra; nel 1963-64
furono solo 708, ben 125 in meno rispetto all'annata precedente, per una
media di 35 per squadra. Da lì fino alla fine degli anni '60 non verrà
più superata la quota delle 800 reti stagionali.<br />
<br />
Il campionato 1964-65 vide il ritorno della SPAL in serie cadetta dopo ben 13 stagioni in Serie A. I ferraresi infatti avevano guadagnato la promozione vincendo il torneo nel 1950-51, e tra alterne fortune erano riusciti a mantenere la categoria, giungendo addirittura quinti nel 1959-60. Anche Bari e Modena dovettero rinunciare alla A, dopo poche annate trascorse tra i "grandi". Sorprendente l'esordio del Trani, che nel 1961-62 si trovava ancora in Serie D e dopo una rapida ascesa si era aggiudicato la vittoria del proprio girone in Serie C, riuscendo a centrare la promozione. Il Livorno rientrò tra i ranghi della B dopo un periodo nero in terza serie, categoria che andava decisamente stretta a una squadra abituata a competere tra le maggiori formazioni d'Italia. Durante il torneo emerse un inatteso Potenza, capace di dare battaglia nelle prime posizioni, trascinato dalla vena di Silvino Bercellino (18 gol) e dall'ambizione del giovane Roberto Boninsegna (9). Ottimo anche il Lecco che sfiorò la promozione. A vincere il campionato fu però il Brescia, che tornava in A dopo ben 18 stagioni consecutive in B. Le "rondinelle", sempre protagonisti nella storia della seconda serie (talvolta nel bene, talvolta nel male), ebbero come leader indiscusso Virginio Depaoli, capocannoniere stagionale con 20 gol. Un Napoli di grande solidità difensiva seppe cogliere il secondo posto: in evidenza il portiere Bandoni (21 gol subìti in 38 gare) e l'attaccante Cané (12 reti). La SPAL seppe gestire bene il torneo e chiuse al terzo posto, seppur con un solo punto di vantaggio sul Lecco tenace inseguitore, sapendo gestire al meglio le proprie risorse, utilizzando 26 elementi, con solo pochi "irrinunciabili" (Bagnoli, Burschini, Massei e il cannoniere Muzzio). Molto al di sotto delle aspettative il Bari, retrocesso in C e battuto a sorpresa anche dal Trani alla 31ª, con gol di Giacomo Cosmano; i pugliesi furono incapaci di risollevarsi nonostante il triplo cambio in panchina (prima Tabanelli, poi la coppia Capocasale-Fusco e infine Lamanna). Anche Triestina e Parma, a malincuore, salutarono la B con la speranza di risalire presto la china.<br />
<br />
Il 1965-66 fu un campionato di svolta per il calcio italiano: per la prima volta nel regolamento furono introdotte le sostituzioni. Una decisiva innovazione che, seppur limitata ai soli portieri, rappresentò un grande passo in avanti e cambiò per sempre il volto del calcio della Penisola: comparvero infatti per la prima volta in panchina i "numeri 12", e cioè i portieri di riserva, che potevano entrare in sostituzione del titolare in caso di infortunio. Per quanto riguarda la Serie B, il primo portiere a entrare in campo dalla panchina fu Luciano Castellini del Monza, al 60º minuto di Palermo-Monza 4-0 (26.09.1965, 4ª giornata). Per approfondire l'argomento, rimando a <a href="http://andridtes.blogspot.it/2016/07/il-primo-numero-12-della-serie-b.html" target="_blank">questo articolo da me pubblicato</a>. Dalla Serie A provenivano Genoa, Mantova e Messina. I rosso-blu genovesi, reduci da una breve esperienza in massima serie e tornati nuovamente loro malgrado in B, erano i favoriti per il pronto ritorno in A; il Mantova, che aveva inizialmente ben impressionato la massima categoria, era tornato in B come ultimo in classifica. Il Messina, dal suo canto, aveva assaporato i primi 2 campionati di A della sua storia, ed era intenzionato a tornare rapidamente ai massimi livelli del calcio nazionale. Esordiente in B invece la Reggina, che negli anni futuri diventerà una delle protagoniste di questa categoria. Il campionato, che si rivelò vivace, fu dominato dal Venezia di Segato, che poté festeggiare il ritorno in A già ben prima della fine del torneo; protagonisti gli attaccanti Mencacci (14 gol) e Salvemini (9), e il portiere Silvano Vincenzi che seppe dare sicurezza alla difesa. In grande forma il Lecco, con Sérgio Clerici sugli scudi (17 reti) e un collettivo solido e compatto. Il Mantova fu la terza promossa: un Dino Zoff in rapida ascesa seppe farsi notare per i pochi gol subìti (26 in 38 gare), mentre in attacco fu decisivo l'apporto di Beniamino Di Giacomo (14). Sorprendente la Reggina, che riuscì a dar battaglia nelle prime posizioni della classifica, con l'esperto portiere Piero Persico, prossimo a festeggiare i 20 anni di carriera vivendo una "seconda giovinezza" che lo portò a essere uno degli elementi chiave della rosa dei calabresi. Ultimo in classifica finì il Trani, alla sua seconda e ultima stagione in B, seguito dalle lombarde Pro Patria e Monza: quest'ultima salutò la B dopo 15 campionati consecutivi.<br />
<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-BzbgwDNbfvk/V3-y_C5GwXI/AAAAAAAAAZs/lo_dWNDreQgPvp0iN7iathl0gBeG73AIwCLcB/s1600/66-67%2BNovara-Sampdoria.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="207" src="https://2.bp.blogspot.com/-BzbgwDNbfvk/V3-y_C5GwXI/AAAAAAAAAZs/lo_dWNDreQgPvp0iN7iathl0gBeG73AIwCLcB/s320/66-67%2BNovara-Sampdoria.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Novara-Sampdoria 0-2 (26.02.1967)</td></tr>
</tbody></table>
Nel calcio italiano si stavano susseguendo numerosi cambiamenti: dopo l'arrivo delle sostituzioni, giunse anche una riforma dei campionati che prefissò la riduzione della Serie A a 16 squadre per il campionato 1967-68. A tal fine anche la serie cadetta subì delle limitazioni, che ridussero il numero di posti disponibili per la promozione da 3 a 2, e aumentarono le retrocessioni (4). Doppio esordio in quest'annata, per ragioni diametralmente opposte. Da una parte la Sampdoria che aveva lasciato la Serie A per la prima volta dalla sua creazione (1946), e dall'altra l'Arezzo che invece, dopo anni di campionati di terza serie e battaglie in campo regionale, riusciva a entrare nel secondo torneo nazionale. I blu-cerchiati genovesi erano di fatto gli assoluti favoriti, data la qualità della sua rosa e del suo allenatore Fulvio Bernardini. Il Catania era un'altra delle principali pretendenti al titolo, così come Genoa e Varese. I lombardi iniziarono molto bene e si portarono presto in testa; di fatto, Sampdoria e Varese dominarono il torneo, staccando le inseguitrici Catania, Catanzaro e Reggiana, e vinsero con largo anticipo. La "Samp" utilizzò un numero assai ristretto di giocatori (solo 15), e poté contare sulla classe di Fulvio Francesconi, ala goleador (20 marcature e capocannoniere stagionale), su un centrocampo esperto ed efficace, e su un portiere affidabile come Battara. Dal canto suo il Varese, anch'esso con un numero ristretto di elementi utilizzati, mise in luce la coppia gol Leonardi-Renna (rispettivamente 11 e 10 reti) e una difesa capeggiata da Maroso e Sogliano. Nelle ultime posizioni crollò la Salernitana, peggior difesa del torneo e capace di mettere insieme 10 sconfitte consecutive nelle ultime partite; la seguirono un'Alessandria che non seppe mantenere la categoria dopo diverse stagioni quasi anonime e talvolta preoccupanti, l'Arezzo che accusò il salto di categoria, e un Savona che segnava molte reti, ma ne concedeva troppe: l'ultima, subìta da Ferrero a opera di Fara del Catania, causò roventi polemiche per l'errore del portiere.<br />
<br />
Il campionato 1967-68 fu uno dei più anomali di tutta la storia della Serie B. Innanzitutto, per venire incontro al progetto di riforma della Serie A il torneo cadetto era stato allargato a 21 partecipanti: l'aggiunta della 21ª costrinse la Lega a inserire un turno di riposo, soluzione già adottata, nel dopoguerra, nei campionati 1946-47 (Girone B) e 1950-51. Il lungo campionato iniziò il 10 settembre 1967: oltre alle neoretrocesse dalla Serie A (Foggia, Lazio, Lecco e Venezia), tra le favorite vi erano Catania, Catanzaro e Reggiana, tra le migliori del torneo precedente. Tuttavia, effettuare previsioni su competizioni di così lunga durata risulta sempre difficile; e infatti, ad avere la meglio sulle avversarie furono Palermo, Verona e Pisa. I siciliani furono i vincitori assoluti, godendo dell'ottima collaborazione tra i propri attaccanti Bercellino (9), Nova (8) e Perrucconi (9), e con il portiere Giovanni Ferretti assoluto protagonista, con soli 18 gol subìti in 37 partite. Ottime anche le prestazioni di Benetti, Giubertoni, Lancini e Landoni. Il Verona esibì un Bui ancora in grande forma (13 gol), mentre il Pisa portò ben 3 giocatori in doppia cifra: Piaceri (14), Joan (13) e Manservisi (12).<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-QX3FwbydCrE/V3-vqJi0ccI/AAAAAAAAAZk/3V-12cb4j5IxbbPiRyJLLmLBd105HvBrQCKgB/s1600/67-68%2BGenoa-Lecco.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="226" src="https://3.bp.blogspot.com/-QX3FwbydCrE/V3-vqJi0ccI/AAAAAAAAAZk/3V-12cb4j5IxbbPiRyJLLmLBd105HvBrQCKgB/s320/67-68%2BGenoa-Lecco.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Spareggi 1967-68: Lecco-Genoa 1-0<br />
(14.07.1968)</td></tr>
</tbody></table>
Male le neopromosse e le favorite degli inizi, con solo Foggia e Reggiana a mantenere un buon rendimento: in particolar modo il Venezia mise in evidenza grandi difficoltà a reggere il ritmo di un torneo lungo e logorante, e chiuse al 18º posto. Se Novara e Potenza retrocessero direttamente (e i lucani con un certo anticipo, chiudendo con soli 23 punti), 5 furono le squadre classificate al 15º posto a pari merito, tutte a quota 36 punti. La Lega decise così di indire un girone di spareggio che determinasse le altre 2 retrocesse (un antesignano dei moderni play-out, seppur con formula diversa). La stagione 1967-68 però non si decideva proprio a terminare: gli spareggi fornirono un solo verdetto certo, e cioè la retrocessione del Messina che perse tutte le 4 gare. Le altre quattro compagini (Genoa, Venezia, Perugia e Lecco) finirono il girone tutte a pari merito (5 punti con 2 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta ciascuna), e si rese necessario un altro turno di spareggio, con un altro girone da 4 squadre. Fu la volta buona: il Venezia cedette di schianto e perse tutte le partite, retrocedendo in Serie C. L'ultimo turno del girone fu giocato il 21 luglio 1968, 315 giorni (ovvero 10 mesi e 15 giorni) dopo il primo calcio d'inizio del campionato. Fu il secondo campionato più lungo della storia della Serie B, dopo la stagione 1952-53 (317 giorni, meramente dovuti al grande distacco tra la fine del campionato e lo spareggio conclusivo), e sicuramente il più impegnativo per i partecipanti.<br />
<br />
Nel 1968-69 si ristabilì la quota originaria di 3 promozioni e 3 retrocessioni, facendo tornare la B a un assetto più regolare dopo due campionati di transizione. La faticosissima stagione precedente era terminata appena 2 mesi prima dell'inizio del torneo 1968-69, che fu aperto il 29 settembre 1968 Altra novità epocale a livello regolamentare: al "dodicesimo" si aggiunse anche il "tredicesimo", ovvero un giocatore di movimento che poteva fare il proprio ingresso in campo dalla panchina. A differenza di quanto avvenuto con l'introduzione del portiere di riserva, le squadre fecero immediatamente ricorso al "tredicesimo" fin dalla prima giornata. Il primo in assoluto fu Giorgio Fanti del Brescia, che sostituì il compagno Fumagalli al 14' della partita tra Reggina e Brescia. Tornate in seconda serie Brescia, Mantova e SPAL, in particolar modo le "rondinelle" lombarde parvero favorite a un pronto rientro tra i ranghi della Serie A; a cercare il ritorno ai massimi livelli era anche la Lazio, rimasta, dopo una poco esaltante stagione 1967-68, in un campionato percepito dai tifosi come inadeguato alla storia e al prestigio dei bianco-celesti. Ancora frustrate le ambizioni del Genoa, mentre la Reggiana si dimostrò nuovamente in grado di occupare le prime posizioni in classifica, confermandosi come una delle certezze degli ultimi campionati. A vincere fu proprio la Lazio, guidata dai grandi nomi della sua rosa (Fortunato, Ghio, Mazzola, Morrone, Soldo...) e dalla combinazione di una difesa robustissima e un attacco capace di andare a segno 55 volte; al secondo posto il Brescia, affidatosi ancora a Depaoli che vinse nuovamente la classifica marcatori (18 reti), all'ottimo contributo di Turchetto e Bosdaves, e all'esperienza e capacità del portiere Brotto (solo 16 i gol subìti in 26 gare). Terzo classificato il Bari, che tornava in B dopo essersi avvicinato alla vetta del precedente campionato. Male il Mantova, solo 11º, e malissimo la SPAL che retrocesse in C con soli 31 punti: inutile stavolta la grande quantità di elementi utilizzati, ben 27, a fronte di uno scarso gioco di squadra. Retrocessi anche Lecco e Padova, altre due compagini già in crisi di prestazioni dagli anni precedenti (il Lecco si era salvato solo negli interminabili spareggi). Il campionato 1968-69 segnò anche il minimo di gol segnati nel decennio: solo 641, in media 32 per squadra.<br />
<br />
Gli anni '60 furono per la Serie B anni di fermento e innovazioni, segnati dall'avvento di regole che rappresentarono ulteriori passi verso un gioco del calcio sempre più moderno e simile a quello attuale. Il prossimo capitolo tratterà gli anni '70, un'altra epoca di cambiamenti per la Serie B.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-14338996998249425222016-07-05T19:54:00.007+02:002021-07-20T14:54:14.700+02:00Il primo "numero 12" della Serie BDalla stagione 1965-66 viene introdotto il "dodicesimo uomo" nel calcio italiano. L'avvento della sostituzione fu una svolta epocale, un passo verso il calcio come lo conosciamo oggi. Quest'innovazione avvenne, quasi in via sperimentale, solo limitatamente al ruolo del portiere. In panchina comparve così il numero "12" che divenne poi un simbolo dei portieri di riserva, spesso relegati a ruoli estremamente marginali (le cosiddette "eterne riserve" di cui non mancano esempi e narrazioni anche nella letteratura a tema calcistico), ma sempre pronti a entrare e dan manforte alla propria squadra con abnegazione e senso del dovere. Una carriera fatta di rinunce e settimane, talvolta stagioni intere, trascorse da semplici spettatori.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-bQwCp9coxLY/V3vzqkTlKaI/AAAAAAAAAK4/T_mr8Lh1_LgLJxlrg9jlOir7rlj-ctUuACLcB/s1600/Castellini%2B1966.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-bQwCp9coxLY/V3vzqkTlKaI/AAAAAAAAAK4/T_mr8Lh1_LgLJxlrg9jlOir7rlj-ctUuACLcB/s200/Castellini%2B1966.jpg" width="158" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Castellini nella stagione<br />
1966-67</td></tr>
</tbody></table>
A scrivere la storia della Serie B in tal senso fu uno dei portieri che segnò profondamente gli anni '70 e '80 del calcio italiano, arrivando anche in Nazionale: Luciano Castellini. Fu infatti proprio lui il primo "12" a scendere in campo in Serie B, il 26 settembre 1965 durante Palermo-Monza (4ª giornata). La gara fu dominata dai rosa-nero, che erano in vantaggio per 1-0 grazie a un primo gol di Troja nel primo tempo (di testa su respinta del portiere). Nel secondo tempo Fogar segnò al 56' in mezza rovesciata. Ciceri, infortunatosi dopo uno scontro con Sergio Bettini e impossibilitato a proseguire, dovette uscire dal campo. Castellini entrò al 60' dalla panchina, rendendosi protagonista di una pagina storica (sebbene quasi del tutto dimenticata) del campionato cadetto. Castellini, al suo esordio assoluto non solo in B, ma anche con la maglia della prima squadra del Monza, fu subito chiamato a numerosi interventi, specialmente da Troja e Tinazzi, i due migliori in campo quel giorno, e dovette per due volte cedere: la prima a Tinazzi (tiro a fil di palo, partito quasi dalla linea di fondo) e la seconda a Troja (nuovamente di testa, su assist di Bon).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-mBUJlp69MF4/V3vzzrl43rI/AAAAAAAAAK8/337A_lD0lY0-Kz9qa4HbsWdJnRGI96lHwCLcB/s1600/Castellini%2BAlmanacco.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="66" src="https://3.bp.blogspot.com/-mBUJlp69MF4/V3vzzrl43rI/AAAAAAAAAK8/337A_lD0lY0-Kz9qa4HbsWdJnRGI96lHwCLcB/s320/Castellini%2BAlmanacco.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il computo presenze e reti del Monza<br />
pubblicato sull'Almanacco 1966</td></tr>
</tbody></table>
Castellini debuttò quindi subendo 2 reti: per altre 3 volte scese in campo nella sua prima stagione tra i professionisti, di cui 2 volte dalla panchina, e 1 volta da titolare (alla 31ª giornata a Novara), per un totale di 4 presenze e 4 gol subìti. Curiosamente, e forse proprio per la novità della regola, diverse testate (tra cui per esempio <i>Il Calcio Illustrato</i>) non menzionano affatto l'ingresso di Castellini, e numerose fonti tralasciano le presenze ottenute da Castellini entrando come sostituto (e infatti gliene attribuiscono una soltanto, anziché 4): solo l'Almanacco gliene dà credito, menzionando esplicitamente tre sostituzioni... ma citandolo come "Cappellini", storpiandone il nome. La medesima sorte toccò ad altri portieri entrati come sostituti, tra cui alcuni letteralmente spariti: è il caso di Cozzoli del Trani, giovane portiere di riserva entrato al posto del titolare Biggi in Trani-Reggina 2-2 del 1º maggio 1966, e completamente omesso da svariati conteggi di riepilogo stagionale di presenze e reti, perché appunto utilizzato in quell'unica occasione, da subentrato.<br />
<br />
Le vicende dei portieri di riserva, spesso inosservati e misconosciuti, sono forse tra le più curiose e affascinanti nel mondo del calcio: questo articolo, partendo da un caso particolare, ha voluto omaggiarle tutte.<br />
<br />
Di seguito, a complemento statistico, il tabellino della partita.<br />
<b><i><br /></i></b>
<b><i>Serie B 1965-66</i></b><br />
<br />
4ª giornata, 26.09.1965<br />
<b><br /></b>
<b>PALERMO-MONZA 4-0</b><br />
<br />
<b>Palermo:</b> Ferretti; Costantini, Giorgi; Bon, Giubertoni, Moschen; Fogar I, Tinazzi, Troja, Cipollato, Bettini II.<br />
<b>Monza:</b> Ciceri (60' Castellini); Magni, Giovannini (esp. 67'); Melonari, Ghioni, Prato; Vivarelli, Maggioni, Ghio, Mavero, Vigni.<br />
<b>Arbitro:</b> D'Auria di Salerno.<br />
<b>Gol:</b> 42' Troja, 56' Fogar, 73' Tinazzi, 88' Troja.<br />
<b>Spettatori: </b>18.000 circa.<br /><b>Note:</b> ammoniti Costantini (P), Bettini II (P) e Vivarelli (M). Calci d'angolo 5-0 per il Palermo.<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00635021338712723041noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-60908730529464142722016-05-13T16:48:00.000+02:002016-09-15T11:56:51.459+02:00Il primo gol della Serie BLa storia della Serie B è certamente ricca di avvenimenti particolari e in un certo qual modo "misteriosi", e spesso per scoprirne il reale svolgimento si deve andare a scavare nelle pagine dei giornali, confrontando le diverse versioni e analizzandole per trovare la verità.<br />
<br />
Uno degli esempi più rappresentativi è il primo gol della storia del campionato di Serie B. Per riuscire a identificare l'autore di questa storica segnatura è stata necessaria un'indagine approfondita che, benché manchi dei crismi della certezza assoluta (per la natura stessa delle cronache dell'epoca, sovente discordanti su più aspetti), ritengo si sia avvicinata il più possibile alla realtà dei fatti.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-MFkISi9eeH8/VzXn0j7LF1I/AAAAAAAAAKc/eQO6BRH3ChsV6rUx_6tJ_c1glAxhwdxtwCLcB/s1600/Costantino%2BRaffaele%2Bok.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-MFkISi9eeH8/VzXn0j7LF1I/AAAAAAAAAKc/eQO6BRH3ChsV6rUx_6tJ_c1glAxhwdxtwCLcB/s200/Costantino%2BRaffaele%2Bok.jpg" width="138" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Costantino in un'immagine<br />
della stagione 1929-30</td></tr>
</tbody></table>
In apertura è importante sottolineare un fatto curioso: il "primo gol" della storia della Serie B ha in realtà due volti. Il primo gol in assoluto, infatti, sarebbe quello realizzato da Raffaele Costantino (1907-1991) durante La Dominante-Bari del 6 ottobre 1929; e tuttavia, non può essere considerato valido, in quanto la partita è stata sospesa al termine del primo tempo e poi rinviata e ripetuta, annullando di fatto, ai fini dei conteggi ufficiali, le presenze e le reti ottenute durante quel primo match. Questa la cronaca del gol di Costantino da <i>La Gazzetta dello Sport</i>: «[...] il primo gol è stato segnato da Costantino con un tiro irresistibile da 6 metri»; Il <i>Telegrafo</i> aggiunge e approfondisce così: «La partita si era iniziata regolarmente ed il Bari dopo alcuni attacchi riusciva a segnare al quarto minuto di giuoco il primo gol con Costantino su passaggio di Bottaro.» Il maltempo intervenne e cambiò la sorte dell'incontro, e con essa la storia del primo gol della B: furono giocati i primi 45'; nell'intervallo cominciava a cadere una pioggia violentissima, che in brevi istanti allagava completamente il campo e riducendolo «una vera piscina». La pioggia continuò per più di mezz'ora, portando quindi l'arbitro alla decisione di rinviare la partita, vista l'impossibilità di proseguire con il campo del tutto impraticabile.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-a12Aoi_R1VE/VzXoDZT80TI/AAAAAAAAAKg/vdCFJImit0kHDCkalSrDbLS8LscpBMaQACLcB/s1600/Versaldi%2BRemo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="198" src="https://4.bp.blogspot.com/-a12Aoi_R1VE/VzXoDZT80TI/AAAAAAAAAKg/vdCFJImit0kHDCkalSrDbLS8LscpBMaQACLcB/s200/Versaldi%2BRemo.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Remo Varsaldi a metà anni '30</td></tr>
</tbody></table>
Veniamo quindi al primo gol vero e proprio. Dall'analisi dei tabellini emerge che nei primi tempi della prima giornata furono segnati in tutto 8 gol: Varsaldi (NO), Fortino e Locatelli (LE) in Novara-Lecce; Villani (PR) in Parma-Biellese; Barni (PT), Baccilieri e Molinis (MF) in Pistoiese-Monfalconese; Patuzzi (VR) in Verona-Prato. Leggendo le cronache nel dettaglio, il primo in ordine cronologico è quello di Remo Varsaldi in Novara-Lecce, segnato al 10º minuto. Varsaldi (1910-1991) era uno degli elementi cardine del Novara; giocò il campionato quasi sempre da ala (il più delle volte a destra, ma sporadicamente anche a sinistra), tranne alcune eccezioni nel ruolo di interno. La partita, giocata sotto la pioggia dell'ottobre novarese, fu definita brutta dalle cronache dell'epoca («scialba e caotica» dice la <i>Gazzetta</i>), male interpretata da entrambe le compagini, tanto che al fischio finale il pubblico di fede azzurra, nonostante la vittoria, lasciò lo stadio deluso per la prestazione dei propri beniamini. Questa la cronaca dello storico gol: «[...] il Novara partito bene segna al 10' con Versaldi su una bellissima azione cui parteciparono tutti e cinque gli avanti.» È da notare come sia un'azione collettiva a portare la prima rete al campionato di Serie B; se vogliamo, un'anticipazione di quella che sarà una caratteristica costante nel torneo dei «cadetti», e cioè quella della grande importanza del gioco di squadra e della collaborazione tra i giocatori nella costruzione del sogno della Serie A.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-weYGTWHq1qg/VzXo0xd7oBI/AAAAAAAAAKo/w6zeXzLdUeQcYim7QoEE67oaOily4_XtgCLcB/s1600/Barni%2BAlberto.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-weYGTWHq1qg/VzXo0xd7oBI/AAAAAAAAAKo/w6zeXzLdUeQcYim7QoEE67oaOily4_XtgCLcB/s200/Barni%2BAlberto.JPG" width="198" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alberto Barni in "borghese"<br />
nel settembre 1933</td></tr>
</tbody></table>
Preciso che le fonti discordano sul minuto del gol. Alcune fonti indicano che il gol fu segnato al 16' (e al 21' sarebbe giunto il pareggio a opera di Fortino), mentre la maggior parte delle fonti indica che i minuti furono rispettivamente il 10º e il 16º. Nel necrologio di Varsaldi apparso su <i>La Stampa</i> del 23 agosto 1991, cita il gol di Varsaldi aggiungendo che fu segnato «quando erano trascorsi pochissimi secondi dal fischio dell'arbitro che aveva dato l'avvio alla gara»; versione che, pur non corrispondendo in pieno a quanto riportato dalle cronache, rafforza l'ipotesi del gol al 10'. Tra le curiosità da aggiungere alla nota storica, è da riportare anche il primo gol su rigore, segnato da Alberto Barni (1901-1977) della Pistoiese al 16º minuto dell'incontro contro la Monfalconese. Il penalty fu concesso per un evidente fallo di mano di Rigotti (1904-1990), il centromediano (ma, in quella gara, terzino destro) e capitano della squadra in maglia bianca.<br />
<br />
Remo Varsaldi (e non Versaldi, come universalmente riportato dalle cronache e dalle Barlassina), detto <i>Facin</i>, fu un simbolo del Novara: vi giocò infatti ininterrottamente dal 1929 al 1947, con la sola eccezione della stagione 1931-32, trascorsa alla Torres di Sassari per via del servizio militare. Come quasi tutti i suoi "colleghi" calciatori dell'epoca, Varsaldi non viveva di calcio, ma lavorava tutti i giorni, ritagliandosi le ore per allenamenti e partite; l'impiego di <i>Facin</i> presso la sede della Rivoira nel quartiere di Sant'Agabio a Novara gli consentiva di vivere, mentre giocare a calcio era la realizzazione di un sogno, concretizzato grazie a sacrifici di energia e tempo. E rappresentare la propria città era per Varsaldi un orgoglio.<br />
<br />
Il quadro del "gol dai due volti" non sorprende chi si è avvicinato allo studio dei campionati di Serie B: non è raro trovare infatti casi di storie "fuori dall'ordinario", in cui gli avvenimenti si combinano quasi per scherzo a rendere possibile l'improbabile. La particolarità di questa vicenda è quindi quanto mai consona al resto della storia di questa straordinaria categoria, e contribuisce al suo irresistibile fascino.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00635021338712723041noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-30642170294184778012015-01-15T19:41:00.001+01:002015-02-04T15:32:06.041+01:00Storia della Serie BCapitolo III: il ritorno al girone unico e gli anni '50<u>di:</u><br />
Andrea Ridolfi Testori<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-GupxJoXXLxU/VLgGuleJ58I/AAAAAAAAASs/kqYsHLt-7f0/s1600/Napoli%2B49-50.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-GupxJoXXLxU/VLgGuleJ58I/AAAAAAAAASs/kqYsHLt-7f0/s1600/Napoli%2B49-50.JPG" height="191" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Napoli promosso in A al termine della Serie B 1949-50</td></tr>
</tbody></table>
Dopo i due confusi campionati 1946-47 e 1947-48, con la stagione 1948-49 il calcio italiano cerca di tornare a una situazione di normalità, nonostante le macerie causate della guerra siano ancora presenti in molte città e la vita degli italiani stenti a riprendere il suo corso naturale. Come accennato nel precedente capitolo, con la falcidia portata dalle retrocessioni della stagione 1947-48, la Lega era riuscita a restaurare la Serie B a girone unico. L'aspetto positivo della Serie B a più gironi era l'adeguata rappresentanza di ciascuna zona d'Italia: e infatti questa caratteristica è rispecchiata anche dalla nuova Serie B, che essendo formata da una selezione di squadre provenienti dai 3 gironi in cui era diviso il calcio italiano, è composta in parti uguali da squadre di Nord, Centro e Sud Italia. Un campionato da 22 partecipanti implica 42 giornate e un torneo lungo e faticoso per il quale non tutte le squadre sono preparate. Le squadre che provengono dalla Serie A sono l'Alessandria, il Napoli e la Salernitana; tutte e tre nutrono aspirazioni di pronta risalita ma il torneo è complesso e a vincere è, per forza di cose, la squadra con più resistenza e continuità. Come i precedenti campionati, anche questa edizione non risparmia risultati sorprendenti: 9-0 dell'Alessandria sull'Arsenaltaranto, 8-1 della SPAL sulla Salernitana, 8-2 della Salernitana sul Pescara e alcuni 7-0, 6-1, 6-2 e 6-0 e risultati simili. La regina del campionato 1948-49 si rivela essere il Como, guidato dai suoi attaccanti Meroni (21 gol), Rabitti (17), Maesani (13) e Lipizer (12). Dei portieri, Cardani si rivela essere il più affidabile, mentre Dal Pozzo subisce qualche gol di troppo. La seconda squadra a essere promossa in A è il Venezia, che può contare su uno Zecca in grande forma. Il miglior marcatore è Frizzi, che riesce a segnare 25 volte. A lasciare la B sono Parma (dopo spareggio), Lecce, Seregno e Pescara.<br />
<br />
Nel 1949-50 si riparte con 22 squadre, ma la Lega decide di attuare un ulteriore provvedimento restrittivo che porterà il campionato a 20 partecipanti, e dispone quindi 5 retrocessioni, così come per il futuro torneo. Altra stagione faticosa quindi per le società di B, che devono lottare le une contro le altre in una logorante battaglia giocata giornata dopo giornata: Napoli e Udinese sono le promosse al termine del campionato. Deluse Legnano e SPAL che avevano provato a rimanere vicine alle due squadre di testa; retrocesse in C Alessandria, Empoli, Arsenaltaranto, Prato e Pro Sesto. La squadra di Sesto San Giovanni batte una serie di record negativi: perde infatti tutte le gare giocate in trasferta (0 vittorie e 0 pareggi!) e subisce una quantità inverosimile di gol, 119. La stagione 1949-50 vede quindi il portiere più battuto nella storia della Serie B: il veneto Bruno Maurizi, da diverse stagioni estremo difensore della Pro Sesto, subisce 110 reti in 38 presenze (media 2,89), mentre le altre 9 sono prese dal suo secondo Gianni Mattioni. Il 100º gol subito da Maurizi è il primo gol di Dalcerri nella pesante sconfitta della Pro a Lodi, Fanfulla-Pro Sesto 6-1, 41ª giornata (18.06.1950). Maurizi riesce a rimanere imbattuto in una sola occasione (25ª giornata, Pro Sesto-Pisa 1-0) mentre subisce il maggior numero di gol all'11ª giornata a Ferrara contro la SPAL (7-1). Le 30 reti di Ettore Bertoni del Brescia (29 secondo altre fonti) lo rendono il miglior marcatore stagionale.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/--FH59v8Qqag/VLgG5m5-V9I/AAAAAAAAAS0/y9Nuyone5qc/s1600/Legnano-SPAL%2B50-51.jpg" height="200" width="165" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Legnano-SPAL, scontro diretto<br />
della stagione 1950-51</td></tr>
</tbody></table>
Nel 1950-51 si scende a 21 partecipanti. Il cosiddetto "Caso Messina" rende incerta la modalità di svolgimento del campionato, ma la Federazione assolve poi la squadra giallo-rossa, consentendole di partecipare al torneo data l'assenza di prove sufficienti a decretare una penalizzazione o addirittura un declassamento anticipato. Le 40 partite effettive non sono poi molto più leggere delle 42 del precedente torneo, e tra le squadre che ne subiscono maggiormente gli effetti ci sono il Bari (retrocesso dalla Serie A 1949-50 e retrocesso nuovamente in C alla fine del campionato di B 1950-51) e lo Spezia che retrocede dopo diversi anni in seconda serie. A salire in A sono SPAL e Legnano, che staccano Modena e Livorno, le principali rivali alla promozione. Il Legnano si è affidato al cannoniere Bertoni, già miglior marcatore nella precedente stagione e ancora in testa agli attaccanti con 25 gol.<br />
<br />
Nel 1951-52, campionato a 20 squadre, debuttano in B ben 5 formazioni: una è la Roma, proveniente dalla Serie A; le restanti, tutte promosse dalla C che per ragioni diverse entrano nella storia del campionato "cadetto". Il Marzotto di Valdagno (VI), una delle ultime squadre a perpetuare la tradizione del calcio "aziendale" che negli anni '30 e '40 aveva portato diverse formazioni in Serie C (Falck di Sesto San Giovanni, SAFFA Fucecchio, Alfa Romeo e Pirelli di Milano...) e la M.A.T.E.R. in B. Altra debuttante è il Monza, squadra che diventerà una delle società storiche della Serie B, giocandovi 38 campionati. I toscani del Piombino salgono in B e subito si impongono come una delle formazioni più interessanti del torneo, chiudendo al 6º posto. L'ultima debuttante è lo Stabia, che però disputa un campionato negativo, finendo all'ultimo posto. Retrocessioni eccellenti sono quelle di Venezia, Livorno, Pisa e Reggiana, tutte squadre di grande tradizione in B. La Roma, retrocessa dalla A, torna subito in massima serie, per la verità con qualche difficoltà imprevista di troppo datale dal Brescia, accanita inseguitrice che cede il primo posto per un solo punto. I bianco-blu vengono poi sconfitti dalla Triestina nello spareggio e rimangono in B.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-OVF_pg3IfiM/VLgHZ5S5K5I/AAAAAAAAAS8/dvCTaT2RBUk/s1600/Messina-Genoa%2B52-53.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-OVF_pg3IfiM/VLgHZ5S5K5I/AAAAAAAAAS8/dvCTaT2RBUk/s1600/Messina-Genoa%2B52-53.jpg" height="193" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stagione 1952-53: sfida tra Messina e Genoa</td></tr>
</tbody></table>
Nel 1952-53 si scende infine a 18 partecipanti, numero che restringe ulteriormente il campionato rendendolo più simile alla Serie A e meno faticoso. La stagione 1952-53 vede anche la riforma della Serie C che passa al girone unico da 18 squadre: le prime tre categorie del calcio italiano, per la prima volta, hanno la stessa formula e lo stesso numero di partecipanti. Torna in B la Lucchese dopo una discreta esperienza in A: il campionato si rivelerà particolarmente arduo e travagliato per i toscani, che subiranno una durissima penalizzazione a causa di una tentata corruzione di Piram (Catania) per mano dell'ex tecnico Brondi prima di Catania-Lucchese del 29.03.1953. La Lega, scoperto l'illecito, penalizza la formazione rosso-nera, che termina quindi ultima in classifica con 2 soli punti anziché i 20 ottenuti sul campo (che, per inciso, l'avrebbero comunque condannata alla Serie C). Il Catania denuncia anche l'illecita interferenza di Eugenio Gaggiotti (personaggio fin troppo presente nel calcio degli anni '50 con le sue trame fatte di corruzioni e partite "aggiustate"), che tenta di combinare la gara Padova-Catania dando soldi a dei giocatori del Padova perché perdessero volontariamente la partita del 24.05.1953 cercando la cooperazione di Fioravante Baldi, tecnico del Catania. Baldi segnala il fatto alla Lega e l'intrigo di Gaggiotti è scoperto; Bruno Ruzza, giocatore del Treviso ma padovano di nascita, è squalificato per tre anni per aver collaborato con Gaggiotti. Inizia così la serie di interferenze "gaggiottiane" nella Serie B che continuerà per diverso tempo. Tornando al calcio giocato, la B 1952-53 vede le promozioni di Genoa e Legnano (dopo spareggio con il Catania), mentre in C scendono il Siracusa e la già citata Lucchese. Si segnala il Marzotto, autore di un ottimo campionato, mentre il Piombino cala il livello delle proprie prestazioni, scendendo fino a rasentare la zona retrocessione.<br />
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Per la B 1953-54 viene confermato il numero di partecipanti (per la prima volta dal 1949-50 la B non cambia rispetto alla stagione precedente). Il Pavia torna in B dopo quasi vent'anni dall'ultima volta (1934-35) mentre tornano dalla A Como e Pro Patria. Sorprendente il campionato del Cagliari che migliora ancora la prestazione della stagione 1952-53 e sfiora la Serie A, persa nello spareggio di Roma con la Pro Patria; il Catania invece è primo in classifica e arriva per la prima volta in A dopo essersi avvicinato molto nel torneo precedente. Il Piombino lascia definitivamente la B, chiudendo all'ultimo posto. Ancora una volta, però, sono le decisioni della Lega a cambiare il volto alla classifica. Viene infatti alla luce un altro intervento di Gaggiotti nel campionato di B: la corruzione del portiere Dalla Fontana dell'Alessandria, pagato per favorire il Fanfulla nella partita del 06.12.1953. Dalla Fontana però smaschera Gaggiotti, fingendo di collaborare e poi denunciandolo. L'inchiesta porta alla conclusione che i mandanti di Gaggiotti erano proprio i dirigenti del Fanfulla: la società lodigiana viene quindi penalizzata di 5 punti e retrocede in Serie C per un punto (28 contro i 29 del Treviso e del Pavia).<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-ohuK7birLRY/VLgJjI4mWHI/AAAAAAAAATQ/gaEdG1zvwgA/s1600/Catania%2B53-54.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-ohuK7birLRY/VLgJjI4mWHI/AAAAAAAAATQ/gaEdG1zvwgA/s1600/Catania%2B53-54.JPG" height="174" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Catania, una delle squadre protagoniste della B<br />
degli anni '50, nella stagione 1953-54</td></tr>
</tbody></table>
La stagione 1954-55 vede protagoniste, nel bene e nel male, le squadre venete: Vicenza e Padova vengono promosse in Serie A, mentre il Treviso retrocede in C e il Verona si salva per un solo punto. A seguire i trevigiani in terza serie c'è il Pavia, già pericolante nel campionato 1953-54, proprio come il Treviso. Bene il Marzotto, 8º in classifica, mentre il Brescia e il Como continuano a vedersi negata la Serie A. Buoni i campionati del Modena e del Legnano, mentre dalla C arriva l'Arsenaltaranto ad aumentare lo scarso numero di squadre del Sud presenti in B (oltre ai rosso-blu ci sono solo Messina, Palermo e Salernitana).<br />
<br />
Il campionato 1955-56 era stato preceduto dalle tempeste giudiziarie che avevano portato alla retrocessione d'ufficio di Catania e Udinese per due diversi "casi" (rispettivamente Scaramella e Settembrino). Fin troppo numerosi i casi simili negli anni '50, che furono sicuramente un periodo turbolento del calcio italiano, funestato dalla dilagante corruzione e dai numerosi illeciti, riusciti o solo tentati. L'Udinese, che aveva conservato l'organico che l'aveva portata a un ottimo campionato di A culminato nel secondo posto, risulta subito la dominatrice del campionato, mentre il Catania gioca un buon torneo ma manca la promozione in A che arriva invece ai conterranei palermitani. Retrocedono Livorno (peggior difesa) e Salernitana. Ancora un ottimo campionato per il Como, mentre si confermano valide Cagliari e Brescia. Da segnalare il cambio di denominazione del Monza che aggiunge il nome dello sponsor, la Simmenthal, diventando così Associazione Sportiva Simmenthal Monza; il Taranto cancella il riferimento alla vecchia squadra dell'Arsenale, passando dal nome Arsenaltaranto al semplice Taranto. Dopo alcune stagioni di capocannonieri sotto i 20 gol, ben due giocatori superano questa cifra: il miglior marcatore Aurelio Milani (23) del Simmenthal Monza e Giuseppe Secchi (22) dell'Udinese.<br />
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Il campionato 1956-57 vede l'ingresso di una squadra marchigiana, la Sambenedettese, che aveva vinto la Serie C a pari punti con il Venezia, con un ottimo attacco in grado di segnare 61 reti in 34 partite. Torna anche il Novara dopo un'avventura in Serie A durata alcune stagioni, accompagnato dalla Pro Patria. Numerose squadre hanno le possibilità per combattere per la promozione, ma al termine della stagione sono Verona e Alessandria a salire in massima serie. Curiosamente, nel torneo 1955-56 si erano entrambe classificate al 9º posto, quindi al centro della classifica, e nel 1956-57 non sembravano poter ambire alla Serie A. Ottimo torneo del Venezia, neopromosso, e consuete buone prestazioni per Brescia (giunto secondo e battuto allo spareggio dall'Alessandria) e Catania. A retrocedere sono, inaspettatamente, Pro Patria e Legnano, due squadre che potevano contare su un buon organico ma che non hanno saputo organizzarsi in maniera produttiva.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-9SF8_81waN8/VLgHy-LOltI/AAAAAAAAATE/5Sid4-icUEs/s1600/Cagliari-Novara%2B56-57.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-9SF8_81waN8/VLgHy-LOltI/AAAAAAAAATE/5Sid4-icUEs/s1600/Cagliari-Novara%2B56-57.jpg" height="198" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stagione 1956-57, Cagliari-Novara</td></tr>
</tbody></table>
Nel 1957-58 torna in B il Lecco dopo oltre 10 anni di assenza (stagione 1946-47) e si rivede anche il Prato, primo in Serie C. Il Palermo, dopo una breve esperienza in A, si trova nuovamente in seconda serie; e la Triestina conosce per la prima volta la Serie B dopo una lunghissima militanza in Serie A dovuta sia a meriti tecnici che a decisioni federali guidate da esigenze politiche. La squadra di San Giusto riesce a tornare prontamente in massima serie con un'ottima formazione trascinata dalla coppia Milani (17 gol)-Petris (18) e con in porta Giampiero Bandini, in grado di subire solo 29 reti e di segnarne anche 2. Il secondo posto va al Bari, che riesce anche a battere il Verona nello spareggio misto A-B e a guadagnarsi l'accesso in Serie A. Sorprendente il Marzotto che riesce a raggiungere il 4º posto, insieme al Simmenthal Monza, mentre il Venezia (3º) conferma la positiva stagione 1956-57. La riforma del campionato, che lo amplia a 20 squadre, "grazia" Cagliari e Parma, che rischiavano la retrocessione in C essendosi classificate 17ª e 18ª.<br />
<br />
Per il campionato 1958-59 il "Lodo Pasquale" aveva ripristinato la B a 20 squadre; la formula rimarrà un classico della seconda serie per moltissimi anni a venire. Tornano in B Atalanta e Verona (dalla A) e Reggiana e Vigevano (dalla C). Lunga l'assenza dei bianco-celesti che mancavano dal campionato di B dal 1947-48. Atalanta e Palermo guadagnano la promozione in Serie A con un discreto distacco dal Lecco, che sempre più si afferma come squadra pericolosa. Mentre la forza dei bergamaschi è specialmente l'attacco, guidato da Longoni e Zavaglio, il Palermo sfrutta specialmente la propria difesa, che ha in Walter Pontel un ottimo portiere (solo 17 gol subìti in 32 presenze). Ritornano in C dopo brevi esperienze Vigevano e Prato, mentre ancora una volta si salva il Parma, a rischio quasi perenne di retrocessione da diversi campionati.<br />
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Gli anni '50 furono anni assai vivaci per il calcio italiano, impegnato nella difficile ricostruzione del dopoguerra. Al buon livello tecnico e al gioco gradevole espresso dalle squadre si contrapposero purtroppo le ombre delle combine e degli illeciti sportivi, che troppe volte interferirono con lo svolgimento dei campionati e con la naturale evoluzione, tecnica e tattica, del calcio italiano.<br />
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Per la trattazione degli anni '60 rimando al prossimo capitolo.Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-54954681280784301562014-12-15T07:51:00.001+01:002014-12-15T08:06:06.679+01:00Dino Zoff e le presenze in Serie B<div style="text-align: right;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-37ka4hXjwkg/VI6Cucft3ZI/AAAAAAAAAQ8/xH99tV8YNCY/s1600/Udinese%2B62-63.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-37ka4hXjwkg/VI6Cucft3ZI/AAAAAAAAAQ8/xH99tV8YNCY/s1600/Udinese%2B62-63.JPG" height="198" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una formazione dell'Udinese 1962-63. In piedi: Zoff, Valenti,<br />
Selmosson, Andersson, Carosi, Tagliavini; accosciati:<br />
Gigante, Manganotto, Pinti, Beretta, Novali</td></tr>
</tbody></table>
La superlativa carriera di Dino Zoff si è svolta quasi esclusivamente in Serie A. Ben 20 le stagioni in massima serie per il portiere friulano, che debuttò con l'Udinese il 24.09.1961 contro la Fiorentina. Dopo le 4 presenze della stagione 1961-62 in A, Zoff si trovò ad affrontare la prima stagione in Serie B. Nel 1962-63 il ventenne portiere era già titolare dell'Udinese: suo secondo era Romano Collovati (<a href="http://almanaccocalciatori.blogspot.it/2014/11/romano-collovati-ita.html" target="_blank">clicca per la carriera completa di Collovati</a>), quasi sempre erroneamente citato come "Colovatti". Sulla stagione 1962-63 di Zoff in B circola da moltissimi anni un dato sbagliato, originato da un errore della Panini.<br />
<div style="text-align: right;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
Zoff debuttò in B alla prima giornata contro il Cosenza, subendo gol su rigore da Lenzi. Per tutto il campionato scese in campo con continuità, e solo in due occasioni dovette lasciare il posto a Collovati: alla 33ª giornata contro l'Alessandria e alla 38ª contro il Verona. Il computo finale delle presenze dice dunque Zoff 36 (45 gol subìti), Collovati 2 (3 gol subìti). Tutte le pubblicazioni di quell'anno (Almanacco, Calcio Illustrato, ecc) riportano il dato corretto.<br />
<br />
Nel 1967-68 gli album "Calciatori" editi dalla Panini riportano per la prima volta le carriere dei giocatori di Serie A. Tra questi c'è Zoff, e alla riga relativa alla stagione 1962-63 sono correttamente segnalate 36 presenze. Nell'edizione successiva, relativa alla stagione 1968-69, vengono aggiunti i gol subìti, e nella scheda di Zoff compare ancora una volta il dato corretto: 36 presenze, 45 gol subìti. Anche nel 1969-70 i dati sono giusti; nell'album 70-71, però, succede qualcosa: le presenze della stagione 1962-63 diventano 34, mentre rimane invariato il numero di gol subìti. A cosa sia dovuto l'errore, è impossibile da determinare: rimane certo che quella del 1969-70 rimarrà l'ultima scheda corretta di Zoff. La Panini, infatti, dal 1970-71 in avanti copierà sempre il dato sbagliato, quello delle 34 presenze, che si diffonderà ovviamente anche a tutte le fonti che copiano gli album Panini. L'errore rimane fino al 1982-83, anno dell'ultima figurina di Zoff. Ancora oggi molte schede sulla carriera di Zoff, copiando la Panini, riportano l'errore togliendo 2 presenze al totale delle gare giocate dal portiere.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-5zvScf_CXmg/VI6CubzJLuI/AAAAAAAAARA/jFajmAgxxyc/s1600/Zoff%2B67-68.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-5zvScf_CXmg/VI6CubzJLuI/AAAAAAAAARA/jFajmAgxxyc/s1600/Zoff%2B67-68.JPG" height="320" width="209" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Album Panini 1967-68</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-SYjYHgMS8VQ/VI6Ctg02tqI/AAAAAAAAAQ4/Lcr3q8jFtkw/s1600/Zoff%2B70-71.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-SYjYHgMS8VQ/VI6Ctg02tqI/AAAAAAAAAQ4/Lcr3q8jFtkw/s1600/Zoff%2B70-71.JPG" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Album Panini 1970-71</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-fUdPDXLtbsM/VI6CvDThddI/AAAAAAAAARM/0drL0FV-z5o/s1600/Zoff%2B82-83.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-fUdPDXLtbsM/VI6CvDThddI/AAAAAAAAARM/0drL0FV-z5o/s1600/Zoff%2B82-83.JPG" height="320" width="234" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Album Panini 1982-83</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-52876829595166963682014-12-10T14:53:00.002+01:002014-12-10T14:54:09.698+01:00Coppa d'Oro del C.O.N.I. 1927Raccontare una competizione dalla vita breve come la Coppa d'Oro del C.O.N.I. può sembrare semplice, ma in realtà l'impresa è risultata piuttosto ardua specialmente nel reperimento delle fonti dell'epoca, che spesso presentavano cronache lacunose o contraddittorie.<br />
<br />
Alla fine del lavoro di ricerca è uscito il libro "Coppa d'Oro del C.O.N.I. 1927", che racconta nel dettaglio la prima edizione del torneo: dai tabellini alle fotografie, dai calciatori agli arbitri, la Coppa CONI 1927 raccontata partita dopo partita. Ovviamente, un libro come questo mira alla completezza e alla precisione, ma visto l'ingente numero di informazioni contrastanti presentate dalle fonti dell'epoca, è sempre aperto ad aggiornamenti. Le correzioni saranno pubblicate su questo blog e saranno liberamente accessibili.<br />
<br />
<br />
<a href="http://www.lulu.com/shop/andrea-ridolfi-testori/coppa-doro-del-coni-1927/ebook/product-21944672.html" target="_blank"><span style="color: yellow; font-size: large;">Clicca qui per accedere all'acquisto del libro (ebook)</span></a><br />
<br />
<br />
<b>Ringraziamenti:</b><br />
<br />
Daniele Bolzani;<br />
Gilberto Guerra;<br />
Fabrizio Schmid;<br />
Davide Solenghi;<br />
Museo Grigio per aver fornito le fotografie relative all’Alessandria;<br />
Uffici Anagrafe di Alessandria, Castrezzato (BS) e Nizza Monferrato (AT).Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-16558565898991322292014-09-25T22:31:00.000+02:002014-09-25T22:51:38.924+02:00Il caso Cappa e il "primo gol della Roma"<u>di:</u><br />
Andrea Ridolfi Testori<br />
<br />
<u>con la collaborazione di:</u> <br />
Fabrizio Schmid (per il completamento della carriera di Cappa)<br />
<br />
________________________________________________________________________<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-iuisayXbtB0/VCR8xo5kUGI/AAAAAAAAAQE/Kvr9fc9Rz9o/s1600/Cappa%2B1927.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-iuisayXbtB0/VCR8xo5kUGI/AAAAAAAAAQE/Kvr9fc9Rz9o/s1600/Cappa%2B1927.jpg" height="65" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un comunicato del Direttorio Divisioni Superiori dell'aprile 1927<br />
in cui compare Mario Cappa alla Fortitudo di Roma, tratto dalla<br />
Gazzetta dello Sport.</td></tr>
</tbody></table>
Giugno 1927. Le società Alba, Fortitudo e Roman si accordano per fondersi e creare un'unica squadra, la Roma. Vari giocatori tesserati per questre tre società confluiscono nella neonata compagine giallo-rossa; altri, invece, devono trovarsi un'altra sistemazione, magari in società minori romane o in altre città d'Italia. Tra i vari elementi che vanno a far parte della prima rosa della Roma c'è anche Cappa, abile interno sinistro della Fortitudo che si è messo in evidenza, nel panorama del calcio capitolino, nella stagione 1926-27 in cui gioca con continuità con i rosso-blu e segna anche nella Coppa CONI della stessa stagione. Cappa è quindi uno dei prescelti per scendere in campo contro l'Újpest, durante un'amichevole che inaugura la vita calcistica della Roma: e segna anche il primo gol della storia del club (primo in assoluto ma non il primo ufficiale). Debutta poi nella prima partita di Divisione Nazionale, il 25 settembre 1927 contro il Livorno. Uno dei primi 11 giocatori della Roma in campionato. Segna il primo gol ufficiale contro l'Hellas Verona il 9 ottobre 1927. Dopo una buona stagione (15 presenze e 5 gol in Divisione Nazionale, 10 presenze e 3 reti nella Coppa CONI vinta dalla Roma), Cappa viene inserito in lista di trasferimento dopo suo ricorso (la Roma si era opposta alla sua cessione) nel settembre 1928.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-XpxC3TW3p9g/VCR8yNhItNI/AAAAAAAAAQI/aOoNaFRWk1M/s1600/Cappa%2B1928.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-XpxC3TW3p9g/VCR8yNhItNI/AAAAAAAAAQI/aOoNaFRWk1M/s1600/Cappa%2B1928.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un comunicato ufficiale pubblicato su<br />
Il Littoriale del 14 settembre 1928 in cui compare<br />
Mario Cappa nella lista di trasferimento della Roma.</td></tr>
</tbody></table>
Questa la carriera di Cappa alla Roma. Ma chi era, questo Cappa? Se consultate un qualsiasi sito dedicato alla Roma, il nome che verrà riportato sarà sempre Enrico. Enrico Cappa, nato a Roma nel 1898. Ma consultando le squalifiche e le liste di trasferimento, le principali fonti dell'epoca per quanto riguarda i nomi di battesimo dei calciatori, emerge una realtà ben diversa: "Cappa" è in realtà Mario Cappa, novarese ex giocatore di Novara, Stabia e Spezia.<br />
<br />
Sia Mario che Pietro "Pierino" Cappa, due fratelli novaresi, si trovavano a Roma tra il 1927 e il 1928. Mario, il maggiore, aveva esordito nello Stabia e aveva giocato poi a Novara, interrompendo poi la militanza nella squadra azzurra per via del servizio militare, per cui fu destinato a La Spezia. Impostosi come protagonista (6 gol in 8 partite), Cappa passò poi alla Fortitudo, dove trovò ampio spazio tra i titolari. Passato quindi alla Roma, dopo l'esperienza descritta sopra passò alla Gallaratese, dove ritrovò il fratello Pietro che nel frattempo aveva giocato per una stagione nella Lazio (1927-28). I due fratelli non si scontrarono mai da avversari, visto che le due squadre romane sono inserite in gironi diversi. Concluso il periodo romano i due fratelli si riuniscono a Gallarate per poi dividersi di nuovo: Mario va al Varese, mentre Pietro alla Biellese.<br />
<br />
<b>La carriera</b><br />
<br />
<b>Mario Cappa</b><br />
N: Novara, 13.03.1903<br />
<br />
Attaccante<br />
<br />
<u>1920-21 Novara<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1C<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>0/0</u><br />
<u>1921-22 Stabia<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1C<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>9/2</u><br />
<u>1922-23 Novara<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>14/0</u><br />
<u>1923-24 Novara<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>16/3</u><br />
<u>1924-25 Novara<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>15/2</u><br />
<u><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>+ Girone finale<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>6/2</u><br />
<u>1925-26 Spezia<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>8/6 [militare]</u><br />
<u>1926-27 Fortitudo Roma<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>DN<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>16/2</u><br />
<u><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>+ Coppa CONI<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>9/3</u><br />
<u>1927-28 Roma<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>DN<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>15/5</u><br />
<u><span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>+ Coppa CONI<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>10/3</u><br />
<u>1928-29 Roma<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>DN<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>0/0</u><br />
<u>1929-30 Gallaratese<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D</u><br />
<u>1930-31 Varese<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>4/1</u><br />
<u>1931-32 Varese<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>20/7</u><br />
<u>1932-33 Gallaratese<span class="Apple-tab-span" style="white-space: pre;"> </span>1D</u><br />
<br />
45+6 presenze nel Novara, 5+2 gol<br />
9 presenze nello Stabia, 2 gol<br />
8 presenze nello Spezia, 6 gol<br />
16+9 presenze nella Fortitudo, 2+3 gol<br />
15+10 presenze nella Roma, 5+3 gol<br />
24 presenze nel Novara, 8 gol.<br />
<br />
Totale: 142 presenze, 36 gol (escluse le presenze nella Gallaratese, non reperite).Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-1903506355152241502014-08-12T23:09:00.003+02:002014-08-12T23:10:32.186+02:00IV Serie 1953-54: la finale per il titolodi Andrea Ridolfi Testori<br />
<br />
________________________________________________________________________<br />
<br />
La lunga stagione di IV Serie 1953-1954 nominò quattro promosse in Serie C: Bari, Cremonese, Bolzano e Prato. Bari e Cremonese, come vincitrici dei rispettivi gironi finali, ottennero il diritto a disputare due partite per assegnare il titolo di vincitore assoluto del campionato nazionale di IV Serie (detto anche "Campione d'Italia di IV Serie"). Di seguito riporto i tabellini, allo scopo di ricordare un po' di calcio anni '50, con un episodio forse poco ricordato avvenuto 60 anni fa. A vincere fu il Bari, grazie al 2-0 ottenuto nella gara di ritorno.<br />
<br />
Al fine di far comprendere correttamente le formazioni, ricordo che all'epoca le squadre giocavano con il "sistema": benché nei tabellini si riportasse ancora la vecchia formazione secondo il "metodo" (e cioè separando i giocatori seguendo la sequenza 2 difensori, 3 centrocampisti, 5 attaccanti), è da notare che in realtà il 5º giocatore dello schieramento era il centromediano, che nel "sistema" agiva di fatto da difensore.<br />
<br />
<b>Andata</b><br />
<br />
Cremona, 11.07.1954<br />
<br />
<b>CREMONESE-BARI 2-2</b><br />
<b><br /></b>
<b>Cremonese:</b> Ghisolfi I; Losi, Bicicli; Colombini, Bodini, Zeglioli; Fermi, Lojodice, Rossi, Monteverdi, Aliprandi. All.: Bodini.<br />
<b>Bari:</b> Buttarelli; Maestrelli, Tomà; Maccagni, Grani, Cancellieri; Bretti, Filiput, Gamberini, Mazzoni, Lorenzetti. All.: Capocasale.<br />
<b>Arbitro:</b> Gestri di Genova.<br />
<b>Gol:</b> 21' Gamberini (BA), 66' Colombini, 76' Bicicli, 81' aut. Ghisolfi I (pro BA).<br />
<br />
<b>Ritorno</b><br />
<b><br /></b>
Bari, 18.07.1954<br />
<br />
<b>BARI-CREMONESE 2-0</b><br />
<br />
<b>Bari:</b> Buttarelli; Maestrelli, Tomà; Maccagni, Grani, Cancellieri; Bretti, Filiput, Gamberini, Mazzoni, Lorenzetti. All.: Capocasale.<br />
<b>Cremonese:</b> Ghisolfi I; Losi, Zeglioli; Bicicli, Bodini, Colombini; Fermi, Lojodice, Braga, Monteverdi, Aliprandi. All.: Bodini.<br />
<b>Arbitro:</b> Maiorana di Messina.<br />
<b>Gol:</b> 41' Gamberini, 64' Gamberini.Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-86899295638392527692014-07-02T09:48:00.001+02:002015-01-19T01:13:16.314+01:00Storia della Serie BCapitolo II: 1946-1948, gli anni del caos<u>di:</u><br />
Andrea Ridolfi Testori<br />
<br />
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<br />
La guerra dilania l'Italia. Il movimento calcistico italiano resiste grazie ad alcuni intrepidi appassionati che, nonostante il conflitto e i pericoli che esso comporta, decidono di proseguire l'attività meglio che possono. La FIGC organizza il campionato 1943-44, limitato all'Alta Italia, che termina con la vittoria dei Vigili del Fuoco di La Spezia che battono a sorpresa le più favorite avversarie. In generale, la situazione dei tesseramenti dei giocatori è caotica: diversi giocatori sono militari, taluni addirittura prigionieri di guerra, altri ancora sono sfollati verso località più sicure. La confusione regna sovrana e le varie competizioni si disputano senza il controllo della FIGC (specialmente nella stagione 1944-45). La situazione sembra migliorare dopo la fine del conflitto. Già nel 1945 ricominciò un campionato di massima serie più o meno raffazzonato, ma sempre con squadre di valore (miste tra A e B). A tale scopo la Federazione creò due leghe separate per gestire i due differenti gironi: la Lega Nazionale Alta Italia e la Lega Nazionale Centro-Sud. La Divisione Nazionale 1945-46 si disputò tra l'ottobre 1945 e il luglio 1946 e sostituì il campionato di Serie A. Cosa era accaduto alla Serie B? Essendo l'Italia ancora divisa e alcune società assegnate alla Divisione Nazionale, la Lega Nazionale Alta Italia organizzò un torneo "intermedio" che si disputò tra squadre di Serie B e di Serie C e fu vinto dall'Alessandria. Ma questa situazione aveva bisogno di un ridisegnamento generale per ripristinare l'ordine. A tale scopo la Federazione decide di indire una riunione straordinaria, da tenersi a Firenze.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-XD41vwk3MFs/U7L2JrVIYoI/AAAAAAAAAKA/mU93rBxm6T8/s1600/Barassi+congresso+ok.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-XD41vwk3MFs/U7L2JrVIYoI/AAAAAAAAAKA/mU93rBxm6T8/s1600/Barassi+congresso+ok.jpg" height="210" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ottorino Barassi durante il Congresso</td></tr>
</tbody></table>
Per il Congresso di Firenze viene predisposta la sala maggiore del Conservatorio Cherubini, in Piazza delle Belle Arti. Il Congresso si ripropone di parlare di «professionismo, [...] sistema dei prossimi campionati, [...] snellire gli organismi, [...] decidere sulla questione arbitrale, [...] sugli allenatori, [...] sull'organizzazione dei giocatori» (Corriere dello Sport, 13 maggio 1946). Questi quindi gli argomenti: in pratica, una totale riforma dello status quo per tornare a una parvenza di ordine nei campionati federali. Il Congresso si rivela un delicato gioco di equilibri tra gli esponenti dei vari direttorî regionali, componenti le due macrozone del calcio italiano: Nord e Centrosud. La Lega del Centrosud, presieduta da Alberto Valentini, intende trattare alla pari con il Nord portando a suffragio le prove dell'evoluzione del calcio centromeridionale: la Lega del Centrosud aveva infatti chiuso il bilancio con oltre un milione e mezzo di attivo, mentre la Lega del Nord con 145.000 lire in attivo; inoltre, dei 6 milioni in possesso della Federazione, ben 5 provengono dalle casse centromeridionali. Le cifre verranno poi ulteriormente ricalcolate, fino a raggiungere quota 259.000 lire di attivo per l'Alta Italia e 1.650.000 lire per la Lega Nazionale Sud. Nonostante il calcio del Centrosud fosse ancora considerato ancora un calcio "minore" da alcuni rappresentanti del Nord (che difatti all'inizio del Congresso mostrano un po' di sufficienza nei confronti dei delegati del Centrosud), la netta affermazione sia tecnica che economica del movimento calcistico centromeridionale era impossibile da ignorare. La geopolitica del calcio si ridisegna dunque durante il Congresso, con il Centrosud che acquisisce maggior potere e autorevolezza.<br />
<br />
«Il Centromeridione [...] per la B propone tre gironi, dividendo l'Italia in tre zone con linee orizzontali: settentrione; centro (comprendente la Liguria, la Toscana, l'Emilia, la Sardegna, le Marche, l'Umbria e possibilmente una squadra del Lazio); il resto tutto nel Sud. Per la ammissione nella B oltre alle aventi diritto, si compierebbe il numero con le squadre che hanno maggiori titoli sportivo (esempio: Italia Libera, Foligno, Catanzaro, ecc) e la vincente di ogni girone andrebbe nuovamente in A. Retrocessione dalla B: due per ogni girone. Si capisce che per l'ammissione in B occorre conoscere anche la saldezza economica della società e il piazzamento nell'attuale campionato»<br />
(Corriere dello Sport, 14 maggio 1946)<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-42ySC7X6_rc/U7L2TFcRtJI/AAAAAAAAAKI/eVmQM617uSs/s1600/Serie+B+3+gironi+ok.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-42ySC7X6_rc/U7L2TFcRtJI/AAAAAAAAAKI/eVmQM617uSs/s1600/Serie+B+3+gironi+ok.jpg" height="158" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il titolo del Corriere dello Sport che annuncia<br />
la nuova formula dei tre principali campionati</td></tr>
</tbody></table>
Proprio il 14 maggio l'ingegner Ottorino Barassi viene acclamato presidente della Federazione. Con questa decisione si aprono i lavori dell'assemblea: il 15 maggio viene decisa la struttura dei campionati. Non mancano proposte singolari, come quella di Pellizzari di Vercelli che propone un campionato gargantuesco di due stagioni (1946-47 e 1947-48), definito "di attesa", diviso in due zone, Nord e Sud, con un totale di 162 squadre tra A, B e C peraltro iniquamente distribuite con netto favoritismo per il Nord. Respinte varie proposte, vuoi perché inattuabili, vuoi perché sbilanciate a favore dell'una o dell'altra parte, nel corso della seduta pomeridiana si addiviene finalmente a una decisione definitiva:<br />
<br />
«Barassi propone che la «C» sia amministrata dalle tre Leghe con un massimo, per ciascuna, di 80 squadre per Lega. La proposta è approvata. La «B» avrà tre gironi: questo ha deciso l'assemblea e ha deciso che ogni girone della «B» avrà un numero di squadre da 16 a 20, ma il numero lo deciderà il Consiglio Federale. La «A» sarà a girone unico.»<br />
(Corriere dello Sport, 16 maggio 1946)<br />
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Il Congresso delibera inoltre un numero massimo di due giocatori stranieri per squadra, escludendo quelli già presenti in Italia, che l'assemblea sceglie di non considerare stranieri, e stabilisce un massimo di cinque tesseramenti da una federazione estera per ciascuna società. Sembra tutto risolto. Ma non è così: al momento di formare i gironi, infatti, il Consiglio Federale si trova davanti alcune insuperabili difficoltà poste dalle distanze tra alcuni campi, non percorribili a causa della mancanza delle infrastrutture gravemente danneggiate dal conflitto mondiale. Si opta quindi per una ulteriore riorganizzazione che dà vita a tre gironi diseguali: 22 squadre per il Nordovest, 21 per il Nordest e 17 per il Sud. Le compagini che compongono i gironi sono di varia natura: in buona parte reduci della B-C Alta Italia 1945-46 per il Nord, mentre nel Sud vengono ammesse squadre direttamente dalla Serie C. Alle società abituate alla B s'affiancano quindi diverse debuttanti quali Carrarese, Cesena, Crema, Forlì, Gallaratese, Mantova, Mestrina, Piacenza, Pro Gorizia, Sestrese, Vogherese e altre nel Nord, mentre nel Sud poche sono le società con esperienze in B nelle stagioni dell'anteguerra.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-JVvWV3n5Wic/U7L2oq1xEuI/AAAAAAAAAKQ/0huYbFb457k/s1600/Criteri+46-47+ok.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-JVvWV3n5Wic/U7L2oq1xEuI/AAAAAAAAAKQ/0huYbFb457k/s1600/Criteri+46-47+ok.jpg" height="320" width="199" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I criteri per la nuova B riportati<br />
dall'Almanacco Rizzoli</td></tr>
</tbody></table>
Il 22 settembre 1946 hanno inizio il girone A e il girone B, cui fa seguito il girone C una settimana dopo. Le squadre hanno attinto a piene mani non solo dai propri vivai ma anche dalle piccole società locali, cercando di trovare qualche giovane calciatore che non pretendesse laute paghe ma giocasse, per così dire, "per la gloria". Naturale conseguenza, quindi, è che moltissimi dei giocatori che disputano i campionati 1946-47 e 1947-48 non avranno una carriera ad alti livelli, e buona parte si limiterà a un solo campionato in Serie B, talora da comparsa, talora da protagonista. Moltissimi i giovani: il più giovane in assoluto a debuttare nel 1946-47 è Giancarlo Zorzi del Treviso, nato a Treviso il 2 febbraio 1931, che esordisce il 13 aprile 1947 contro l'Udinese, a 16 anni scarsi. Molti altri appartengono alle classi 1930, 1929 e 1928 e sono poco più che ragazzini. Il più anziano è invece Pietro Serantoni, nato nel 1906, che gioca una gara con il Padova all'età di quarant'anni.<br />
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Non mancano ovviamente i risultati eclatanti o sorprendenti, trattandosi di un campionato dai valori tecnici molto vari. Ben due 8-1 (Pescara-Arsenale e Treviso-Suzzara) e due 4-4 (Sestrese-Savona e Lecco-Viareggio) sono i risultati più insoliti, seguiti dai vari 5-0, 6-0, 6-2 e simili. Il campionato risulta lungo e faticosissimo, e alle già numerose difficoltà del torneo s'aggiungono altri problemi di vario genere, dovuti solitamente alla complessità di gestione di tre gironi, i primi due veramente sovraffollati di squadre. Abbondano quindi le partite discusse, disputate e poi annullate, ripetute, sospese, giocate in campo neutro per varie ragioni; i reclami invadono il Consiglio Federale che deve vedersela ogni settimana con nuovi problemi. Portare a termine il campionato è una vera impresa sportiva, ma in confronto alla guerra appena conclusa queste avversità sembrano veramente insignificanti. Tornare a giocare è una gioia per tutti i calciatori.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-f_FWxOxFyyI/U7L3wJ-CRBI/AAAAAAAAAKk/Oqf8ZLtfyYQ/s1600/Lecco-Savona+46-47.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-f_FWxOxFyyI/U7L3wJ-CRBI/AAAAAAAAAKk/Oqf8ZLtfyYQ/s1600/Lecco-Savona+46-47.jpg" height="108" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lecco-Savona (03.11.1946)</td></tr>
</tbody></table>
A vincere il girone A è la Pro Patria, una delle cosiddette "aventi diritto" in quanto partecipante alla B del '42-43: la squadra bustocca supera il Legnano, principale antagonista, chiudendo a 60 punti contro i 53 dei lilla. In coda il Casale subisce ben 95 reti, e il povero Renato Rustico stabilisce un nuovo primato di gol subìti da un portiere, con 90 in 40 presenze (media 2,25); i rimanenti 5 li prende Reverchon. Sorprendenti i campionati del Seregno, che chiude al 4º posto trascinato dai gol del cannoniere Boffi (32), e della Pistoiese, entrambe squadre provenienti dalla C; ben si comportano, in generale, le squadre della terza serie. Nel girone B a trionfare è la Lucchese, che con 54 punti riesce a tenere a debita distanza il Padova, l'inseguitore più accanito, seguito da Empoli, Treviso e Siena. In buona evidenza quindi il calcio toscano, mentre quello dell'Emilia Romagna mostra alcune lacune: male Cesena e Forlì, sufficienti Piacenza e Reggiana. Il Pro Gorizia sarebbe retrocesso ma la politica ci mette una mano salvifica e risparmia la retrocessione della squadra bianco-celeste, al centro della contesa per via della sua posizione di confine e necessariamente riaffermata "italiana" con l'ammissione d'ufficio alla Serie B 1947-48. Nel girone C vince la Salernitana stacca la Ternana di soli 3 punti, riuscendo a guadagnare l'ammissione in Serie A all'ultimo turno: le due squadre si trovano infatti separate da un solo punto, ma la Ternana cede a una Scafatese ormai fuori dai giochi per la promozione, mentre la Salernitana batte il Palermo e ottiene la massima serie. Al termine del campionato regolare, avanti con gli spareggi: nel girone A tra Biellese e Vogherese e nel girone B tra Anconitana e Pisa, giunte a pari punti, per determinare le quinte retrocesse. Passarono questi primi spareggi Vogherese e Pisa; sembrano perdute Anconitana e Biellese, ma essendosi liberato un posto nella nuova B 1947-48, le due squadre sono chiamate a effettuare un nuovo incontro per determinare l'ultima retrocessa stagionale, e la partita viene disputata a Bologna il 31 agosto 1947. Notevoli le difficoltà della Biellese che si trova con i ranghi ridotti dalle ferie dei propri giocatori, e anche l'Anconitana non può schierare tutti i titolari. Alla fine l'Anconitana ha la meglio sui bianconeri per 4-2 e rimane in B, mentre la Biellese lascia (definitivamente) la seconda serie.<br />
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Esauritasi l'interminabile stagione calcistica 1946-47, si deve già pensare alla stagione 1947-48. La Federazione aveva deciso di porre fine al campionato a gironi multipli a partire dal torneo 1948-49, ma per far ciò aveva bisogno di un gran numero di retrocessioni. Passati dalle 60 squadre del 1946-47 alle 54 del 1947-48, per arrivare a 22 nel 1948-49 si devono mandare dalla B alla C ben 33 squadre (11 per girone); con le 3 promosse in A le partecipanti diverranno 18, cui si aggiungeranno le 4 retrocesse dalla A '47-48. Stabilita la formula del campionato di B 1948-49, inizia il torneo 1947-48: questa volta le squadre sono ripartite equamente, 18 per girone: i criteri di divisione sono gli stessi del campionato precedente.<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-TZC1HW-7V-U/U7L2-USwOvI/AAAAAAAAAKY/2ECW4I3FqFs/s1600/Partecipanti+47-48+ok.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-TZC1HW-7V-U/U7L2-USwOvI/AAAAAAAAAKY/2ECW4I3FqFs/s1600/Partecipanti+47-48+ok.jpg" height="320" width="192" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le partecipanti della B 1947-48<br />
riportate dall'Almanacco</td></tr>
</tbody></table>
Le nuove arrivate del girone A sono Brescia (retrocesso dalla A), Cagliari (ammesso per titoli sportivi), Magenta e Vita Nova (dalla Serie C); nel girone B ci sono il Venezia dalla Serie A e Bolzano e Centese dalla Serie C; nel girone C non ci sono squadre provenienti dalla Serie A, ma solo due salite dalla C: Gubbio e Nocerina. Il torneo inizia il 14 settembre 1947 per tutti i gironi; da notare che l'Anconitana aveva chiuso il campionato 1946-47 solo il 31 agosto, e inizia la stagione successiva dopo solo due settimane: si potrebbe quasi dire che la squadra marchigiana abbia disputato due campionati ininterrotti. Ancora una volta le squadre si affidano ai giovani, con abbondanza di debuttanti. Quattro i classe 1931 in campo: Giancarlo Bacci (Viareggio), Giovanni Battista Fracassetti (Vita Nova), Amos Mariani (Empoli) e Mario Tesconi (Carrarese). Mentre Mariani raccoglie solo due presenze e Tesconi una, Bacci e Fracassetti disputano un ottimo campionato, l'uno con 10 gol in 25 presenze, l'altro con 6 in 24 partite. Il più anziano in assoluto è il giocatore del Cosenza Atilio Demaría (nato nel 1909), Campione del Mondo 1934. Le rose delle squadre si basano quasi tutte su ventenni guidati da giocatori più esperti.<br />
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La competizione si rivela un po' più "regolare" della precedente edizione, facilitata anche dalla migliore organizzazione e dalla situazione interna più tranquilla. Inevitabili, però, i risultati strani cui aveva abituato il torneo 1946-47, specialmente nel girone C. Il 9-0 dell'Arsenaltaranto sul Gubbio e l'8-0 del Palermo sulla Ternana sono però eccezioni che confermano la regola di un torneo che piano piano sta rientrando nei ranghi dei normali campionati di Serie B. Il girone A si conclude con la vittoria del Novara che batte il Brescia in un duello che vede presto i piemontesi al comando del torneo (dall'11ª giornata) e in fuga inavvicinabile. Buono il torneo del Como, che finisce 3º, ancora in evidenza il Seregno e anche il Legnano. Il miglior realizzatore è Pietta della Gallaratese (20 gol). Nel girone B è il Padova a tornare in Serie A, riuscendo a staccare il Verona tenace inseguitore che deve però cedere all'inarrestabile marcia dei bianco-rossi: il capocannoniere risulta Pandolfini (SPAL) con 20 gol. Maluccio le neopromosse, bene invece SPAL e Venezia. Nel girone C, infine, è il Palermo a fare ritorno in A: il distacco stavolta consta di un solo punto sul Pisa. Decisiva risulta la 28ª giornata con la vittoria del Palermo e il pareggio del Pisa con il Siena. Il capocannoniere è Pavesi De Marco del Palermo (23 gol), che è anche il giocatore con il maggior numero di reti in assoluto. Le retrocessioni comprendono un gran numero di squadre; nel girone A si deve anche disputare uno spareggio tra Pro Sesto e Crema, vinto dalla prima per 2-1 sul campo neutro di Melzo.<br />
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3 promosse in A, 33 retrocesse in C: così si conclude il torneo 1947-48. La Serie B torna al girone unico per la stagione 1948-49; per il prosieguo della storia si rimanda al prossimo capitolo.Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4498194184346511934.post-26320832100110227292014-05-31T13:14:00.002+02:002015-06-24T16:41:38.589+02:00Classifica dei marcatori in Serie B, periodo 1929-1943<div>
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A giusto e necessario complemento alla <a href="http://andridtes.blogspot.it/2014/05/classifica-delle-presenze-in-serie-b.html" target="_blank">classifica di presenze in Serie B</a> relativa al periodo 1929-1943, pubblico in questa pagina la classifica dei marcatori. Ho dapprima selezionato i giocatori con più di 30 gol segnati, e ho poi accorciato la classifica alle prime 50 posizioni. Come per le presenze, dedico un piccolo paragrafo ai primi dieci «cannonieri» dell'anteguerra.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-_f7tZN6lBjE/U4m5JJrW_vI/AAAAAAAAAJw/95uOUFmA2VQ/s1600/Marco+Romano+ok.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-_f7tZN6lBjE/U4m5JJrW_vI/AAAAAAAAAJw/95uOUFmA2VQ/s1600/Marco+Romano+ok.jpg" width="235" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marco Romano nel 1933</td></tr>
</tbody></table>
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Il capocannoniere assoluto della B 1929-43 è Marco Romano (Ponte Chiasso, 18.09.1910 - Como, 16.09.1952). Attaccante capace e implacabile, il centravanti comasco giocò solo 6 stagioni in Serie B, ma furono sufficienti a renderlo il più prolifico. Dopo l'esordio con la Comense nel 1931-32 (26 presenze, 10 gol), nella stagione 1932-33 Romano esplose, segnando 28 volte in 27 presenze. Nel 1933-34 mise a segno 13 gol in 18 partite; passato al Novara, si superò nella stagione 1934-35, realizzando ben 30 gol in 28 presenze. Nel 1935-36 andò a segno 29 volte in 34 incontri, mentre 11 furono le reti del 1937-38, distribuite in 26 gare. Le 121 marcature lo rendono di gran lunga il miglior cannoniere dell'anteguerra. A seguirlo c'è Giovanni Costanzo (Biella, 14.03.1915 - Biella, 06.09.1961). La cifra tonda di 100 gol segnati lo mette al secondo posto dietro a Romano; Costanzo segnò con le maglie di Cremonese, Livorno e Spezia, ottenendo un massimo di 24 gol nella stagione 1941-42, trascorsa con la bianca casacca dei liguri. Al terzo posto Walter D'Odorico (Udine, 04.09.1913), bandiera dell'Udinese con una sola esperienza lontano dal Friuli, a Padova nel 1934-35. Il suo primato personale di gol lo raggiunse nella stagione 1939-40, nella quale realizzò 25 reti in 32 partite. La leggenda del calcio viareggino Vinicio Viani (Viareggio, 05.08.1913 - Viareggio, 11.06.1983) occupa il quarto posto, con 86 reti in 96 partite. La sua media gol è la più alta della top 10: 0,896. Viani ha anche il record di gol segnati in una singola stagione di B, con 35 (stagioni 1935-36 e 1939-40). In quinta posizione a quota 70 ci sono due giramondo: Giovanni Pietro Patuzzi (Isola della Scala, 31.07.1907 - Verona, 13.04.1983), detto "Mario" e così citato da tutte le pubblicazioni sportive, che giocò per Verona, Brescia, Bari, SPAL e Venezia, e Giuseppe Scategni (Taviano, 31.07.1911 - Roma, 15.11.1963) che militò in Bari, Perugia, Genoa, Spezia, Messina, Atalanta e Pisa. Luigi Torti (Varese, 27.03.1918), fratello minore di Vittorio, si piazza al 7º posto: visse periodi d'oro all'Anconitana, specialmente tra il 1938 e il 1941. Natale Faccenda è 8º, con la particolarità d'aver segnato solo per squadre toscane, come già avevamo visto nella classifica delle presenze; 9º Ezio Rizzotti, un altro dei più presenti in B. Chiude la top 10 Ermenegildo Orzan (San Lorenzo Isontino, 25.12.1914), cannoniere di Padova e Udinese.</div>
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Oltre ai primi 10 classificati, corre l'obbligo di citare anche Remo Galli, che con i suoi 32 gol in 31 presenze segnati nel Modena nel corso della stagione 1933-34, è il giocatore con la miglior media (1,03), seguito da Viani e Romano, tra quelli con più di 30 reti totali. I fratelli Sergio (I) ed Elio (II) Bertoni si piazzano rispettivamente 38º e 60º con 40 e 32 gol. Natale Dossena, autore di 31 gol, giocò anche una partita da portiere, subendo due reti. Per Aldo Dapas vale lo stesso discorso fatto nella classifica delle presenze: non contando le gare annullate, avrebbe totalizzato 181 presenze e 41 gol (media 0,227).<br />
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<a href="http://almanaccocalciatori.blogspot.it/search/label/Marcatori%20B" target="_blank">Cliccando qui</a> potrete trovare le schede delle carriere dei primi 5 in classifica.</div>
</div>
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<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; width: 480px;" x:str="">
<colgroup><col style="width: 48pt;" width="64"></col>
<col style="mso-width-alt: 3913; mso-width-source: userset; width: 80pt;" width="107"></col>
<col style="mso-width-alt: 4278; mso-width-source: userset; width: 88pt;" width="117"></col>
<col span="2" style="width: 48pt;" width="64"></col>
<col style="width: 48pt;" width="64"></col>
</colgroup><tbody>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td class="xl24" height="17" style="height: 12.75pt; width: 48pt;" width="64"><br /></td><td class="xl24" style="width: 80pt;" width="107"><br /></td><td class="xl24" style="width: 88pt;" width="117"><br /></td><td class="xl24" style="width: 48pt;" width="64"><br /></td><td class="xl24" style="width: 48pt;" width="64"><br /></td><td class="xl25" style="width: 48pt;" width="64"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" style="border-collapse: collapse; width: 544px;" x:str="">
<colgroup><col span="2" style="width: 48pt;" width="64"></col>
<col style="mso-width-alt: 3913; mso-width-source: userset; width: 80pt;" width="107"></col>
<col style="mso-width-alt: 4278; mso-width-source: userset; width: 88pt;" width="117"></col>
<col span="2" style="width: 48pt;" width="64"></col>
<col style="width: 48pt;" width="64"></col>
</colgroup><tbody>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td class="xl24" colspan="2" height="17" style="height: 12.75pt; mso-ignore: colspan; width: 96pt;" width="128"><b>Posizione</b></td>
<td class="xl24" style="width: 80pt;" width="107"><b>Nome</b></td>
<td class="xl24" style="width: 88pt;" width="117"><b>Cognome</b></td>
<td class="xl24" style="text-align: right; width: 48pt;" width="64"><b>Gol</b></td>
<td class="xl24" style="text-align: right; width: 48pt;" width="64"><b>Pres.</b></td><td class="xl25" style="text-align: right; width: 48pt;" width="64"><b>Media</b></td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">1</td>
<td></td>
<td>Marco</td>
<td>Romano</td>
<td align="right" x:num="">121</td>
<td align="right" x:num="">159</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E2/F2" x:num="0.76100628930817615">0,761</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">2</td>
<td></td>
<td>Giovanni</td>
<td>Costanzo</td>
<td align="right" x:num="">100</td>
<td align="right" x:num="">176</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E3/F3" x:num="0.56818181818181823">0,568</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">3</td>
<td></td>
<td>Walter</td>
<td>D'Odorico</td>
<td align="right" x:num="">90</td>
<td align="right" x:num="">162</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E4/F4" x:num="0.55555555555555558">0,556</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">4</td>
<td></td>
<td>Vinicio</td>
<td>Viani (II)</td>
<td align="right" x:num="">86</td>
<td align="right" x:num="">96</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E5/F5" x:num="0.89583333333333337">0,896</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">5</td>
<td></td>
<td>Mario</td>
<td>Patuzzi</td>
<td align="right" x:num="">70</td>
<td align="right" x:num="">197</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E6/F6" x:num="0.35532994923857869">0,355</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">5</td>
<td></td>
<td>Giuseppe</td>
<td>Scategni</td>
<td align="right" x:num="">70</td>
<td align="right" x:num="">172</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E7/F7" x:num="0.40697674418604651">0,407</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">7</td>
<td></td>
<td>Luigi</td>
<td>Torti (II)</td>
<td align="right" x:num="">65</td>
<td align="right" x:num="">143</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E8/F8" x:num="0.45454545454545453">0,455</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">8</td>
<td></td>
<td>Natale</td>
<td>Faccenda (II)</td>
<td align="right" x:num="">63</td>
<td align="right" x:num="">230</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E9/F9" x:num="0.27391304347826084">0,274</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">9</td>
<td></td>
<td>Ezio</td>
<td>Rizzotti</td>
<td align="right" x:num="">61</td>
<td align="right" x:num="">175</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E10/F10" x:num="0.34857142857142859">0,349</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">10</td>
<td></td>
<td>Ermenegildo</td>
<td>Orzan</td>
<td align="right" x:num="">59</td>
<td align="right" x:num="">101</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E11/F11" x:num="0.58415841584158412">0,584</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">11</td>
<td></td>
<td>Remo</td>
<td>Versaldi</td>
<td align="right" x:num="">57</td>
<td align="right" x:num="">253</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E12/F12" x:num="0.22529644268774704">0,225</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">12</td>
<td></td>
<td>Otello</td>
<td>Subinaghi</td>
<td align="right" x:num="">56</td>
<td align="right" x:num="">85</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E13/F13" x:num="0.6588235294117647">0,659</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">13</td>
<td></td>
<td>Bruno</td>
<td>Biagini</td>
<td align="right" x:num="">55</td>
<td align="right" x:num="">245</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E14/F14" x:num="0.22448979591836735">0,224</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">13</td>
<td></td>
<td>Renato</td>
<td>Ferretti</td>
<td align="right" x:num="">55</td>
<td align="right" x:num="">137</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E15/F15" x:num="0.40145985401459855">0,401</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">15</td>
<td></td>
<td>Ettore</td>
<td>Brossi</td>
<td align="right" x:num="">54</td>
<td align="right" x:num="">109</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E16/F16" x:num="0.49541284403669728">0,495</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">15</td>
<td><br /></td>
<td>Annibale</td>
<td>Frossi</td>
<td align="right" x:num="">54</td>
<td align="right" x:num="">174</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E17/F17" x:num="0.31034482758620691">0,310</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">15</td>
<td></td>
<td>Giulio</td>
<td>Panzeri</td>
<td align="right" x:num="">54</td>
<td align="right" x:num="">131</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E18/F18" x:num="0.41221374045801529">0,412</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">18</td>
<td></td>
<td>Cherubino</td>
<td>Comini</td>
<td align="right" x:num="">51</td>
<td align="right" x:num="">90</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E19/F19" x:num="0.56666666666666665">0,567</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">19</td>
<td></td>
<td>Carlo</td>
<td>Radice</td>
<td align="right" x:num="">50</td>
<td align="right" x:num="">72</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E20/F20" x:num="0.69444444444444442">0,694</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">20</td>
<td></td>
<td>Giorgio</td>
<td>Rossi</td>
<td align="right" x:num="">49</td>
<td align="right" x:num="">141</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E21/F21" x:num="0.3475177304964539">0,348</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">21</td>
<td></td>
<td>Dante</td>
<td>Di Benedetti</td>
<td align="right" x:num="">46</td>
<td align="right" x:num="">81</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E22/F22" x:num="0.5679012345679012">0,568</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">21</td>
<td></td>
<td>Arrigo</td>
<td>Fibbi</td>
<td align="right" x:num="">46</td>
<td align="right" x:num="">163</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E23/F23" x:num="0.2822085889570552">0,282</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">21</td>
<td></td>
<td>Alfredo</td>
<td>Giuge</td>
<td align="right" x:num="">46</td>
<td align="right" x:num="">168</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E24/F24" x:num="0.27380952380952384">0,274</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">24</td>
<td></td>
<td>Pierino</td>
<td>Colli</td>
<td align="right" x:num="">45</td>
<td align="right" x:num="">116</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E25/F25" x:num="0.38793103448275862">0,388</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">24</td>
<td></td>
<td>Nicolò</td>
<td>Nicolosi</td>
<td align="right" x:num="">45</td>
<td align="right" x:num="">126</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E26/F26" x:num="0.35714285714285715">0,357</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">24</td>
<td></td>
<td>Angelo</td>
<td>Pomponi</td>
<td align="right" x:num="">45</td>
<td align="right" x:num="">115</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E27/F27" x:num="0.39130434782608697">0,391</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">27</td>
<td></td>
<td>Eusebio</td>
<td>Castigliano</td>
<td align="right" x:num="">43</td>
<td align="right" x:num="">92</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E28/F28" x:num="0.46739130434782611">0,467</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">27</td>
<td></td>
<td>Elpidio</td>
<td>Coppa</td>
<td align="right" x:num="">43</td>
<td align="right" x:num="">133</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E29/F29" x:num="0.32330827067669171">0,323</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">27</td>
<td></td>
<td>Aldo</td>
<td>Dapas</td>
<td align="right" x:num="">43</td>
<td align="right" x:num="">196</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E30/F30" x:num="0.21938775510204081">0,219</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">27</td>
<td></td>
<td>Renato</td>
<td>Sanero</td>
<td align="right" x:num="">43</td>
<td align="right" x:num="">135</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E31/F31" x:num="0.31851851851851853">0,319</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">27</td>
<td></td>
<td>Otello</td>
<td>Zironi</td>
<td align="right" x:num="">43</td>
<td align="right" x:num="">93</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E32/F32" x:num="0.46236559139784944">0,462</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">32</td>
<td></td>
<td>Antonio</td>
<td>Bonesini</td>
<td align="right" x:num="">41</td>
<td align="right" x:num="">181</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E33/F33" x:num="0.22651933701657459">0,227</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">32</td>
<td></td>
<td>Elio</td>
<td>Civinini (I)</td>
<td align="right" x:num="">41</td>
<td align="right" x:num="">75</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E34/F34" x:num="0.54666666666666663">0,547</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">32</td>
<td></td>
<td>Severo</td>
<td>Cominelli</td>
<td align="right" x:num="">41</td>
<td align="right" x:num="">134</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E35/F35" x:num="0.30597014925373134">0,306</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">32</td>
<td></td>
<td>Aldo</td>
<td>Gorini</td>
<td align="right" x:num="">41</td>
<td align="right" x:num="">143</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E36/F36" x:num="0.28671328671328672">0,287</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">32</td>
<td></td>
<td>Piero</td>
<td>Mariani</td>
<td align="right" x:num="">41</td>
<td align="right" x:num="">150</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E37/F37" x:num="0.27333333333333332">0,273</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">32</td>
<td></td>
<td>Romolo</td>
<td>Re</td>
<td align="right" x:num="">41</td>
<td align="right" x:num="">124</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E38/F38" x:num="0.33064516129032256">0,331</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">38</td>
<td></td>
<td>Sergio</td>
<td>Bertoni (I)</td>
<td align="right" x:num="">40</td>
<td align="right" x:num="">100</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E39/F39" x:num="0.4">0,400</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">38</td>
<td></td>
<td>Luigi</td>
<td>Ferrero</td>
<td align="right" x:num="">40</td>
<td align="right" x:num="">93</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E40/F40" x:num="0.43010752688172044">0,430</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">38</td>
<td></td>
<td>Francesco</td>
<td>Imberti</td>
<td align="right" x:num="">40</td>
<td align="right" x:num="">101</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E41/F41" x:num="0.39603960396039606">0,396</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">38</td>
<td></td>
<td>Raggio</td>
<td>Montanari</td>
<td align="right" x:num="">40</td>
<td align="right" x:num="">102</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E42/F42" x:num="0.39215686274509803">0,392</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">42</td>
<td></td>
<td>Giovanni</td>
<td>Battioni</td>
<td align="right" x:num="">39</td>
<td align="right" x:num="">137</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E43/F43" x:num="0.28467153284671531">0,285</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">42</td>
<td></td>
<td>Gino</td>
<td>Cappello (IV)</td>
<td align="right" x:num="">39</td>
<td align="right" x:num="">60</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E44/F44" x:num="0.65">0,650</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">42</td>
<td></td>
<td>Mario</td>
<td>Foglia</td>
<td align="right" x:num="">39</td>
<td align="right" x:num="">105</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E45/F45" x:num="0.37142857142857144">0,371</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">45</td>
<td></td>
<td>Giuseppe</td>
<td>Baccilieri</td>
<td align="right" x:num="">38</td>
<td align="right" x:num="">133</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E46/F46" x:num="0.2857142857142857">0,286</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">46</td>
<td></td>
<td>Raúl</td>
<td>Banfi</td>
<td align="right" x:num="">37</td>
<td align="right" x:num="">50</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E47/F47" x:num="0.74">0,740</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">46</td>
<td></td>
<td>Mario</td>
<td>Celoria</td>
<td align="right" x:num="">37</td>
<td align="right" x:num="">82</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E48/F48" x:num="0.45121951219512196">0,451</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">46</td>
<td></td>
<td>Elio</td>
<td>Grolli</td>
<td align="right" x:num="">37</td>
<td align="right" x:num="">139</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E49/F49" x:num="0.26618705035971224">0,266</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">49</td>
<td></td>
<td>Giuseppe</td>
<td>Di Prisco</td>
<td align="right" x:num="">36</td>
<td align="right" x:num="">96</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E50/F50" x:num="0.375">0,375</td>
</tr>
<tr height="17" style="height: 12.75pt;">
<td align="right" height="17" style="height: 12.75pt;" x:num="">50</td>
<td></td>
<td>Oliviero</td>
<td>Icardi</td>
<td align="right" x:num="">35</td>
<td align="right" x:num="">61</td>
<td align="right" class="xl26" x:fmla="=E51/F51" x:num="0.57377049180327866">0,574</td>
</tr>
</tbody></table>
Andrea Ridolfi Testorihttp://www.blogger.com/profile/13992124947182657741noreply@blogger.com0